Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Se volete farne parte anche voi... rimboccatevi le maniche e recensite!
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
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KonoSuba
6.5/10
Utente970
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Attualmente "Konosuba", nella mezza dozzina e oltre di isekai che ho visto, credo sia quello con l'anima più scema, e questo... considerando la sovrabbondanza del genere, può anche essere positivo.
Il mio primo pensiero, appena ho visto il protagonista, Kazuma, è andato subito a Subaru di "Re:Zero". Un altro semi-recluso in casa, con la tuta, stranamente senza problemi di interazione sociale, che ha scelto la serata sbagliata per mettere il piede fuori dal suo tugurio. La differenza tra i due ragazzi sta nel fatto che Kazuma, oltre a cambiare il suo indumento e non finire stecchito ad ogni episodio, sarà pienamente conscio del motivo (imbarazzante) che lo ha portato a tanto e, cosa rara, verrà pure coinvolto in prima persona nella scelta della destinazione. Sua sarà la volontà di un luogo medievaleggiante al posto del paradiso o di un nuovo inizio sulla Terra.
Questa sorta di affinità tra le due serie è stata successivamente sottolineata anche nello spin-off superdeformed "Isekai Quartet", dove, all'ormai famoso Ainz di "Overlord" veniva affiancata, per similitudine, la terribile nazi-bimba Tanya di "Yojo Senki".
Vedendo la prima puntata di "Konosuba", le due domande che sorgono spontanee sono: "Perché le divinità dovrebbero progettare questa sorta di purgatorio tolkeniano e dare pure piccole concessioni, dato che nessuno vuole comprensibilmente finirci? Il signore oscuro da sconfiggere lo hanno creato loro oppure è uno di loro?" Nessuno se lo chiede, e anche noi dobbiamo sorvolare, prendendola come semplice, ennesima parodia dei Jrpg classici e, soprattutto, del cosiddetto eletto.
Il gruppetto principale, come da tradizione, andrà a costituirsi rapidamente - per essere precisi, nei primi tre episodi. Kazuma finirà per l'essere l'unico maschio in un quartetto di belle ragazze, che però non avranno interesse romantico per lui e anzi gli causeranno più guai che momenti piacevoli. L'idea vincente in effetti sta in questo, un harem senza vantaggi. La loro graziosità superficiale sarà l'unica nota positiva nell'averle vicino. D'altro canto, Aqua è sì una dea/arciprete con potenti capacità di purificazione e supporto, ma è anche piuttosto lamentosa, irresponsabile, insensibile e imbranata. Di buono ha che stranamente, per quanto egocentrica e desiderosa di attenzioni (pur sempre una dea), non ha problemi a sporcarsi le mani nei lavori umili né mostra di disprezzare in alcun modo i semplici umani. La più giovane Megumin invece è sì un'arcistrega con ottime potenzialità magiche offensive, ma per una volontà di stampo puramente feticista padroneggia solo una magia ad area dal tempo prolungato, che una volta utilizzata la prosciuga, rendendola un peso morto per la squadra. Inoltre è il tipico personaggio con la cosiddetta "sindrome della seconda media", ovvero che vuole apparire 'figo' facendo grandi proclami di sé, o di ciò che gli interessa, sempre con lo stesso schema. A chiudere poi la formazione vi è la crociata Darkness, l'unica delle tre che smuove un minimo l'interesse mascolino di Kazuma... quando è seria. Ecco, Darkness sarà anche una di nobili intenti e forzuta, ma non solo nella scherma si farebbe battere facilmente da un novellino, ma è anche una super-masochista che fantastica sempre a voce alta cose imbarazzanti. In pratica, Kazuma, pur essendo un 'niubbo' che impara abilità in stile power-player, cioè senza un'interpretazione ruolistica netta, avrà da subito, al suo servizio, ben tre classi avanzate, tutte perfette per compensare un aspetto vitale del party. Una situazione davvero invidiabile in un contesto fantasy, peccato che tutte e tre abbiano il cervello bacato e siano scarsamente efficaci nel momento del bisogno. Del resto, nemmeno Kazuma è un tipo senza macchia, e difficilmente lo si potrebbe definire davvero il capo del gruppo. Per quanto si dimostri da subito stranamente efficace nelle nuove abilità acquisite e sia dotato di un po' più di buon senso rispetto alle compagne, il ragazzo sarà sempre piuttosto diretto nel rinfacciare i difetti altrui, mostrerà una morale ballerina e sarà a sua volta tendente all'egoismo/competitività infantile. Tutti e quattro insieme faranno una bellissima e disfunzionale Armata Brancaleone.
Gli episodi puntano totalmente sull'umorismo e sulla vita quotidiana di Kazuma & compagnia nel villaggio di partenza, ovvero il luogo più lontano dal loro obiettivo finale. Una vita fatta di missioni (meno semplici di quanto si aspettassero) e di piccoli litigi. I protagonisti saranno per buona parte del tempo in bolletta e, per migliorare la loro condizione, dovranno aspettare parecchio. In questa stagione vi sono pochi combattimenti importanti, le poche morti sono visivamente innocue, la gente viene resuscitata, c'è fanservice, perlopiù leggero - eccetto che nella pepata puntata 9 con le succubi -, mancano accenni di intrighi malvagi, c'è carenza (per fortuna) di elucubrazioni paranoiche fini a sé stesse e l'atmosfera avventurosa è inevitabilmente sotto il livello degli altri isekai, più o meno seri. In pratica, è tutto un mega-tutorial.
