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Alucard88tnedjroq

Volumi letti: 7/7 --- Voto 8,5
La seconda parte de "Le bizzarre avventure di Jojo" è forse una delle più riuscite. In "Battle Tendency" si può notare infatti una notevole evoluzione di Araki rispetto a "Phantom Blood" (la prima serie).
Analizzerò il manga secondo i soliti parametri: storia, personaggi e disegni.

Storia: 9
Uno dei punti forti di questo manga è sicuramente la storia. Ho dato un voto così alto per vari motivi. Innanzitutto questa serie si ricollega perfettamente e senza forzature alla prima, proponendo anche un tipo di narrazione abbastanza diverso da "Phantom Blood". La narrazione è infatti eccellente e per niente scontata, infatti ci sono vari colpi di scena, e alcuni personaggi che all'inizio pensi verranno riservati alla fine, trovano il loro spazio molto prima. Per quanto riguarda i combattimenti, il livello è eccellente e la componente tattica viene ampliata rispetto alla prima serie e diventa uno dei principali punti chiave per la vittoria. Molto spesso infatti gli scontri sembrano conclusi ma, tramite espedienti geniali, vengono portati avanti ulteriormente, anche quando meno ce lo si può aspettare.

Personaggi: 9
I personaggi sono un altro punto chiave del manga, ognuno con il suo carattere che ti farà innamorare di loro. Joseph (il mio Jojo preferito) con la sua impulsività e la sua irruenza. La misteriosa ed introversa Lisa Lisa. Caesar con la sua ossessione di portare avanti gli ideali dei suoi antenati. Il bizzarro Eisidisi. Whamoo, il combattente leale che si contrappone allo spietato Kars, al quale invece non interessa minimamante l'onore del combattimento, ma vuole solo raggiungere i propri scopi. Come avrete potuto intuire anche i villain hanno un'ottima caratterizzazione e non sono stereotipati, mentre invece i protagonisti ricevono una notevole evoluzione nel corso della storia.

Disegni: 7-
Nonostante molti non lo notino, in "Battle Tendency" i disegni di Araki migliorano notevolmente rispetto a "Phantom Blood". Tuttavia non sono eccelsi, infatti le proporzioni vengono raramente rispettate e persiste il problema dell'intavolazione casuale. I movimenti sono però migliorati e volti ed espressioni risultano più dettagliati rispetto a prima.

Voto: 8,5


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Fabbrizio_on_the_Road

Volumi letti: 7/7 --- Voto 8,5
“Battle Tendency” è la seconda parte de “Le Bizzarre Avventure di JoJo” e, nel complesso, si può ritenere un buon passo in avanti rispetto alla, già valida, prima parte. Questo grazie a numerose scelte azzeccate e a qualche capitolo in più che dona maggiore consistenza alla storia.

Sostanzialmente vengono mantenuti gran parte dei punti forti di “Phantom Blood”. Una trama e un contesto storico interessanti, tanta azione, scene spettacolari e combattimenti incredibili. Tuttavia su alcuni fattori vi è stato un miglioramento. Per quanto riguarda le ambientazioni, ad esempio, in questa parte sono molto più varie e suggestive. Questo perché nel corso della storia vi sono molti spostamenti e ciò ha regalato all’opera un respiro d’avventura e una dinamicità maggiore rispetto alla prima parte. Anche il disegno è migliorato notevolmente, non ci sono più le sproporzioni evidenti che si palesavano in "Phantom Blood" di tanto in tanto. Sul piano dei personaggi invece non mi sento di parlare di un miglioramento. Joseph Joestar è un buon protagonista, sicuramente più riconoscibile e più moderno di Jonathan e quindi più adatto al periodo in cui la storia è ambientata. Per quanto concerne il resto del cast, sicuramente non c’è male, ma si sente la mancanza di un personaggio geniale e originale come Dio Brando.

Complessivamente questa seconda parte risulta più interessante e coinvolgente rispetto alla prima, anche se si perde un po’ di originalità e si abbandonano le cupe atmosfere ottocentesche, si ottiene una storia più intensa e visivamente migliore.


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balordo91

Volumi letti: 7/7 --- Voto 7
A me sinceramente Battle Tendecy è la serie di JoJo che è piaciuta meno, Joseph Joestar, nonostante sia un personaggio molto carismatico e ben caratterizzato mi ricorda Indiana Jones reso guerriero con frasi ad effetto.
Sì, è vero che in questa serie si scoprono alcune cose interessanti, come ad esempio chi è il creatore della maschera di pietra, ma i combattimenti non li trovo abbastanza intriganti e il character di Araki è ancora immaturo ovvero abbiamo tavole con uomini super sproporzionati e muscolosi.
Gli uomini del pilastro come villain non mi sono piaciuti molto, tuttavia ci sono scontri ben realizzati.
La serie è comunque bella intendiamoci, ha un buon villain Kars, però l'horror che era presente in Phantom Blood che caratterizza JoJo lascia lo spazio a un susseguirsi di combattimenti un po' più avventurosi e ironici.


