Lamù - Urusei Yatsura
Non saprei neanche da dove cominciare a descrivere questo anime. Anzi, non saprei neanche se definirlo anime o "trattato sull'amore", "trattato sulla società", "trattato sulle donne" o "trattato della vita".
Dal primo all'ultimo episodio è una bomba ad orologeria, impregnata di umorismo, equivoci, gag esplosive, catastrofi al limite dell'impossibile, ai quali si alternano anche episodi seri, drammatici e tragici. Ecco perché le seguenti definizioni. È un caso complesso, vasto, profondo, enorme, colossale, imponente e potentissimo nella sua leggerezza, ilarità e comicità. Ogni episodio rappresenta un caso di vita, una scena di vita o più casi e scene di vita quotidiana alle quali sono legate una o più lezioni, alcune delle quali vengono anticipate dai protagonisti stessi. I personaggi sono tutto fuorché piatti, monotoni, scontati, e sono decisamente imprevedibili, assurdi, pazzeschi, rocamboleschi, pazzi, matti e si rendono protagonisti delle (dis)avventure più assurde, incredibili, straordinarie, magnifiche e meravigliose di sempre.
Questo anime parla di tutto; ci obbliga a fermarci a riflettere, vista anche la dinamica rapida degli eventi che precipitano: questi fanno furore e ci fanno andare letteralmente in un altro mondo (proprio come quello dal quale provengono la protagonista e le sue amiche), o per meglio dire, "il mondo tra i mondi". Nella sua semplicità, però, questo anime fa riflettere parecchio e ci impone di metterci a confronto con il "nostro mondo interiore", il quale, forse, è lo specchio dell'Universo o del Multiverso ipotetico nel quale viviamo. Questo anime magari rappresenta anche una delle risposte meglio riuscite alle domande primitive che ci poniamo sin da quando veniamo al mondo o che sorgono in noi quando sentiamo gli altri parlare: "Siamo soli nell'Universo? Da dove veniamo? Chi siamo?" Lamù in un certo senso ci dà delle risposte ipotetiche, il resto è lasciato all'immaginazione, all'intuito, alla deduzione dello spettatore.
Un altro punto di forza di "Lamù" è quello di avere sdoganato alcuni temi che fino ad un certo periodo erano considerati tabù in tanti Paesi e soprattutto in certi ambienti e per certe categorie, e fare in modo di spiegare certi concetti anche alle fasce non adatte, cercando un compromesso e introducendo elementi innocenti al fine di moderare tali spiegazioni e però fare in modo che anche i telespettatori più giovani cominciassero a mettere in discussione i propri punti di vista, le proprie credenze, le proprie opinioni; ma soprattutto quelli degli adulti e di tutte le categorie, cercando quindi di instillare un pensiero, un comportamento, un atteggiamento più pragmatico e più pluralista. Questo è il "potere elettroshock" di Lamù, che ci mette a confronto con la nostra coscienza, consapevolezza, autopercezione, autocoscienza, autoconsapevolezza, giudizio, buon senso, insieme ai nostri difetti, vizi e come superarli, guardando in un ipotetico passato e vedere chi eravamo, chi fummo, chi siamo stati (studiare il passato per capire il presente e costruire un futuro migliore), facendo in un certo senso da terapia.
La colonna sonora è variegata, in simbiosi con le diverse situazioni che si vengono a porre. Proverbiali anche i rimandi ad autori e testi della letteratura colti e quasi sconosciuti, così come quelli conosciuti e famosi, oltre che ad altri anime e manga, vere e proprie pietre miliari che vanno a fare sottofondo e contorno all'atmosfera di alcuni episodi particolari, creando un mosaico di generi letterari all'interno della vicenda stessa.
Un capolavoro di quotidianità e mistero intrecciati e fusi insieme in perfetto equilibrio di intrecci e incastri. Perfetto, magistrale.
Dal primo all'ultimo episodio è una bomba ad orologeria, impregnata di umorismo, equivoci, gag esplosive, catastrofi al limite dell'impossibile, ai quali si alternano anche episodi seri, drammatici e tragici. Ecco perché le seguenti definizioni. È un caso complesso, vasto, profondo, enorme, colossale, imponente e potentissimo nella sua leggerezza, ilarità e comicità. Ogni episodio rappresenta un caso di vita, una scena di vita o più casi e scene di vita quotidiana alle quali sono legate una o più lezioni, alcune delle quali vengono anticipate dai protagonisti stessi. I personaggi sono tutto fuorché piatti, monotoni, scontati, e sono decisamente imprevedibili, assurdi, pazzeschi, rocamboleschi, pazzi, matti e si rendono protagonisti delle (dis)avventure più assurde, incredibili, straordinarie, magnifiche e meravigliose di sempre.
Questo anime parla di tutto; ci obbliga a fermarci a riflettere, vista anche la dinamica rapida degli eventi che precipitano: questi fanno furore e ci fanno andare letteralmente in un altro mondo (proprio come quello dal quale provengono la protagonista e le sue amiche), o per meglio dire, "il mondo tra i mondi". Nella sua semplicità, però, questo anime fa riflettere parecchio e ci impone di metterci a confronto con il "nostro mondo interiore", il quale, forse, è lo specchio dell'Universo o del Multiverso ipotetico nel quale viviamo. Questo anime magari rappresenta anche una delle risposte meglio riuscite alle domande primitive che ci poniamo sin da quando veniamo al mondo o che sorgono in noi quando sentiamo gli altri parlare: "Siamo soli nell'Universo? Da dove veniamo? Chi siamo?" Lamù in un certo senso ci dà delle risposte ipotetiche, il resto è lasciato all'immaginazione, all'intuito, alla deduzione dello spettatore.
Un altro punto di forza di "Lamù" è quello di avere sdoganato alcuni temi che fino ad un certo periodo erano considerati tabù in tanti Paesi e soprattutto in certi ambienti e per certe categorie, e fare in modo di spiegare certi concetti anche alle fasce non adatte, cercando un compromesso e introducendo elementi innocenti al fine di moderare tali spiegazioni e però fare in modo che anche i telespettatori più giovani cominciassero a mettere in discussione i propri punti di vista, le proprie credenze, le proprie opinioni; ma soprattutto quelli degli adulti e di tutte le categorie, cercando quindi di instillare un pensiero, un comportamento, un atteggiamento più pragmatico e più pluralista. Questo è il "potere elettroshock" di Lamù, che ci mette a confronto con la nostra coscienza, consapevolezza, autopercezione, autocoscienza, autoconsapevolezza, giudizio, buon senso, insieme ai nostri difetti, vizi e come superarli, guardando in un ipotetico passato e vedere chi eravamo, chi fummo, chi siamo stati (studiare il passato per capire il presente e costruire un futuro migliore), facendo in un certo senso da terapia.
La colonna sonora è variegata, in simbiosi con le diverse situazioni che si vengono a porre. Proverbiali anche i rimandi ad autori e testi della letteratura colti e quasi sconosciuti, così come quelli conosciuti e famosi, oltre che ad altri anime e manga, vere e proprie pietre miliari che vanno a fare sottofondo e contorno all'atmosfera di alcuni episodi particolari, creando un mosaico di generi letterari all'interno della vicenda stessa.
Un capolavoro di quotidianità e mistero intrecciati e fusi insieme in perfetto equilibrio di intrecci e incastri. Perfetto, magistrale.
Vidi "Lamù" da piccola su quella che un tempo era 7gold. All'epoca mi faceva molto ridere e mi divertiva vedere tutti quei personaggi fare "casino" in ogni situazione.
La storia la conoscono tutti, ciò che più mi ha colpita è come siano ben delineati i caratteri di ogni personaggio.
All'inizio la storia è parecchio comica, grottesca e molto demenziale, ma, come ha già scritto qualcun altro sopra, mano a mano che la storia prosegue, ecco snocciolarsi anche episodi dove il romance e i sentimenti delicati la fanno da padrone, piccole gocce nell'oceano rispetto a tutti gli episodi dove per un motivo o per l'altro Ataru e Lamù si fanno i dispetti, lui perché allupato, lei perché gelosa...
Le OST sono una colonna portante e seguono benissimo l'andamento di ogni episodio.
L'unica nota stonata penso siano i troppi episodi, molti dei quali ripetitivi: si era arrivati a una buona maturazione dei vari personaggi, che poi in qualche modo "retrocede" allo stadio primario, e questo è fastidioso, perché non mi puoi fare episodi dove Ataru capisce e dimostra di amare Lamù e due episodi dopo corre dietro di nuovo a tizie a caso come se si fosse dimenticato tutto.
Sì, insomma, a parte questo (cosa che avviene con la terza parte dell'anime perlopiù), c'è da dire che, se si vuole ridere con un anime scolastico ecchi e demenziale, con "Urusei Yatsura" si va sul sicuro!
Gli episodi che ho preferito in assoluto sono stati: "Da quanto te ne andasti", "Il compleanno di Ataru", "L'amnesia di Lamù".
La storia la conoscono tutti, ciò che più mi ha colpita è come siano ben delineati i caratteri di ogni personaggio.
All'inizio la storia è parecchio comica, grottesca e molto demenziale, ma, come ha già scritto qualcun altro sopra, mano a mano che la storia prosegue, ecco snocciolarsi anche episodi dove il romance e i sentimenti delicati la fanno da padrone, piccole gocce nell'oceano rispetto a tutti gli episodi dove per un motivo o per l'altro Ataru e Lamù si fanno i dispetti, lui perché allupato, lei perché gelosa...
Le OST sono una colonna portante e seguono benissimo l'andamento di ogni episodio.
L'unica nota stonata penso siano i troppi episodi, molti dei quali ripetitivi: si era arrivati a una buona maturazione dei vari personaggi, che poi in qualche modo "retrocede" allo stadio primario, e questo è fastidioso, perché non mi puoi fare episodi dove Ataru capisce e dimostra di amare Lamù e due episodi dopo corre dietro di nuovo a tizie a caso come se si fosse dimenticato tutto.
Sì, insomma, a parte questo (cosa che avviene con la terza parte dell'anime perlopiù), c'è da dire che, se si vuole ridere con un anime scolastico ecchi e demenziale, con "Urusei Yatsura" si va sul sicuro!
Gli episodi che ho preferito in assoluto sono stati: "Da quanto te ne andasti", "Il compleanno di Ataru", "L'amnesia di Lamù".
Se siete qui a leggere questa recensione e non avete mai visto "Lamù", significa che probabilmente siete molto giovani; la domanda che potreste porvi è: "Vale la mena vedere un anime così vecchio e così lungo?" La risposta, come si evince dal mio nome utente, è "Assolutamente sì". Siamo di fronte al patriarca della commedia scolastica, del genere harem e della commedia demenziale giapponese contemporaneamente. "Lamù" contiene una massiccia dose di umorismo tragicomico, ma il punto forte della serie è una vena demenziale che salterà fuori ad ogni puntata nel modo più inaspettato ed esagerato possibile, la risata sarà quindi inevitabile!
Il protagonista Ataru Moroboshi, studente dagli ormoni a mille, è colui su cui il destino beffardo si accanirà ogni volta, ribaltando anche i suoi più grossi successi in un colpo di sfortuna, oppure in una scossa elettrica provocata dalla sua gelosissima e autonominata fidanzata Lamù, una sexy aliena con sembianze tratte dalla mitologia giapponese. I personaggi sono tutti caratterizzati ad hoc per una commedia e interagiscono in questo mondo caotico e assurdo secondo i migliori tempi comici.
I disegni, ottimi per l'epoca, sono oggi da considerarsi semplici, ma ciò non è un grosso difetto, visto che lo stile cartoonesco ben si adatta al clima presente nell'anime. Se siete invece restii a iniziare per la lunghezza dell'anime, potete tranquillizzarvi, le puntate sono quasi tutte autoconclusive e possono essere viste con calma. In tal modo, l'inizio della visione non si trasformerà in un onere in grado di fagocitare tutto il vostro tempo libero.
Il protagonista Ataru Moroboshi, studente dagli ormoni a mille, è colui su cui il destino beffardo si accanirà ogni volta, ribaltando anche i suoi più grossi successi in un colpo di sfortuna, oppure in una scossa elettrica provocata dalla sua gelosissima e autonominata fidanzata Lamù, una sexy aliena con sembianze tratte dalla mitologia giapponese. I personaggi sono tutti caratterizzati ad hoc per una commedia e interagiscono in questo mondo caotico e assurdo secondo i migliori tempi comici.
I disegni, ottimi per l'epoca, sono oggi da considerarsi semplici, ma ciò non è un grosso difetto, visto che lo stile cartoonesco ben si adatta al clima presente nell'anime. Se siete invece restii a iniziare per la lunghezza dell'anime, potete tranquillizzarvi, le puntate sono quasi tutte autoconclusive e possono essere viste con calma. In tal modo, l'inizio della visione non si trasformerà in un onere in grado di fagocitare tutto il vostro tempo libero.
Tratta dal fumetto della mitica Rumiko Takahashi, la serie vede protagonista Ataru, un ragazzo alquanto pigro la cui principale passione è quella di fare il filo alle ragazze. La sua vita cambierà quando farà conoscenza con Lamù, un'aliena proveniente dalla stella Uru che s'innamorerà di lui.
La fauna di "Urusei Yatsura" è piuttosto variegata, e tra le figure più ricorrenti che affiancano i due ci sono: i genitori, che si chiedono cosa abbiano fatto di male per avere un figlio simile, Shinobu, dolce compagna di scuola (ma guai a farla arrabbiare), Megane, Chibi, Perma e Kakugari, estimatori della ragazza dai capelli verdi nonché invidiosi che rivolga tutte le sue attenzioni al loro compare, Ten, bambino alieno che si domanda come la cugina possa avere un debole per un individuo simile, Mendo, aristocratico snob sempre pronto a 'fare il figo', Sakura, sensuale sacerdotessa, suo zio, il monaco Sakurambo, e il professor Onsen.
L'opera è un concentrato di situazioni demenziali, surreali e assurde, in cui il nostro si troverà ahilui coinvolto. Dovrà anche fronteggiare la tremenda gelosia dell'avvenente ragazza oni disposta a fare pochi sconti.
