Per una volta, la poliedrica Rumiko Takahashi ci stupisce con una storia normale.
Niente alieni, marzialisti, spiriti del folclore giapponese, demoni, bizzarre trasformazioni o cambi di sesso, ma un condominio, un giovane studente universitario e una bella amministratrice dal triste passato.
Maison Ikkoku è infatti una semplice storia d'amore e vita quotidiana. Nel Giappone dei primi anni '80, lo sfortunato Yusaku Godai alloggia al fatiscente Ikkoku-kan fra uno scherzo e l'altro dei suoi coinquilini impiccioni e chiassosi, in attesa di capire cosa fare della sua vita, finché, un bel giorno, Kyoko Otonashi, bellissima ragazza di poco più grande di lui, si presenta al condominio, incaricata di prendersene cura da quel momento in poi.
È subito amore. Un amore da fumetto giapponese d'altri tempi, di quelli puri, intensi, travagliati, romantici, tanto difficili da realizzare quanto piacevolmente sofferti per i personaggi di carta che li vivono e i lettori che li seguono da fuori.
Cristallizzata nella memoria collettiva come una delle migliori storie d'amore che gli anni '80 ci hanno regalato, quella dell'imbranato Godai e della sua bella amministratrice Kyoko non è considerata tale a torto.
È un amore difficile, complicato, che passa attraverso innumerevoli difficoltà ed è legato a doppio filo con la crescita dei personaggi e il superamento da parte loro di numerose esperienze travagliate. Il sentimento nasce subito, a prima vista, ma prima di poter giungere all'agognato lieto fine passeranno innumerevoli equivoci, fraintendimenti, guai, gelosie, rivali in amore, indecisioni, bastoni tra le ruote, pettegolezzi, esperienze, incontri, testardaggini, vuoti da colmare, traumi da superare, maturazioni interiori.
Lunga, dura e impervia è la strada del nostro studente universitario su cui sembra si concentrino tutte le sfortune del mondo a mo' di nuvoletta di Fantozzi. Godai è ingenuo, puro di cuore, semplice, indeciso, quasi sempre al verde, senza nessun particolare pregio né grosse aspettative per il futuro, ma di una cosa sola è certo: ama Kyoko con tutto se stesso, in maniera pura, romantica, ingenua. Sarebbe disposto a fare qualsiasi cosa pur di dimostrarle di essere un uomo degno del suo amore, e lo farà, sopportando a testa alta tutte le sfortune e le avversità che la vulcanica autrice e i suoi bizzarri e un po' cattivelli personaggi gli metteranno contro.
Del resto, come dargli torto? È pur sempre il protagonista di un manga sentimentale degli anni '80, e non può sottrarsi al palpitante sentimento che, come da copione, lo lega alla bellissima ragazza di cui è, comprensibilmente, innamorato.
Nel mezzo manicomio che è l'Ikkoku-kan, fra signore sovrappeso che hanno dedicato la loro vita al saké e al pettegolezzo, inquietanti salarymen dalle professioni misteriose, cameriere disinibite, invadenti ragazzini e cani bizzarri, Kyoko appare agli occhi di Godai come un angelo: bellissima, con lunghi e fluenti capelli corvini, pura, modesta, matura. È la perfetta bellezza giapponese d'altri tempi, pudica, riservata, rispettosa, con una triste storia alle spalle.
Perché mai un angelo del genere dovrebbe legarsi ad una nullità come Godai? Dice il detto, al cuor non si comanda, e il cuore di Godai batte forte pensando alla sua bella.
Il cuore di Kyoko, tuttavia, farà lo stesso? Sarà davvero, quella bella ragazza dai capelli lunghi, l'angelo del focolare che appare agli occhi dell'ingenuo studente? O magari nasconde, dietro l'apparenza da gentile e perfetta donna di casa, un passato travagliato e una testa calda che la porterà più volte a provare sentimenti contrastanti nei confronti del povero inquilino che per lei darebbe tutto?