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Anarchy Anime Reviews

Volumi letti: 7/7 --- Voto 10
Araki è sicuramente uno degli autori più innovativi e anticonformisti degli ultimi decenni. Il suo JoJo è senza dubbio uno dei contributi più importanti all'evoluzione del fumetto giapponese, il dinamismo e l'energia visiva delle sue tavole segnano, nel corso degli anni '80, il definitivo tramonto del manga classico, incapace fino a quel momento di trovare una propria identità e di trasmettere una simile aggressività grafica.
Le prospettive impossibili, le alterazioni dello spazio e della forza di gravità, liberano i disegni di Araki dai vincoli delle leggi della fisica e li fanno uscire dalla scia della tipica staticità bidimensionale degli anni '70, proiettandoli in una realtà che si rivela ben presto una vera e propria riproduzione dell'immaginazione dell'autore.
Il mix psichedelico di musica, citazioni di film e horror grottesco alla Edgar Allan Poe, rende JoJo una vera e propria icona pop degli anni '80, partorita dalla particolarissima ondata di creatività individualistica che caratterizzava quel periodo. Un estroverso esercizio di stile che attinge sicuramente dall'atmosfera del contesto in cui si trova, ma allo stesso tempo capace di influenzarlo. L'osmosi è evidente e i suoi personaggi, davvero bizzarri, diventano non solo esponenti di una tendenza ben definita, ma autentici riferimenti generazionali. I decenni precedenti, carichi di eroi a tutto tondo e senza chiaro-scuri, semplicemente scompaiono, spesso sotto la sprezzante ironia dell'autore, assorbiti da una dimensione sfacciatamente personalistica. Il punto di rottura più drastico è probabilmente Dio Brando, eroe negativo, pervaso da una profonda malvagità, intesa come esaltazione egoistica.
In qualche occasione Araki si lascia sfuggire anche qualche connotazione politica, dipingendo Brando quasi come un'icona del sottoproletariato e riflettendo in questo modo le inquietudini della media borghesia, alla fine delle contestazioni degli anni '60 e '70. In definitiva la rivalità tra i Joestar e Brando si potrebbe tranquillamente leggere come un chiaro conflitto di classe. Tuttavia la negatività del personaggio nasce, più probabilmente, da un suo personale desiderio di rivalsa nei confronti del proprio destino, fino a spingersi a cercare nei Joestar un capro espiatorio. Ma ciò che conta è che il forte egocentrismo coinvolge sia i personaggi negativi sia quelli positivi, in altre parole gli eroi di Araki, fino ancora alla terza serie, non sono votati e non si piegano più ad una causa né la contrastano, anzi è il mondo intero, con tutte le sue leggi e le sue regole a sottomettersi, infatti: The World.


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Linkinparma46

Volumi letti: 7/7 --- Voto 6
Joseph Joestar segue le orme del nonno diventando un guerriero delle onde concentriche. In questo secondo capitolo della saga si dischiude il segreto della maschera misteriosa che rese Dio Brando una creatura spaventosa e immortale. Sia sul piano narrativo che stilistico "Battle Tendecy" ricalca molto "Phantom Blood". Lo stesso Joseph ricorda a grandi linee il suo antenato creando una continuità che si ricicla. I colpi di scena invece aumentano rendendo i duelli sempre più avvincenti e colmi di adrenalina. Araki propende sempre per un confronto tra intelletti che per una guerra di muscoli e violenza. Il salto di qualità ancora non c'è ma è nell'aria. Un discorso che ho avuto modo di affrontare anche con "Phantom Blood". Nelle prime due serie de "Le Bizzarre avventure di JoJo", Araki sperimenta per giungere a piena maturazione con il terzo capitolo. Il mio consiglio è quindi di leggerlo, senza consideralo però come un lavoro a se stante ma come parte di un universo narrativo ancora più ampio.


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giacgiac

Volumi letti: 7/7 --- Voto 8
"Battle Tendency" è il secondo arco narrativo della famosa serie "Le bizzarre avventure di JoJo", del più che prolifico Hirohiko Araki. Trascorsi cinquant'anni dalle vicende di Dio, Jonathan e la maschera di pietra, una spedizione guidata dal noto Speedwagon porta alla luce in Messico delle rovine di età precolombiane con un altorilievo raffigurante la maschera di pietra e un 'uomo delle tenebre'; una nuova minaccia per l'umanità, gli ultimi discendenti di una razza di superuomini assetati di sangue e potere e che solo l'antica tribù delle onde concentriche poté tenere a bada. Il protagonista di questa nuova bizzarra avventura è Joseph Joestar, nipote del primo JoJo e decisamente più irruento e gradasso rispetto al proprio avo; il JoJo di questa generazione, in grado di controllare le onde concentriche per predisposizione naturale, ha una carta in più rispetto ai combattenti visti in precedenza, e questa caratteristica rappresenta la vera evoluzione di "Battle Tendency" rispetto a "Phantom Blood", cioè la strategia: ciascun duello che coinvolge il protagonista non sarà mai privo di compi di scena e veri e propri colpi di genio da parte di JoJo, maestro nello sfruttare il campo di battaglia e gli oggetti che lo circondano, trovando in questo uno strumento adeguato per tenere testa a nemici ben più esperti e potenti di lui, riuscendo talvolta a salvare la situazione. Le vignette e lo stile di Araki subiscono anch'essi un notevole cambiamento; le tavole adiacenti di questo manga sembrano formare un continuum narrativo, si compenetrano reciprocamente donando alla scena un dinamismo spesso fondamentale per una resa eccellente dei combattimenti. Il disegno diventa ora più proporzionato: scompaiono gli errori grossolani nella prospettiva dei volti e pur conservando i tratti caratteristici del primo JoJo, cioè gli uomini corpulenti ed esageratamente alti, viene a formarsi una sorta di gusto - presente seppur in minor parte anche in "Phantom Blood" - per lo sfarzo e l'eccentricità dell'abbigliamento, conferendo ai personaggi, JoJo e Caesar in particolare, un'aria di 'dandy-combattenti'. Se poi aggiungiamo le pose, altra novità che segnerà l'intera serie di Araki, che i personaggi assumono nel pronunciare quasi ogni frase, sia essa un ultimatum lapidario o una frase comune, il mix che ne esce è qualcosa di davvero notevole. Qui sta l'originalità di JoJo, combattimenti avvincenti, coinvolgenti e imprevedibili, pregni di strategie al limite del pensabile, uomini che paiono l'Eracle di Lisippo a una sfilata di Gucci, intenti a sfoggiare le pose più bizzarre che si possano immaginare, una combinazione geniale, degna dell'estro di Araki, che non può che conquistare il pubblico. Anche i personaggi si evolvono rispetto alla prima serie, dove c'era una netta opposizione tra 'bene' e 'male'. Qui invece il protagonista non mostra sempre un carattere da eroe, tipico invece di Jonathan, ma si dimostra alle volte arrogante, spaccone, incline alla violenza e all'ira, più interessato alle donne che agli allenamenti, e dall'altro lato, il suo aiutante Caesar Zeppeli, ben lungi dal modello di virtù e rettitudine morale del nonno, è piuttosto un dongiovanni e seduttore.
Nonostante tutto devo dire che non sono riuscito ad assegnare un 9 pieno a questa saga, in particolar modo per il finale, necessario ai fini della trama generale de "Le bizzarre avventure di JoJo", ma a mio giudizio un po' troppo forzato, in particolar modo nei capitoli appena successivi allo scontro decisivo. Per cui, in linea con "Phantom Blood", anche "Battle Tendency" guadagna un meritatissimo 8, questa volta abbondante.


