Nel 1995, lo Studio Ghibli ha prodotto I sospiri del mio cuore.
La storia del film prende luogo in un complesso residenziale realmente esistente: si chiama Toei Atago e si trova su una collina nel quartiere di Tama a Tokyo. A differenza di quanto si vede nel film, il complesso è abitato soprattutto da cittadini poveri e anziani. Il The Guardian l'ha recentemente definito "un ghetto per gli anziani".
I complessi come Atago riempono il vuoto causato dalla mancanza di case di riposo in Giappone.
Circa due terzi dei residenti sono over 65 e passano in questo complesso tutto il resto della loro vita. Prendiamo ad esempio la tragica storia dell'ex residente Kazuyoshi Otsuka: egli vi si era trasferito nel 1971, quando gli appartamenti erano ancora nuovi; circa 15 anni dopo Otsuka è rimasto paralizzato a causa di un'emorragia subaracnoidea. Abbandonato dalla moglie e dal figlio, è morto da solo nella propria stanza. Ad avvisare la polizia è stato un fattorino che si è insospettito quando Otsuka non ha risposto al campanello. Nel 2018, altri venti residenti sono morti in solitudine all'interno del complesso di Atago.
Atago non è in realtà attrezzato per la presenza di anziani: nel complesso non ci sono ascensori e nei suoi pressi non ci sono ospedali e negozi di alimentari. Il più vicino è un minimarket della catena 7-Eleven e i residenti con limitata mobilità fanno fatica a tornare a casa.
I residenti intervistati dal The Guardian, la maggior parte dei quali sulla settantina, vivono da soli. I parenti vengono raramente a visitarli e i loro vicini di casa muoiono e vengono soppiantati da altri anziani.
Il quartiere e la sua popolazione stanno cercando di porre un limite alla solitudine degli anziani residenti organizzando più attività di gruppo all'interno della comunità e offrendo servizi come il supermercato mobile. I fattorini che consegnano il cibo prendono in molti casi il posto dei famigliari assenti, come nel già citato caso di Kazuyoshi Otsuka.
Fonte consultata:
Anime News Network
Periferia di Tokyo, metà anni Novanta. Shikuzu è una studentessa quattordicenne che ama più di ogni altra cosa leggere, tanto che sogna di diventare un’affermata scrittrice. Durante l’estate, si reca sovente in biblioteca per prendere in prestito dei volumi ma si accorge dalla tessera di ogni libro che quei testi sono gli stessi che ha prelevato anche un certo Seiji Amasawa, un ragazzino di cui non sa nulla e su cui comincia a fantasticare…
La storia del film prende luogo in un complesso residenziale realmente esistente: si chiama Toei Atago e si trova su una collina nel quartiere di Tama a Tokyo. A differenza di quanto si vede nel film, il complesso è abitato soprattutto da cittadini poveri e anziani. Il The Guardian l'ha recentemente definito "un ghetto per gli anziani".
I complessi come Atago riempono il vuoto causato dalla mancanza di case di riposo in Giappone.
Circa due terzi dei residenti sono over 65 e passano in questo complesso tutto il resto della loro vita. Prendiamo ad esempio la tragica storia dell'ex residente Kazuyoshi Otsuka: egli vi si era trasferito nel 1971, quando gli appartamenti erano ancora nuovi; circa 15 anni dopo Otsuka è rimasto paralizzato a causa di un'emorragia subaracnoidea. Abbandonato dalla moglie e dal figlio, è morto da solo nella propria stanza. Ad avvisare la polizia è stato un fattorino che si è insospettito quando Otsuka non ha risposto al campanello. Nel 2018, altri venti residenti sono morti in solitudine all'interno del complesso di Atago.
Atago non è in realtà attrezzato per la presenza di anziani: nel complesso non ci sono ascensori e nei suoi pressi non ci sono ospedali e negozi di alimentari. Il più vicino è un minimarket della catena 7-Eleven e i residenti con limitata mobilità fanno fatica a tornare a casa.
I residenti intervistati dal The Guardian, la maggior parte dei quali sulla settantina, vivono da soli. I parenti vengono raramente a visitarli e i loro vicini di casa muoiono e vengono soppiantati da altri anziani.
Il quartiere e la sua popolazione stanno cercando di porre un limite alla solitudine degli anziani residenti organizzando più attività di gruppo all'interno della comunità e offrendo servizi come il supermercato mobile. I fattorini che consegnano il cibo prendono in molti casi il posto dei famigliari assenti, come nel già citato caso di Kazuyoshi Otsuka.
Fonte consultata:
Anime News Network
Non è la prima notizia che sento riguardo la questione :/
e non è solo in quel paese che accade....purtroppo
Onore agli abitanti del quartiere che tentano di fare qualcosa!
Da tempo presso molte società (come quella nipponica) l'anziano diventa solo una sorta di peso sociale. Improduttivo e pertanto "inutile bocca da sfamare".
Il che è paradossale se si considera che presso le culture tradizionaliste, come quelle dell'Estremo Oriente, il ruolo sociale dell'anzianità ha un peso morale e gerarchico notevoli.
Portato della modernità. Uno dei regali del progresso.
Purtoppo la società in cui viviamo, troppo frenetica, porta le persone ad avere sempre meno tempo libero, portando molti a "dimenticarsi" dei loro parenti anziani.
Sicuramente le residenze per anziani (aimè dai noi in Italia ancora poco diffuse), che sono dei condomini con piccoli appartamenti ma che dispongono di svariati servizi al piano terra (una specie di mensa, negozio di alimentari, zone di svago/incontro, dottore etc...) rendono la vita degli anziani meno difficile (anche perchè favoriscono la socializzazione), ma sicuramente l'incontro con i parenti e amici è importantissimo.
Un tempo esistevano le bocciofile e i centri anziani, ma aimè sono sempre più rare e molte hanno chiuso. Quello è un settore dove a parer mio lo Stato e gli enti locali dovrebbero investire, dato il trend demografico.
Questo spiega ,in parte , come sia possibile ed accettato un pezzo dell'articolo
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