Le occasioni per prendersi un minimo sul serio però a "Konosuba" non sono mancate, ma vengono volutamente saltate, come nell'episodio 5 con Mitsurugi. Il ragazzo, con un'origine parzialmente simile a Kazuma, era un personaggio con del potenziale drammatico, aveva dedicato tutto sé stesso alla missione, ma non solo non gli hanno fatto metabolizzare adeguatamente la verità, ma è stato pure trattato da misera macchietta perdente di passaggio. Questo episodio, ammetto, mi ha quasi tolto la voglia di continuare la visione, perché, pur rendendomi conto dello stile della serie (per questo basta il primo episodio), mi ha tolto ogni speranza di qualche sviluppo più intelligente.
Per quanto riguarda invece le figure secondarie, non si può dire che "Konosuba" ne sia particolarmente ricco. Certo, alcuni volti della città si vedono con una certa frequenza, perlopiù nella gilda, e di qualcuno ci viene accennato persino il nome verso la fine delle puntate, ma il loro sviluppo e utilizzo sono sotto la soglia minima per poterli definire dei veri personaggi. Si salva, a pelo, solo la tardiva e procace Wiz, che è pure poco credibile nel suo ruolo.
Alla fine... la leggerezza, unita ai pianti e broncetti di Aqua, sarà l'arma principale di "Konosuba". Una serie assolutamente gradevole e rilassante, ma che, anche senza tradirsi, poteva dare enormemente di più, magari non perdendo così tanto tempo con la zona di partenza o con quest poco interessanti. Presentando un avanzamento minimo della storia, almeno. Per fortuna in questa stagione (più breve della già scarsa media), vi sono almeno due boss-fight, che, per quanto in chiave di commedia, alzano un minimo l'interesse.
Staremo a vedere se la seconda stagione e i due OAV smuoveranno un minimo la situazione. Francamente non me lo aspetto, ma... mal che vada, sarà una visione divertente.
Il mio primo pensiero, appena ho visto il protagonista, Kazuma, è andato subito a Subaru di "Re:Zero". Un altro semi-recluso in casa, con la tuta, stranamente senza problemi di interazione sociale, che ha scelto la serata sbagliata per mettere il piede fuori dal suo tugurio. La differenza tra i due ragazzi sta nel fatto che Kazuma, oltre a cambiare il suo indumento e non finire stecchito ad ogni episodio, sarà pienamente conscio del motivo (imbarazzante) che lo ha portato a tanto e, cosa rara, verrà pure coinvolto in prima persona nella scelta della destinazione. Sua sarà la volontà di un luogo medievaleggiante al posto del paradiso o di un nuovo inizio sulla Terra.
Questa sorta di affinità tra le due serie è stata successivamente sottolineata anche nello spin-off superdeformed "Isekai Quartet", dove, all'ormai famoso Ainz di "Overlord" veniva affiancata, per similitudine, la terribile nazi-bimba Tanya di "Yojo Senki".
Vedendo la prima puntata di "Konosuba", le due domande che sorgono spontanee sono: "Perché le divinità dovrebbero progettare questa sorta di purgatorio tolkeniano e dare pure piccole concessioni, dato che nessuno vuole comprensibilmente finirci? Il signore oscuro da sconfiggere lo hanno creato loro oppure è uno di loro?" Nessuno se lo chiede, e anche noi dobbiamo sorvolare, prendendola come semplice, ennesima parodia dei Jrpg classici e, soprattutto, del cosiddetto eletto.
Il gruppetto principale, come da tradizione, andrà a costituirsi rapidamente - per essere precisi, nei primi tre episodi. Kazuma finirà per l'essere l'unico maschio in un quartetto di belle ragazze, che però non avranno interesse romantico per lui e anzi gli causeranno più guai che momenti piacevoli. L'idea vincente in effetti sta in questo, un harem senza vantaggi. La loro graziosità superficiale sarà l'unica nota positiva nell'averle vicino. D'altro canto, Aqua è sì una dea/arciprete con potenti capacità di purificazione e supporto, ma è anche piuttosto lamentosa, irresponsabile, insensibile e imbranata. Di buono ha che stranamente, per quanto egocentrica e desiderosa di attenzioni (pur sempre una dea), non ha problemi a sporcarsi le mani nei lavori umili né mostra di disprezzare in alcun modo i semplici umani. La più giovane Megumin invece è sì un'arcistrega con ottime potenzialità magiche offensive, ma per una volontà di stampo puramente feticista padroneggia solo una magia ad area dal tempo prolungato, che una volta utilizzata la prosciuga, rendendola un peso morto per la squadra. Inoltre è il tipico personaggio con la cosiddetta "sindrome della seconda media", ovvero che vuole apparire 'figo' facendo grandi proclami di sé, o di ciò che gli interessa, sempre con lo stesso schema. A chiudere poi la formazione vi è la crociata Darkness, l'unica delle tre che smuove un minimo l'interesse mascolino di Kazuma... quando è seria. Ecco, Darkness sarà anche una di nobili intenti e forzuta, ma non solo nella scherma si farebbe battere facilmente da un novellino, ma è anche una super-masochista che fantastica sempre a voce alta cose imbarazzanti. In pratica, Kazuma, pur essendo un 'niubbo' che impara abilità in stile power-player, cioè senza un'interpretazione ruolistica netta, avrà da subito, al suo servizio, ben tre classi avanzate, tutte perfette per compensare un aspetto vitale del party. Una situazione davvero invidiabile in un contesto fantasy, peccato che tutte e tre abbiano il cervello bacato e siano scarsamente efficaci nel momento del bisogno. Del resto, nemmeno Kazuma è un tipo senza macchia, e difficilmente lo si potrebbe definire davvero il capo del gruppo. Per quanto si dimostri da subito stranamente efficace nelle nuove abilità acquisite e sia dotato di un po' più di buon senso rispetto alle compagne, il ragazzo sarà sempre piuttosto diretto nel rinfacciare i difetti altrui, mostrerà una morale ballerina e sarà a sua volta tendente all'egoismo/competitività infantile. Tutti e quattro insieme faranno una bellissima e disfunzionale Armata Brancaleone.