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DesWyvern

Volumi letti: 7/7 --- Voto 8
Un ulteriore passo avanti nella realizzazione di un capolavoro: questo è ciò che, per me, costituisce Battle Tendency, la seconda serie de Le Bizzarre Avventure di Jojo. Il miglioramento rispetto a Phantom Blood è netto ed evidente: Araki non ha più bisogno di utilizzare la telecronaca di Speedwagon per far capire al lettore cosa sta succedendo, ormai questa funzione è svolta dal disegno, visibilmente migliorato; i combattimenti sono più variegati e originali e realizzati con molta più cura; sotto un certo punto di vista, anche i personaggi migliorano, con caratterizzazioni più dettagliate e sfaccettate.

Questa volta, i nemici per il nuovo Jojo, Joseph Joestar, nipote di Jonathan, saranno gli Uomini del Pilastro: esseri potentissimi e antichi, che hanno dormito sulla terra per migliaia di anni, e si sono svegliati in cerca dell'immortalità. Se pensate di avere davanti una copia di Jonathan solo per la somiglianza estetica vi dovrete ricredere: Joseph ha un carattere completamente diverso da quello di suo nonno. E per molti versi, il nuovo Jojo è migliore del vecchio, principalmente perché Araki lo ha reso più realistico, donandogli un carattere che si addice perfettamente a un giovane come lui. Allo stesso modo, potrete adorare Caesar, il nipote italiano di Zeppeli, che sarà per il protagonista una spalla assolutamente perfetta.
Gli unici personaggi che si possono considerare "peggiori" delle loro controparti della prima serie sono gli antagonisti e Lisa Lisa. I primi (eccezione fatta per Whamoo, caratterizzato magistralmente) non sono al livello di Dio Brando; Kars e ACDC non hanno il suo carisma, né quella pura malvagità che distingueva il Vampiro e che lo rendeva così affascinante. E Lisa Lisa, che dovrebbe interpretare la parte del vecchio Zeppeli, appare troppo vuota per i miei gusti. Molte cose su di lei verranno spiegate dopo la sua apparizione, ma non sufficienti a colmare la piattezza che la accompagnerà per quasi tutta la serie.

Passiamo ora ai combattimenti: già da questa serie è evidente il talento dell'autore nell'imbastire scontri estremamente complessi e curati, bravura che si svilupperà e culminerà nelle serie successive. Araki riuscirà a utilizzare appieno (oltre che per l'ultima volta) il potere delle onde concentriche, che nella prima serie era gestito in modo confusionario e poco credibile, variegandolo in moltissimi usi possibili (su tutti, il migliore è sicuramente quello di Caesar) e allestendo combattimenti mozzafiato oltre che, appunto, bizzarri.

Il più grande difetto dell'opera è probabilmente il finale. Troppo forzato, per come la vedo io. Con questo mi riferisco sia al combattimento finale (probabilmente, l'autore aveva creato un antagonista troppo forte e ha dovuto usare dei mezzi esagerati e poco credibili per farlo cadere), sia al colpo di scena sull'identità di una certa persona (se avete già letto questa serie, capirete di cosa sto parlando).
Tuttavia, Araki è stato così bravo a migliorare sé stesso e la propria creazione, donandole personaggi e combattimenti assolutamente fantastici, che, sebbene il finale mi abbia lasciato l'amaro in bocca, a Battle Tendency non posso dare meno di otto. Consigliatissimo.