Gli episodi prendono spunto soprattutto dalla fantascienza e dalle leggende giapponesi, da cui sono tratti diversi personaggi, ma non mancherà anche l'incursione in altri generi. In generale viene mantenuto un tono leggero e scanzonato, ma ogni tanto possiamo trovare alcune storie più seriose, come "Quella magnifica estate", "La maga della pioggia", "Buon compleanno" e altre, "Un lavoro affascinante" e "Le casalinghe", in cui l'estro del famoso Mamoru Oshi, regista di oltre metà serie, esce allo scoperto.
Dopo più trent'anni la serie non ha perso il suo smalto, rivelandosi ancora oggi fresca e divertente, con personaggi che lasciano il segno e ispiratori di più di un'opera successiva. La sua carica irriverente poi è uno dei segreti del successo.
In tempi recenti, forse per mancanza di nuove idee, abbiamo visto comparire opere ispirate al classico della Takahashi come "To-love Ru", "Sora no Otoshimono" e un'altra con una ragazza gatto di cui non ricordo il nome. Per quanto gradevoli, non possono competere con il loro progenitore. Di "Lamù" ce n'è una sola.
La fauna di "Urusei Yatsura" è piuttosto variegata, e tra le figure più ricorrenti che affiancano i due ci sono: i genitori, che si chiedono cosa abbiano fatto di male per avere un figlio simile, Shinobu, dolce compagna di scuola (ma guai a farla arrabbiare), Megane, Chibi, Perma e Kakugari, estimatori della ragazza dai capelli verdi nonché invidiosi che rivolga tutte le sue attenzioni al loro compare, Ten, bambino alieno che si domanda come la cugina possa avere un debole per un individuo simile, Mendo, aristocratico snob sempre pronto a 'fare il figo', Sakura, sensuale sacerdotessa, suo zio, il monaco Sakurambo, e il professor Onsen.
L'opera è un concentrato di situazioni demenziali, surreali e assurde, in cui il nostro si troverà ahilui coinvolto. Dovrà anche fronteggiare la tremenda gelosia dell'avvenente ragazza oni disposta a fare pochi sconti.
Gli episodi prendono spunto soprattutto dalla fantascienza e dalle leggende giapponesi, da cui sono tratti diversi personaggi, ma non mancherà anche l'incursione in altri generi. In generale viene mantenuto un tono leggero e scanzonato, ma ogni tanto possiamo trovare alcune storie più seriose, come "Quella magnifica estate", "La maga della pioggia", "Buon compleanno" e altre, "Un lavoro affascinante" e "Le casalinghe", in cui l'estro del famoso Mamoru Oshi, regista di oltre metà serie, esce allo scoperto.
Dopo più trent'anni la serie non ha perso il suo smalto, rivelandosi ancora oggi fresca e divertente, con personaggi che lasciano il segno e ispiratori di più di un'opera successiva. La sua carica irriverente poi è uno dei segreti del successo.
In tempi recenti, forse per mancanza di nuove idee, abbiamo visto comparire opere ispirate al classico della Takahashi come "To-love Ru", "Sora no Otoshimono" e un'altra con una ragazza gatto di cui non ricordo il nome. Per quanto gradevoli, non possono competere con il loro progenitore. Di "Lamù" ce n'è una sola.
Poiché io appartengo a una generazione molto diversa da quella che nel paese italiano vide in onda per le prime volte questa serie, ormai molto datata, il mio approccio ad essa non è stato per niente immediato, complice anche il fatto che è un'opera lunghissima. Eppure, dopo averla vista interamente, rimango sbalordito. Dove mai si è vista una serie anime così completa, e con un apporto espressivo così profondo? E francamente non ho mai visto, eccetto in un singolo altro caso isolato che però ben poco ha a che vedere con "Urusei Yatsura", una comicità così ben formulata, cinica e letteralmente senza freni, senza peli sulla lingua. Quello di "Lamù" è un mondo che per qualche motivo riesce ad essere assurdo e affascinante al tempo stesso.
Pur mostrandosi subito, alla prima apparenza, come una serie che in maniera molto pungente ma bonaria si prende gioco del Giappone e della sua cultura - ma anche con qualche incursione altrove, si veda ad esempio l'episodio "Kid, l'uomo volante" che fa dell'ironia sulla figura del supereroe americano, oppure "La rivolta dei personaggi" che contiene altre palesi citazioni dalla cultura occidentale - lo fa in modo tale che al tempo stesso si sta prendendo gioco dell'umanità in genere, rivelandosi una vera e propria celebrazione dell'assurdo. Le realtà di cui questa serie va a burlarsi sono soltanto a livello superficiale incentrate sul Giappone: nella loro essenza sono realtà che coinvolgono tutti noi. Pur delineando per la maggior parte figure ispirate al folclore e alla società giapponese, nel suo modus comunicandi può arrivare a chiunque, e di certo questo aspetto ha contribuito a rendere Lamù una vera e propria icona di cui parliamo ancora oggi. Il comparto personaggi è così vasto che vi si possono trovare personalità d'ogni tipo. Gli episodi spaziano enormemente: umorismo sull'amore, sui desideri sessuali, sullo sci-fi e gli alieni, sull'horror, sull'amicizia, sulla ricchezza e sulla povertà, sulla vendetta, sull'autorità, sul cibo, sulla religione e la spiritualità, sull'onore, sull'opportunismo e l'ipocrisia, sul narcisismo, sull'odio, umorismo sui rapporti e le strutture sociali in genere, sulla giovinezza e sulla vecchiaia, e via dicendo. Quando si osserva "Lamù" si ha davvero l'impressione di vedere un mondo completo. Non c'è da stupirsi che, specialmente al suo tempo, abbia avuto tanto successo. Forse anche troppo. E qui arriviamo a quella che potremmo considerare una nota dolente.
Non dico "troppo" perché un tale successo non lo meriti, ai miei occhi è il cartone animato più bello che abbia mai visto. Dico "troppo" perché quel successo ha portato l'autrice, Rumiko Takahashi, a riciclarne molto malamente la formula nei successivi "Ranma 1/2" e "Inuyasha", pieni di un umorismo già sfinito e dozzinale, e opportunamente inibito dalle rispettive storie d'amore, che stavolta rappresentano il centro di gravità delle rispettive storie con l'intento preponderante di farle seguire allo spettatore, emotivamente coinvolto. Ma cosa sono in fondo Ranma e suo padre Genma, per esempio, se non una rielaborazione di Ryunosuke e suo padre in "Urusei Yatsura"? Ryunosuke è una ragazza che per via dei suoi tratti, dei suoi modi e della sua forza nelle arti marziali viene scambiata da tutti per un maschio - al punto da essere iscritta al liceo Tomobiki indossando la divisa dei maschi; per cui dispiace dirlo, ma cavalcando l'onda del successo di "Urusei Yatsura", Takahashi ha riciclato, rimescolando un po' le carte, il tema dell'ambiguità sessuale. Nelle opere successive sopracitate, tanto simili a "Urusei Yatsura" nelle loro premesse e idee di partenza, non c'è più la stessa freschezza, la stessa energia, quella stessa comicità - perfida, ma non irriverente, quella stessa forza nelle idee e nei personaggi stessi. Mi è spontaneo osservare che "Urusei Yatsura" rappresenta un guizzo di genialità con cui Takahashi ha iniziato la sua carriera. Qualunque altro autore si sia ispirato a "Lamù" attingendone a piene mani con l'intento di fare qualcosa di simile, non è mai stato capace di raggiungerne gli stessi livelli.
Nulla di particolare da dire sul comparto tecnico, ad opera dello studio Pierrot e dello studio Deen, i disegni sono perfetti nel veicolare l'atmosfera giusta, così come le ottime musiche. Purtroppo qualche episodio risente di un pizzico di humor in meno rispetto ai corrispettivi capitoli del fumetto originale, ma si contano sulle dita di una mano a fronte di una serie di duecento episodi: è umano che ci possa essere qualche defiance. Pochissimi casi che non vanno per niente a inficiare la forza di questo limpido specchio del mondo, di questo immenso universo di comicità e di nonsense.
Pur mostrandosi subito, alla prima apparenza, come una serie che in maniera molto pungente ma bonaria si prende gioco del Giappone e della sua cultura - ma anche con qualche incursione altrove, si veda ad esempio l'episodio "Kid, l'uomo volante" che fa dell'ironia sulla figura del supereroe americano, oppure "La rivolta dei personaggi" che contiene altre palesi citazioni dalla cultura occidentale - lo fa in modo tale che al tempo stesso si sta prendendo gioco dell'umanità in genere, rivelandosi una vera e propria celebrazione dell'assurdo. Le realtà di cui questa serie va a burlarsi sono soltanto a livello superficiale incentrate sul Giappone: nella loro essenza sono realtà che coinvolgono tutti noi. Pur delineando per la maggior parte figure ispirate al folclore e alla società giapponese, nel suo modus comunicandi può arrivare a chiunque, e di certo questo aspetto ha contribuito a rendere Lamù una vera e propria icona di cui parliamo ancora oggi. Il comparto personaggi è così vasto che vi si possono trovare personalità d'ogni tipo. Gli episodi spaziano enormemente: umorismo sull'amore, sui desideri sessuali, sullo sci-fi e gli alieni, sull'horror, sull'amicizia, sulla ricchezza e sulla povertà, sulla vendetta, sull'autorità, sul cibo, sulla religione e la spiritualità, sull'onore, sull'opportunismo e l'ipocrisia, sul narcisismo, sull'odio, umorismo sui rapporti e le strutture sociali in genere, sulla giovinezza e sulla vecchiaia, e via dicendo. Quando si osserva "Lamù" si ha davvero l'impressione di vedere un mondo completo. Non c'è da stupirsi che, specialmente al suo tempo, abbia avuto tanto successo. Forse anche troppo. E qui arriviamo a quella che potremmo considerare una nota dolente.
Non dico "troppo" perché un tale successo non lo meriti, ai miei occhi è il cartone animato più bello che abbia mai visto. Dico "troppo" perché quel successo ha portato l'autrice, Rumiko Takahashi, a riciclarne molto malamente la formula nei successivi "Ranma 1/2" e "Inuyasha", pieni di un umorismo già sfinito e dozzinale, e opportunamente inibito dalle rispettive storie d'amore, che stavolta rappresentano il centro di gravità delle rispettive storie con l'intento preponderante di farle seguire allo spettatore, emotivamente coinvolto. Ma cosa sono in fondo Ranma e suo padre Genma, per esempio, se non una rielaborazione di Ryunosuke e suo padre in "Urusei Yatsura"? Ryunosuke è una ragazza che per via dei suoi tratti, dei suoi modi e della sua forza nelle arti marziali viene scambiata da tutti per un maschio - al punto da essere iscritta al liceo Tomobiki indossando la divisa dei maschi; per cui dispiace dirlo, ma cavalcando l'onda del successo di "Urusei Yatsura", Takahashi ha riciclato, rimescolando un po' le carte, il tema dell'ambiguità sessuale. Nelle opere successive sopracitate, tanto simili a "Urusei Yatsura" nelle loro premesse e idee di partenza, non c'è più la stessa freschezza, la stessa energia, quella stessa comicità - perfida, ma non irriverente, quella stessa forza nelle idee e nei personaggi stessi. Mi è spontaneo osservare che "Urusei Yatsura" rappresenta un guizzo di genialità con cui Takahashi ha iniziato la sua carriera. Qualunque altro autore si sia ispirato a "Lamù" attingendone a piene mani con l'intento di fare qualcosa di simile, non è mai stato capace di raggiungerne gli stessi livelli.
Nulla di particolare da dire sul comparto tecnico, ad opera dello studio Pierrot e dello studio Deen, i disegni sono perfetti nel veicolare l'atmosfera giusta, così come le ottime musiche. Purtroppo qualche episodio risente di un pizzico di humor in meno rispetto ai corrispettivi capitoli del fumetto originale, ma si contano sulle dita di una mano a fronte di una serie di duecento episodi: è umano che ci possa essere qualche defiance. Pochissimi casi che non vanno per niente a inficiare la forza di questo limpido specchio del mondo, di questo immenso universo di comicità e di nonsense.
Capolavoro dell'animazione giapponese e non, la inserisco tranquillamente nella top 10 delle serie TV nipponiche. Rivoluzionaria, ha rinnovato il panorama nipponico e non di poco, e per capire la sua influenza in altre opere basti a pensare a tutti i prodotti in cui appare un personaggio maniaco e indolente ai pareri altrui, o a tutte le commedie scolastiche che hanno saccheggiato le caratterizzazioni dei personaggi e il tipo di comicità di "Urusei Yatsura". Nell'universo di Ataru e Lamù, fantascienza, fantasy horror e tradizione giapponese convivono e danno vita a un'esplosione pop caotica e onirica arricchita dalle incredibili soluzioni registiche di Oshii, curatore della serie, che spazia nello sperimentalismo e nell'autorialità pura.
Eccomi a recensire uno degli anime che più ho amato: "Urusei Yatsura", altresì conosciuto come "Lamù".
"Lamù" nasce nel 1978 come manga di Rumiko Takahashi, composto da ben 34 volumetti ed edito da Shogakukan. Dopo pochi anni se ne realizzò una versione animata, che è quella che mi appresto a recensire. Si tratta di un'autrice straordinaria, che con la sua semplicità, le sue gag comiche, i suoi inimitabili disegni, ha incantato intere generazioni. Chi mai non ha sentito parlare di Lamù, La bella e divertente aliena Oni che con il suo immenso fascino travolgerà la vita del giovane Ataru Moroboshi? Beh, questo è un manga/anime molto famoso, quasi impossibile per gli appassionati del settore non conoscerlo, almeno solo di nome.
Ciò che fa di "Lamù" quello che ormai risulta essere, ovvero un simbolo dell'animazione giapponese, è lo stampo prettamente comico della serie, che però non smette di regalarci momenti intensi ed emozionanti degni solo di un valido anime sentimentale. Sì, questo mix tra demenziale e sentimentale compiuto dalla Takahashi è poi diventato molto usato nell'animazione e nella fumettistica giapponese e potrebbe sembrare inutile dire che, almeno tra le opere di mia conoscenza, di capolavori d'intrattenimento come "Lamù" ce ne sono ben pochi. Divertimento assicurato, dunque, con "Urusei Yatsura". Ma non è tutto, i personaggi, che sono tantissimi, risultano tutti molto ben caratterizzati e capaci, attraverso le loro vicissitudini, di entrare nel cuore dello spettatore; cosa che, a mio avviso, solo le grandi opere riescono a fare. Insomma, con 195 episodi a disposizione gli autori sono riusciti a focalizzarsi in modo preciso su tutti gli aspetti che compongono tale anime, riuscendo a farne venir fuori un capolavoro. Certo, la durata eccessiva potrebbe far preoccupare i più, ma sicuramente è una serie da vedere con grande legerezza, quindi non credo sarà poi un problema.