Gli episodi puntano totalmente sull'umorismo e sulla vita quotidiana di Kazuma & compagnia nel villaggio di partenza, ovvero il luogo più lontano dal loro obiettivo finale. Una vita fatta di missioni (meno semplici di quanto si aspettassero) e di piccoli litigi. I protagonisti saranno per buona parte del tempo in bolletta e, per migliorare la loro condizione, dovranno aspettare parecchio. In questa stagione vi sono pochi combattimenti importanti, le poche morti sono visivamente innocue, la gente viene resuscitata, c'è fanservice, perlopiù leggero - eccetto che nella pepata puntata 9 con le succubi -, mancano accenni di intrighi malvagi, c'è carenza (per fortuna) di elucubrazioni paranoiche fini a sé stesse e l'atmosfera avventurosa è inevitabilmente sotto il livello degli altri isekai, più o meno seri. In pratica, è tutto un mega-tutorial.
Le occasioni per prendersi un minimo sul serio però a "Konosuba" non sono mancate, ma vengono volutamente saltate, come nell'episodio 5 con Mitsurugi. Il ragazzo, con un'origine parzialmente simile a Kazuma, era un personaggio con del potenziale drammatico, aveva dedicato tutto sé stesso alla missione, ma non solo non gli hanno fatto metabolizzare adeguatamente la verità, ma è stato pure trattato da misera macchietta perdente di passaggio. Questo episodio, ammetto, mi ha quasi tolto la voglia di continuare la visione, perché, pur rendendomi conto dello stile della serie (per questo basta il primo episodio), mi ha tolto ogni speranza di qualche sviluppo più intelligente.
Per quanto riguarda invece le figure secondarie, non si può dire che "Konosuba" ne sia particolarmente ricco. Certo, alcuni volti della città si vedono con una certa frequenza, perlopiù nella gilda, e di qualcuno ci viene accennato persino il nome verso la fine delle puntate, ma il loro sviluppo e utilizzo sono sotto la soglia minima per poterli definire dei veri personaggi. Si salva, a pelo, solo la tardiva e procace Wiz, che è pure poco credibile nel suo ruolo.
Alla fine... la leggerezza, unita ai pianti e broncetti di Aqua, sarà l'arma principale di "Konosuba". Una serie assolutamente gradevole e rilassante, ma che, anche senza tradirsi, poteva dare enormemente di più, magari non perdendo così tanto tempo con la zona di partenza o con quest poco interessanti. Presentando un avanzamento minimo della storia, almeno. Per fortuna in questa stagione (più breve della già scarsa media), vi sono almeno due boss-fight, che, per quanto in chiave di commedia, alzano un minimo l'interesse.
Staremo a vedere se la seconda stagione e i due OAV smuoveranno un minimo la situazione. Francamente non me lo aspetto, ma... mal che vada, sarà una visione divertente.
Recensione di SimoSimo_96
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Premesso che "Re:ZERO" potrebbe apparire ai più come quel tipo di anime che o lo si ama o lo si odia, io personalmente faccio parte di quella ristretta cerchia di spettatori che cerca e trova una sorta di via di mezzo. Ma andiamo per gradi.
Trama: Subaru è un ragazzo privo di vita sociale che, all'improvviso, viene catapultato in un mondo fantasy di ambientazione medievale, in cui si svolgerà il resto della serie, e, senza porsi alcuna domanda, accetta, anche abbastanza felicemente, questa "scelta del destino". Si trova poi ad essere tratto in salvo da una brutta situazione da Emilia, giovane mezz'elfa dai capelli argentati, di cui si innamora quasi subito. Per ripagare il debito (e in funzione dei sentimenti che prova per lei), decide di accompagnarla nelle sue avventure (o disavventure) future. In breve tempo Subaru si accorge di aver acquisito una capacità che gli permette di sopravvivere alla morte, riavvolgendo il tempo e facendolo ripartire da una sorta di check point posto qualche giorno addietro, capacità definita dallo stesso Subaru "Ritorno dalla Morte".
Il teletrasporto in un mondo parallelo è ormai cosa nota, vista e rivista, ma ben venga, visto che permette agli autori di non avere alcun limite a livello di trama e ambientazione, che è cosa buona e giusta. Il problema è che questo tipo di premessa genera delle aspettative che pretendono e meritano di essere alimentate a dovere. E' proprio il caso di "Re:ZERO", ovvero un anime che parte con tanti buoni propositi e un'idea, quella del "respawn", tutto sommato, originale e dall'ottimo potenziale, finendo però per perdersi per strada. Analizziamolo nel dettaglio.