La brava Rumiko Takahashi riesce immediatamente a mettere il lettore a suo agio. Sarà inaspettatamente facile immedesimarsi nel povero Godai e parteggiare per lui, aspettando trepidanti il coronamento del suo amore. Nel frattempo, però, il lettore avrà di che divertirsi, con dei personaggi comprimari che sono una perenne fucina di gags (a volte, diciamocelo, anche un po' inopportune, ma sempre esilaranti). Un cast ampio, molto ben nutrito e simpatico, al servizio di una storia che sì, probabilmente, in un paio di punti non riesce a nascondere un certo allungamento, ma che comunque sarà nel complesso di piacevolissima lettura.
Si potrebbe obbiettare che, spesso e volentieri, l'amore fra i due protagonisti è ostacolato da un'eccessiva testardaggine e/o indecisione, o da equivoci che un po' stonano se vissuti da personaggi non più adolescenti e che potrebbero facilmente essere risolti con un maggior dialogo fra i due. Tuttavia, dobbiamo ricordarci che si tratta di una storia d'amore fra due giapponesi degli anni '80 e un po' tutte le storie d'amore di quegli anni dovevano sottostare, in maniera più o meno grande, a questo problema, vuoi per i tratti caratteriali e sociali caratteristici dei giapponesi, vuoi perché erano altri tempi. L'autrice lega indissolubilmente l'amore fra i due protagonisti alle loro vicissitudini personali e alla loro crescita: non potranno realizzare il loro sogno prima che entrambi non trovino se stessi, superando traumi passati, sanando vecchie ferite o crescendo sul piano scolastico e professionale. Questo complica di molto la loro storia d'amore eppure, sulla lunga distanza, riuscirà a renderla tanto intricata quanto intensa e matura, e molto più piacevole sarà giungere al finale.
Maison Ikkoku si barcamena dunque in maniera sapiente fra esilaranti momenti di comicità, dolci scene romantiche e altri momenti più profondi, toccanti, riflessivi, che esplorano il passato, il presente, il futuro, i sentimenti e le ansie dei personaggi, rendendoli amabili e vicini al lettore e degni di essere seguiti in quella che riesce così a imporsi sulla scena come una love story ricca di pathos e coinvolgimento.
Per una volta, l'autrice si sbilancia maggiormente sul lato realistico e romantico della vicenda, pur senza rinunciare ad una buona comicità, creando una storia ambientata in un setting molto realistico e curato, dove sarà possibile avvertire chiaramente lo scorrere del tempo, l'avvicendarsi delle stagioni e degli anni, e i cambiamenti che questo apporta al carattere, al fisico e alle vite dei personaggi.
Molto interessante è il fatto che i suoi protagonisti siano lontani dall'adolescenza e dunque l'autrice può mettere in scena problematiche come gli esami universitari, il matrimonio, il fidanzamento ufficiale, la laurea, lo studentato fuori sede, i lavori part time, la ricerca di un lavoro fisso, i matrimoni combinati, le ansie per il futuro in un periodo della vita lontano dalla spensieratezza dei banchi del liceo, raccontandole, dal punto di vista di una scrittrice donna, nell'universo di un Giappone anni '80 estremamente bizzarro quanto inaspettatamente reale nelle sue caratteristiche.
Il risultato è una storia d'altri tempi, pura, discreta, sobria, profonda, travagliata, ma, proprio per questo, estremamente affascinante.
Una storia che sa dare molto ai suoi lettori, facendoli divertire, emozionare, immedesimare, toccandoli nel profondo.
Già pubblicato con successo fra il 1998 e il 2001, Maison Ikkoku torna con una nuova edizione di lusso sempre a cura di Star Comics. La nuova edizione è pubblicata in volumi di grande formato, con copertina rigida con alette e illustrazioni a colori in apertura del volume (le tavole a fumetti interne sono invece riportate in scala di grigi). L'adattamento dei dialoghi presenta, come già il precedente, molti onorifici e termini giapponesi spiegati con numerose note a margine.
[CERCAMANGA_Maison Ikkoku Perfect Edition]
Niente alieni, marzialisti, spiriti del folclore giapponese, demoni, bizzarre trasformazioni o cambi di sesso, ma un condominio, un giovane studente universitario e una bella amministratrice dal triste passato.