Come già detto da altri recensori, in Italia non abbiamo goduto di un buon doppiaggio, purtroppo. I doppiatori cambiano repentinamente e ad ogni nuova interpretazione si fa molta fatica ad abituarsi alla nuova voce.
Un trattamento non proprio di favore anche per il manga, che è stato editato dalla Star Comics in un'edizione sottiletta di 48 volumi. Spero al più presto in una ristampa che mi possa permettere di leggerlo, in quanto per ora ho visto solo la versione animata. Consiglio a tutti "Lamù", un'opera che potrebbe veramente farvi appassionare ed emozionare come non mai. Voto: 9, per quanto mi riguarda.
"Lamù" nasce nel 1978 come manga di Rumiko Takahashi, composto da ben 34 volumetti ed edito da Shogakukan. Dopo pochi anni se ne realizzò una versione animata, che è quella che mi appresto a recensire. Si tratta di un'autrice straordinaria, che con la sua semplicità, le sue gag comiche, i suoi inimitabili disegni, ha incantato intere generazioni. Chi mai non ha sentito parlare di Lamù, La bella e divertente aliena Oni che con il suo immenso fascino travolgerà la vita del giovane Ataru Moroboshi? Beh, questo è un manga/anime molto famoso, quasi impossibile per gli appassionati del settore non conoscerlo, almeno solo di nome.
Ciò che fa di "Lamù" quello che ormai risulta essere, ovvero un simbolo dell'animazione giapponese, è lo stampo prettamente comico della serie, che però non smette di regalarci momenti intensi ed emozionanti degni solo di un valido anime sentimentale. Sì, questo mix tra demenziale e sentimentale compiuto dalla Takahashi è poi diventato molto usato nell'animazione e nella fumettistica giapponese e potrebbe sembrare inutile dire che, almeno tra le opere di mia conoscenza, di capolavori d'intrattenimento come "Lamù" ce ne sono ben pochi. Divertimento assicurato, dunque, con "Urusei Yatsura". Ma non è tutto, i personaggi, che sono tantissimi, risultano tutti molto ben caratterizzati e capaci, attraverso le loro vicissitudini, di entrare nel cuore dello spettatore; cosa che, a mio avviso, solo le grandi opere riescono a fare. Insomma, con 195 episodi a disposizione gli autori sono riusciti a focalizzarsi in modo preciso su tutti gli aspetti che compongono tale anime, riuscendo a farne venir fuori un capolavoro. Certo, la durata eccessiva potrebbe far preoccupare i più, ma sicuramente è una serie da vedere con grande legerezza, quindi non credo sarà poi un problema.
Come già detto da altri recensori, in Italia non abbiamo goduto di un buon doppiaggio, purtroppo. I doppiatori cambiano repentinamente e ad ogni nuova interpretazione si fa molta fatica ad abituarsi alla nuova voce.
Un trattamento non proprio di favore anche per il manga, che è stato editato dalla Star Comics in un'edizione sottiletta di 48 volumi. Spero al più presto in una ristampa che mi possa permettere di leggerlo, in quanto per ora ho visto solo la versione animata. Consiglio a tutti "Lamù", un'opera che potrebbe veramente farvi appassionare ed emozionare come non mai. Voto: 9, per quanto mi riguarda.
"Lamù, la ragazza dello spazio", o meglio "Urusei Yatsura", è uno degli anime che più mi hanno colpito. Metto questo cartone insieme a "Gundam", "Macross", "Baldios", "Trigun" e pochi altri. Perché mi piace molto? Per varie cose: il divertimento (insuperabile in molte puntate: quando mi capita di riguardarne alcune mi ritrovo a dire tra me e me "che fesso Ataru!" e rido come un pazzo), la tensione emotiva e sentimentale tra i due protagonisti, i tipi di personaggi introdotti (penso che la complessità del personaggio di Ataru Moroboshi sia difficilmente riproducibile, ma anche Mendou no è male), e infine perché mi ha fatto spesso riflettere, cosa che mi accade di rado guardando un anime.
Invito chi non l'ha mai visto di guardarlo con una mente molto aperta: guardate alla storia e non alla grafica, all'animazione e al doppiaggio, perché è composto da troppe puntate per aver mantenuto alti standard di qualità in questi campi. Come penso sappiate questa è stata la prima opera di Rumiko Takahashi, iniziata con il manga pubblicato dal 1978 e proseguito con l'anime messo in onda dal 1981. Il manga della Takahashi era stato fatto per divertire e basta, e strutturato in episodi più o meno lunghi poco connessi gli uni agli altri. L'anime nasce con un target di ragazzi delle medie (da 12 a 15 anni in Giappone), e i primi episodi sono quasi fastidiosi tanto sono fanciulleschi (mal gliene incolga a chi ha voluto introdurre Ten, il cuginetto di Lamù, da subito). Il protagonista maschile, lo sfigato Ataru Moroboshi, sembra un Paperino costantemente allupato. Lamù, la ragazza aliena che si è innamorata di lui, non è molto differente da Shampoo di Ranma1/2, bella sì, ma estremamente infida e pericolosa. L'anime è poi cambiato sostanzialmente ad opera di Mamoru Oshii (il regista di Ghost in the Shell, tanto per capirci). E' proprio questo regista a creare una vera e propria storia d'amore tra la bella aliena Lamù e il playboy fallito Ataru Moroboshi. E' infatti Oshii che rende palese allo spettatore che il ragazzo si è in fondo innamorato della sua compagna extraterrestre dopo un lunghissimo corteggiamento da parte di lei. La caratterizzazione di Ataru diventa meno banale (diventa chiaro che il ragazzo vuole far finta di essere un cretino, ma che sotto sotto è, o potrebbe essere una persona ben diversa) e Lamù diventa una giovane donna che cerca di conciliare la sua tendenza a perdere la testa per Ataru con la voglia di costruire qualcosa di serio con lui. Nel far questo Oshii va al di là di quello che aveva progettato la Takahashi, regalando allo spettatore dei momenti con sentimenti molto forti. A me rimarrà per sempre impresso l'episodio (quasi totalmente costruito da Oshii) dove Lamù si dimentica del compleanno di Ataru, e il fesso pensa che lei si stia innamorando di un altro! Fino alla fine non è evidente come finirà la puntata. Il regista è molto attento a far "crescere" i personaggi, e cerca quasi di creare una continuity tra gli episodi. Oshii usa poi i personaggi della serie per imbastire trame originali allo scopo di fare critica sociale: si va dalla campagna contro il complesso di Lolita, al pacifismo più convinto (era il tempo del terrore per la guerra atomica), alla messa in discussione del ruolo del maschio a favore di una maggior considerazione del ruolo femminile nella società Giapponese.
Il resto della serie (il primo episodio è quello del viaggio di Lamù in diverse dimensioni) è stato diretto da Yamazaki. Il nuovo regista punta al divertimento, e, per far questo, decide di "congelare" i personaggi come li ha trovati, rinunciando a farli crescere ulteriormente. Per questo non sarà lui ad introdurre Inaba, il fidanzato dell'ex di Ataru, Shinobu, nè a far vedere il futuro che Ataru tenta di salvare (quello dove lui si sposa con Lamù), come invece previsto dalla Takahashi, che nel frattempo aveva fatto evolvere i suoi personaggi nel manga. Con Yamazaki, Ataru diventa un personaggio diabolico dotato di superpoteri realmente eccessivi, mentre viene relegato in secondo piano il suo sentimento per Lamù. La ragazza viene caratterizzata spesso quasi come una bambina, perdendo quella maturità che le aveva donato Oshii. Sotto la gestione Yamazaki, Lamù fulmina spessissimo Ataru rispetto alla gestione precedente, il che aumenta le risate, ma lascia un po' l'amaro in bocca a chi avevava sperato vedere la loro storia d'amore arrivare più in là di questo. Yamazaki introduce invece i personaggi della Takahashi che possono più far ridere, come le Spice Girls (no non quelle del Girl Power) o Asuka Mizunokoji, la "fidanzata" di Shuutaro Mendou. Inoltre questo regista infarcisce le puntate di personaggi di altri cartoni: mitico e' Ocuto, un compagno di classe di Ataru che è identico a Ken il guerriero. Il risultato è un po' deludente per gli ammiratori dell'opera di Oshii, ma molto apprezzabile per chi volesse rilassarsi e fare quattro risate. Purtroppo Yamazaki non si è limitato a questo, ma ha anche ha tentato di imitare il suo predecessore, riuscendo però male nel suo intento. Alcune puntate sono semplicemente incomprensibili, mal dirette o per niente divertenti. Ad esempio, Yamazaki riesce a rendere male la storia di quando Lamù pensa di diventare una mucca e Ataru la abbraccia piangendo e le dice che avrà cura di lei per sempre. Potenzialmente poteva venirci fuori una bella puntata romantica, ma Yamazaki ha avuto la bella pensata di metterci dentro una citazione forzata di Casablanca, rendendo il tutto un minestrone indigesto.
La storia non si esaurisce con questa serie, ma ha la sua fine nel quinto film, come da volere della Takahashi. La fine è aperta, lasciata alla fantasia dei fans. A tutt'oggi esistono alcuni giapponesi che continuano a disegnare delle storie successive a quella finale (cercando sul web potrete anche trovare Mayuka, la figlia di Ataru e Lamù).
Due note: dalla storia finale, ma anche da diverse puntate, è chiaro che quando Ataru dice che Lamù è una delle tante, dice una bugia grossolana. In realtà lui la ama, ma ha paura di molte cose (tra cui di maturare e di essere fulminato ogni volta che bacia la ragazza, non parliamo a farci all'amore) e nutre ancora un certo rancore verso di lei.
Non è ovvio perché Lamù ami Ataru in modo così masochistico come fa lei. Alcuni indizi sparsi qui e là (ad esempio la confidenza che fa a Shinobu nel secondo film) farebbero pensare che la ragazza aliena abbia visto la parte buona di Ataru, che lui tira fuori rarissimamente. Ad esempio, andatevi a vedere la fine della puntata in cui Ataru aiuta una ragazzina fantasma ad andare in cielo, e capirete come queste cose mandino Lamù letteralmente in visibilio per quello che lei chiama "tesoruccio" (Darling nella versione originale).
Invito chi non l'ha mai visto di guardarlo con una mente molto aperta: guardate alla storia e non alla grafica, all'animazione e al doppiaggio, perché è composto da troppe puntate per aver mantenuto alti standard di qualità in questi campi. Come penso sappiate questa è stata la prima opera di Rumiko Takahashi, iniziata con il manga pubblicato dal 1978 e proseguito con l'anime messo in onda dal 1981. Il manga della Takahashi era stato fatto per divertire e basta, e strutturato in episodi più o meno lunghi poco connessi gli uni agli altri. L'anime nasce con un target di ragazzi delle medie (da 12 a 15 anni in Giappone), e i primi episodi sono quasi fastidiosi tanto sono fanciulleschi (mal gliene incolga a chi ha voluto introdurre Ten, il cuginetto di Lamù, da subito). Il protagonista maschile, lo sfigato Ataru Moroboshi, sembra un Paperino costantemente allupato. Lamù, la ragazza aliena che si è innamorata di lui, non è molto differente da Shampoo di Ranma1/2, bella sì, ma estremamente infida e pericolosa. L'anime è poi cambiato sostanzialmente ad opera di Mamoru Oshii (il regista di Ghost in the Shell, tanto per capirci). E' proprio questo regista a creare una vera e propria storia d'amore tra la bella aliena Lamù e il playboy fallito Ataru Moroboshi. E' infatti Oshii che rende palese allo spettatore che il ragazzo si è in fondo innamorato della sua compagna extraterrestre dopo un lunghissimo corteggiamento da parte di lei. La caratterizzazione di Ataru diventa meno banale (diventa chiaro che il ragazzo vuole far finta di essere un cretino, ma che sotto sotto è, o potrebbe essere una persona ben diversa) e Lamù diventa una giovane donna che cerca di conciliare la sua tendenza a perdere la testa per Ataru con la voglia di costruire qualcosa di serio con lui. Nel far questo Oshii va al di là di quello che aveva progettato la Takahashi, regalando allo spettatore dei momenti con sentimenti molto forti. A me rimarrà per sempre impresso l'episodio (quasi totalmente costruito da Oshii) dove Lamù si dimentica del compleanno di Ataru, e il fesso pensa che lei si stia innamorando di un altro! Fino alla fine non è evidente come finirà la puntata. Il regista è molto attento a far "crescere" i personaggi, e cerca quasi di creare una continuity tra gli episodi. Oshii usa poi i personaggi della serie per imbastire trame originali allo scopo di fare critica sociale: si va dalla campagna contro il complesso di Lolita, al pacifismo più convinto (era il tempo del terrore per la guerra atomica), alla messa in discussione del ruolo del maschio a favore di una maggior considerazione del ruolo femminile nella società Giapponese.
Il resto della serie (il primo episodio è quello del viaggio di Lamù in diverse dimensioni) è stato diretto da Yamazaki. Il nuovo regista punta al divertimento, e, per far questo, decide di "congelare" i personaggi come li ha trovati, rinunciando a farli crescere ulteriormente. Per questo non sarà lui ad introdurre Inaba, il fidanzato dell'ex di Ataru, Shinobu, nè a far vedere il futuro che Ataru tenta di salvare (quello dove lui si sposa con Lamù), come invece previsto dalla Takahashi, che nel frattempo aveva fatto evolvere i suoi personaggi nel manga. Con Yamazaki, Ataru diventa un personaggio diabolico dotato di superpoteri realmente eccessivi, mentre viene relegato in secondo piano il suo sentimento per Lamù. La ragazza viene caratterizzata spesso quasi come una bambina, perdendo quella maturità che le aveva donato Oshii. Sotto la gestione Yamazaki, Lamù fulmina spessissimo Ataru rispetto alla gestione precedente, il che aumenta le risate, ma lascia un po' l'amaro in bocca a chi avevava sperato vedere la loro storia d'amore arrivare più in là di questo. Yamazaki introduce invece i personaggi della Takahashi che possono più far ridere, come le Spice Girls (no non quelle del Girl Power) o Asuka Mizunokoji, la "fidanzata" di Shuutaro Mendou. Inoltre questo regista infarcisce le puntate di personaggi di altri cartoni: mitico e' Ocuto, un compagno di classe di Ataru che è identico a Ken il guerriero. Il risultato è un po' deludente per gli ammiratori dell'opera di Oshii, ma molto apprezzabile per chi volesse rilassarsi e fare quattro risate. Purtroppo Yamazaki non si è limitato a questo, ma ha anche ha tentato di imitare il suo predecessore, riuscendo però male nel suo intento. Alcune puntate sono semplicemente incomprensibili, mal dirette o per niente divertenti. Ad esempio, Yamazaki riesce a rendere male la storia di quando Lamù pensa di diventare una mucca e Ataru la abbraccia piangendo e le dice che avrà cura di lei per sempre. Potenzialmente poteva venirci fuori una bella puntata romantica, ma Yamazaki ha avuto la bella pensata di metterci dentro una citazione forzata di Casablanca, rendendo il tutto un minestrone indigesto.