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Marco Onizuka

Volumi letti: 7/7 --- Voto 9
Questa serie la chiamo il Jojo delle pose, questo perché ogni pagina trasuda lo stile di Araki, i personaggi la maggior parte delle volte sono rappresentati in pose assurde e anatomicamente impossibili che strappano più di una volta il sorriso, ma che, bisogna ammetterlo, lasciano incantati perché hanno quel fascino che solo questo geniale mangaka sa dare. Ma oltre al numero alto di pose presenti, ovviamente è alto anche il numero di scene d'azione, combattimenti, situazioni al cardiopalma, colpi di scena e chi più ne ha più ne metta!
Una delle serie più avvincenti, anche a livello di trama, con pochi personaggi ma ben studiati, tutti caratterizzati estremamente bene, ed è impossibile non affezionarsi a personaggi come Stroheim, che urla sempre le sue solite frasi, o ancora di più a Joseph, il protagonista, e proprio riguardo a lui vorrei dire qualcosa. Per me, questo è il migliore protagonista delle serie di Jojo: divertente, a tratti goffo, spiritoso, geniale e fortissimo, semplicemente Joseph ha tutto. E' un protagonista completo, che sa quando è il momento di combattere, sa quando è il momento di scappare e sa quando è il momento di trovare una strategia contro il nemico. Nonostante faccia un pò lo scemo, cosa che mi ha fatto ridere più volte, riesce sempre a tirare fuori qualche piano geniale che giustifica le sue strane azioni, riuscendo a tirarsi fuori da situazioni apparentemente senza via d'uscita, per non parlare delle sue frasi caratteristiche che prevedono sempre ciò che l'avversario dirà! Ovviamente l'avversario dirà la stessa identica frase detta da Joseph, e si sorprenderà da solo per l'esatta previsione del protagonista!
Parlando del disegno, si nota già un miglioramento rispetto alla serie precedente, disegni più puliti e più realistici, oltre ad essere ancora più espressivi. I personaggi mantengono ancora il loro stravagante modo di vestire, e qui ritorna Joseph, che è il mio preferito anche come design, insieme a Ceaser. Le tavole, come già detto, trasudano lo stile dell'autore da tutti i pori, che qui è marcatissimo e lo dimostra attraverso pose, gesti e design davvero eccentrici, le battaglie sono disegnate benissimo e si capiscono alla perfezione ed ottima anche l'ambientazione italiana.
Tornando alle battaglie, aumenta ancora di più la strategia presente in esse, superiore a quella della prima serie, seppur ancora un pò grezza, ma d'impatto e davvero gasante e poi c'è addirittura una corsa sulle bighe tramutata in una battaglia, che è il mio combattimento preferito di questa serie! La storia è molto interessante, in ogni volume ci sono colpi di scena che non lasciano mai delusi.
Insomma, una serie stupenda che non mancherà di stupire con i colpi di scena, gasare con le fantastiche battaglie strategiche, e divertire con le sue situazioni e i suoi personaggi, un altro grandioso capitolo di un manga che è un capolavoro.

rohankishibe

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rohankishibe

Volumi letti: 7/7 --- Voto 10
<b>ATTENZIONE SPOILER</b>

"Battle Tendency" è la seconda serie de ''Le bizzarre avventure di Jojo''. Il nuovo protagonista è Joseph Joestar, nipote del compianto Jonathan, nato con una particolare predisposizione nell'uso delle onde concentriche e, quindi, molto più forte di suo nonno. La saga, ambientata negli anni '30, vedrà Jojo muoversi attraverso Stati uniti, Messico, Italia (Roma e Venezia) e Svizzera per combattere gli uomini del pilastro, antichi esseri preistorici al vertice della catena alimentare, nonchè creatori della maschera di pietra. Ad accompagnarlo ci saranno Caesar Zeppeli, nipote di Will, Lisa Lisa, misteriosa insegnante della tecnica delle onde concentriche, e Rudolf Von Stroheim, cyborg nazista con un forte senso del dovere. Come dice il titolo, le battaglie rappresentano il fulcro dell'opera, le strategie messe in atto da Joseph sono semplicemente spettacolari. A mio avviso Joseph ha tutte le caratteristiche per essere considerato il miglior Jojo mai creato: è simpatico, sbruffone, coraggioso e molto, ma molto, furbo. Insomma, uno dei migliori protagonisti mai creati in uno shonen. Anche i villain non sono da meno: a parte Santana, che sembra possedere l'intelligenza di un bambino appena nato, gli altri tre uomini del pilastro, specialmente Whamoo, hanno carisma da vendere. Il disegno ricalca sempre quello in voga negli anni '80, ma rispetto a "Phantom Blood" non ha errori di anatomia o di prospettiva e migliora notevolmente. Il ritmo è incalzante e coinvolgente e la non troppo elevata longevità consente di godere appieno dell'opera. Consigliato.


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Gordy

Volumi letti: 7/7 --- Voto 8
"Battle Tendency" è la seconda serie JoJo. Il protagonista è Joseph Jostar, nipote di Jonathan ormai morto da quasi 50 anni. Nonostante lo stacco temporale "Battle Tendency" appare come la naturale prosecuzione della prima serie. Cambiano i protagonisti e gli antagonisti ma le tematiche sono le stesse e la caratterizzazione di tutti i personaggi è altrettanto valida (anche se come Dio brando non c'è nessuno). Bastano pochissimi numeri per affezionarsi a tutti, cattivi compresi.
Nella seconda serie di JoJo, rispetto alla prima c'è un generale miglioramento sotto praticamente ogni aspetto: storia più lunga, interessante ed elaborata, più antagonisti e protagonisti tutti validi e combattimenti più interessanti e tattici. Le tecniche di combattimento restano analoghe ma è da qui che vien fuori la genialità di Araki in grado di rende ogni scontro diverso e dall'esito spesso imprevedibile: l'esito dipende più dalla tattica adottata che dalle tecniche in se. I protagonisti riusciranno a cavarsela e a venir fuori da situazioni impossibili anche e soprattutto grazie alla loro genialità.
Per quanto riguarda i disegni è evidente come il tratto di Araki migliori di numero in numero, anche se perchè trovi la sua evoluzione definitiva ci vorranno ancora parecchi numeri.