Maison Ikkoku è infatti una semplice storia d'amore e vita quotidiana. Nel Giappone dei primi anni '80, lo sfortunato Yusaku Godai alloggia al fatiscente Ikkoku-kan fra uno scherzo e l'altro dei suoi coinquilini impiccioni e chiassosi, in attesa di capire cosa fare della sua vita, finché, un bel giorno, Kyoko Otonashi, bellissima ragazza di poco più grande di lui, si presenta al condominio, incaricata di prendersene cura da quel momento in poi.
È subito amore. Un amore da fumetto giapponese d'altri tempi, di quelli puri, intensi, travagliati, romantici, tanto difficili da realizzare quanto piacevolmente sofferti per i personaggi di carta che li vivono e i lettori che li seguono da fuori.
Cristallizzata nella memoria collettiva come una delle migliori storie d'amore che gli anni '80 ci hanno regalato, quella dell'imbranato Godai e della sua bella amministratrice Kyoko non è considerata tale a torto.
È un amore difficile, complicato, che passa attraverso innumerevoli difficoltà ed è legato a doppio filo con la crescita dei personaggi e il superamento da parte loro di numerose esperienze travagliate. Il sentimento nasce subito, a prima vista, ma prima di poter giungere all'agognato lieto fine passeranno innumerevoli equivoci, fraintendimenti, guai, gelosie, rivali in amore, indecisioni, bastoni tra le ruote, pettegolezzi, esperienze, incontri, testardaggini, vuoti da colmare, traumi da superare, maturazioni interiori.
Lunga, dura e impervia è la strada del nostro studente universitario su cui sembra si concentrino tutte le sfortune del mondo a mo' di nuvoletta di Fantozzi. Godai è ingenuo, puro di cuore, semplice, indeciso, quasi sempre al verde, senza nessun particolare pregio né grosse aspettative per il futuro, ma di una cosa sola è certo: ama Kyoko con tutto se stesso, in maniera pura, romantica, ingenua. Sarebbe disposto a fare qualsiasi cosa pur di dimostrarle di essere un uomo degno del suo amore, e lo farà, sopportando a testa alta tutte le sfortune e le avversità che la vulcanica autrice e i suoi bizzarri e un po' cattivelli personaggi gli metteranno contro.
Del resto, come dargli torto? È pur sempre il protagonista di un manga sentimentale degli anni '80, e non può sottrarsi al palpitante sentimento che, come da copione, lo lega alla bellissima ragazza di cui è, comprensibilmente, innamorato.
Nel mezzo manicomio che è l'Ikkoku-kan, fra signore sovrappeso che hanno dedicato la loro vita al saké e al pettegolezzo, inquietanti salarymen dalle professioni misteriose, cameriere disinibite, invadenti ragazzini e cani bizzarri, Kyoko appare agli occhi di Godai come un angelo: bellissima, con lunghi e fluenti capelli corvini, pura, modesta, matura. È la perfetta bellezza giapponese d'altri tempi, pudica, riservata, rispettosa, con una triste storia alle spalle.
Perché mai un angelo del genere dovrebbe legarsi ad una nullità come Godai? Dice il detto, al cuor non si comanda, e il cuore di Godai batte forte pensando alla sua bella.
Il cuore di Kyoko, tuttavia, farà lo stesso? Sarà davvero, quella bella ragazza dai capelli lunghi, l'angelo del focolare che appare agli occhi dell'ingenuo studente? O magari nasconde, dietro l'apparenza da gentile e perfetta donna di casa, un passato travagliato e una testa calda che la porterà più volte a provare sentimenti contrastanti nei confronti del povero inquilino che per lei darebbe tutto?
La brava Rumiko Takahashi riesce immediatamente a mettere il lettore a suo agio. Sarà inaspettatamente facile immedesimarsi nel povero Godai e parteggiare per lui, aspettando trepidanti il coronamento del suo amore. Nel frattempo, però, il lettore avrà di che divertirsi, con dei personaggi comprimari che sono una perenne fucina di gags (a volte, diciamocelo, anche un po' inopportune, ma sempre esilaranti). Un cast ampio, molto ben nutrito e simpatico, al servizio di una storia che sì, probabilmente, in un paio di punti non riesce a nascondere un certo allungamento, ma che comunque sarà nel complesso di piacevolissima lettura.