La storia non si esaurisce con questa serie, ma ha la sua fine nel quinto film, come da volere della Takahashi. La fine è aperta, lasciata alla fantasia dei fans. A tutt'oggi esistono alcuni giapponesi che continuano a disegnare delle storie successive a quella finale (cercando sul web potrete anche trovare Mayuka, la figlia di Ataru e Lamù).
Due note: dalla storia finale, ma anche da diverse puntate, è chiaro che quando Ataru dice che Lamù è una delle tante, dice una bugia grossolana. In realtà lui la ama, ma ha paura di molte cose (tra cui di maturare e di essere fulminato ogni volta che bacia la ragazza, non parliamo a farci all'amore) e nutre ancora un certo rancore verso di lei.
Non è ovvio perché Lamù ami Ataru in modo così masochistico come fa lei. Alcuni indizi sparsi qui e là (ad esempio la confidenza che fa a Shinobu nel secondo film) farebbero pensare che la ragazza aliena abbia visto la parte buona di Ataru, che lui tira fuori rarissimamente. Ad esempio, andatevi a vedere la fine della puntata in cui Ataru aiuta una ragazzina fantasma ad andare in cielo, e capirete come queste cose mandino Lamù letteralmente in visibilio per quello che lei chiama "tesoruccio" (Darling nella versione originale).
Sono molto legato a quest'anime, come si può vedere dall'avatar che mi sono scelto. La molla che mi spinse a vederlo fu - inutile nasconderlo - l'aspetto sexy di Lamù e la promessa (neanche troppo nascosta) di riuscire a vedere particolari anatomici che, all'epoca, erano trasmessi in tv soltanto all'interno di programmi che andavano in onda a notte fonda. Già dopo il primo episodio, però, nasce la voglia di vedere come si snoda la strana relazione tra Lamù e Ataru inserita in mezzo alle avventure quotidiane di un gruppo di ragazzi. Continuando la visione si rimane piacevolmente stupiti dalla varietà di situazioni proposte: la serie ha i canoni della commedia demenziale, ma ci sono episodi strutturati come un thriller e altri dove l'azione la fa da padrona, senza dimenticare alcune puntate che sono veri e propri film sentimentali.
Gli episodi sono, salvo rare eccezioni, indipendenti: una volta che si è fatta la conoscenza dei personaggi si possono guardare in qualsiasi ordine. Il fatto di non avere una storia vera e propria da seguire può essere considerato un limite, ma alla prima visione della serie alimenta l'effetto sorpresa: che cosa ci sarà di particolare nell'episodio che stiamo per vedere?
Nella serie sono inseriti tantissimi elementi della cultura e della mitologia giapponese che possono risultare di difficile comprensione. Quando ho visto l'anime per la prima volta (quasi trent'anni fa) ho "preso per buoni" quegli aspetti che non conoscevo; un paio d'anni fa mi sono rivisto la serie completa - avevo visto i primi 86 episodi, gli altri 109 erano per me inediti - e mi è venuta la voglia di documentarmi sulla cultura giapponese. Il lavoro fatto mi ha portato a comprendere tante cose che mi erano sfuggite e ad apprezzare al meglio l'anime.
I personaggi sono tantissimi, ognuno con le sue caratteristiche peculiari, ed è interessante vedere come cambiano nel corso della serie. Due esempi per tutti: Lamù e Shinobu. L'aliena all'inizio della serie ha un carattere violento, ma ben presto diventerà una ragazza dolce e un po' ingenua (tranne che verso Ataru, ma il ragazzo ci mette del suo per farsi detestare). Shinobu all'inizio dimostra odio puro nei confronti di Lamù - e non potrebbe essere diversamente, visto che le ha rubato il fidanzato; con il tempo però i rapporti tra le due migliorano fino a diventare grandi amiche.
La realizzazione tecnica è, per quanto riguarda la parte grafica, molto buona. La colonna sonora è valida: le musiche di sottofondo sono azzeccate e vedendo gli episodi si nota che riescono a valorizzare al meglio i singoli passaggi. Le sigle originali sono tantissime: lungo i 195 episodi si succedono 6 sigle iniziali e 9 finali, con brani orecchiabili e che restano impressi nella mente.
Il doppiaggio italiano, purtroppo, è uno dei punti deboli. Per i primi 86 episodi esso è di buon livello, a parte il cambio di doppiatore per alcuni personaggi importanti come Ataru e Shutaro. Pessima è invece la seconda tranche (dall'episodio 87 al 129): tutti i doppiatori cambiano, Megane diventa balbuziente e quasi inascoltabile, Sakurambo è odioso perché parla solo in rima. Le cose migliorano con la terza tranche (episodi da 130 a 195), con il recupero di alcuni doppiatori del primo adattamento (Rosalinda Galli per Lamù e Dante Biagioni per Sakurambo).
Serie lunghissima, che però copre solo due terzi del manga: da alcuni dei capitoli "inediti" sono stati tratti gli OAV e il quinto film. Il livello degli episodi è, mediamente, discreto: alcuni sono piuttosto noiosi, ma, almeno dal mio punto di vista, ce ne sono oltre quaranta che sono delle piccole perle.
Questo è un anime che tutti dovrebbero vedere: i miei coetanei (con qualche capello bianco) per rivivere le sensazioni provate all'epoca e i ragazzi di oggi per conoscere quella che è diventata una delle pietre miliari dell'animazione giapponese.
Gli episodi sono, salvo rare eccezioni, indipendenti: una volta che si è fatta la conoscenza dei personaggi si possono guardare in qualsiasi ordine. Il fatto di non avere una storia vera e propria da seguire può essere considerato un limite, ma alla prima visione della serie alimenta l'effetto sorpresa: che cosa ci sarà di particolare nell'episodio che stiamo per vedere?
Nella serie sono inseriti tantissimi elementi della cultura e della mitologia giapponese che possono risultare di difficile comprensione. Quando ho visto l'anime per la prima volta (quasi trent'anni fa) ho "preso per buoni" quegli aspetti che non conoscevo; un paio d'anni fa mi sono rivisto la serie completa - avevo visto i primi 86 episodi, gli altri 109 erano per me inediti - e mi è venuta la voglia di documentarmi sulla cultura giapponese. Il lavoro fatto mi ha portato a comprendere tante cose che mi erano sfuggite e ad apprezzare al meglio l'anime.
I personaggi sono tantissimi, ognuno con le sue caratteristiche peculiari, ed è interessante vedere come cambiano nel corso della serie. Due esempi per tutti: Lamù e Shinobu. L'aliena all'inizio della serie ha un carattere violento, ma ben presto diventerà una ragazza dolce e un po' ingenua (tranne che verso Ataru, ma il ragazzo ci mette del suo per farsi detestare). Shinobu all'inizio dimostra odio puro nei confronti di Lamù - e non potrebbe essere diversamente, visto che le ha rubato il fidanzato; con il tempo però i rapporti tra le due migliorano fino a diventare grandi amiche.
La realizzazione tecnica è, per quanto riguarda la parte grafica, molto buona. La colonna sonora è valida: le musiche di sottofondo sono azzeccate e vedendo gli episodi si nota che riescono a valorizzare al meglio i singoli passaggi. Le sigle originali sono tantissime: lungo i 195 episodi si succedono 6 sigle iniziali e 9 finali, con brani orecchiabili e che restano impressi nella mente.
Il doppiaggio italiano, purtroppo, è uno dei punti deboli. Per i primi 86 episodi esso è di buon livello, a parte il cambio di doppiatore per alcuni personaggi importanti come Ataru e Shutaro. Pessima è invece la seconda tranche (dall'episodio 87 al 129): tutti i doppiatori cambiano, Megane diventa balbuziente e quasi inascoltabile, Sakurambo è odioso perché parla solo in rima. Le cose migliorano con la terza tranche (episodi da 130 a 195), con il recupero di alcuni doppiatori del primo adattamento (Rosalinda Galli per Lamù e Dante Biagioni per Sakurambo).
Serie lunghissima, che però copre solo due terzi del manga: da alcuni dei capitoli "inediti" sono stati tratti gli OAV e il quinto film. Il livello degli episodi è, mediamente, discreto: alcuni sono piuttosto noiosi, ma, almeno dal mio punto di vista, ce ne sono oltre quaranta che sono delle piccole perle.
Questo è un anime che tutti dovrebbero vedere: i miei coetanei (con qualche capello bianco) per rivivere le sensazioni provate all'epoca e i ragazzi di oggi per conoscere quella che è diventata una delle pietre miliari dell'animazione giapponese.
Ataru Moroboshi è un normale adolescente che studia in una normalissima scuola giapponese e come tutti i ragazzi non sa resistere alle belle ragazze (anche se nel mondo reale non so se ne esistano, di così allupati).
Un giorno degli alieni chiamati Oni arrivano a conquistare il pianeta, ma decidono di dare una possibilità ai terrestri: se un terrestre predestinato da un computer degli Oni riuscirà ad acchiappare le corna della figlia del capo degli Oni (Lamù) allora il pianeta sarà salvo. Il predestinato è proprio Ataru, che dopo molti tentativi riesce a prenderle le corna e così il pianeta è salvo. Però il protagonista è obbligato a sposare Lamù, che non è affatto felice dei suoi modi da pervertito con tutte le ragazze tranne lei. In realtà Ataru è innamorato di Lamù ma, come tutti gli adolescenti, non ha affatto voglia di impegnarsi con una donna e così continua a dare la caccia alle altre ragazze.
E' solo l'inizio di una serie piena di momenti buffi, divertenti, ma anche terribilmente demenziali, con personaggi decisamente ben pensati.
Purtroppo l'anime soffre degli stessi difetti di tutte le opere di Rumiko Takahashi:
- tutti i personaggi hanno delle grandi potenzialità e tutti hanno qualcosa da raccontare, ma non si evolvono mai, tutto rimane come la prima volta che li abbiamo visti;
- già era abbastanza lungo e ripetitivo Ranma con i suoi 161 episodi, qui ce ne sono addirittura 195! Perché così tanti episodi? Boh!
- Ci sono alcuni episodi veramente geniali, altri stupendi ma molti anche ripetitivi e inutili.
Do 8 perché "Lamù - Urusei Yatsura" è una serie sostanzialmente riuscita, ma pecca di una ripetitività e di una mancanza di evoluzione dei personaggi; questi di per sé potrebbero evolversi tantissimo, perché non sono affatto mal pensati. Per me Rumiko è un'autrice molto brava, ma assolutamente non è la "principessa dei manga" tanto acclamata. Ok, riconosco che l'anime contiene moltissimi riferimenti ai miti della folklore giapponese, ma rimangono comunque i difetti sopra elencati.
Il doppiaggio è qualcosa di orrendo. Le voci cambiano qualcosa come 5-10 volte e non riesci mai ad abituarti a nessuna delle tante.
In sostanza "Lamù - Urusei Yatsura" è un bell'anime che però avrebbe potuto dare assai di più.
Un giorno degli alieni chiamati Oni arrivano a conquistare il pianeta, ma decidono di dare una possibilità ai terrestri: se un terrestre predestinato da un computer degli Oni riuscirà ad acchiappare le corna della figlia del capo degli Oni (Lamù) allora il pianeta sarà salvo. Il predestinato è proprio Ataru, che dopo molti tentativi riesce a prenderle le corna e così il pianeta è salvo. Però il protagonista è obbligato a sposare Lamù, che non è affatto felice dei suoi modi da pervertito con tutte le ragazze tranne lei. In realtà Ataru è innamorato di Lamù ma, come tutti gli adolescenti, non ha affatto voglia di impegnarsi con una donna e così continua a dare la caccia alle altre ragazze.
E' solo l'inizio di una serie piena di momenti buffi, divertenti, ma anche terribilmente demenziali, con personaggi decisamente ben pensati.
Purtroppo l'anime soffre degli stessi difetti di tutte le opere di Rumiko Takahashi:
- tutti i personaggi hanno delle grandi potenzialità e tutti hanno qualcosa da raccontare, ma non si evolvono mai, tutto rimane come la prima volta che li abbiamo visti;
- già era abbastanza lungo e ripetitivo Ranma con i suoi 161 episodi, qui ce ne sono addirittura 195! Perché così tanti episodi? Boh!
- Ci sono alcuni episodi veramente geniali, altri stupendi ma molti anche ripetitivi e inutili.
Do 8 perché "Lamù - Urusei Yatsura" è una serie sostanzialmente riuscita, ma pecca di una ripetitività e di una mancanza di evoluzione dei personaggi; questi di per sé potrebbero evolversi tantissimo, perché non sono affatto mal pensati. Per me Rumiko è un'autrice molto brava, ma assolutamente non è la "principessa dei manga" tanto acclamata. Ok, riconosco che l'anime contiene moltissimi riferimenti ai miti della folklore giapponese, ma rimangono comunque i difetti sopra elencati.
Il doppiaggio è qualcosa di orrendo. Le voci cambiano qualcosa come 5-10 volte e non riesci mai ad abituarti a nessuna delle tante.
In sostanza "Lamù - Urusei Yatsura" è un bell'anime che però avrebbe potuto dare assai di più.
