Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Se volete farne parte anche voi... rimboccatevi le maniche e recensite!

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.

Per saperne di più continuate a leggere.

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Questo anime si compone di 12 episodi brevi, ottimo contenitore per una narrazione leggera e non impegnativa.

Douchi-chan è un’impiegata di una grande azienda. Il suo interesse amoroso viene attirato dal senpai, un collega senza occhi(!) che le piace molto, ma verso il quale, a causa della sua timidezza e della sua scarsa autostima, non riesce ad esprimere i suoi sentimenti se non con impacciati, casuali, teneri tentativi.
La giovane kohai molto bella, procace, disponibile e disinibita verso il senpai e la bella cliente matura e sofisticata sono due avversarie difficili da sconfiggere, ma Douki-chan è tenace nei suoi tentativi di approccio al senpai. Da parte sua il senpai dimostra di apprezzare i tentativi di Douki, ma anche lui è una personcina timida, discreta e fin troppo gentile con le lazzarone che li interrompono ad ogni piè sospinto.
I titoli lunghi degli episodi sono esplicativi, mentre questa tenerissima storia d’amore si sviluppa tra situazioni tipiche dell’ambiente lavorativo e sociale giapponese: ascensori, camera in comune in un viaggio di lavoro, riunioni, uscite dopo lavoro a bere a più non posso.
Quest’amore si sente nell’aria, ma deve manifestarsi in modo chiaro e ogni volta c’è un impedimento con golosi e divertenti colpi di scena o un plateale imbarazzo con visi arrossati che fa emergere scampoli di dichiarazioni, rendendo il tutto ancora più tenero (che carina la scena del vicolo con tanto di batticuore!). Se all’inizio Douki ha pensieri assai lussuriosi sul suo senpai, in un ecchi tutto sommato non troppo spinto, poi la componente lussuriosa sfuma sul tema “maid”, che, a quanto pare, in Giappone ispira pensieri di varia natura. Paese che vai, gusti che trovi, della serie “De gustibus non disputandum est”.

A livello di grafica mi sono parecchio divertita e lo spiego subito: questa storia leggera si accosta ad un chara design morbido, piacevole agli occhi e molto semplificato.
Non c’è molta ricercatezza nei dettagli, ma questi volti tondi, gli occhi grandi da cerbiatto, ad esempio la figura provocante della Kohai accostata ad un carattere allegro e leggero e con quel volto infantile e (apparentemente) innocente sono davvero gradevoli. Il contrasto tra la corporatura prosperosa delle due “avversarie” contro la bellezza naturale e dolce della protagonista è ben fatto. Abbiamo un senpai senza occhi, ma d’altronde non è bello ciò che è bello, ma ciò che piace e a quanto pare e il nostro senpai piace assai! L’ambientazione è ben fatta con una buona grafica, a dispetto della brevità degli episodi e dell’anime.

L’anime è breve, sia negli episodi, che nella strutturazione, ma in questo quadro a tempo limitato al narrazione è ben accompagnata in episodi piacevoli che vanno dritti alla vicenda che si vuole raccontare. La love story comunque non ne viene penalizzata, anzi, se la lunghezza di ogni singolo episodio fosse stata canonica (20 minuti), quest’anime avrebbe di certo perso in freschezza, cadendo in una desolante banalità senza sbocchi significativi.
Il finale resta aperto, ma non è un handicap. Spero in una prossima serie, ma la leggerezza della narrazione con la piacevolezza della grafica (anche il super-deformed è puccioso!) già mi hanno ripagata del tempo speso a guardarlo.

Consiglio quest’anime per un momento di leggerezza senza impegno. La sua tenerezza e la sua dolcezza faranno un’ottima compagnia.

4.0/10
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Potrei far notare, come han già fatto altri, che la serie ha ben pochi elementi originali, ma non è il suo più grosso problema.

Potrei fare lo snob e indignarmi sulla quantità generosa di fanservice, ma personalmente la trovo una lamentela incredibilmente stupida, in quanto chi si approccia a certi filoni dovrebbe sapere a monte cosa aspettarsi, senza contare che per molti la cosa potrebbe anche essere apertamente percepita come un pregio, perché magari si è precisamente in cerca del "guilty pleasure" stimolante per ammazzare qualche ora.

I veri problemi di questa serie non sono quelli di non riuscire a essere ciò che di fatto non prova nemmeno ad essere, ovvero qualcosa di brillante e impegnato, ma di essere una genuina sòla anche come intrattenimento "di pancia".

Tanto per iniziare, mi sento di avvertire i poveri speranzosi di come il fanservice sia abbondante in termini di frequenza, ma in realtà piuttosto insipido e povero d'immaginazione, incapace perfino di riuscire nel suo scopo designato di titillare a dovere le fantasie dello spettatore.

In secondo luogo siate pronti a dovervi sorbire uno dei più insopportabili, piagnucolosi, ottusi e densi protagonisti di "harem involontario" che abbiano mai graziato il genere. Parliamo del classico tipo che non importa quanto esplicitamente venga messo al corrente dell'interesse che le ragazze del cast provano per lui, insisterà nel fraintendere nel modo più inverosimile possibile, ignorare dismissivamente le dichiarazioni più esplicite come "uno scherzo", non mancando di dichiararsi impopolare e piagnucolarci sopra nel mentre. Mettersi nel suoi panni è un incitamento all'autolesionismo e immedesimarsi nella prospettiva delle ragazze un carnevale della frustrazione vicaria.

Ci sono inoltre dei significativi problemi di ritmo, e per una serie che si presenta essenzialmente come un "battle royale tra action girl con superpoteri" preparatavi a essere sorpresi dall'estrema scarsezza delle scene d'azione.
"Ma intendi per quantità o qualità?", vi chiederete. La risposta è "Sì".