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Kabutomaru

Volumi letti: 7/7 --- Voto 8
La saga generazionale dei Joestar prosegue con la seconda serie Battle Tendency, la quale ha come protagonista il nipote di Jonathan Joestar, ovvero Joseph Joestar. La Star Comics ci ripropone l'intera serie in 4 maxi volumoni da 300 pagine ciascuno al prezzo di 6 euro l'uno.

Questa volta Araki ambienta la serie nel 1938, catapultandoci negli Stati Uniti d'America. Il nuovo Jojo, Joseph Joestar, cresciuto con sua nonna Erina, manifesta in forma ancora imperfetta il potere delle onde concentriche ereditato in qualche modo da suo nonno Jonathan. Lo scapestrato e iperattivo protagonista dovrà sviluppare tal potere in fretta poiché in Messico e in Italia sono stati incatuamente risvegliati i cosidetti uomini del pilastro. Costoro, capitanati da Kars il creatore della "maschera di pietra", vogliono sterminare la stirpe delle onde concentriche in modo da poter imporre il dominio della propria razza. Toccherà a Joseph, insieme alla gondoliera Lisa Lisa e Cesare Zeppeli l'arduo compito di sventare la loro minaccia e salvare il mondo. La trama, confrontandola con la prima serie è un po' più articolata, seppur risulti semplice e lineare nel suo svolgimento.
Rispetto a Phantom Blood, stavolta Araki non sceglie di ambientare la storia in un unico posto, ma spazia tra Messico, Italia e Svizzera, rompendo la staticità della serie precedente.
Un altro punto a favore di Battle Tendency sono i combattimenti, dove non si vince l'avversario con il solito power up, ma lo si batte grazie alla strategia. Certo le trovate strategiche sono a volte improbabili, forzate e ben lontane da quelle che si troveranno nelle future serie, ma quanto meno per il panorama shonen dell'epoca, Araki compie un bel passo in avanti.

In questa seconda serie troveremo un maggior numero di personaggi principali, in primis Joseph, il quale è l'esatto opposto del nonno Jonathan, eroe vittoriano dai forti sentimenti, risultando più sbruffone, scapestrato, pragmatico e nettamente più forte fin dall'inizio del manga. Caesar Zeppeli svolge bene il suo ruolo di spalla emergendo anche in molte situazioni, invece sono meno convincenti Lisa Lisa e Von Stroheim. Il difetto della seconda serie però è l'antagonista Kars. Araki nella ricerca forzata dell'epicità, ha trascurato considerevolmente la caratterizzazione psicologica dell'antagonista, elemento che aveva reso grande Dio Brando in Phantom Blood. Insomma, non riesco a trovare aggettivi per descrivervi Kars, se non anonimo. A dirla tutta i suoi aiutanti, Eisidisi e soprattutto Whamoo risultano caratterizzati e gestiti nettamente meglio, poiché il lettore riesce a percepire le loro motivazioni e la loro etica.

Come potete intuire, Battle Tendency prosegue nella scia della prima serie, mantenendone lo spirito e alcuni concetti base, anche se tutto tende verso l'esagerazione più assoluta. Sebbene il disegno risulti migliorato, perchè Araki riesce a correggere gli errori anatomici della serie precedente, presentando ancora delle influenze derivanti da Hokuto no ken, le quali sono rintracciabili soprattutto nei personaggi esageratamente muscolosi. Se Phantom Blood vi è piaciuta, non potete farvi sfuggire a soli 24 euro Battle Tendency, seppur risulti meno incisiva della precedente per la mancanza di un incipit come quello presente nella prima serie, per la piattezza dell'antagonista e per alcune incoerenze nel corso della storia.


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Ais Quin

Volumi letti: 4/7 --- Voto 8
(Nota: i quattro volumi a cui si fa riferimento sono quelli della recente riedizione.)

Leggere un altro capitolo de "Le Bizzarre Avventure di Jojo" è come rincontrare un amico che avevi perso di vista - uno di quelli che ti dimostrano il loro affetto a suon di insulti e di devastanti pacche sulle spalle e che preferiscono comportarsi come se non aveste mai smesso di frequentarvi piuttosto che aggiornarsi su quello che si sono persi, per intenderci. Dopo il successo di "Phantom Blood" era ragionevole aspettarsi un fisiologico calo qualitativo, invece "Battle Tendency" regge così bene il confronto da risultare, a tutt'oggi, una tra le serie di Jojo più apprezzate. Se arrivati a questo punto non siete ancora riusciti ad abituarvi alla chiassosa e spensierata ingenuità di questa saga, figlia in tutto e per tutto del suo tempo, permettete che vi dia un consiglio: datevi a un altro manga senza ulteriori indugi e soprattutto senza inutili sensi di colpa.