Si potrebbe obbiettare che, spesso e volentieri, l'amore fra i due protagonisti è ostacolato da un'eccessiva testardaggine e/o indecisione, o da equivoci che un po' stonano se vissuti da personaggi non più adolescenti e che potrebbero facilmente essere risolti con un maggior dialogo fra i due. Tuttavia, dobbiamo ricordarci che si tratta di una storia d'amore fra due giapponesi degli anni '80 e un po' tutte le storie d'amore di quegli anni dovevano sottostare, in maniera più o meno grande, a questo problema, vuoi per i tratti caratteriali e sociali caratteristici dei giapponesi, vuoi perché erano altri tempi. L'autrice lega indissolubilmente l'amore fra i due protagonisti alle loro vicissitudini personali e alla loro crescita: non potranno realizzare il loro sogno prima che entrambi non trovino se stessi, superando traumi passati, sanando vecchie ferite o crescendo sul piano scolastico e professionale. Questo complica di molto la loro storia d'amore eppure, sulla lunga distanza, riuscirà a renderla tanto intricata quanto intensa e matura, e molto più piacevole sarà giungere al finale.
Maison Ikkoku si barcamena dunque in maniera sapiente fra esilaranti momenti di comicità, dolci scene romantiche e altri momenti più profondi, toccanti, riflessivi, che esplorano il passato, il presente, il futuro, i sentimenti e le ansie dei personaggi, rendendoli amabili e vicini al lettore e degni di essere seguiti in quella che riesce così a imporsi sulla scena come una love story ricca di pathos e coinvolgimento.
Per una volta, l'autrice si sbilancia maggiormente sul lato realistico e romantico della vicenda, pur senza rinunciare ad una buona comicità, creando una storia ambientata in un setting molto realistico e curato, dove sarà possibile avvertire chiaramente lo scorrere del tempo, l'avvicendarsi delle stagioni e degli anni, e i cambiamenti che questo apporta al carattere, al fisico e alle vite dei personaggi.
Molto interessante è il fatto che i suoi protagonisti siano lontani dall'adolescenza e dunque l'autrice può mettere in scena problematiche come gli esami universitari, il matrimonio, il fidanzamento ufficiale, la laurea, lo studentato fuori sede, i lavori part time, la ricerca di un lavoro fisso, i matrimoni combinati, le ansie per il futuro in un periodo della vita lontano dalla spensieratezza dei banchi del liceo, raccontandole, dal punto di vista di una scrittrice donna, nell'universo di un Giappone anni '80 estremamente bizzarro quanto inaspettatamente reale nelle sue caratteristiche.
Il risultato è una storia d'altri tempi, pura, discreta, sobria, profonda, travagliata, ma, proprio per questo, estremamente affascinante.
Una storia che sa dare molto ai suoi lettori, facendoli divertire, emozionare, immedesimare, toccandoli nel profondo.
Già pubblicato con successo fra il 1998 e il 2001, Maison Ikkoku torna con una nuova edizione di lusso sempre a cura di Star Comics. La nuova edizione è pubblicata in volumi di grande formato, con copertina rigida con alette e illustrazioni a colori in apertura del volume (le tavole a fumetti interne sono invece riportate in scala di grigi). L'adattamento dei dialoghi presenta, come già il precedente, molti onorifici e termini giapponesi spiegati con numerose note a margine.
