Fatal Fury - La leggenda del lupo famelico
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Fatal Fury - La leggenda del lupo famelico" è il tipico film di arti marziali, incipit con l’assassinio del padre adottivo di Terry e Andy Bogart da parte di Geese Howard, criminale con il pallino del kung-fu e dei combattimenti.
Questo film (o special) non ha nulla di trascendentale, ma si basa essenzialmente su una buona dose di mazzate, non mi ha stupito, ma mi ha fatto passare tre quarti d’ora senza annoiarmi, cosa che non si può dire di tutto ciò che ho visto nel campo dei battle shonen, mi vengono in mente degli orridi film basati su "Dragon Ball", tutti fatti con lo stampino in cui devono per forza comparire nell’arco di poco tempo tutti i nostri eroi per soddisfare i vari fan… devo ammettere che anche qui compaiono molti personaggi che giocano un ruolo importante anche se si sa già dai primi minuti che l’eroe sarà il biondo Terry… purtroppo durante gli avvenimenti moriranno il maestro Tung Fu Rue (che riuscirà comunque a trasmettere la sua tecnica) e Lily, l’amante di Geese che si innamora del maggiore dei fratelli Bogart e morirà proteggendoli.
Secondo me il tratto (seppur datato) non è male, e il fatto che ne sono arrivati altri di FF dimostra che ha avuto un discreto successo in patria… sarà forse perché senza brillare usa tutti i cliché tipici dei film di arti marziali degli anni ‘90, quindi non innova ma trovi tutto quello che può colpire, appunto la vendetta, la storia d’amore, il vecchio maestro, la vittoria dei buoni… cose semplici ed efficaci.
Convinto da questo movie nelle prossime settimane guarderò il seguito…
Sì perché come dicevo esistono altri due film su "Fatal Fury" usciti nella prima metà degli anni ‘90: "Fatal fury 2: la sfida di Wolfang Krause" (1993) e "Fatal Fury – The motion picture" (1994).
"Fatal Fury - La leggenda del lupo famelico" è il tipico film di arti marziali, incipit con l’assassinio del padre adottivo di Terry e Andy Bogart da parte di Geese Howard, criminale con il pallino del kung-fu e dei combattimenti.
Questo film (o special) non ha nulla di trascendentale, ma si basa essenzialmente su una buona dose di mazzate, non mi ha stupito, ma mi ha fatto passare tre quarti d’ora senza annoiarmi, cosa che non si può dire di tutto ciò che ho visto nel campo dei battle shonen, mi vengono in mente degli orridi film basati su "Dragon Ball", tutti fatti con lo stampino in cui devono per forza comparire nell’arco di poco tempo tutti i nostri eroi per soddisfare i vari fan… devo ammettere che anche qui compaiono molti personaggi che giocano un ruolo importante anche se si sa già dai primi minuti che l’eroe sarà il biondo Terry… purtroppo durante gli avvenimenti moriranno il maestro Tung Fu Rue (che riuscirà comunque a trasmettere la sua tecnica) e Lily, l’amante di Geese che si innamora del maggiore dei fratelli Bogart e morirà proteggendoli.
Secondo me il tratto (seppur datato) non è male, e il fatto che ne sono arrivati altri di FF dimostra che ha avuto un discreto successo in patria… sarà forse perché senza brillare usa tutti i cliché tipici dei film di arti marziali degli anni ‘90, quindi non innova ma trovi tutto quello che può colpire, appunto la vendetta, la storia d’amore, il vecchio maestro, la vittoria dei buoni… cose semplici ed efficaci.
Convinto da questo movie nelle prossime settimane guarderò il seguito…
Sì perché come dicevo esistono altri due film su "Fatal Fury" usciti nella prima metà degli anni ‘90: "Fatal fury 2: la sfida di Wolfang Krause" (1993) e "Fatal Fury – The motion picture" (1994).
Il primo special (film?) di "Fatal Fury" per me è stata una cocente delusione quando l'ho visto molti anni fa su vhs, non tanto perché mi aspettassi chissà cosa (in fondo avevo già visto la versione animata di "Tekken" poco tempo prima), ma perché il risultato finale era addirittura inferiore alle mie basse aspettative.