Sono passati quarantanove anni dalla morte di Jonathan Joestar e il potere di produrre le cosiddette Onde Concentriche, assente in suo figlio George, si è invece manifestato, quantunque in forma primitiva, nell'impulsivo Joseph, anch'egli soprannominato Jojo. Orfano di entrambi i genitori, il ragazzo è molto affezionato a sua nonna Erina, che non si è mai più risposata dopo aver perso il marito.
Un'inquietante scoperta fatta in Messico dalla divisione archeologica della Speedwagon Foundation, di cui è appunto a capo l'ex delinquente amico di Jonathan divenuto un magnate del petrolio, minaccia di stravolgere il delicato equilibrio non solo dei Joestar rimasti, ma dell'intero pianeta: gli Uomini del Pilastro, una razza primordiale simile ai vampiri a cui si deve la creazione della Maschera di Pietra, non si erano affatto estinti come si credeva, e anzi stanno per risvegliarsi dal letargo nel quale erano caduti dopo la battaglia contro la stirpe delle Onde Concentriche per sconfiggerla definitivamente. Così facendo non ci sarà più nessuno in grado di contrastare la loro ascesa, e per l'umanità sarà la fine. Per riuscire nel loro intento hanno bisogno della Pietra Rossa dell'Asia, che unita alla Maschera li renderà invulnerabili alla luce del sole e quindi al potere delle Onde. E indovinate un po' a chi toccherà l'onore/onere di fermarli?
Naturalmente Jojo non sarà solo: lo affiancheranno in questa disperata impresa Caesar Antonio Zeppeli, nipote di Will, la misteriosa maestra di lotta Lisa Lisa e il maggiore nazista Stroheim. Per sconfiggere Kars e i suoi valorosi sottoposti dovrà dare fondo a tutte le sue capacità, utilizzando muscoli e cervello in egual misura.

Paragonata a quella di "Phantom Blood" la sceneggiatura si presenta più fluida e articolata, nonché quasi del tutto priva di quegli odiosissimi "info-rigurgiti" che tanto mi avevano indispettita. L'espediente del viaggio, pur non essendo sfruttato al pieno delle sue possibilità, è una gradita innovazione rispetto alla staticità del precedente episodio, nel quale più che al "dove" veniva dato risalto all'atmosfera generale del periodo storico in questione. I combattimenti, inoltre, sono più frequenti e dettagliati, oltre che molto più fantasiosi. Buona anche la parte riguardante l'addestramento di Jojo. In generale, quindi, l'unico vero appunto che mi sentirei di muovere ad Araki è che fa un po' troppo affidamento sul fattore fortuna, tuttavia indispensabile per la riuscita dei ridicolmente intricati piani di Jojo.

A livello caratteriale la differenza tra Jonathan e il nipote è enorme, il che scongiura il rischio di trovarsi di fronte a una sua copia. Joseph è sanguigno, saccente, vanaglorioso ed egocentrico, ma lungi dal renderlo odioso agli occhi del lettore questi suoi difetti fanno di lui un personaggio genuino e incredibilmente tridimensionale. Non male anche la caratterizzazione di Caesar, a cui però il ruolo di spalla va un po' stretto e che, nonostante si riscatti alla grande nell'epico scontro con Whamoo - a proposito, non ho nulla contro questo tipo di citazioni, ma che ci voleva a trovare un paio di nomi originali in più? Just sayin'. - mi sarebbe piaciuto vedere di più. Stesso dicasi per Lisa Lisa, la cui storia personale mi è parsa peraltro forzata. Nulla da segnalare, invece, riguardo a Stroheim, di cui forse si poteva fare a meno ma che, se non altro, dimostra di evolversi un pochino nel corso della storia, e non soltanto in modo concretamente rilevante ai fini della stessa.
Tra i cattivi Kars è quello che mi ha più lasciata con l'amaro in bocca: è un discreto successore di Dio, con il quale ha il comune l'abiezione e le manie di grandezza, ma non è altrettanto incisivo. Ho invece apprezzato molto Eisidisi e Whamoo, mentre avrei sorvolato tranquillamente su Santana.

Il tratto di Araki è senza dubbio meno discontinuo che in "Phantom Blood", ma per il resto nulla cambia: le tavole sono sempre grezze e talvolta poco intuitive, mentre le figure sono sproporzionate, anatomicamente poco convincenti e decisamente sopra le righe per quanto riguarda le mises (di nuovo, benvenuti negli Anni Ottanta!) . Tuttavia gli si può perdonare questo ed altro in virtù della loro incredibile eloquenza, con buona pace del canone di Policleto e dei gusti personali di ognuno.

A "Battle Tendency" darei 8 e non di più per il semplice fatto che, con un'altra serie già alle spalle, certi difetti non sono più molto giustificabili. Al tempo stesso, tuttavia, non posso che inchinarmi di fronte al genio di Araki, che con questo manga ha dimostrato di poter fare grandi cose quando ha le idee chiare.


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ShinichiMechazawa

Volumi letti: 4/7 --- Voto 9
Nota: il quattro è riferito ai volumetti della ristampa Star Comics, che accorpano le "sottilette" della vecchia edizione.

Altro giro, altro Jojo, altra avventura sopra le righe. Se Phantom Blood rappresentava la serie di riscaldamento per la lunghissima saga Araki qui il nostro si diverte a esagerare tutto l'esagerabile, a partire dal protagonista. Scordatevi il nobile Jonathan, Joseph è il suo opposto: sbruffone, cialtronesco e soprattutto molto pragmatico e pieno di risorse.

Il nostro eroe si muove in una storia che per certi versi si rifà non solo agli stereotipi degli shonen dell'epoca ma anche alla saga di Indiana Jones (siamo nel 1937, e ci sono anche i nazisti!); magari non il massimo dell'originalità ma pur sempre una storia ben scritta e divertente, con alcune gag che fanno capolino qua e la. I cattivi principali forse non sono il massimo, ma forse il problema è che con Dio Brando Araki ci ha viziati troppo bene.

L'Araki disegnatore è notevolmente migliorato, specialmente per quanto riguarda pose ed anatomie nonché una maggior confidenza con i personaggi femminili.

Insomma, per chi scrive Battle Tendency è la migliore serie di Jojo di quelle lette fino a questo punto (le prime tre), nonché una fotografia di un genere, lo shonen d'azione, ritratto negli anni del suo più grande vigore e splendore.