Pilastro della narrativa sentimentale giapponese a fumetti, Maison Ikkoku merita dunque tutti gli elogi che solitamente gli si rivolgono, perché fra le sue pagine di sentimento ce n'è tanto e anche il lettore non riuscirà a restarne immune. Per chi è cresciuto lasciandosi affascinare dalle storie di adolescenti giapponesi ingenui ed indecisi il cui inesperto cuore batteva per bellezze ambigue e capricciose dai bellissimi capelli corvini poste su ideali piedistalli di perfezione (qualsiasi riferimento alle tante love stories delle serie giapponesi degli anni '80 non è puramente casuale), la lettura è dunque un passo obbligato, per scoprire che sì, anche dopo il diploma liceale, gli ingenui ed indecisi ragazzi giapponesi continuano a innamorarsi di bellissime ragazze dai capelli lunghi che idealizzano e amano al punto da non riuscire neppure a rivolger loro la parola.
Continueranno dunque a cacciarsi in mille guai, equivoci, schiaffoni e capricci, mentre cercano di lottare per vincere il loro cuore, in una battaglia tanto lunga e travagliata quanto romantica e affascinante. Ma, in fondo, è anche per questo che li amiamo, gli innamorati dei fumetti giapponesi, no? Ed è per questo che ameremo alla follia anche Godai e Kyoko.
Continueranno dunque a cacciarsi in mille guai, equivoci, schiaffoni e capricci, mentre cercano di lottare per vincere il loro cuore, in una battaglia tanto lunga e travagliata quanto romantica e affascinante. Ma, in fondo, è anche per questo che li amiamo, gli innamorati dei fumetti giapponesi, no? Ed è per questo che ameremo alla follia anche Godai e Kyoko.
[CERCAMANGA_Maison Ikkoku Perfect Edition]
Di Maison Ikkoku ho amato soprattutto l'anime seppur devo menzionare come pesante difetto (dal mio punto di vista) la presenza di personaggi idioti che non sono mai riuscito a digerire, parlo degli altri residenti della pensione.
Per quanto riguarda il resto, sicuramente una delle storie d'amore più profonde e affascinanti di sempre!
Sapete dirmi di quanti numeri sarà composta questa nuova edizione?
Quotone. Senza di loro sarebbe una storia quasi perfetta.
Io a breve cercherò di recuperare il manga (qualcuno sa perchè su Amazon non scontano più i manga del 15%?)
Sono previsti 10 numeri
@Nyx no secondo me i compagni della maison sono il pepe della serie. Io come difetto invece riscontro la pesantezza e la mancanza di sviluppi nella parte centrale dell'anime.
per il resto,pietra miliare della storia dei manga...
Non è vero che gli altri personaggi non hanno alcuna funzionalità: se questo vale per alcuni che ovviamente sono delle macchiette comiche (es. Yotsuya), non si può dire che l stesso valga per esempio per Akemi, che nell'ultima parte della storia avrà un ruolo decisivo nel confronto diretto che ha con Kyoko.
p.s. recuperare la vecchia edizione è inutile, le pagine si staccano come nulla
Quando me lo prestarono più di 10 anni fa ricordo che fu questo punto ad infastidirmi maggiormente, adesso sono proprio curiosa di rileggerlo per poter vedere se con l'età sarò più indulgente verso questa coppia di eterni indecisi. Dal punto di vista comico invece nulla da ridire per quel che mi riguarda.
E non lo è, considerando che il traduttore è Yupa, uno dei migliori in assoluto in Italia come fedeltà e rispetto all'originale. Star non ha badato a spese per fare di quest'edizione di Maison Ikkoku il capolavoro che merita. La vecchia edizione può giustamente bruciare al cospetto (rivenduta anch'io per ricomprarmi un simile capolavoro trattato bene).
La cosa che mi ha sempre infastidito di questa storia è il carattere di Kyoko (che considero la protagonista Takahashiana più bella ma meno gradevole caratterialmente), avrei voluto prenderla a sberle anche quando ero una mocciosa, mentre con il passare del tempo avrei voluto prendere a sberle Godai!
Insomma, il punto messo in evidenza da Kotaro sul mancato dialogo, lo condivido, ma allo stesso tempo capisco che era utile al contesto.
A me comunque la signora Ichinose sta simpatica (solo perché non sono io ad averci a che fare)! XD
Purtroppo non sto prendendo questa perfect edition per mancanza di denaro, per ora mi tengo le vecchie sottilette, un giorno spero di poterla recuperare!