Attenzione: presenza di spoiler
Cerchiamo di capire cosa sia andato storto: innanzi tutto bisogna dire che la storia dietro al primo "Fatal Fury" non è nulla di profondo o trascendentale, è una tipica storia di arti marziali e vendetta (per la morte di un padre): i protagonisti Andy e Terry Bogard cercano infatti vendetta nei confronti Geese Howard, boss di Southtown e colui che uccise il loro padre davanti ai loro occhi. Geese organizza un torneo di arti marziali con "ricchi premi e cotillons", ed i 2 fratelli ormai adulti vedono in ciò una buona opportunità per fargliela pagare, visto che anche lui parteciperà al torneo. Purtroppo per i due fratelli Geese Howard è forte come un boss finale, anzi è proprio il boss finale (molto piu' forte di M. Bison di "Street Fighter 2" ). Ai fratelli Bogard si aggiunge anche Joe Higashi, campione giapponese di muay thai, in cerca di avversari al suo livello.
Lungo la strada per arrivare a Geese i nostri eroi dovranno affrontare diversi combattenti, alcuni alle dirette dipendenze del boss di Southtown, chiaramente forti quasi quanto il loro boss. La storia del videogame prosegue chiaramente con i fratelli Bogard che riescono ad abbattere l'odiato personaggio, facendolo pure precipitare dal suo palazzo verso la sua morte (morte che chiaramente non sarà esattamente definitiva).
L'anime piu' o meno ripercorre la storia base, aggiungendo qualche dettaglio e personaggi piu' o meno inutili, come il personaggio di Lily, ma andiamo con ordine: all'inizio vediamo il padre dei fratelli Bogard venire eliminato da Geese Howard con un barbatrucco ignobile. Jeff Bogard viene infatti bloccato da un banda di bambini al soldo di Geese, che lo bloccano mentre Geese lo colpisce. Tra i bambini chiaramente anche la già citata Lily. La bambina chiaramente rimarrà con Geese (e diverrà pure la sua amante, si spera non già così piccola). Morto loro padre, per un po' i fratelli Bogard rimangono con il maestro Tung Fu Rue, ma poi vanno in giro per il mondo per diventare piu' forti per affrontare l'assassino del loro padre. Una volta saputo del torneo indetto da Geese non ci pensano due volte a tornare a Southtown per fargliela pagare a Geese. Ovviamente Lily finirà per incrociare la strada di uno dei due fratelli Bogard ed innamorarsi di lui (visto che è tipo 100 volte piu' gentile ed affascinante di Geese). Scontato l'epilogo della vita di Lily: visto che ha causato (indirettamente è vero) la morte di Jeff, alla fine muore anch'ella per scontare il suo peccato e chiudere il cerchio. Sarebbe triste se non fosse che il personaggio di Lily non è il massimo della caratterizzazione, e risulta per lo piu' superfluo. Ad ogni modo alla fine Terry impara una super mossa segreta e riesce a sconfiggere Geese, che però non muore in questa versione animata (pessima idea).
Fine spoiler
Siamo di fronte ad un prodotto che riesce a peggiorare notevolmente la trama di base del videogame (che già non brilla per originalità), che aggiunge dettagli e personaggi inutili, ai limiti del ridicolo a volte.
Per il resto animazioni nella norma e disegni discreti, ma nulla di strepitoso, si vedrà di meglio nel film vero e proprio di "Fatal Fury" un paio di anni dopo.
Difficile dare un voto, da fan di "Fatal Fury" mi sembra uno special fin troppo poco curato a livello di storia, guardandolo come anime separato da "Fatal Fury" rasenta a malapena la sufficienza.
Se non altro è migliore dell'OAV dedicato ad "Art of Fighting".
Attenzione: presenza di spoiler
Cerchiamo di capire cosa sia andato storto: innanzi tutto bisogna dire che la storia dietro al primo "Fatal Fury" non è nulla di profondo o trascendentale, è una tipica storia di arti marziali e vendetta (per la morte di un padre): i protagonisti Andy e Terry Bogard cercano infatti vendetta nei confronti Geese Howard, boss di Southtown e colui che uccise il loro padre davanti ai loro occhi. Geese organizza un torneo di arti marziali con "ricchi premi e cotillons", ed i 2 fratelli ormai adulti vedono in ciò una buona opportunità per fargliela pagare, visto che anche lui parteciperà al torneo. Purtroppo per i due fratelli Geese Howard è forte come un boss finale, anzi è proprio il boss finale (molto piu' forte di M. Bison di "Street Fighter 2" ). Ai fratelli Bogard si aggiunge anche Joe Higashi, campione giapponese di muay thai, in cerca di avversari al suo livello.