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DaisukeKatashi

Volumi letti: 4/7 --- Voto 9
"Non è possibile! Quel donnaiolo da strapazzo sarebbe Zeppeli?! E noi siamo venuti fino in Italia per lui?!" - Joseph Joestar mentre incontra per la prima volta Caesar Antonio Zeppeli

INTRODUZIONE
Le bizzarre avventure di JoJo: Battle Tendency (per gli amici solo JoJo: Battle Tendency o JoJo BT) è il secondo capitolo della saga firmata Hirohiko Araki, che grazie alla serie di JoJo ha trovato la fama. Ormai JoJo è sinonimo di capolavoro o quasi. Questa seconda saga ha avuto inizio nel lontano 1987, pubblicato su Shueisha ed in totale in Giappone il manga conta 7 volumi. Differentemente, la versione italiana edita dalla Star Comics nella sua prima versione conta una decina di volumi, mentre nella edizione più recente del manga (del 2010) il manga è stato raccolto in 4 volumoni. Io personalmente ho questa versione di lusso, che consiglio vivamente a tutti.

TRAMA
La seconda serie dei racconti bizzarri dei JoJo vede come protagonista il nipote di Jonathan Joestar (protagonista di JoJo: Phantom Blood), Joseph Joestar, un ragazzo decisamente più vivace e piantagrane rispetto al nonno. Le vicende si sviluppano nel 1938 attraverso diverse località, tra cui New York, Italia (amata dal grande Hirohiko Araki), Messico e Svizzera. In quell'anno in Messico e a Roma vengono scoperte delle misteriose creature. Tra le varie rovine troviamo una profezia che prevede la rinascita di coloro che furono i creatori della maschera di Pietra, già incontrata nella prima saga. La lotta per la sopravvivenza degli esseri umani è nelle mani del giovane quanto (inizialmente) inesperto Joseph Joestar, che grazie a duri allenamenti e a nuovi amici, tra cui Ceasar Antonio Zeppeli, nipote di Will A. Zeppeli, apparso a fianco di Jonathan Joestar nella prima saga. Ora la battaglia ha inizio. Let's Fight!

CONSIDERAZIONI
I manga di Hirohiko Araki sono sinonimo di botte da orbi. Questo manga mi ha colpito moltissimo, la trama non è originalissima ma viene sviluppata al meglio, riuscendo a far diventare questa saga una vera pietra miliare dei manga. Come detto prima i combattimenti di Joseph e compagnia sono davvero formidabili, geniali. I personaggi sono ben caratterizzati, sopratutto Joseph e Zeppeli (il mio personaggio preferito del manga). Il tratto migliora rispetto alla prima saga, e anche di molto. Però perde quel tocco horror che mi ha fatto letteralmente innamorare della prima saga. In definitiva il manga è stra-consigliato a tutti, imperdibile per i fan di Araki. Il manga è ottimo quindi credo che 9 sia un giusto voto. Complimenti Araki.


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Francescoseinen

Volumi letti: 4/7 --- Voto 8
Avviso che ho letto la riedizione della Star, quindi questa recensione si riferisce al manga completo.
In questa seconda serie de "Le bizzarre avventure di Jojo", ambientata 50 anni dopo la conclusione di Phantom Blood, facciamo quasi subito la conoscenza di Joseph Joestar, il simpaticissimo, irriverente e impulsivo protagonista della serie, nipote di Jonathan Joestar.

La serie mi è piaciuta più della prima per due motivi. Il primo è, come già qualcun altro ha detto, che questa seconda serie sopperisce e migliora alcuni aspetti della prima. Quello che nella prima serie ne era il punto debole, qui diventa, a mio parere, il punto forte della serie: il combattimento. In secondo luogo, questa seconda serie vede il dipanarsi di una trama a più ampio respiro, contraddistinta da tocchi di mistero e suspance ad alto coinvolgimento emotivo. Gli interrogativi sorti dopo i primi accadimenti portano il nostro protagonista, sempre accompagnato da un alleato (in questo caso Caesar), a padroneggiare le onde concentriche, tecnica in cui Joseph dimostra possedere un grande talento naturale.

Nonostante la trama venga tessuta in maniera ordinata e lineare, il livello di coinvolgimento emotivo è notevole, e, come ci ha abituato Haraki, la caratterizzazione dei personaggi, antagonisti compresi, è eccelsa.
Come già anticipato, i combattimenti, fulcro del manga, presentano un notevole miglioramento rispetto alla prima serie. Sono presenti non solo tattiche ben precise, ma anche più spettacolarità e originalità.

Menzione d'onore come sempre al disegno. Il tratto del maestro Araki, è visibilmente migliorato, soprattutto i volti, hanno subìto una caratterizzazione diversa, migliorandone, secondo me, l'appeal. L'abbigliamento stravagante, anzi "bizzarro", di tutti i protagonisti del manga mi ha continuamente affascinato, così come la sempre presente curvilinea plasticità dei corpi, un aspetto che adoro. In definitiva, per quanto riguarda il disegno, mi sento di affermare che il tratto di Araki è il mio preferito. È tangibile la bizzarria e l'originalità che traspira da essi. Fantastici.

Un degno, e migliore, seguito per una delle opere che resterà negli annali dei manga di sempre, come perla da tramandare ai posteri.