Il manga lo leggo ora per la prima volta, e l'impressione è altrettanto positiva... anzi, come comicità direi che è superiore all'inizio dell'anime.
La signora Ichinose e Yotsuya secondo me sono, insieme a Mitaka, i personaggi più spassosi e meglio riusciti della serie.
Più che gli inquilini ho trovato ogni tanto seccanti le rivali in amore di Kyoko, Kozue e soprattutto Yagami, non tanto per colpa loro quanto perché Godai non è più un ragazzo e teoricamente avrebbe dovuto sapersele gestire, allontanandole invece di finire loro succube e creare poi equivoci su equivoci facilmente risolvibili.
Ma è un manga e non la vita reale (per fortuna, da un certo punto di vista, altrimenti sarebbe stato molto più noioso) quindi ci sta.
@irishman vai tranquillo che sono stati riadattati i dialoghi e finalmente chi usa l'onorifico "san" dà del lei al suo interlocutore, (Io preferirei sempre una traduzione degli onorifici tipo "Signorina Kyoko" però hanno deciso di non tradurli... Comunque sia jl lavoro di Yupa è ottimo. Nulla a che vedere con i dialoghi dei kappa).
Ora sono curioso di leggere la perfect di Arale, i testi della vecchia edizione erano pieni di invenzioni, vediamo come adatteranno questa nuova edizione...
Per quanto riguarda l'ndecisione dei protagonisti, certamente è dovuta al fatto di essere una commedia e quindi vanno enfatizzate certe situazioni e certi caratteri, ma secondo me va tenuto conto anche del diverso modo di rapportarsi all'amore che esiste anche nella realtà della società giapponese; gli uomini giapponesi sono molto più timidi e impacciati nei rapporti con le donne rispetto a noi occidentali, mentre le donne sono portate a comportarsi in modo remissivo, e questo, ripeto, anche se enfatizzato, viene descritto bene dal manga.
Già l'anime è uno dei miei preferiti da tempo, il manga penso sia anche meglio.
Avevo l'edizione Granata Press (fermata a 12 volumetti) che non era granchè come adattamento e traduzione. Ho tutta la prima edizione Star che non ritengo fatta male...ma sto prendendo questa perchè mi piace di più il formato.
Devo dire che sono rimasto un pò deluso dal fatto che siano a colori solo le illustrazioni che aprono il volume. Speravo di avere anche le pagine interne.
Peccato. Comunque un ottimo manga che consiglio a tutti.
Semplicemente le impervie vie che la normalità può causare.
È vero che il malefico trio di inquilini dell'Ikkoku-kan a volte risulti fastidioso e invadente, ma siete sicuri che senza di loro la storia tra Kyoko e Godai arriverebbe alla stessa conclusione?
Sono dei personaggi che trovo veramente fastidiosi.
Per me Maison Ikkoku merita tantissimo solo ed unicamente per la profondità della storia d'amore tra Godai e Kyoko, è per questo che le parentesi cretine le trovo fuori luogo e assai sgradevoli. Non la vedo affatto come una commedia, se la vedessi come tale non mi piacerebbe più.
Io amo questo manga, lo considero il migliore di questa autrice, quasi perfetto sotto ogni aspetto: Peccato che c'è una certa scena, verso la fine della storia, che io ho trovato molto più bella e poetica nell'anime; nel manga sarà più realistica, ma è stata per me un colpo allo stomaco vederla trasposta in quel modo (ma magari sarà stato un problema di traduzione goffa? Mi piacerebbe, ma temo di no ). So di non poterla citare per non spoilerare, perciò chiunque ne voglia parlare può mandarmi un messaggio nella mia pagina.
D'altra parte è normale che un'opera possa diventare altro da quel che è inizialmente. Anche Lamú doveva essere presente solo sporadicamente, tant'è vero che in paio dei primissimi capitoli nemmeno c'è.
@FRM: sei un gedammo di [biiip]
@Testu: in uno degli ultimi capitoli in realtà i "malefici tre" hanno per qualche momento atteggiamenti ed espressioni cordiali e amichevoli, e non distruttive nei confronti di Kyoko e Godai
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