Lungo la strada per arrivare a Geese i nostri eroi dovranno affrontare diversi combattenti, alcuni alle dirette dipendenze del boss di Southtown, chiaramente forti quasi quanto il loro boss. La storia del videogame prosegue chiaramente con i fratelli Bogard che riescono ad abbattere l'odiato personaggio, facendolo pure precipitare dal suo palazzo verso la sua morte (morte che chiaramente non sarà esattamente definitiva).
L'anime piu' o meno ripercorre la storia base, aggiungendo qualche dettaglio e personaggi piu' o meno inutili, come il personaggio di Lily, ma andiamo con ordine: all'inizio vediamo il padre dei fratelli Bogard venire eliminato da Geese Howard con un barbatrucco ignobile. Jeff Bogard viene infatti bloccato da un banda di bambini al soldo di Geese, che lo bloccano mentre Geese lo colpisce. Tra i bambini chiaramente anche la già citata Lily. La bambina chiaramente rimarrà con Geese (e diverrà pure la sua amante, si spera non già così piccola). Morto loro padre, per un po' i fratelli Bogard rimangono con il maestro Tung Fu Rue, ma poi vanno in giro per il mondo per diventare piu' forti per affrontare l'assassino del loro padre. Una volta saputo del torneo indetto da Geese non ci pensano due volte a tornare a Southtown per fargliela pagare a Geese. Ovviamente Lily finirà per incrociare la strada di uno dei due fratelli Bogard ed innamorarsi di lui (visto che è tipo 100 volte piu' gentile ed affascinante di Geese). Scontato l'epilogo della vita di Lily: visto che ha causato (indirettamente è vero) la morte di Jeff, alla fine muore anch'ella per scontare il suo peccato e chiudere il cerchio. Sarebbe triste se non fosse che il personaggio di Lily non è il massimo della caratterizzazione, e risulta per lo piu' superfluo. Ad ogni modo alla fine Terry impara una super mossa segreta e riesce a sconfiggere Geese, che però non muore in questa versione animata (pessima idea).
Fine spoiler
Siamo di fronte ad un prodotto che riesce a peggiorare notevolmente la trama di base del videogame (che già non brilla per originalità), che aggiunge dettagli e personaggi inutili, ai limiti del ridicolo a volte.
Per il resto animazioni nella norma e disegni discreti, ma nulla di strepitoso, si vedrà di meglio nel film vero e proprio di "Fatal Fury" un paio di anni dopo.
Difficile dare un voto, da fan di "Fatal Fury" mi sembra uno special fin troppo poco curato a livello di storia, guardandolo come anime separato da "Fatal Fury" rasenta a malapena la sufficienza.
Se non altro è migliore dell'OAV dedicato ad "Art of Fighting".
Questo special effettivamente assomiglia molto come struttura a certi B-movie di arti marziali che Italia 1 trasmetteva. Che tempi. Vabbé, in fondo comunque è godibile, anche se effettivamente curiosamente a "soffrire" è proprio il comparto dei combattimenti. Qualcosa di più avvincente, gli autori potevano mettercelo. Terry fa decisamente la parte del leone lasciando non tanto spazio al fratello Andy (perché quella chioma azzurrina!?) e a Joe, che comunque ha un po' di spazio in più. I due comunque formano un bel tandem ed è un peccato non averli visti di più insieme. Il cattivone è il tipico boss locale senza scrupoli che spadroneggia e che si fa proteggere dai suoi galoppini.
"Fatal Fury" è decisamente per appassionati del genere.
"Fatal Fury" è decisamente per appassionati del genere.
Fatal Fury è il titolo di una nota serie videoludica appartenente al genere "picchiaduro", si tratta di un'opera molto datata che vide la sua prima apparizione nel 1991 su piattaforma Neo Geo, ma qui parliamo (ovviamente) della sua trasposizione animata.