Malus: la trama c'è, si percepisce, appare anche abbastanza avvincente e potenzialmente articolata. Il problema è che manca di un qualsiasi tipo di approfondimento, tanto che a metà serie viene da chiedersi se abbia effettivamente avuto inizio. E' di genere mistery, e quindi può anche andare bene porre alcune domande senza dare le risposte, ma, se all'ultimo episodio non sono ancora venuto a conoscenza di nulla, ci rimango male. La caratterizzazione dei personaggi è superficiale e piatta; persino per i protagonisti Subaru e Rem (sì, di fatto è lei la coprotagonista, non Emilia) non vengono approfonditi a dovere i tratti e i background (quasi totalmente inesistenti per gli altri personaggi). Inoltre molti vengono estremizzati all'inverosimile senza motivazione alcuna, tanto da rasentare, in alcuni casi, il ridicolo. Estremizzare non è sbagliato, ma è un tipo di caratterizzazione da non prendere alla leggera, bensì da trattare con cura e devozione. I dialoghi non sono gestiti troppo bene; sono belli, ma risentono dei personaggi eccessivamente stereotipati, finendo per apparire, in molti casi, prevedibili e banali (riferimenti a episodio 18 puramente casuali).
Bonus: il design dei personaggi è in assoluto, a mio parere, il punto di forza dell'anime; le gemelle in primis sono trattate in modo eccelso dal punto di vista estetico. Pur essendo, soprattutto Rem, pura carne da macello per l'otaku medio, non ho potuto fare a meno di apprezzarle. Anche Emilia, le altre candidate al trono e i cavalieri non sono da meno. La grafica in generale è da pieni voti così come il sonoro.
In conclusione, non è difficile notare come lo scopo ultimo dell'anime sia far parlare di sé, nel bene e nel male, lasciando quei buchi nella trama per alimentare la curiosità dei fan, pubblicizzando di fatto la serie di light novel. Anche questa volta ha vinto il portafogli. Una seconda stagione trattata a dovere potrebbe porre rimedio a tutti gli errori presenti in questa prima serie, che sono di fatto buchi di trama e mancanza di approfondimento dei personaggi. Nonostante tutto l'ho seguito abbastanza volentieri e mi ha lasciato dei buoni spunti, anche se mi aspettavo molto di più, perciò conquista una sufficienza di fiducia in vista appunto di stagioni successive. Ne consiglio una visione tranquilla e priva di aspettative e qualcosa di buono ci troverete.
Trama: Subaru è un ragazzo privo di vita sociale che, all'improvviso, viene catapultato in un mondo fantasy di ambientazione medievale, in cui si svolgerà il resto della serie, e, senza porsi alcuna domanda, accetta, anche abbastanza felicemente, questa "scelta del destino". Si trova poi ad essere tratto in salvo da una brutta situazione da Emilia, giovane mezz'elfa dai capelli argentati, di cui si innamora quasi subito. Per ripagare il debito (e in funzione dei sentimenti che prova per lei), decide di accompagnarla nelle sue avventure (o disavventure) future. In breve tempo Subaru si accorge di aver acquisito una capacità che gli permette di sopravvivere alla morte, riavvolgendo il tempo e facendolo ripartire da una sorta di check point posto qualche giorno addietro, capacità definita dallo stesso Subaru "Ritorno dalla Morte".
Il teletrasporto in un mondo parallelo è ormai cosa nota, vista e rivista, ma ben venga, visto che permette agli autori di non avere alcun limite a livello di trama e ambientazione, che è cosa buona e giusta. Il problema è che questo tipo di premessa genera delle aspettative che pretendono e meritano di essere alimentate a dovere. E' proprio il caso di "Re:ZERO", ovvero un anime che parte con tanti buoni propositi e un'idea, quella del "respawn", tutto sommato, originale e dall'ottimo potenziale, finendo però per perdersi per strada. Analizziamolo nel dettaglio.
Malus: la trama c'è, si percepisce, appare anche abbastanza avvincente e potenzialmente articolata. Il problema è che manca di un qualsiasi tipo di approfondimento, tanto che a metà serie viene da chiedersi se abbia effettivamente avuto inizio. E' di genere mistery, e quindi può anche andare bene porre alcune domande senza dare le risposte, ma, se all'ultimo episodio non sono ancora venuto a conoscenza di nulla, ci rimango male. La caratterizzazione dei personaggi è superficiale e piatta; persino per i protagonisti Subaru e Rem (sì, di fatto è lei la coprotagonista, non Emilia) non vengono approfonditi a dovere i tratti e i background (quasi totalmente inesistenti per gli altri personaggi). Inoltre molti vengono estremizzati all'inverosimile senza motivazione alcuna, tanto da rasentare, in alcuni casi, il ridicolo. Estremizzare non è sbagliato, ma è un tipo di caratterizzazione da non prendere alla leggera, bensì da trattare con cura e devozione. I dialoghi non sono gestiti troppo bene; sono belli, ma risentono dei personaggi eccessivamente stereotipati, finendo per apparire, in molti casi, prevedibili e banali (riferimenti a episodio 18 puramente casuali).
Bonus: il design dei personaggi è in assoluto, a mio parere, il punto di forza dell'anime; le gemelle in primis sono trattate in modo eccelso dal punto di vista estetico. Pur essendo, soprattutto Rem, pura carne da macello per l'otaku medio, non ho potuto fare a meno di apprezzarle. Anche Emilia, le altre candidate al trono e i cavalieri non sono da meno. La grafica in generale è da pieni voti così come il sonoro.