"Lamù - Urusei Yatsura" è uno dei classici della mia infanzia, ma come tutti gli altri anime comici che guardavo da bambina ora lo reputo alquanto deprimente e datato. Si tratta di un vero caso di spreco di creatività, con una storia di base originale e promettente e un cast di personaggi che avrebbero potuto dare molto, ma che sono stati sviluppati non nel migliore dei modi. Tanti episodi superflui, l'intento di fare ridere a tutti i costi, risultando molto spesso in situazioni stupide e banali più che divertenti, e la mancanza di un finale - difetto purtroppo quasi immancabile negli anime demenziali - sono andati a discapito della serie.
Ho avuto la fortuna di vedere Lamù per la prima volta a un'età comparabile con quella dei personaggi della serie, ed è stata la serie anime più bella mai vista.
Il rapporto di dipendenza e il desiderio di libertà dalla famiglia, i rapporti difficili e inesperti con l'altro sesso, l'intolleranza generazionale con l'autorità (scuola, genitori, società), tutto quello che a quella età si prova viene preso di mira con umorismo dissacrante e geniale dalla Takahashi e dagli autori della trasposizione animata della sua opera.
E si potrebbe dire ancora molto altro: lo stupendo character che Akemi Takeda a un certo punto darà alla serie, certe atmosfere surreali importate da Mamuro Oshii, satira su certi costumi sociali ecc.
Per me Lamù è una bellissima serie.
Il rapporto di dipendenza e il desiderio di libertà dalla famiglia, i rapporti difficili e inesperti con l'altro sesso, l'intolleranza generazionale con l'autorità (scuola, genitori, società), tutto quello che a quella età si prova viene preso di mira con umorismo dissacrante e geniale dalla Takahashi e dagli autori della trasposizione animata della sua opera.
E si potrebbe dire ancora molto altro: lo stupendo character che Akemi Takeda a un certo punto darà alla serie, certe atmosfere surreali importate da Mamuro Oshii, satira su certi costumi sociali ecc.
Per me Lamù è una bellissima serie.
Ho iniziato ad appassionarmi alle opere di Rumiko Takahashi dopo essermi lasciato conquistare da Inuyasha. Devo dire che Lamù tutto sommato mi è piaciuto ma non allo stesso modo di IY e Maison Ikkoku. Probabilmente questo è dovuto al metodo di narrazione di Urusei Yatsura, che esattamente come in Ranma 1/2 e Rinne, è costituito da episodi comici fini a se stessi, e la trama di fondo è solo un contorno, e io invece prediligo le serie con una storia da seguire.
Non ho molto da dire sull'anime in questione; Lamù ci presenta un incipit di base divertentissimo che poi diviene un perno fisso per gli episodi seguenti dove vengono introdotti gli altri personaggi. Alcuni si aggregano alla serie comparendo ricorrentemente, mentre altri fanno una sola apparizione. Come sempre i personaggi della Takahashi vengono presentati - solitamente - uno alla volta con caratterizzazioni che difficilmente si lasciano dimenticare, ragion per cui, anche vedendo la serie una sola volta, ci si ricorderà a memoria di tutti personaggi. Gli episodi presentano le situazioni più disparate, e un humor sempre poco prevedibile e originale dell'autrice. Le musiche sono ben congegnate con le atmosfere ambigue; esempio lampante le melodie "tristi" che fanno risaltare le scene ancora più spassose.
Purtroppo le puntate si alternano tra:
1. episodi che fanno sganasciare dalle risate;
2. episodi carini;
3. episodi che partono con ottimi input per poi divenire prolissi facendo salire la noia;
4. episodi noiosissimi.
(E' anche probabile che alcuni degli episodi delle categorie 3-4 non siano tratti dal manga).
L'edizione italiana mi sembra buona ma risente dei costi contenuti di doppiaggio che si verificavano spesso all'epoca in cartoni di questo tipo. Molte voci cambiano a rotazione, basti pensare ai compagni di scuola di Ataru che praticamente si scambiano le voci fra loro da un episodio all'altro - Fabrizio Mazzotta li ha praticamente doppiati tutti!
Ho adorato molto le voci di Lamù e Ten (Rosalinda Galli e Isa Di Marzio) che rendono veramente bene il carattere di questi due personaggi. A proposito, Ten somiglia molto a Shippo!
La stessa cosa invece secondo me non si può dire per Ataru, la cui voce, dopo una trentina di episodi in cui viene doppiata ottimamente da Riccardo Rossi e da Fabrizio Manfredi, viene prestata dal grande Mino Caprio che però in questo ruolo non mi ha mai pienamente convinto. Oltretutto si sente chiaramente la voce di un doppiatore troppo adulto rispetto al personaggio.
Ho seguito la serie sul canale Man-Ga di SKY, ma ho deciso di non andare oltre le 60 puntate. Ormai credo di avere assaporato l'essenza della serie, e non me la sento di portarla ulteriormente avanti con inerzia. Non mi dispiacerebbe comunque vederne qualche puntata di tanto in tanto, magari qualche episodio epico, e il finale aperto tanto criticato, punto di vista da me mai concepito; una serie comica del genere senza una vera trama quale finale dovrebbe mai avere?.
Non ho molto da dire sull'anime in questione; Lamù ci presenta un incipit di base divertentissimo che poi diviene un perno fisso per gli episodi seguenti dove vengono introdotti gli altri personaggi. Alcuni si aggregano alla serie comparendo ricorrentemente, mentre altri fanno una sola apparizione. Come sempre i personaggi della Takahashi vengono presentati - solitamente - uno alla volta con caratterizzazioni che difficilmente si lasciano dimenticare, ragion per cui, anche vedendo la serie una sola volta, ci si ricorderà a memoria di tutti personaggi. Gli episodi presentano le situazioni più disparate, e un humor sempre poco prevedibile e originale dell'autrice. Le musiche sono ben congegnate con le atmosfere ambigue; esempio lampante le melodie "tristi" che fanno risaltare le scene ancora più spassose.
Purtroppo le puntate si alternano tra:
1. episodi che fanno sganasciare dalle risate;
2. episodi carini;
3. episodi che partono con ottimi input per poi divenire prolissi facendo salire la noia;
4. episodi noiosissimi.
(E' anche probabile che alcuni degli episodi delle categorie 3-4 non siano tratti dal manga).
L'edizione italiana mi sembra buona ma risente dei costi contenuti di doppiaggio che si verificavano spesso all'epoca in cartoni di questo tipo. Molte voci cambiano a rotazione, basti pensare ai compagni di scuola di Ataru che praticamente si scambiano le voci fra loro da un episodio all'altro - Fabrizio Mazzotta li ha praticamente doppiati tutti!
Ho adorato molto le voci di Lamù e Ten (Rosalinda Galli e Isa Di Marzio) che rendono veramente bene il carattere di questi due personaggi. A proposito, Ten somiglia molto a Shippo!
La stessa cosa invece secondo me non si può dire per Ataru, la cui voce, dopo una trentina di episodi in cui viene doppiata ottimamente da Riccardo Rossi e da Fabrizio Manfredi, viene prestata dal grande Mino Caprio che però in questo ruolo non mi ha mai pienamente convinto. Oltretutto si sente chiaramente la voce di un doppiatore troppo adulto rispetto al personaggio.
Ho seguito la serie sul canale Man-Ga di SKY, ma ho deciso di non andare oltre le 60 puntate. Ormai credo di avere assaporato l'essenza della serie, e non me la sento di portarla ulteriormente avanti con inerzia. Non mi dispiacerebbe comunque vederne qualche puntata di tanto in tanto, magari qualche episodio epico, e il finale aperto tanto criticato, punto di vista da me mai concepito; una serie comica del genere senza una vera trama quale finale dovrebbe mai avere?.
Lamù è una serie che ti appassiona subito, grazie alle gag divertenti e originali; anche se la storia è semplice, questa serie si basa sopratutto sul fare divertire il pubblico. Anche se certe puntante possono sembrare noiose e ripetitive, sono molte le puntate che ti prendono subito, e che di donano una marcia in più per continuare la visione della serie. Le musiche di sottofondo sono carine, i disegni, a parer mio, sono molto belli, le animazioni non sono il massimo, ma per un anime come Urusei Yatsura non ne fai un dramma dato che è una serie comica, e le sigle sono tutte stupende, in particolare certe ending (sigle di chiusura).
Come ben saprete questa serie è stata tratta dall'omonimo manga di Rumiko Takahashi: pur non essendo molto fedele all'opera originale, questa serie riesce comunque ad appassionarti. Sconsiglio la visione a chi vuole vedere una serie d'amore - tra i due protagonisti sono molto rare scene del genere -, o a chi cerca qualcosa di serio; invece la consiglio a quelli cui piace ridere come degli psicopatici davanti allo schermo, o semplicemente a chi si vuole tirare un po' su di morale.
In conclusione questa serie merita, essendo la prima nel suo genere, e alla fine non ti accorgi nemmeno di avere visionato ben 195 puntate. Insomma è un vero classico, che non si scorda mai, e che vi riguarderete sempre, ve lo assicuro.
Come ben saprete questa serie è stata tratta dall'omonimo manga di Rumiko Takahashi: pur non essendo molto fedele all'opera originale, questa serie riesce comunque ad appassionarti. Sconsiglio la visione a chi vuole vedere una serie d'amore - tra i due protagonisti sono molto rare scene del genere -, o a chi cerca qualcosa di serio; invece la consiglio a quelli cui piace ridere come degli psicopatici davanti allo schermo, o semplicemente a chi si vuole tirare un po' su di morale.
In conclusione questa serie merita, essendo la prima nel suo genere, e alla fine non ti accorgi nemmeno di avere visionato ben 195 puntate. Insomma è un vero classico, che non si scorda mai, e che vi riguarderete sempre, ve lo assicuro.
Mi sembra incredibile se penso che l'anno prossimo Lamù compirà ben vent'anni dalla data della sua creazione. E' un anime che ha conquistato con il tempo intere generazioni e che, ancora oggi, regge benissimo il confronto con le più ultramoderne produzioni made in Japan.
Il punto forte di quest'anime, a mio avviso, sta nella caratterizzazione dei personaggi che sono diventati dei veri e propri classici e tuttora rappresentano un modello con cui confrontarsi. Ataru è il prototipo del pervertito, Lamù è la ragazza dello spazio che s'innamora dello sfigato, Shinobu la ragazza che reagisce alla gelosia con violenti scatti d'ira, Mendo il bello e ricco idiota che ha paura del buio. E ce ne sono tantissimi altri: Sakurambo, Sakura, Ten, Ran, Megane... e sicuramente ne dimentico molti altri. La cosa è incredibile è che questa serie di personaggi che, ripeto, hanno rappresentato dei veri e propri modelli per gli anime successivi, possa essere stata concentrata in un'unica opera.
Penso di avere visto e rivisto nel tempo tutti gli episodi di Urusei Yatsura. Giudico tuttora alcuni episodi degli autentici capolavori del genere comico/demenziale. Da questo punto di vista considero il gran numero di episodi come una specie di anomalia nel panorama dell'animazione: e questo non perché non ne esistano di altrettanto grandi, ma perché, a differenza di altri, la spensieratezza della trama impedisce alla stessa di degenerare nel ridicolo. E' ovvio che abbondano anche episodi molto noiosi; però questo è un dazio che inevitabilmente si paga in questi casi.
In conclusione, pur non essendo mai stato un fan sfegatato di questa serie, obiettivamente non posso che assegnargli il massimo della valutazione possibile. E' un classicissimo e come tale va trattato.
Il punto forte di quest'anime, a mio avviso, sta nella caratterizzazione dei personaggi che sono diventati dei veri e propri classici e tuttora rappresentano un modello con cui confrontarsi. Ataru è il prototipo del pervertito, Lamù è la ragazza dello spazio che s'innamora dello sfigato, Shinobu la ragazza che reagisce alla gelosia con violenti scatti d'ira, Mendo il bello e ricco idiota che ha paura del buio. E ce ne sono tantissimi altri: Sakurambo, Sakura, Ten, Ran, Megane... e sicuramente ne dimentico molti altri. La cosa è incredibile è che questa serie di personaggi che, ripeto, hanno rappresentato dei veri e propri modelli per gli anime successivi, possa essere stata concentrata in un'unica opera.
Penso di avere visto e rivisto nel tempo tutti gli episodi di Urusei Yatsura. Giudico tuttora alcuni episodi degli autentici capolavori del genere comico/demenziale. Da questo punto di vista considero il gran numero di episodi come una specie di anomalia nel panorama dell'animazione: e questo non perché non ne esistano di altrettanto grandi, ma perché, a differenza di altri, la spensieratezza della trama impedisce alla stessa di degenerare nel ridicolo. E' ovvio che abbondano anche episodi molto noiosi; però questo è un dazio che inevitabilmente si paga in questi casi.
In conclusione, pur non essendo mai stato un fan sfegatato di questa serie, obiettivamente non posso che assegnargli il massimo della valutazione possibile. E' un classicissimo e come tale va trattato.
Gran bella serie, ancora oggi divertentissima nonostante cominci a sentire un po' il peso del tempo. In verità lo stile anni '70 dona molto a questa serie, perché contribuisce a darle una leggerezza e una semplicità perfettamente in linea con lo spirito di Urusei Yatsura. Purtroppo la nostra messa in onda televisiva fu piuttosto scadente, e ancora adesso ne paghiamo lo scotto. La serie in principio non venne mandata in onda per intero, infatti da noi venne divisa in due stagioni - con sigle e titoli diversi - di cui alcune puntate sono state pubblicate solo recentemente per il mercato home video.