Non si tratta di un caso isolato, molti altri titoli videoludici di combattimento sono stati convertiti in anime, sfortunatamente quasi tutti con cattivi risultati.
Nel caso in questione vennero creati due OAV e un film animato, "La leggenda del lupo famelico" è il primo di essi e risale al 1992.
Graficamente appare piuttosto datato ma tutt'altro che sgradevole, le animazioni stentano a raggiungere la sufficienza. Parlando invece del doppiaggio italiano ho riscontrato delle voci generalmente poco appropriate che aggiungono un che di "artificioso" al parlato di molti personaggi, ma non finisce qui.
La trama vede due giovani fratelli, Andy e Terry Bogart, assistere all'omicidio del padre. Cresceranno con l'obiettivo di divenire sempre più forti per potere vendicare la morte del genitore avvenuta per mano di un ex allievo del loro maestro d'arti marziali.
E' uno sviluppo classico e inflazionato dei film d'azione di quei tempi ma, in questo caso più che mai, si rivela un concentrato di banalità male assemblate e mal dipanate, del resto il tutto dura poco più di 45 minuti. Ma quel che è peggio, per un appassionato del genere, è dovere fare i conti con dei combattimenti brevi, scialbi e a tratti persino ridicoli.
La soundtrack "in compenso" è quasi inesistente.
"La leggenda del lupo famelico" è un prodotto quindi che potrebbe risultare gradevole unicamente ai super appassionati di quest'opera, personalmente non mi sono mai legato troppo alla serie, erano altri i miei giochi preferiti ma, immedesimandomi nei fans, credo che avrei preferito vedere realizzata una storia e dei combattimenti di tutt'altro spessore.
Non si tratta di un caso isolato, molti altri titoli videoludici di combattimento sono stati convertiti in anime, sfortunatamente quasi tutti con cattivi risultati.
Nel caso in questione vennero creati due OAV e un film animato, "La leggenda del lupo famelico" è il primo di essi e risale al 1992.
Graficamente appare piuttosto datato ma tutt'altro che sgradevole, le animazioni stentano a raggiungere la sufficienza. Parlando invece del doppiaggio italiano ho riscontrato delle voci generalmente poco appropriate che aggiungono un che di "artificioso" al parlato di molti personaggi, ma non finisce qui.
La trama vede due giovani fratelli, Andy e Terry Bogart, assistere all'omicidio del padre. Cresceranno con l'obiettivo di divenire sempre più forti per potere vendicare la morte del genitore avvenuta per mano di un ex allievo del loro maestro d'arti marziali.
E' uno sviluppo classico e inflazionato dei film d'azione di quei tempi ma, in questo caso più che mai, si rivela un concentrato di banalità male assemblate e mal dipanate, del resto il tutto dura poco più di 45 minuti. Ma quel che è peggio, per un appassionato del genere, è dovere fare i conti con dei combattimenti brevi, scialbi e a tratti persino ridicoli.
La soundtrack "in compenso" è quasi inesistente.
"La leggenda del lupo famelico" è un prodotto quindi che potrebbe risultare gradevole unicamente ai super appassionati di quest'opera, personalmente non mi sono mai legato troppo alla serie, erano altri i miei giochi preferiti ma, immedesimandomi nei fans, credo che avrei preferito vedere realizzata una storia e dei combattimenti di tutt'altro spessore.
Se si pensa alla trama e agli stereotipi del più classico dei film d’arti marziali/azione degli anni ’80, ecco che "Fatal Fury: La leggenda del lupo famelico" li contiene tutti.
Abbiamo un duo di fratelli yankee, Terry e Andy Bogard, addestrati alle arti marziali da un anziano maestro cinese, i quali si trovano a dover vendicare la morte del padre, il buon Jeff Bogard, avvenuta quando erano bambini per mano del boss della mafia Geese Howard.
Ad aiutarli nell’impresa, non soltanto Tung Fu Rue, il loro maestro, ma anche l’allegro kick-boxer Joe Higashi, fedele amico dei due fratelli.