In conclusione, non è difficile notare come lo scopo ultimo dell'anime sia far parlare di sé, nel bene e nel male, lasciando quei buchi nella trama per alimentare la curiosità dei fan, pubblicizzando di fatto la serie di light novel. Anche questa volta ha vinto il portafogli. Una seconda stagione trattata a dovere potrebbe porre rimedio a tutti gli errori presenti in questa prima serie, che sono di fatto buchi di trama e mancanza di approfondimento dei personaggi. Nonostante tutto l'ho seguito abbastanza volentieri e mi ha lasciato dei buoni spunti, anche se mi aspettavo molto di più, perciò conquista una sufficienza di fiducia in vista appunto di stagioni successive. Ne consiglio una visione tranquilla e priva di aspettative e qualcosa di buono ci troverete.
The Devil is a Part Timer!
7.5/10
"Dio c'è e vive a Bruxelles" titolava un film transalpino in tempi relativamente recenti. "Anche il Signore del Male c'è, e vive ad Asakusa (Tokyo)" si potrebbe dire dopo aver avuto a che fare con l'anime di "Hataraku Maou-sama"!
Tratto da una light novel (tra l'altro ancora in corso) di Satoshi Kawahara, la storia ci propone quello che ora come ora potremmo definire un "reverse-isekai" incrociato con lo schema che abbiamo visto già applicato in un opera come "Maoyuu: Il re dei demoni e L'Eroe".
Troviamo infatti il signore dei demoni Satan che, dopo aver imperversato nel modo di Ente Isla, viene messo alle strette dall'eroe e dalla sua cricca e quindi fugge in un portale e finisce nel nostro mondo insieme al suo generale Ashiel. Arrivato da noi però non ha praticamente nessun potere e quindi deve darsi da fare per portare a casa la pagnotta. Qualche tempo dopo lo troviamo nei panni di Maou Sadao, ligio dipendente del fast food WacDonald, che abita insieme al fedele coinquilino Ashiya in un monolocale da soli sei tatami di metratura. Egli vorrebbe far carriera nella compagnia e conquistare a suo modo il mondo umano, ma ben presto incontra il suo acerrimo nemico l'Eroe, anzi l'eroina Emilia, anche lei finita nel nostro mondo e ora impiegata senza (anche qui o quasi) poteri in un elegante call center.
Non è facile, a dire il vero, inquadrare "Hataraku Maou-sama!". L'inizio è da battle-fantasy e ci fa vedere una incalzante e spettacolare prima sequenza. Con il passaggio nel nostro mondo i toni si fanno quelli da quasi situation comedy ma ecco poi che il fantastico ritorna più al centro della scena dopo non molto tempo. Alla fine gli elementi principali che danno consistenza alla storia sono due: l'eterno dualismo tra l'Eroe e il Re dei demoni e il veder calati questi due attori da mondo fantastico nella realtà quotidiana.
A dire il vero questi due non paiono avere molto di fantastico: il "malvagio" Maou alla fine pare giusto un ragazzuolo smargiasso e abbastanza pragmatico, e ben poco si sa sul perché sia finito al comando degli eserciti demoniaci; l'eroica Emilia invece sembra in tutto e per tutto una ragazza normale che ben presto si adatta alla vita giapponese e riesce con facilità a svestire i panni dell'Eroe che, si apprenderà, ha dovuto vestire suo malgrado. Due figure, come da tradizione, ben più vicine di quanto non si pensi. E infatti i due più volte faranno fronte comune nelle situazioni "fantasy" che porteranno con loro alcuni visitatori dal mondo di Ente Isla.
Nel lato dell'isekai inverso invece siamo deficitari. In pratica viene saltata tutta la fase di adattamento dei personaggi alla vita nel Giappone moderno e la cosa viene ripresa, con qualche risvolto comico, solo quando entra in scena il personaggi di Suzuno.
Diciamo poi che l'anime in sé è ben confezionato: gradevoli e puliti i disegni; ben realizzate le ambientazioni che rendono davvero bene il paesaggio metropolitano di Tokyo; buone le scene d'azione con il caso a parte dell'ottima sequenza di apertura; gradevole anche la musica con due belle sigle, in particolare l'ending dei Nano.ripe; e poi c'è la divina Yoko Hikasa che dà la voce ad Emilia e che vale ogni secondo in cui è possibile ascoltarla.
"Buono" è quindi il giudizio che possiamo dare a questo anime che come unico limite ha quello di mostrare uno "straordinario quotidiano" piuttosto che un "quotidiano vero e proprio", e che inoltre, come molti adattamenti di light novel, mostra solo una fase iniziale di una storia ben più ampia che può svilupparsi in ogni modo possibile. Al limite ci sono sempre i volumi originali pubblicati, anche ufficialmente, in lingua inglese.
Tratto da una light novel (tra l'altro ancora in corso) di Satoshi Kawahara, la storia ci propone quello che ora come ora potremmo definire un "reverse-isekai" incrociato con lo schema che abbiamo visto già applicato in un opera come "Maoyuu: Il re dei demoni e L'Eroe".
Troviamo infatti il signore dei demoni Satan che, dopo aver imperversato nel modo di Ente Isla, viene messo alle strette dall'eroe e dalla sua cricca e quindi fugge in un portale e finisce nel nostro mondo insieme al suo generale Ashiel. Arrivato da noi però non ha praticamente nessun potere e quindi deve darsi da fare per portare a casa la pagnotta. Qualche tempo dopo lo troviamo nei panni di Maou Sadao, ligio dipendente del fast food WacDonald, che abita insieme al fedele coinquilino Ashiya in un monolocale da soli sei tatami di metratura. Egli vorrebbe far carriera nella compagnia e conquistare a suo modo il mondo umano, ma ben presto incontra il suo acerrimo nemico l'Eroe, anzi l'eroina Emilia, anche lei finita nel nostro mondo e ora impiegata senza (anche qui o quasi) poteri in un elegante call center.