Oltre a questo, il doppiaggio è davvero fatto male, non tanto, o almeno non solo per i doppiatori, quanto per alcune scelte e s-o-p-r-a-t-t-u-t-t-o per i continui cambi e rappezzamenti. Oggi ci si scandalizza facilmente perché Rubber di One piece ha due voci distinte, ma questo è niente, sono sciocchezze in confronto. Ataru cambierà voce almeno sei volte in questa serie, due/tre scelte risultano davvero adatte al personaggio, mentre le altre si mantengono appena sufficienti, e in generale sono tutte piuttosto diverse fra loro. Si va dall'acuto (inascoltabile) del doppiatore di "Carletto il principe dei mostri" fino a un timbro graffiante. L'odissea di Ataru però non è il caso peggiore, Mendo cambia doppiatore almeno tre volte, e se il primo risultava perfetto nel suo snobbismo serio, già la seconda voce, ovvero quella chiara (versione Eros) dello storico Fabrizio Mazzotta, ci impiegherà molto per essere accettata dallo spettatore disgustato, perché pur donando goffaggine al rampollo playboy non gli si addice per nulla e quando verrà sostituito a sua volta sarà ulteriormente problematico non sentire fastidio. Ma vogliamo citare il resto del cast? Benissimo! La sorella di Mendo ha subìto un accento cinese; Ran, pur cambiando poco nel risultato finale, subisce a volte parlate con curiose V mosce da nobildonna stereotipata; Lamù dopo un centinaio di puntate in cui sembrava una dei pochi a salvarsi cambierà la sua splendida voce per quella di una donna di mezza età; la professoressa/sacerdotessa Sakura, se già non ha mai brillato, certe volte tocca punte stridule che rovinano del tutto il fascino che dovrebbe trasmettere; e come dimenticare la puntata del fantasma estivo, dove l'egoistica ragazza ectoplasma della pensioncina ha chiaramente la voce di un uomo in falsetto (o almeno me lo auguro per quanto fa schifo).
Vorrei poter dire che ciò è tutto, ma di spunti ce ne sarebbero parecchi, però questi sono più o meno i più gravi. Con tutto l'affetto e la buona volontà, il doppiaggio è un elemento che proprio non si salva, e se mettiamo in conto che i doppiatori si riciclano per più personaggi, tipo (sempre) Mazzotta utilizzato saltuariamente per Megane e qualche negoziante/cliente, il quadro è completo. In generale, le voci d'inizio serie sono per la maggioranza ben scelte, ma pian piano, tra bassi, alti e ancora bassi, si va sempre più a peggiorare e in questo non si salvano nemmeno il piccolo Ten o Sakurambo, anche se ne escono meno danneggiati. A molte serie di quel tempo, certamente più scadenti di questa, è andata meglio, viene quindi il dubbio sul perché di questi problemi gestionali. Va ricordato però che Lamù è una serie longevissima e che per i tempi, storicamente ricchi di polemiche dannose (vedasi robottoni), forse Urusei Yatsura risultava a tratti un po' troppo moderna per il pubblico.
Calando comunque un velo pietoso su questa questione, possiamo ribadire che la serie Tv in se è molto valida, offre moltissimo del manga della Takahashi, e anzi vi ritroviamo anche elementi presenti poi nei lungometraggi. Infatti Megane a volte ritorna a balbettare e alcune puntate inventate di sana pianta (poche però) sono più romantiche o introspettive. Romantiche a esempio come quando Ataru va a recuperare una Lamù affetta da amnesia nella tenuta dei Mendo, oppure come quando vicino a una ricorrenza la magica coppia aliena/arrapato comincia a sentire scricchiolii sulla loro relazione. Per carità, sono cose presenti anche nel manga, ma in maniera più leggera. Di visionario invece abbiamo a esempio quando Lamù cerca il suo Ataru tra le dimensioni parallele, rinunciando meravigliosamente a versioni indubbiamente migliori del ragazzo, oppure la squinternata puntata con protagonista la madre di Ataru in crisi casalingo/esistenziale, un episodio che tanto mi ha ricordato (purtroppo) il film The Forever.
Insomma, Lamù è una produzione con luci e (soprattutto per colpa nostra) ombre, validissima e assolutamente da recuperare, ma dovete prendere certi difetti un po' a ridere.
Oltre a questo, il doppiaggio è davvero fatto male, non tanto, o almeno non solo per i doppiatori, quanto per alcune scelte e s-o-p-r-a-t-t-u-t-t-o per i continui cambi e rappezzamenti. Oggi ci si scandalizza facilmente perché Rubber di One piece ha due voci distinte, ma questo è niente, sono sciocchezze in confronto. Ataru cambierà voce almeno sei volte in questa serie, due/tre scelte risultano davvero adatte al personaggio, mentre le altre si mantengono appena sufficienti, e in generale sono tutte piuttosto diverse fra loro. Si va dall'acuto (inascoltabile) del doppiatore di "Carletto il principe dei mostri" fino a un timbro graffiante. L'odissea di Ataru però non è il caso peggiore, Mendo cambia doppiatore almeno tre volte, e se il primo risultava perfetto nel suo snobbismo serio, già la seconda voce, ovvero quella chiara (versione Eros) dello storico Fabrizio Mazzotta, ci impiegherà molto per essere accettata dallo spettatore disgustato, perché pur donando goffaggine al rampollo playboy non gli si addice per nulla e quando verrà sostituito a sua volta sarà ulteriormente problematico non sentire fastidio. Ma vogliamo citare il resto del cast? Benissimo! La sorella di Mendo ha subìto un accento cinese; Ran, pur cambiando poco nel risultato finale, subisce a volte parlate con curiose V mosce da nobildonna stereotipata; Lamù dopo un centinaio di puntate in cui sembrava una dei pochi a salvarsi cambierà la sua splendida voce per quella di una donna di mezza età; la professoressa/sacerdotessa Sakura, se già non ha mai brillato, certe volte tocca punte stridule che rovinano del tutto il fascino che dovrebbe trasmettere; e come dimenticare la puntata del fantasma estivo, dove l'egoistica ragazza ectoplasma della pensioncina ha chiaramente la voce di un uomo in falsetto (o almeno me lo auguro per quanto fa schifo).
Vorrei poter dire che ciò è tutto, ma di spunti ce ne sarebbero parecchi, però questi sono più o meno i più gravi. Con tutto l'affetto e la buona volontà, il doppiaggio è un elemento che proprio non si salva, e se mettiamo in conto che i doppiatori si riciclano per più personaggi, tipo (sempre) Mazzotta utilizzato saltuariamente per Megane e qualche negoziante/cliente, il quadro è completo. In generale, le voci d'inizio serie sono per la maggioranza ben scelte, ma pian piano, tra bassi, alti e ancora bassi, si va sempre più a peggiorare e in questo non si salvano nemmeno il piccolo Ten o Sakurambo, anche se ne escono meno danneggiati. A molte serie di quel tempo, certamente più scadenti di questa, è andata meglio, viene quindi il dubbio sul perché di questi problemi gestionali. Va ricordato però che Lamù è una serie longevissima e che per i tempi, storicamente ricchi di polemiche dannose (vedasi robottoni), forse Urusei Yatsura risultava a tratti un po' troppo moderna per il pubblico.
Calando comunque un velo pietoso su questa questione, possiamo ribadire che la serie Tv in se è molto valida, offre moltissimo del manga della Takahashi, e anzi vi ritroviamo anche elementi presenti poi nei lungometraggi. Infatti Megane a volte ritorna a balbettare e alcune puntate inventate di sana pianta (poche però) sono più romantiche o introspettive. Romantiche a esempio come quando Ataru va a recuperare una Lamù affetta da amnesia nella tenuta dei Mendo, oppure come quando vicino a una ricorrenza la magica coppia aliena/arrapato comincia a sentire scricchiolii sulla loro relazione. Per carità, sono cose presenti anche nel manga, ma in maniera più leggera. Di visionario invece abbiamo a esempio quando Lamù cerca il suo Ataru tra le dimensioni parallele, rinunciando meravigliosamente a versioni indubbiamente migliori del ragazzo, oppure la squinternata puntata con protagonista la madre di Ataru in crisi casalingo/esistenziale, un episodio che tanto mi ha ricordato (purtroppo) il film The Forever.
Insomma, Lamù è una produzione con luci e (soprattutto per colpa nostra) ombre, validissima e assolutamente da recuperare, ma dovete prendere certi difetti un po' a ridere.
Dalla penna dell'odierna mangaka di successo Rumiko Takahashi, nasce a fine anni settanta l’opera "Urusei Yatsura", da cui a sua volta nel 1981 nasce la serie animata omonima. Essa sbarca nello stivale con il nome di “Lamù, la ragazza dello spazio”.
Composto da ben 195 episodi e da numerosi OAV e movies, l’anime concentra nella sua trama una buona dose di comicità e d'ilarità magistralmente unita a situazioni più serie e a temi profondi come l’amicizia e l’amore adolescenziale. Non mancano i riferimenti ad altri anime e a romanzi e film che all’epoca erano parte integrante della cultura pop. Lamù rappresenta dunque un pezzo di storia in tutto e per tutto.
Analizzando i personaggi, molteplici e tutti ben personalizzati, notiamo subito come la Takahashi abbia voluto valorizzare ogni lato della vicenda inserendo delle varianti ben riuscite che, così facendo, incollano lo spettatore alla visione dell’opera nella sua integralità.
Protagonista indiscusso dell’anime è Ataru Moroboshi, un ragazzo che già dalla nascita è segnato (Venerdì 13) a una sorte infausta. Ataru è un farfallone di prima categoria ed è perennemente a caccia di dolci pulzelle, pena l’ira funesta di Lamù. Lamù è la protagonista femminile della storia: è un aliena capace di volare e di colpire chiunque con forti scariche elettriche, è sinceramente innamorata di Ataru, di cui è molto gelosa, e il suo bikini tigrato è leggenda in tutto il globo.
A questi due pilastri si aggiungono via via, durante gli episodi, un gran numero di personaggi che completano un parco attori di primissimo livello: cito ad esempio il vecchio strampalato Sakurambo, Shinobu la vicina di Ataru, la dottoressa Sakura, tutti i ragazzi del liceo tomibiki, e in più tutti gli alieni che si presenteranno al cospetto di Moroboshi e di Lamù. Menzione a parte merita Mendo Shutaro, che conferisce all’opera una certa eleganza e regalità.
Quindi, stiamo parlando di un’opera storica che ha catturato intere generazioni. La trama non segue una linearità particolare, più che altro ogni episodio è una storia a sé, anche se va seguito un certo ordine per comprenderne bene gli sviluppi. Il finale c’è e non c’è, l’anime lascia un non so che di irrisolto. Gli OAV e i film non colmano di certo questo vuoto, semmai lo incrementano.
Però Lamù è un’opera che non può mancare nel curriculum di ogni buon appassionato di animazione made in Japan; magari si sarebbe potuta risolvere meglio e in meno episodi, ma la mia personale valutazione resta positiva. Il mio voto è 7, perché alcuni episodi varcano inesorabilmente la soglia del noioso.
Composto da ben 195 episodi e da numerosi OAV e movies, l’anime concentra nella sua trama una buona dose di comicità e d'ilarità magistralmente unita a situazioni più serie e a temi profondi come l’amicizia e l’amore adolescenziale. Non mancano i riferimenti ad altri anime e a romanzi e film che all’epoca erano parte integrante della cultura pop. Lamù rappresenta dunque un pezzo di storia in tutto e per tutto.
Analizzando i personaggi, molteplici e tutti ben personalizzati, notiamo subito come la Takahashi abbia voluto valorizzare ogni lato della vicenda inserendo delle varianti ben riuscite che, così facendo, incollano lo spettatore alla visione dell’opera nella sua integralità.
Protagonista indiscusso dell’anime è Ataru Moroboshi, un ragazzo che già dalla nascita è segnato (Venerdì 13) a una sorte infausta. Ataru è un farfallone di prima categoria ed è perennemente a caccia di dolci pulzelle, pena l’ira funesta di Lamù. Lamù è la protagonista femminile della storia: è un aliena capace di volare e di colpire chiunque con forti scariche elettriche, è sinceramente innamorata di Ataru, di cui è molto gelosa, e il suo bikini tigrato è leggenda in tutto il globo.
A questi due pilastri si aggiungono via via, durante gli episodi, un gran numero di personaggi che completano un parco attori di primissimo livello: cito ad esempio il vecchio strampalato Sakurambo, Shinobu la vicina di Ataru, la dottoressa Sakura, tutti i ragazzi del liceo tomibiki, e in più tutti gli alieni che si presenteranno al cospetto di Moroboshi e di Lamù. Menzione a parte merita Mendo Shutaro, che conferisce all’opera una certa eleganza e regalità.
Quindi, stiamo parlando di un’opera storica che ha catturato intere generazioni. La trama non segue una linearità particolare, più che altro ogni episodio è una storia a sé, anche se va seguito un certo ordine per comprenderne bene gli sviluppi. Il finale c’è e non c’è, l’anime lascia un non so che di irrisolto. Gli OAV e i film non colmano di certo questo vuoto, semmai lo incrementano.
Però Lamù è un’opera che non può mancare nel curriculum di ogni buon appassionato di animazione made in Japan; magari si sarebbe potuta risolvere meglio e in meno episodi, ma la mia personale valutazione resta positiva. Il mio voto è 7, perché alcuni episodi varcano inesorabilmente la soglia del noioso.
Quello che rende spettacolare questa serie è l'allegra banda di personaggi, ognuno con un carattere decisamente folle. Nella serie inoltre si alternano momenti davvero comici e momenti di puro sentimento che donano quell'atmosfera particolare tipicamente demenziale, e tutto ciò è messo in luce dalla caratterizzazione della protagonista e del suo Ataru, che con la loro relazione regalano quel tocco di magico alla serie.
Voto 6, perchè Lamù ha fatto parte della mia infanzia e da piccola andavo matta per quest'anime. Ma crescendo i gusti cambiano e ora lo trovo troppo assurdo, Moroboshi su tutti. Un maniaco senza cervello che non è mai capace di correre dietro alla stessa ragazza per più di 2 secondi...
Partendo dal presupposto che la serie abbia principalmente l'intento di far ridere, forse si sono prolungati un po' troppo con le solite e ripetitive gag, errore fatto anche con Ranma 1/2. Ma se vogliamo analizzare il fatto che la protagonista sia innamorata del maniaco, allora una conclusione per i fans bisognava darla. Errore che la Takahashi ha commesso spesso anche in altre opere. Va bene far ridere la gente, ma lasciare le cose a metà, senza sapere se lui e lei alla fine si amano, si sposeranno o si odieranno credo che meriti una degna risposta. Forse perchè non fa ridere se finisce bene? Chi l'ha detto? Quando c'è di mezzo Lamù non sai mai che cosa può accadere...
Partendo dal presupposto che la serie abbia principalmente l'intento di far ridere, forse si sono prolungati un po' troppo con le solite e ripetitive gag, errore fatto anche con Ranma 1/2. Ma se vogliamo analizzare il fatto che la protagonista sia innamorata del maniaco, allora una conclusione per i fans bisognava darla. Errore che la Takahashi ha commesso spesso anche in altre opere. Va bene far ridere la gente, ma lasciare le cose a metà, senza sapere se lui e lei alla fine si amano, si sposeranno o si odieranno credo che meriti una degna risposta. Forse perchè non fa ridere se finisce bene? Chi l'ha detto? Quando c'è di mezzo Lamù non sai mai che cosa può accadere...