Tratto dall’omonimo videogioco dei primi anni ’90,"Fatal Fury: La leggenda del lupo" famelico ne è un’ottima trasposizione. La storia, che si dipana nell’arco di circa 45 minuti, è fedelissima a quella originaria del gioco, molto semplice e piena di stereotipi, ma funziona a meraviglia.
Nonostante la brevità del film non permetta di sondare appieno le psicologie dei personaggi, né di realizzare combattimenti troppo elaborati o intensi (che pure dovrebbero essere il fulcro del lungometraggio), l’insieme funziona e riesce a convincere, anche perché si tratta della trasposizione di un gioco, Fatal Fury, che verteva quasi unicamente sui tre protagonisti. Questi sono stati degnamente resi in animazione, mantenendone le caratteristiche principali, sebbene non godano di una chissà quanto mostruosa caratterizzazione.
La trama, che fa il verso ai film d’azione degli anni ’80, ci mostra una città, South Town, in preda alla criminalità, dove è la legge del più forte a farla da padrone. Un’ambientazione certo non originalissima, ma che si dimostra un perfetto scenario per inscenarvi una storia d’azione e arti marziali, di vendette, amori, lotte e amicizie.
Seguiremo la vicenda dal punto di vista di Terry, il nostro biondissimo protagonista con i suoi inconfondibili gilet e berretto rossi. Terry è sì il classico protagonista retto e di saldi principi, ma è anche lo stereotipo dell’americano biondissimo, cool e un po’ sciupafemmine (tutto il contrario, ad esempio, dei protagonisti dei picchiaduro della rivale Capcom). Difatti una parte piuttosto cospicua e importante della vicenda sarà dedicata a una sottotrama amorosa che coinvolgerà lui e la protagonista femminile del film, la bella Lily, che non è presente nei videogiochi ma è invece un personaggio fondamentale dei tre lungometraggi tratti dalla saga.
Tutto sommato, il protagonista Terry è stato reso in maniera approfondita e affascinante, nonostante il poco tempo a disposizione, e riesce a fare appassionare lo spettatore alla sua lotta contro il male.
Uguale cura è stata spesa per caratterizzare il saggio maestro Tung Fu Rue e il perfido Geese, che si dimostra un boss veramente temibile e un personaggio perfettamente riuscito nella sua malvagità, e anche il buon kickboxer Joe è stato reso in maniera simpatica.
Più sacrificato è invece Andy, messo parecchio in ombra dal fratello e dotato inspiegabilmente di una chioma azzurra quando invece nei giochi e nei film successivi è biondo. Sono stati dotati soltanto di una comparsata insignificante di pochi minuti pure gli altri personaggi secondari dei giochi, che però non erano stati caratterizzati granché anche nel gioco originale. In esso venivano appunto surclassati dal carisma dei tre protagonisti, che erano anche gli unici selezionabili dal giocatore, quindi non si poteva pretendere che avessero chissà quale grande ruolo nel lungometraggio.
Tutto sommato, "Fatal Fury: La leggenda del lupo famelico" si rivela un film scorrevole e gradevole da vedere, con una trama molto classica ma piacevole e dei buoni personaggi.
La resa grafica, contando molte altre produzioni sue coetanee, è ancora oggi ottima e i disegni sono molto gradevoli e ben realizzati.
Un ulteriore plauso va all’edizione italiana, curata dalla Yamato Video nel corso degli anni ’90, ma purtroppo, come gli altri due film che compongono la saga, uscita soltanto in videocassetta e perciò abbastanza difficile da reperire al giorno d’oggi.
Vi è un cast composto da alcuni fra i migliori doppiatori milanesi sulla piazza. Abbiamo un azzeccatissimo, sensuale e determinato Patrizio Prata a interpretare Terry, uno scanzonato Gabriele Calindri a dar la voce a Joe, e un flemmatico Claudio Moneta che interpreta Andy. La parte del leone, però, è svolta senza dubbio da un sempre grandissimo Antonio Paiola, che riesce a donare saggezza e forza al vecchio maestro Tung Fu Rue, e da un sensazionale Orlando Mezzabotta, che mette al servizio del perfido Geese la sua voce capace di farsi veramente malvagia e inquietante. Lo spettatore, memore delle sue ottime prove in Saint Seiya, si esalta non poco a sentire le malvagie risate del boss mafioso dai capelli biondi.