Non è facile, a dire il vero, inquadrare "Hataraku Maou-sama!". L'inizio è da battle-fantasy e ci fa vedere una incalzante e spettacolare prima sequenza. Con il passaggio nel nostro mondo i toni si fanno quelli da quasi situation comedy ma ecco poi che il fantastico ritorna più al centro della scena dopo non molto tempo. Alla fine gli elementi principali che danno consistenza alla storia sono due: l'eterno dualismo tra l'Eroe e il Re dei demoni e il veder calati questi due attori da mondo fantastico nella realtà quotidiana.
A dire il vero questi due non paiono avere molto di fantastico: il "malvagio" Maou alla fine pare giusto un ragazzuolo smargiasso e abbastanza pragmatico, e ben poco si sa sul perché sia finito al comando degli eserciti demoniaci; l'eroica Emilia invece sembra in tutto e per tutto una ragazza normale che ben presto si adatta alla vita giapponese e riesce con facilità a svestire i panni dell'Eroe che, si apprenderà, ha dovuto vestire suo malgrado. Due figure, come da tradizione, ben più vicine di quanto non si pensi. E infatti i due più volte faranno fronte comune nelle situazioni "fantasy" che porteranno con loro alcuni visitatori dal mondo di Ente Isla.
Nel lato dell'isekai inverso invece siamo deficitari. In pratica viene saltata tutta la fase di adattamento dei personaggi alla vita nel Giappone moderno e la cosa viene ripresa, con qualche risvolto comico, solo quando entra in scena il personaggi di Suzuno.
Diciamo poi che l'anime in sé è ben confezionato: gradevoli e puliti i disegni; ben realizzate le ambientazioni che rendono davvero bene il paesaggio metropolitano di Tokyo; buone le scene d'azione con il caso a parte dell'ottima sequenza di apertura; gradevole anche la musica con due belle sigle, in particolare l'ending dei Nano.ripe; e poi c'è la divina Yoko Hikasa che dà la voce ad Emilia e che vale ogni secondo in cui è possibile ascoltarla.
"Buono" è quindi il giudizio che possiamo dare a questo anime che come unico limite ha quello di mostrare uno "straordinario quotidiano" piuttosto che un "quotidiano vero e proprio", e che inoltre, come molti adattamenti di light novel, mostra solo una fase iniziale di una storia ben più ampia che può svilupparsi in ogni modo possibile. Al limite ci sono sempre i volumi originali pubblicati, anche ufficialmente, in lingua inglese.
Partire da dipendente, diventare vice-manager, manager, trasferimento in sede più importante, scalata sociale, consiglio di amministrazione, amministratore delegato e poi presidente.
Meglio di molti altri piani. Almeno è onesto. Per quanto possa essere onesto diventare capo di una catena di fastfood.
Anche per questo Re:zero, che mi piacque comunque abbastanza all'epoca, mi sembra una visione miracolosa paragonato a quanto ho visto gli ultimi mesi, ad entrambi diedi e darei un giudizio migliore.
Esattamente...è un'anime parodistico del genere isekai, quindi va trattato x parodia...e penso svolga benissimo il suo compito.
Re:zero lo sto recuperando e sono alla 16 come puntata e bene o male mi trovo d'accordo sulla recensione (a livello di trama, che parte in quinta e poi diciamo che si perde) però lo reputo uno degli isekai più riusciti.
Infatti penso che gli isekai dell'isekai quartet siano i più riusciti in assoluto (poi qualcuno sporadico, ma pochi).
In pratica pensiero mio, se re:zero è 6. Il 99,99% dei restanti isekai sono tutti sul 2-3 massimo
Detto questo, forse il voto potrebbe sembrare un po' severo, ma penso che oggettivamente la serie si vada a collocare tra un 7-7.5, quindi andando a tenere in considerazione i dubbi che Testu ha maturato ed espresso nella recensione, trovo il suo voto abbastanza corretto.
Io ho dato 7.5 alla serie, perchè ho dato meno peso ad alcune mancanze
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Nel leggere la recensione di Re:Zero, non possono che venirmi in mente le tre postfazioni presenti nelle prime 3 novel. Citerò parte della postfazione presente nel 3 volume, che riassume le altre.
Direi che le due citazioni parlando da sole.
Quindi posso capire che ad alcuni la serie sembri non partire o avere buchi, perchè effettivamente la storia vera e propria, inizia solo dal 12ep. Diciamo che prima è una sorta di vetrina su ciò che la serie avrà da offrire.
C'è anche da dire che la storia è molto lunga, la novel è attualmente in corso e sono usciti oltre 20 volumi, quindi molti interrogativi che sorgono nella s01, non possono avere risposta in quella stessa stagione dell'anime, sicuramente nella s02 (in uscita si spera il prossimo anno) si avranno maggiori risposte.
Ho voluto sottolineare questa cosa, perchè in realtà il prodotto segue fedelmente la novel e i vari interrogativi sulla trama, non nascono dalla volontà di rendere volutamente la serie incompleta per far comprare la novel, semplicemente la storia è questa e l'anime si ferma praticamente nel momento in cui iniziano ad arrivare risposte, questo per mancanza di episodi.