Un cartone che molto spesso si appoggia su maialate di primissimo ordine, pur essendo uscito prima dalla mano della takahashi è da ritenersi la copia kitsch di maison ikkoku.
I risvolti della trama, per chi conosce entrambe le opere sono praticamente gli stessi, solo però a ruoli invertiti, lei ama lui, ma lui non ama lei ma tutte le altre, ma arriverà il tempo dei chiarimenti anche qui.
C'è da dire comunque che ogni tanto delle battaglie serie vengono combattute, ma sempre per far prevalere l'amore, che poi lamù ancora non trova pienamente nel suo tesoruccio è una cosa nota e che va avanti per tutta la serie, comunque sia l'amore è il motore dominante di tutta l'opera, e non fa distinzione, di sesso, di razza, di religione, di pianeta.
Un amore praticamente universale, laddove lamù talvolta si pone come eroina di tale credo, in fondo una ragazza di un altro pianeta con solo mutande e reggiseno tigrato non ci si può far altro che innamorarsene!
Pur ormai avendo tantissimi anni sulle spalle, viene comunque a più riprese replicato sulle reti locali, avendo sempre un notevole successo, maturato credo dalla voglia di non prendersi troppo sul serio sia le battaglie, che gli amori adolescenziali, che tanto meno i sentimenti messi continuamente in mostra.
Il tutto sempre in maniera goffa, comica, con qualche fiammata e qualche bella scarica elettrica!
I risvolti della trama, per chi conosce entrambe le opere sono praticamente gli stessi, solo però a ruoli invertiti, lei ama lui, ma lui non ama lei ma tutte le altre, ma arriverà il tempo dei chiarimenti anche qui.
C'è da dire comunque che ogni tanto delle battaglie serie vengono combattute, ma sempre per far prevalere l'amore, che poi lamù ancora non trova pienamente nel suo tesoruccio è una cosa nota e che va avanti per tutta la serie, comunque sia l'amore è il motore dominante di tutta l'opera, e non fa distinzione, di sesso, di razza, di religione, di pianeta.
Un amore praticamente universale, laddove lamù talvolta si pone come eroina di tale credo, in fondo una ragazza di un altro pianeta con solo mutande e reggiseno tigrato non ci si può far altro che innamorarsene!
Pur ormai avendo tantissimi anni sulle spalle, viene comunque a più riprese replicato sulle reti locali, avendo sempre un notevole successo, maturato credo dalla voglia di non prendersi troppo sul serio sia le battaglie, che gli amori adolescenziali, che tanto meno i sentimenti messi continuamente in mostra.
Il tutto sempre in maniera goffa, comica, con qualche fiammata e qualche bella scarica elettrica!
Cosa dire di Lamù? Ora come ora, confrontandolo con gli anime ben realizzati e con le trame complesse che mi circondano, non meriterebbe nulla, senza disprezzarlo. Eppure Urusei Yatsura è uno di quegli anime che andrebbero valutati col massimo dei voti solo per quello che sono stati e che sono nella storia degli anime: un classico.
La trama segue lo stesso schema che la Takahashi ha utilizzato per Ranma e Maison Ikkoku (pur essendo quest'ultima opera molto più matura): l'autrice si serve di una particolarità, di una stranezza per mettere insieme un gruppo di personaggi a dir poco bizzarri, che diventeranno gli attori di una lunghissima serie di episodi autoconclusivi. Su questo schema narrativo si basa Ranma, e così fece Lamù. I protagonisti sono Ataru, adolescente allupatissimo, e Lamù, ragazza aliena. Lei è innamorata di lui, ma lui non riesce a far a meno di correre dietro a tutte le ragazze che vede. Attorno a loro troviamo una serie di personaggi particolari, sia terrestri che alieni, con i quali vivranno una miriade di avventure, raccontate in episodi autoconclusivi e a volte particolarmente brevi, che vi consiglio di guardare (come ho fatto io) nei pomeriggi d'inverno. Niente di speciale, niente di colossale, ma solo bizzarri episodi autoconclusivi, con una animazione ormai superata, un design semplice per far fronte al gran numero di episodi, ma con la magia di un grande classico.
Bisogna almeno conoscerlo e provarlo una volta!
La trama segue lo stesso schema che la Takahashi ha utilizzato per Ranma e Maison Ikkoku (pur essendo quest'ultima opera molto più matura): l'autrice si serve di una particolarità, di una stranezza per mettere insieme un gruppo di personaggi a dir poco bizzarri, che diventeranno gli attori di una lunghissima serie di episodi autoconclusivi. Su questo schema narrativo si basa Ranma, e così fece Lamù. I protagonisti sono Ataru, adolescente allupatissimo, e Lamù, ragazza aliena. Lei è innamorata di lui, ma lui non riesce a far a meno di correre dietro a tutte le ragazze che vede. Attorno a loro troviamo una serie di personaggi particolari, sia terrestri che alieni, con i quali vivranno una miriade di avventure, raccontate in episodi autoconclusivi e a volte particolarmente brevi, che vi consiglio di guardare (come ho fatto io) nei pomeriggi d'inverno. Niente di speciale, niente di colossale, ma solo bizzarri episodi autoconclusivi, con una animazione ormai superata, un design semplice per far fronte al gran numero di episodi, ma con la magia di un grande classico.
Bisogna almeno conoscerlo e provarlo una volta!
Il mio anime preferito in assoluto, imbattibile. La protagonista è una bellissima ragazza aliena, Lamù, perennemente in bikini tigrato, innamorata di un inguaribile donnaiolo, Ataru Moroboshi, che ci prova spudoratamente con tutte le ragazze che incontra, mentre tutti i suoi amici vanno pazzi per Lamù. I personaggi sono particolarissimi: Ten, il fratellino di Lamù, che spesso e volentieri incenerisce Ataru con una delle sue fiammate. Mendo, lo studente più ricco del Giappone, che tutte vorrebbero avere, ma lui non ha occhi che per Lamù. Sakura, la dottoressa ultrasexy della scuola. Lo zio Sakurambo, uno spassosissimo monaco shintoista. Rey, il bellissimo alieno ex di Lamù, che però quando ha fame si trasforma in un orribile mostro tigrato. Megane, Perma e Kakugaru, i compagni di classe di Ataru che le studiano tutte per mettere fuori gioco Ataru e farsi notare da Lamù. E molti altri personaggi divertentissimi che rendono questo anime dal fascino unico e per certi aspetti insuperabile.
Certo, chiunque pensi a Lamù pensa ad un classico. E' un "must" vederlo, per chiunque si dichiari cultore dell'animazione giapponese. E' sicuramente un discreto anime, anche se nettamente inferiore a Maison Ikkoku della stessa autrice. 216 puntate sono troppe, troppe anche perchè non portano ad alcuna conclusione. Troppe perchè troppo spesso all'autrice manca la fantasia, e le storie diventano semplice eccesso di demenza. Certo, paragonato a bidoni moderni come Ayashi no ceres e altri innominabili, Lamù resta un'opera d'arte. Ma io voglio essere obiettivo, e quest'anime non merita più della sufficienza. Sarebbe stato una buona idea se le puntate fossero state 50 o 26, con un happy ending o comunque con un finale. Sì, così sarebbe stato un anime comico degno di nota. Perciò vi sono molti altri anime che dovete vedere prima. Sufficiente, forse 6.5, non di più. Info: [email protected]
Come si fa a dimenticare? Lamu è stato un anime che io ho adorato (tuttora...) da ragazzino: è stata una vera rivoluzione rispetto ai cartoni che avevo visto sin li. Trame fantasiose, strampalate, personaggi assurdi e tanta, tanta fantasia da parte degli autori. Forse ineguagliata per la quantità incredibile di "carne al fuoco" che questo anime nelle sue numerose puntate è riuscita a mettere. Citazioni a non finire di altri cartoni, o di film di vario genere, oppure rimandi alle tradizioni del Giappone, e tanto altro ancora. Io a distanza di 20 anni ancora ricordavo delle puntate che mi erano piaciute particolarmente! Ovvio, che ci sono anche dei difetti: talvolta le storie sono così assurde e surreali da essere impossibili, però, ragazzi, quanto si ride!
Capolavoro assoluto, è l'anime con la più vasta gamma di personaggi da incorniciare, ognuno con i propri difetti puntati verso una esasperazione demenziale. I momenti comici sono da incorniciare, tuttavia è presente anche un aspetto poetico adolescenziale. Questo anime riesce a riportare emozioni giovanili in forma di sensazioni, le stesse collegate all'avventura, alla corsa verso l'amore, alla vita e al sentire la natura in modo panteistico. La passione di una ragazza dello spazio Lamù per un paperino sbagliato Ataru inizia il giro di una meravigliosa mirabolante storia che è il riflesso della bella adolescenza.
Non sarà il più realistico, non sarà il più romantico, non sarà il più serio ma sicuramente è l'unico in grado di far sognare maschi e femmine, grandi e piccoli e io sono orgogliosa che sia stato il primo anime che ho visto. Ataru mi è sempre piaciuto e Lamù era dolcissima. Un anime che ha fatto sognare anche i miei genitori e che occuperà un posto speciale nell'animazione anche negli anni avvenire.
Capolavoro! irrangiungibile!! Non ci sono aggetivi per descriverlo!! Folle, casinista (tuttora la storia con il maggior numero di comprimari...e tutti importanti e ottimamente delineati...dal monaco Sakurambo alla novella Lady Oscar...tutti fuori come citofoni!!) spassosissimo!! Lamu poi è la fidanzatina che tutti (NON)vorrebbero!!! Dolce(GELOSISSIMA), affettuosa(VIOLENTA)...e con la sana abitudine di girare eternamente in bikini tigrato...lo ammetto lei è stato il seme dei miei primi sogni erotici!! Aggiungiamo che molte serie si ispirano in modo spesso sfrontato a lei e che è stato il banco di prova di molti personaggi di altre storie di RUMIKO (MY QUEEN!!) come RANMA e INUYASA.
quindi:
SARA' UN AMORE STRANO QUESTO QUA!! UHOO OOOH CHE BRUCIA FUORI E DENTRO QUA E LA UHOO OOH!
quindi:
SARA' UN AMORE STRANO QUESTO QUA!! UHOO OOOH CHE BRUCIA FUORI E DENTRO QUA E LA UHOO OOH!
La storia narra le avventure di un gruppo di ragazzi che vivono a Tomobiki, una località immaginaria nel distretto cittadino di Nerima, Tokyo, su una versione un po' surreale ed a volte ridicola della Terra. La vicenda ruota intorno ad un ragazzo estremamente sfortunato e donnaiolo, Ataru Moroboshi, ed una principessa aliena perennemente in bikini, Lamù. Lamù è innamorata di Ataru dopo aver frainteso una sua frase per una proposta di matrimonio. Le avventure sono organizzate per singoli episodi, ed in alcuni casi un episodio è diviso in puntate. Gli argomenti sono in genere la sfortuna e le avventure sentimentali di Ataru, oppure alieni o strani terrestri incontrati da Ataru o Lamù
Urusei-yatsura tradotto dal giapponese vuol dire 'il popolo casinista della stella Uru', che sarebbe quella da cui proviene Lamu'.
Ogni personaggio della serie ha una spiccatissima e particolarissima personalita', tutti sono importanti, e paradossalmente i personaggi conprimari sono i piu' indispensabili per dare a questo spaccato della societa' giapponese, quel pizzico di brio e pazzia che la differenziano da qualsiasi altra serie del genere.
Per noi ragazzi nati negli anni 70 e cresciuti negli anni 80, questo cartone rappresenta un'icona della crescita adolescenziale, delle stupidaggini, della spensieratezza, di quel pizzico di rischio che ci si prende a quell'eta' nell'amore, nelle avventure e nelle amicizie.
Uruseiyatsura e' psicologico e sfrontato, e' arguto e leggendario, e' insieme a Maison Ikkoku la serie animata che rispecchia al 110% gli usi ed i costumi del Giappone, le sue leggende, le sue stramberie, le favole legate a storie e dicerie popolari alle quali il popolo giapponese e' affezionatissimo.
Io vado in Giappone ogni anno da 10 anni, e chi avra' la fortuna di recarcisi, non avra' difficolta' a riconoscere in quel fantastico e contradditorio paese del Sol Levante, tutto l'intero mondo di Lamu'..!!
SIGNORI,ALZIAMOCI TUTTI IN PIEDI AD ACCLAMARE IL PIU' GRANDE CAPOLAVORO DELLA COMMEDIA ANIME DI TUTTI I TEMPI! VOTO 110 E LODE!
Victor
Ogni personaggio della serie ha una spiccatissima e particolarissima personalita', tutti sono importanti, e paradossalmente i personaggi conprimari sono i piu' indispensabili per dare a questo spaccato della societa' giapponese, quel pizzico di brio e pazzia che la differenziano da qualsiasi altra serie del genere.
Per noi ragazzi nati negli anni 70 e cresciuti negli anni 80, questo cartone rappresenta un'icona della crescita adolescenziale, delle stupidaggini, della spensieratezza, di quel pizzico di rischio che ci si prende a quell'eta' nell'amore, nelle avventure e nelle amicizie.
Uruseiyatsura e' psicologico e sfrontato, e' arguto e leggendario, e' insieme a Maison Ikkoku la serie animata che rispecchia al 110% gli usi ed i costumi del Giappone, le sue leggende, le sue stramberie, le favole legate a storie e dicerie popolari alle quali il popolo giapponese e' affezionatissimo.
Io vado in Giappone ogni anno da 10 anni, e chi avra' la fortuna di recarcisi, non avra' difficolta' a riconoscere in quel fantastico e contradditorio paese del Sol Levante, tutto l'intero mondo di Lamu'..!!
SIGNORI,ALZIAMOCI TUTTI IN PIEDI AD ACCLAMARE IL PIU' GRANDE CAPOLAVORO DELLA COMMEDIA ANIME DI TUTTI I TEMPI! VOTO 110 E LODE!
Victor
E' l'anime più pazzo che io conosca tutto ruota intorno alla storia di un aliena Lamu e il suo presunto fidanzato terrestre Ataru innamorato di tutte tranne che di Lamu cosa molto strana visto che lei è la + bella.