Dulcis in fundo, in termini di valore di produzione (qualità dell'animazione, complessità delle scene, ecc.) non spicca in modo particolarmente negativo, ma siamo comunque dalle parti della mera sufficienza stirata.

5.5/10
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È una serie tratta dalla principale saga di romanzi-visivi erotici della NekoWorks, attualmente composta da tre capitoli principali, più un prequel e un quarto episodio in lavorazione.

Bisogna dare atto a questa giovane azienda nipponica di aver saputo promuovere bene la sua proprietà intellettuale, considerando il mediocre livello qualitativo e la bassa longevità dei suoi prodotti. Fu infatti con un finanziamento attuato tramite la piattaforma Kickstarter che poterono realizzare il precedente mediometraggio, e far così conoscere ai non appassionati di questo genere di nicchia le sorelle Chocola e Vanilla, e, a seguire, le loro amiche 'gatte' della pasticceria Le Soleil. Quel cartone animato altro non fu che una fedele trasposizione del primo capitolo della saga, con componente pruriginosa tagliata via. Successivamente, visto il buon riscontro, venne pure realizzato un piccolo antefatto animato, con lo scopo di illustrare meglio l’arrivo delle due principali ragazze-gatto nella villa di famiglia del loro padrone (e futuro amante), Kashou Minaguri. Questo speciale, a differenza del film, non prendeva spunto dall’episodio “Zero” della visual-novel, incentrato sull’infanzia quotidiana delle 'gatte', ma piuttosto lo precedeva.

Questa serie TV segue l’esempio delle due precedenti trasposizioni, ovvero esclude la componente sessuale, ma al contempo amplia quella del fancervice, andando anche a trasformare il personaggio di Shigure, la loli-sorella di Kashou, in una mezza maniaca delle gatte, con atteggiamenti che, precedentemente, avrebbe riversato solo verso il suo onii-chan. Una scelta infelice ma comprensibile, dato che la saga non ha elementi narrativi a parte la diatriba padre-figlio, che però verrà affrontata solo nel quarto capitolo in uscita a novembre.

A tal proposito, va precisato che la serie animata pare seguire una storia indipendente da quella videoludica. Infatti, in questi dodici episodi faremo la conoscenza di Cacao, una giovane aggiunta felina non presente nei capitoli usciti finora, e che nel prossimo in arrivo pare vedrà un corrispettivo con storia, aspetto ed età totalmente diversi. Oltre a questo, non vi sono indizi che facciano pensare che Kashou abbia allungato finora le mani sulle altre 'gatte' alle sue dipendenze, e le rivalità tra la bassa e responsabile Azuki, e la giunonica ma insicura Coconuts, sembrano ignorare pure gli eventi del secondo capitolo, rafforzando ulteriormente l’idea che si trattino di due binari narrativi ormai separati, con solo il primo episodio a tenerli incollati.

La resa tecnica di questa prima stagione non è malvagia, ma va detto che è prevedibilmente inferiore al mediometraggio e che le proporzioni sono meno curate. In generale, alcuni personaggi hanno un aspetto leggermente più giovanile e le 'gatte' paiono pure più tonte. Superfluo dire che la storia continua a non andare da nessuna parte. Avremo ancora dei semplici momenti di vita quotidiana, arricchiti da graziose pose gattesche, e, come extra, qualche accenno saffico con: occhi a cuoricino, abbracci, foto compulsive, involontari aggrovigliamenti di gruppo, palpeggiamenti del seno, fantasticherie sparse e qualche leccata sulla guancia.

La differenza più avvertibile in questa versione è probabilmente il ruolo del protagonista maschile. Nella recensione del film avevo già espresso quanto il gentile Kashou fosse fondamentalmente un cattivo imprenditore, e quanto dovesse essere grato alla sorella minore per la sua invadenza, tuttavia, al tempo si poteva ancora parlare di un protagonista. In questa serie, invece, hanno relegato il ragazzo a vera e propria comparsa, senza nemmeno valorizzare un minimo i pochi momenti in cui è presente. Si poteva sfruttare facilmente l’arrivo della nuova 'micetta' per creare gelosie nel gruppo, o per realizzare momenti di crescente fiducia e tenerezza familiare, ma forse, vista la natura acerba di Cacao e della sua amichetta umana-moe, tenendo a mente i tempi sensibili in cui viviamo, si è preferito virare invece sull’istinto materno, o per meglio dire... ‘sorellesco’ di Chocola, coinvolgendo quasi esclusivamente le kemonomini nell’occuparsi di lei. A dirla tutta, persino l'assodato amore di Shigure e Chocola per Kashou si avverte poco stavolta, giusto qualche frase di fiducia e una retrospettiva di gruppo, ma all’atto pratico, nulla di rilevante. Sinceramente, per quanto fosse sempre stato estremamente scialbo, nel vederlo così escluso ho provato un po’ di pena per lui.

Il prodotto alla fine si mantiene più o meno sui bassi livelli dei precedenti lavori. Puro intrattenimento senza contenuti, ma stavolta con la difficoltà avvertibile nel dover occupare un tempo maggiore. A poco servono le gare alla “Takeshi Castle” e le solite parentesi vacanziere: “Nekopara TV” è un prodotto brutalmente trascinato di peso, per la sua ferrea volontà di non voler approfondire né ciò che ha portato alla creazione degli ibridi umani e nemmeno al litigio tra il protagonista e la sua ricca famiglia. Fortunatamente le puntate scorrono veloci e i personaggi femminili continuano a fare molta simpatia, rimanendo alla fine il suo unico pregio costante.

Si può guardare, ma rimane un lavoro insufficiente.