Il voto è severo ma condizionato pesantemente dal pregiudizio che la serie, o meglio la trama, non si sviluppi per portare lo spettatore a comprare l'opera cartacea. Credo che Simo_simo abbia voluto punire più che altro questa cosa, non valutando ciò che la serie aveva veramente da offrire, perchè leggendo la sua recensione mi sarei aspettato qualcosa di più.
La recensione di per se è buona, ma forse non era quella ideale da usare per questa rubrica, visto che come ho spiegato su, non presenta e mostra, ciò che realmente la serie ha da offrire a coloro che non la conoscono.
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Non conoscevo Hataraku Maou-sama! e leggendo la recensione di Swordman, mi ha quantomeno incuriosito, mi ricorda molto Noragami. Per il momento lo aggiungo in lista.
Beh ssmith non tutti ti conoscono. Ho capito che fossi ironico perchè più volte ti ho sentito elogiare Re:zero, quindi che tu gli mettessi 4 mi sembrava abbastanza strano...oppure Matrix ti aveva resettato la memoria.
Magari al prossimo giro fallo capire che sei ironico (e. [ironic mode one] quello che vuoi scrivere [ironic mode off] ).
Ahimè anche in questa community troll e jappofag non mancano che disturbano la quiete della plebs, quindi se non vuoi essere scambiato per essi specifica, fa solo bene.
il peggiore e quello dei smartphone e ce ne sono altri ancora peggiori di okasan.
Okasan è piacevole.
Essere il migliore nel proprio genere non lo rende bello. Sono due cose ben diverse. Il genere a cui Re:Zero appartiene fa cagare e Re:Zero è un anime mediocre ma non terribile. L'unico motivo per cui è il migliore è che il resto fa veramente schifo.
E in ogni caso ti sbagli anche a dire che è il migliore. Guarda Log Horizon.
In un anime in cui il tema principale è l'ironia e il far divertire, non bisogna prendere sempre tutto sul serio.
Il fatto che non venga spiegato niente riguardo "il signore oscuro" non l'ho trovato molto rilevante in questo genere e, tenendo conto che gli Dei in quest'anime non dovrebbero agire direttamente nel mondo mortale (Aqua a parte per ovvi motivi), può spiegare perché decidano di mandare degli eroi per evitare che il signore oscuro massacri tutti.
La parte del "perché le divinità hanno progettato questo purgatorio..." parte dal fatto che effettivamente l'abbiano creato loro, dipende tutto da cosa si intende per divinità, ci sono migliaia di religioni nel mondo e altrettante nell'universo della fantasia e per questo non vedo il motivo di sottintendere qualcosa in questo campo. (Il bello del non dare troppi dettagli su un mondo fantastico è che lo si può immaginare come si vuole).
Reputare che tutte abbiano un "cervello bacato" non è esattamente il massimo, in questa prima stagione si nota poco ma proseguendo con la novel seguono sviluppi e approfondimenti a livello caratteriale (pur mantenendo la solita ironia).
Evito di spoilerare sugli intrighi malvagi anche se già dalla seconda stagione si inizia ad intravedere qualcosa.
Mitsurugi non è mai stato questo gran personaggio, un po' perché la sua potenza è dovuta esclusivamente al suo equipaggiamento e un po' perché pur impegnandosi tanto è sempre tornato nella città dei niubbi...
Il fatto che non vengano approfonditi molto i personaggi secondari è dovuto alle tempistiche, gli episodi sono pochi e c'è molto da raccontare, consiglio la Novel per chi vuole approfondire.
Il gruppo non si schioda dalla città iniziale... probabilmente qualcuno ha dimenticato che Kazuma non ha nessuna intenzione di sconfiggere mostri potenti o rischiare la vita,
Tra l'altro non viene citato il comparto tecnico che tutto sommato riesce a farsi apprezzare pur avendo disegni piuttosto semplici e buone animazioni; ma come si può dimenticare che nelle ultime puntate
-Francamente su Re:Zero preferisco non esprimermi, ha i suoi alti e bassi e relativi momenti in cui lo si ama e lo si odia per cui non mi dilungo.
-Passando a Hataraku Maou-sama! non mi trovo particolarmente in disaccordo con la recensione in se ma personalmente gli avrei dato qualcosa di più.
-E ora passiamo all'angolo consigli :
Consiglio a tutti le novel di tutte e tre le serie, sfortunatamente da noi è arrivata solo quella di Re:Zero, le altre si possono acquistare in inglese (sono entrambe della collana Yen On).
-La novel di Konosuba non ha un ritmo particolarmente veloce, ci sono molti dialoghi (che non annoiano come in altri casi, anche grazie all'umorismo della serie), anche chi ha poca dimestichezza con l'inglese può cimentarsi nella lettura (tenendo un buon dizionario accanto giusto per sicurezza XD), i caratteri dei personaggi vengono approfonditi (e molti evolvono nel tempo), non mancano colpi di scena e ci sono occasioni di serietà in cui viene evidenziato "di che pasta sono fatti" i vari personaggi. La consiglio ovviamente a chi è piaciuto l'anime e a chiunque voglia provare a cimentarsi nella lettura delle novel in inglese partendo da qualcosa di leggero.