In conclusione, si tratta di un adattamento da picchiaduro come ce ne sono tanti, ma che svolge egregiamente il suo lavoro pur senza eccellere troppo in complessità e rimanendo anzi sempre piuttosto semplice e poco dettagliato, a causa anche della brevità.
Dubito che possa interessare qualche nuova leva, ma per chi è cresciuto negli anni ‘90 a pane, shounen anime, sale giochi e juke-box che mandavano musica dance, "Fatal Fury: La leggenda del lupo famelico" è un must che riserverà non poche emozioni.
Abbiamo un duo di fratelli yankee, Terry e Andy Bogard, addestrati alle arti marziali da un anziano maestro cinese, i quali si trovano a dover vendicare la morte del padre, il buon Jeff Bogard, avvenuta quando erano bambini per mano del boss della mafia Geese Howard.
Ad aiutarli nell’impresa, non soltanto Tung Fu Rue, il loro maestro, ma anche l’allegro kick-boxer Joe Higashi, fedele amico dei due fratelli.
Tratto dall’omonimo videogioco dei primi anni ’90,"Fatal Fury: La leggenda del lupo" famelico ne è un’ottima trasposizione. La storia, che si dipana nell’arco di circa 45 minuti, è fedelissima a quella originaria del gioco, molto semplice e piena di stereotipi, ma funziona a meraviglia.
Nonostante la brevità del film non permetta di sondare appieno le psicologie dei personaggi, né di realizzare combattimenti troppo elaborati o intensi (che pure dovrebbero essere il fulcro del lungometraggio), l’insieme funziona e riesce a convincere, anche perché si tratta della trasposizione di un gioco, Fatal Fury, che verteva quasi unicamente sui tre protagonisti. Questi sono stati degnamente resi in animazione, mantenendone le caratteristiche principali, sebbene non godano di una chissà quanto mostruosa caratterizzazione.
La trama, che fa il verso ai film d’azione degli anni ’80, ci mostra una città, South Town, in preda alla criminalità, dove è la legge del più forte a farla da padrone. Un’ambientazione certo non originalissima, ma che si dimostra un perfetto scenario per inscenarvi una storia d’azione e arti marziali, di vendette, amori, lotte e amicizie.
Seguiremo la vicenda dal punto di vista di Terry, il nostro biondissimo protagonista con i suoi inconfondibili gilet e berretto rossi. Terry è sì il classico protagonista retto e di saldi principi, ma è anche lo stereotipo dell’americano biondissimo, cool e un po’ sciupafemmine (tutto il contrario, ad esempio, dei protagonisti dei picchiaduro della rivale Capcom). Difatti una parte piuttosto cospicua e importante della vicenda sarà dedicata a una sottotrama amorosa che coinvolgerà lui e la protagonista femminile del film, la bella Lily, che non è presente nei videogiochi ma è invece un personaggio fondamentale dei tre lungometraggi tratti dalla saga.
Tutto sommato, il protagonista Terry è stato reso in maniera approfondita e affascinante, nonostante il poco tempo a disposizione, e riesce a fare appassionare lo spettatore alla sua lotta contro il male.
Uguale cura è stata spesa per caratterizzare il saggio maestro Tung Fu Rue e il perfido Geese, che si dimostra un boss veramente temibile e un personaggio perfettamente riuscito nella sua malvagità, e anche il buon kickboxer Joe è stato reso in maniera simpatica.
Più sacrificato è invece Andy, messo parecchio in ombra dal fratello e dotato inspiegabilmente di una chioma azzurra quando invece nei giochi e nei film successivi è biondo. Sono stati dotati soltanto di una comparsata insignificante di pochi minuti pure gli altri personaggi secondari dei giochi, che però non erano stati caratterizzati granché anche nel gioco originale. In esso venivano appunto surclassati dal carisma dei tre protagonisti, che erano anche gli unici selezionabili dal giocatore, quindi non si poteva pretendere che avessero chissà quale grande ruolo nel lungometraggio.
Tutto sommato, "Fatal Fury: La leggenda del lupo famelico" si rivela un film scorrevole e gradevole da vedere, con una trama molto classica ma piacevole e dei buoni personaggi.
La resa grafica, contando molte altre produzioni sue coetanee, è ancora oggi ottima e i disegni sono molto gradevoli e ben realizzati.