Tutto è iniziato perchè gli alieni del pianeta di Lamu, Oniboshi, vogliono dominare la terra.
I terrestri preferiscono uno scontro non violento e decidono per una sfida: un terrestre dovra toccare le cornina di un aliena per l'appunto Lamu VS Ataru.
Ataru vince usando il sotterfugio di toglierle il regiseno però subito dopo grida -io mi sposerò!!!- indirrizato al suo grande amore Shinobu ma Lamu fraintende e crede che sia indirrizzato a lei si innamora di Ataru e decide di rimanere sulla terra con lui .
Da allora inizieranno le loro pazze avventure al insegna del fantascentifico e delle follie.
Un' anime davvero demenziale che consiglio a chi è depresso o ha davvero voglia di ridere =)
Tutto è iniziato perchè gli alieni del pianeta di Lamu, Oniboshi, vogliono dominare la terra.
I terrestri preferiscono uno scontro non violento e decidono per una sfida: un terrestre dovra toccare le cornina di un aliena per l'appunto Lamu VS Ataru.
Ataru vince usando il sotterfugio di toglierle il regiseno però subito dopo grida -io mi sposerò!!!- indirrizato al suo grande amore Shinobu ma Lamu fraintende e crede che sia indirrizzato a lei si innamora di Ataru e decide di rimanere sulla terra con lui .
Da allora inizieranno le loro pazze avventure al insegna del fantascentifico e delle follie.
Un' anime davvero demenziale che consiglio a chi è depresso o ha davvero voglia di ridere =)
Lamù non ha bisogno di elogi superflui, è il cartone più divertente che sia stato mai realizzato e difficilmente potrà mai essere eguagliato. Una miscellana di personaggi assolutamente spassosissimi, di situazioni strampalate, al limite del paradosso e dell'assurdo... i miei personaggi memorabili: l'inquietante monaco Sakurambo, il gattone che prendeva il tè, il quartetto amici di Ataru, il diabolico Ten... e poi non ho mai capito una cosa: ma che razza di scuola era dove la maggior parte del tempo si faceva di tutto (MA PROPRIO DI TUTTO) tranne che lezione??? Mitico!!!
Una serie molto carina e demenziale con una delle più belle sigle italiane di sempre. Purtroppo chi si è perso la prima messa in onda come me ha dovuto aspettare secoli per rivederlo in tv, e nonostante questo grande ritorno, Lamù è stato snobbato dagli spettatori e più volte tolto e rimesso dalle reti locali, con una conseguente ripetività dei primi episodi. Il tratto è giustamente più leggero delle opere della takahashi ma l'arrapamento di Ataru è qualcosa che trascende il tempo, come del resto le punizioni elettriche della sua mogliettina. Che dire... a parte Shinobu che si distacca presto dal ragazzo presto e qualche episodio più inutile, la serie è davvero bella.
Un altro anime che ha dato tantissimo al mondo degli appassionati italiani. Il primo capolavoro della Takahashi è rimasto nel cuore di molti per la sua estrema varieta' di situazioni e personaggi, presi dalla cultura popolare nipponica, che creano un mondo fantasioso nel quale non vi è paura per gli alieni o spettri di sorta, ma un crescente nonsense di situazioni paradossali ed esilaranti che restano in mente per sempre; come dimenticarsi dell'episodio del mantello rosso? Semplicemente divino^^
O l'episodio della gara di cibo stravinto da Sakura??? Da cineteca
e i personaggi? Tutti sono al proprio posto, sempre e nonostante il loro immobilismo caratteriale, tipico del Rumic Wolrd, riescono sempre bene in ogni situazione, un esempio su tutti è Sumire.
Infine il lavoro della Kitty film che è lodevole, considerando l'eta' dell'opera, non può non portare ad un voto come quello di sopra.
Anime da collezione, punto e basta
O l'episodio della gara di cibo stravinto da Sakura??? Da cineteca
e i personaggi? Tutti sono al proprio posto, sempre e nonostante il loro immobilismo caratteriale, tipico del Rumic Wolrd, riescono sempre bene in ogni situazione, un esempio su tutti è Sumire.
Infine il lavoro della Kitty film che è lodevole, considerando l'eta' dell'opera, non può non portare ad un voto come quello di sopra.
Anime da collezione, punto e basta
Lamù....chi non la conosce?
Un mito, un cartone fantastico, divertentissimo, esilarante, demenziale, a tratti geniale.
Nei primi anni '80 in Italia produsse un vero terremoto: e chi se l'era mai sognato un cartone (a quale tempo la parola anime era del tutto sconosciuta) così?
Disegni bellissimi, di tratto completamente nuovo.....colonna sonora accattivante....forse un pò di confusione nelle cento trame della serie...personaggi a vagonate uno più riuscito dell'altro...citazioni a bizzeffe....animazioni mozzafiato....
Forse, non tutti gli episodi possono dirsi del tutto riusciti, ma comunque, sbagliarne una manciata su 150 - diconsi 150 - non può costituire una colpa, bensì un mero dato statistico.
TUTTO SI RICORDA DI LAMU', ma soprattutto la sua miriade di personaggi: il mitico Ataru, l'impassibile Sakurambo, il complessato Megane, il nazistoide Kenta, il vessato professore, i genitori di Ataru mediocri e qualunquisti, il raffinato Mendo, l'odiosissimo bambino alieno Ten che arrivava a farti rivalutare la figura di Erode, la deliziosa Lamù, l'affascinante Sakura, l'ambigua Rinosuke, e poi la pletora delle ammiratrici di Ataru e la sua terribile ex...ed ancora la folla di personaggi spaziali amici e non della protagonista uno più fuori di testa dell'altro!
Un gioiello, un mito.
Se siete depressi e tristi, qualche episodio di Lamù vale molto più di qualsiasi Prozac...parola di Seb!
Un mito, un cartone fantastico, divertentissimo, esilarante, demenziale, a tratti geniale.
Nei primi anni '80 in Italia produsse un vero terremoto: e chi se l'era mai sognato un cartone (a quale tempo la parola anime era del tutto sconosciuta) così?
Disegni bellissimi, di tratto completamente nuovo.....colonna sonora accattivante....forse un pò di confusione nelle cento trame della serie...personaggi a vagonate uno più riuscito dell'altro...citazioni a bizzeffe....animazioni mozzafiato....
Forse, non tutti gli episodi possono dirsi del tutto riusciti, ma comunque, sbagliarne una manciata su 150 - diconsi 150 - non può costituire una colpa, bensì un mero dato statistico.
TUTTO SI RICORDA DI LAMU', ma soprattutto la sua miriade di personaggi: il mitico Ataru, l'impassibile Sakurambo, il complessato Megane, il nazistoide Kenta, il vessato professore, i genitori di Ataru mediocri e qualunquisti, il raffinato Mendo, l'odiosissimo bambino alieno Ten che arrivava a farti rivalutare la figura di Erode, la deliziosa Lamù, l'affascinante Sakura, l'ambigua Rinosuke, e poi la pletora delle ammiratrici di Ataru e la sua terribile ex...ed ancora la folla di personaggi spaziali amici e non della protagonista uno più fuori di testa dell'altro!
Un gioiello, un mito.
Se siete depressi e tristi, qualche episodio di Lamù vale molto più di qualsiasi Prozac...parola di Seb!
Non ricordo di aver mai visto un cartone più bello di questo. Il divertimento allo stato puro ! Mi ci sono innamorato sin da piccolo appena l'ho vista per la prima volta e da lì non ho più smesso di pensare a lei ed al suo folle universo. I casinisti della stella Uru (traduzione del titolo originale) sono e rimarranno per sempre nel cuore di ogni vero Otaku anche perchè la sua bellezza lo rende sempre attuale anche ai giorni nostri. Personaggi come Lamù stessa,Ataru, Salurambo e moltissimi altri (ce ne sono veramente tanti) allieteranno e faranno sognare chiunque abbia la fortuna di entrare nel loro stupendo mondo.
Uruseiyatsura è il capolavoro ASSOLUTO anime ! Una serie tv senza tempo che racchiude TUTTO quanto una possa immaginare. Anche se è la commedia la tipologia base, nella lunghissima serie che ho l'immenso piacere di avere completa (comprese le inedite giapponesi), ci sono tutte le tematiche possibili. Puntate più romantiche di Maison Ikkoku, azione più di Hokuto No Ken (che tra l'altro prende le sveglie da Kotatsu-Neko in una stupenda puntata), fantasy, onirico, addirittura horror in alcune. Tutte puntate stupende con trame e riferimenti a 1000 leggende giapponesi e non.
Se uno conosce Uruseiyatsura conosce il Giappone. Tutto viene preso in discussione nell'anime più famoso del mondo (Dati Viz e Shogakukan) e record di share. Oltre alla bellissima e inarrivabile Lamù, la forza dei personaggi della Divina Takahashi è che la loro caratterizzazione è sempre perfetta nonostante l'immenso numero di quest'ultimi.
Molti hanno provato a copiarla, moltissimi si sono ispirati a lei ma nessuno MAI riuscirà solo ad avvicinarsi alla sua perfezione !!!
Se uno conosce Uruseiyatsura conosce il Giappone. Tutto viene preso in discussione nell'anime più famoso del mondo (Dati Viz e Shogakukan) e record di share. Oltre alla bellissima e inarrivabile Lamù, la forza dei personaggi della Divina Takahashi è che la loro caratterizzazione è sempre perfetta nonostante l'immenso numero di quest'ultimi.
Molti hanno provato a copiarla, moltissimi si sono ispirati a lei ma nessuno MAI riuscirà solo ad avvicinarsi alla sua perfezione !!!
Da piccolo era uno dei miei anime preferiti, da grande dopo averlo rivisto mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca. Le prime puntate che vidi mi fecero ridere tantissimo. Poi però come tutte le storie della Takahashi comincia a perdersi, vengono introdotti 1000 personaggi (di cui molti assolutamente inutili) e si nota che le idee cominciano a scarseggiare. E questo finisce per provocare alti e bassi. Questo però non toglie i molti meriti che questa serie ha, prima di tutti il fatto di aver rivoluzionato la comicità negli anime. Se solo avesse avuto meno episodi...
P.S.
Rimane ancora un dubbio irrisolto... Ma cosa ci avrà trovato Lamù in Ataru?
P.S.
Rimane ancora un dubbio irrisolto... Ma cosa ci avrà trovato Lamù in Ataru?
Il primo amore non si scorda mai...
E' difficile scordare un capolavoro come Lamù, in ogni puntata la comicità perversa e non cala mai di tono. Tratto dal manga più riuscito della Takashi e con la regia di Mamoru Oshii, l'anime diventa qualcosa di veramente superbo. Speriamo prima o poi di riuscire a vedere gli episodi ancora mai arrivati.
E' difficile scordare un capolavoro come Lamù, in ogni puntata la comicità perversa e non cala mai di tono. Tratto dal manga più riuscito della Takashi e con la regia di Mamoru Oshii, l'anime diventa qualcosa di veramente superbo. Speriamo prima o poi di riuscire a vedere gli episodi ancora mai arrivati.
Una comicità totalmente demenziale, fa ridere dall'inizio alla fine.
Ogni personaggio è creato solo ed esclusivamente per far divertire lo spettatore.
Chi non conosce Lamù? Ha fatto sognare grandi e piccini.
La molto sexy ragazza venuta dallo spazio, che tormenta continuamente senza sosta il povero Ataru.
E' doveroso citare inoltre il doppiaggio, veramente ben fatto, nonostante si tratti di un prodotto degli anni ottanta.
La serie tv di Lamù è decisamente migliore rispetto ai 6 lungometraggi cinematografici realizzati.
Consigliatissimo a tutti, non perdetelo!
Ogni personaggio è creato solo ed esclusivamente per far divertire lo spettatore.
Chi non conosce Lamù? Ha fatto sognare grandi e piccini.
La molto sexy ragazza venuta dallo spazio, che tormenta continuamente senza sosta il povero Ataru.
E' doveroso citare inoltre il doppiaggio, veramente ben fatto, nonostante si tratti di un prodotto degli anni ottanta.
La serie tv di Lamù è decisamente migliore rispetto ai 6 lungometraggi cinematografici realizzati.
Consigliatissimo a tutti, non perdetelo!
Geniale, assoluto, totale, rivoluzionario...
Lamù fu un ciclone di comicità sexy che si abbatté sul pubblico televisivo di anime nella prima metà degli anni '80. Nessuno aveva mai visto niente del genere prima.
Non ho idea se fu passato tutta la serie TV in iitaliano ma non credo. Due parole sulla trama che è comunque quasi del tutto demenziale. E' la storia della bellissima ragazza aliena che si lega morbosamente ad uno sfaccendato, reietto, maniaco studente delle superiori che la vince come trofeo ad un improbabile duello che avrebbe potuto sancire la fine della razza umana...ed invece si risolve in un assurdo triangolo amoroso tra Lamù (l'aliena), Ataru (il maniaco fallito) e Shinobu (la "teorica" fidanzata ufficiale di Ataru). A tutto questo si aggiungono dei personaggi uno più incredibile dell'altro...Rei, il fratellino piccolo di Lamù, il monaco Sakurambo, la bella santona Sakura ed un'altra miriade che non cito per brevità...difficile che non conosciate Lamù...se non lo coscete...beh...PROVVEDETE!
Lamù fu un ciclone di comicità sexy che si abbatté sul pubblico televisivo di anime nella prima metà degli anni '80. Nessuno aveva mai visto niente del genere prima.
Non ho idea se fu passato tutta la serie TV in iitaliano ma non credo. Due parole sulla trama che è comunque quasi del tutto demenziale. E' la storia della bellissima ragazza aliena che si lega morbosamente ad uno sfaccendato, reietto, maniaco studente delle superiori che la vince come trofeo ad un improbabile duello che avrebbe potuto sancire la fine della razza umana...ed invece si risolve in un assurdo triangolo amoroso tra Lamù (l'aliena), Ataru (il maniaco fallito) e Shinobu (la "teorica" fidanzata ufficiale di Ataru). A tutto questo si aggiungono dei personaggi uno più incredibile dell'altro...Rei, il fratellino piccolo di Lamù, il monaco Sakurambo, la bella santona Sakura ed un'altra miriade che non cito per brevità...difficile che non conosciate Lamù...se non lo coscete...beh...PROVVEDETE!