-Re:zero lo consiglio a quelli che vogliono approfondire, rispetto all'anime si dilunga un po' di più sui personaggi secondari e in un paio di casi ho dovuto riconsiderare la mia opinione su alcuni di questi; il problema sono i pensieri di Subaru, se vi dava fastidio il fatto che si lamentasse sempre o della sua fissazione per Emilia allora stateci lontano
-Hataraku Maou-sama! è una novel leggera, è facile da approcciare anche a chi ha una base solo "scolastica" d'inglese, ogni tanto fa un recap per cui è difficile dimenticare/perdere qualche punto (può essere leggermente fastidioso per quelli che i libri se li mangiano come me in poco tempo ma per i lettori "senza fretta" può essere utile). Detto questo la storia supera molto velocemente l'anime (se non ricordo male la supera al terzo volume e ne sono usciti 13 in inglese), tutti i personaggi vengono approfonditi come anche il passato di Maou; lo consiglio a chiunque voglia proseguire la storia o è semplicemente curioso di scoprire i vari punti oscuri che l'anime ha lasciato.
Penso sia la prima volta che scrivo un commento così lungo e purtroppo non posso dilungarmi più di così, devo andare a cenare
Non il migliore ma tra i migliori,insieme a lui ci sono overlord e saga di tanya.La prossima volta starò più attento a scrivere il messaggio,xd
succede partendo dal film che narra il quinto romanzo, iniziando da
Per i clique già visti non condivido appieno, la storia prosegue e ci sono vari colpi di scena; in più le situazioni che si crea da solo Kazuma sono abbastanza originali...
Riferendomi al tup spoiler...la recensione parla dell'anime...se poi la novel finisce con kazuma che le sposa tutte, non interessa nella recensione
e se lo detto che male c'è? no e allora?
No dai per essere uno che trova fastidiosi molti isekai, quello dello smartphone devo dire che per quanto sia banalotto e superficiale è riuscito comunque ad intrattenermi per 12 episodi abbastanza bene
Forse ce ne sono di peggiori, ma rimane veramente bruttissimo.
Non ha un briciolo di trama, in confronto Isekai Cheat Magician è una specie di capolavoro.
più delle volte gli isekai hanno una trama che non porta da nessuna parte (spesso troppo scema o troppo pretenziosa), a questo punto uno senza trama sarebbe un titolo più onesto
Log horizon l'ho guardato, preferisco di molto re zero. Ovviamente ci sono decine di anime migliori. Ognuno ha i propri gusti, dal mio punto di vista tra gli isekai è quello fatto meglio.
tranquillo dicevo la mia opinione in generale, non era direttamente rivolta a te ?
Concordo.
E in generale continuo a pensare che questa "rubrica" su recensioni di anime con solo un punto di vista, quindi senza un'altra opinione contrastante, siano solo un modo per esprimere il concetto "di parte" del creatore del post.
Le recensioni vengono selezionate dai moderatori unicamente in base alla qualità dello scritto. I voti "di parte" sono il risultato delle considerazioni personali degli utenti, che qui si guadagnano la ribalta allo scopo di stimolare (si spera costruttive) discussioni.
Una rubrica che metta a confronto opinioni diverse su una medesima opera esiste già, e si chiama "Animering".
Ma una valutazione si deve fare inquadrando il genere , e Konosuba è una commedia demenziale con ambietazione Isekai , è come dire che la prima stagione di Scrubs è divertente ma non porta avanti la trama , non ha senso , la trama non è importate anzi il fatto che non vada quasi mai avanti è proprio intrinseco della parodia di Konosuba . Sul fatto che le commedie comiche sono considerate figlie minori da tantissimi poi .....
Non è nemmeno vero che Kazuma sposa tutte .....ce solo un interesse romantico tra due personaggi principali e basta ( un altro elemento di parodia sul fatto che Kazuma è un lollicon ) , e la storia non si prende mai sul serio ma proprio mai , l'unico personaggio debole è la principessa e tutti i suoi volumi dedicati , ma si possono saltare tranquillamente ....
Ognuno sceglie a suo gusto e discrezione, però, considerando un anime con ventinove recensioni ed una media di valutazione di 7,49 se non sbaglio, che fu un grandissimo successo commerciale, e che come al solito si portò dietro un sacco di haters, se metti una recensione da sei striminzito, mi sa che ci stai mettendo la tua valutazione personale. Per carità siete la redazione, fate un grandissimo lavoro, ed avete tutto il diritto di esprimervi... però mi sembra provocatoria, proprio perché non siamo ad animering si poteva scegliere una recensione più verso la media, tra il 7 ed il 7,5
non ho detto nulla sul sposarsi, l'utente che mi ha risposto lo ha detto.
Comunque l'interesse romantico c'è ed è la cosa più sconveniente al momento.
Dipende, anche questo può portare a degli sviluppi interessanti
Tutto dipende da come verrà trattato l'argomento in futuro anche perché le grane per Kazuma e Co. non sembrano essere finite.
A mio parere la storia si è arricchita e ci sta facendo inquadrare meglio i vari personaggi (secondari inclusi).
Ps. Io sono arrivato solo all'ottavo volume della novel, per leggere il prossimo aspetto che esca il decimo.
ai* primi due
ok pignolerie a parte, guarda che mi stavi fregando con la storia del 4.... se non leggevo sotto l'altro tuo commento ahahahahah
Escaflowne, Fushigi Yuugi, Ima Soko ni Iru Boku, Dunbine, Abenobashi, .hack//sign, Rayearth, 12 Kingdoms, Digimon, Inuyasha... Questi poveri sconosciuti/dimenticati.
Ok che "'isekai" ormai è diventata la parolina di moda degli ultimi anni, ma sarebbe bene ricordare che la prima vera ondata di anime appartiene agli anni '90/'00 e racchiude probabilmente i suoi migliori esponenti.
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