Un ulteriore plauso va all’edizione italiana, curata dalla Yamato Video nel corso degli anni ’90, ma purtroppo, come gli altri due film che compongono la saga, uscita soltanto in videocassetta e perciò abbastanza difficile da reperire al giorno d’oggi.
Vi è un cast composto da alcuni fra i migliori doppiatori milanesi sulla piazza. Abbiamo un azzeccatissimo, sensuale e determinato Patrizio Prata a interpretare Terry, uno scanzonato Gabriele Calindri a dar la voce a Joe, e un flemmatico Claudio Moneta che interpreta Andy. La parte del leone, però, è svolta senza dubbio da un sempre grandissimo Antonio Paiola, che riesce a donare saggezza e forza al vecchio maestro Tung Fu Rue, e da un sensazionale Orlando Mezzabotta, che mette al servizio del perfido Geese la sua voce capace di farsi veramente malvagia e inquietante. Lo spettatore, memore delle sue ottime prove in Saint Seiya, si esalta non poco a sentire le malvagie risate del boss mafioso dai capelli biondi.
In conclusione, si tratta di un adattamento da picchiaduro come ce ne sono tanti, ma che svolge egregiamente il suo lavoro pur senza eccellere troppo in complessità e rimanendo anzi sempre piuttosto semplice e poco dettagliato, a causa anche della brevità.
Dubito che possa interessare qualche nuova leva, ma per chi è cresciuto negli anni ‘90 a pane, shounen anime, sale giochi e juke-box che mandavano musica dance, "Fatal Fury: La leggenda del lupo famelico" è un must che riserverà non poche emozioni.
Quest'anime è la trasposizione animata della trama del videogame omonimo. Terry e Andy, i protagonisti, assistono all'omicidio di loro padre, Jeff Bogard, da parte di Geese Howard, criminale senza scrupoli molto influente nella città di South Town. Gli anni passano, Terry e Andy, allontanatisi dalla città, vi tornano dopo un lungo addestramento nelle arti marziali e decidono di partecipare al King of Fighters, torneo di lotta organizzato dallo stesso Geese.
Nel mentre i due fratelli faranno anche la conoscenza di Joe Higashi, abile thai boxer che aiuterà nella ricerca di vendetta i due fratelli. Inutile dire che il finale è scontato.
Questo special tv fu creato da SNK per spingere le vendite del videogame omonimo. L'anime si distingue per buone animazioni e interessanti duelli di arti marziali, conditi da mosse speciali come pugni ripieni di energia e simili. Buono l'accompagnamento musicale e buono anche il doppiaggio (il lungometraggio come i due seguiti è curato da Yamato Video per l'edizione italiana).
Fatal Fury risulta un buon prodotto, tutto sommato, se avete voglia di vedere fare a cazzotti i vostri personaggi preferiti del videogame. Anche se i due seguiti "La sfida di Wolfgang Krauser" e "The motion picture" sono certamente superiori sia come trama sia nei restanti elementi. Lo special vale la visione, comunque, sempre se riuscite a recuperarlo in VHS, dato che da noi non è stato editato in DVD. Chissà, magari in futuro.
Nel mentre i due fratelli faranno anche la conoscenza di Joe Higashi, abile thai boxer che aiuterà nella ricerca di vendetta i due fratelli. Inutile dire che il finale è scontato.
Questo special tv fu creato da SNK per spingere le vendite del videogame omonimo. L'anime si distingue per buone animazioni e interessanti duelli di arti marziali, conditi da mosse speciali come pugni ripieni di energia e simili. Buono l'accompagnamento musicale e buono anche il doppiaggio (il lungometraggio come i due seguiti è curato da Yamato Video per l'edizione italiana).
Fatal Fury risulta un buon prodotto, tutto sommato, se avete voglia di vedere fare a cazzotti i vostri personaggi preferiti del videogame. Anche se i due seguiti "La sfida di Wolfgang Krauser" e "The motion picture" sono certamente superiori sia come trama sia nei restanti elementi. Lo special vale la visione, comunque, sempre se riuscite a recuperarlo in VHS, dato che da noi non è stato editato in DVD. Chissà, magari in futuro.