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Robocop XIII

Volumi letti: 7/7 --- Voto 7
Nuova saga. Nuova generazione. Nuovo Jojo.
Questa saga di JoJo l'ho trovata molto più avvincente della prima, e devo dire che il livello qualitativo si è alzato, specie nei disegni che migliorano e cominciano a ricordare Ken il Guerriero sempre meno, volume dopo volume.
L'ambientazione passa dall'Inghilterra del XIX all'America del XX secolo, portandoci anche in Messico, Italia e Svizzera.
Hirohiko Araki miscela realtà e finzione, facendo si che l'ambientazione storica non abbia solo il ruolo di sfondo ma partecipi attivamente nella trama, la ricostruzione mi è parsa buona, ed è ironico che sia un autore giapponese a doverci ricordare i valori italiani, facendo dire a Zeppeli:<i>"Per noi italiani, la famiglia è un bene sacro. Ne siamo orgogliosi e portiamo avanti ciò che i nostri genitori hanno iniziato..."</i>
L'unica cosa che mi domando è: possibile che messicani, americani, italiani e tedeschi parlino tra di loro senza problemi? Sarà che pure il più ignorante dei personaggi conosceva l'inglese, mi rispondo.

Il manga ha una struttura classica, che vede anteporsi dei nemici all'apparenza fortissimi ma che dopo parecchi allenamenti e power-up verranno sconfitti. I combattimenti rispetto alla saga precedente sono meno "botte da orbi", e si basano sulle strane quanto praticamente irrealizzabili strategie del protagonista e non.

Concludendo, Le bizzarre avventure di JoJo: Battle Tendency è un manga veramente di qualità, dalla struttura un poco antiquata ma che funziona ancora oggi, e devo dire che sono proprio le saghe successive a dare a Phantom Blood, la prima saga, quell'aura di epicità, dovuta all'effetto "genesi" di tutte le bizzarre avventure.


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esperienza88

Volumi letti: 16/7 --- Voto 7
Seconda serie e stessi pregi e difetti della prima, anche se devo dire che la storia è nettamente migliorata, infatti ci sono molti colpi di scena per quanto riguarda la successione della famiglia Joestar, inoltre avremo tutte le risposte riguardanti la maschera di pietra e i relativi guerrieri supremi. Quindi posso dire che non è affatto male come manga, ma molto sinceramente proprio non riesco ad innamorarmi di questo fumetto, infatti penso che i colpi di scena siano troppo inverosimili, tipo le azioni dei combattimenti, dove l'autore si sofferma troppo a spiegare tattiche di Jojo, veramente irrealizzabili! Per concludere penso semplicemente che il mio giudizio sia fortemente influenzato dalla vecchiaia di questo manga, che sicuramente letto negli anni novanta si poteva considerare un capolavoro, ma ai giorni d'oggi lo si può considerare superato o semplicemente gli shonen che si sono ispirati a quest'opera sono notevolmente migliorati. Spero vivamente che la terza serie mi faccia rimangiare tutto quello che ho scritto.


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Davi 90

Volumi letti: 4/7 --- Voto 10
Questa seconda serie mi ha appassionato molto più della prima, e mi è parsa molto più avvincente.
Il cast dei personaggi e più ampio (anche se pur sempre contenuto) e il loro design è eccezionale. Ognuno ha il carattere che lo contraddistingue: Joseph, il protagonista, è molto lontano da Jonathan, ed è questo il bello di Araki.
Questo autore genera protagonisti sempre bizzarri e diversi gli uni dagli altri, e l'elemento centrale di quest'opera è l'imprevedibilità. Non si può mai sapere come andrà a finire con Araki, niente si può dare per scontato con lui, ed è questo il bello di Jojo, oltre ai combattimenti molto strategici.

In questa serie molto affascinanti sono anche i nemici, hanno una personalità molto diversa tra loro, e spesso scopriamo che essere malvagi non necessariamente significa essere crudeli. Poi ci sono molti colpi di scena e battaglie incredibili.
Beh, una serie davvero epica con un finale incredibile. Sono contento di aver conosciuto Jojo e gli do un bellissimo 10.


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canno

Volumi letti: 11/7 --- Voto 9
Battle Tendency, ovvero la seconda serie di Jojo. Araki qui ci fa conoscere uno dei personaggi più azzeccati sotto il profilo psicologico: Joseph Joestar.
A mio modo di vedere la storia comincia a staccarsi, anche se in maniera ancora non netta, dalla prima serie. Il racconto scorre in maniera veloce, ed i volumetti vengono letteralmente divorati. Pur non arrivando ai picchi della 3a serie, qui ci troviamo di fronte al punto di svolta, o se vogliamo anche di non ritorno... qui il manga comincia a diventare veramente "bizzarro"! Niente da dire, pur non essendo la mia saga preferita non vuol dire che non sia bella. Resta una saga meravigliosa ed il voto espresso è più che meritato.


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Kotaro

Volumi letti: 7/7 --- Voto 9
Sono passati cinquant’anni dalle vicende di Phantom Blood e, nonostante il malvagio Dio Brando sia stato debellato, la memoria di quella battaglia è ancora viva nelle menti di chi l’ha vissuta.
L’oscura ombra della Maschera di Pietra, tuttavia, non accenna a scomparire e torna a manifestarsi nella figura di un’antichissima e primordiale stirpe di guerrieri invincibili che, addormentati nella roccia, tornano in vita per reclamare il possesso del loro antico pianeta Terra.
Il compito di fermarli spetta a Joseph “Jojo” Joestar, scanzonato nipote del protagonista della prima serie, che non ci farà troppo rimpiangere il nonno.

In un certo senso simile ma anche profondamente diversa dall’avventura precedente, Battle Tendency non manca di sorprenderci e coinvolgerci, regalandoci una storia dall’incipit forse meno originale, pur tuttavia non parco di continui e sorprendenti colpi di scena, e una prosecuzione delle vicende tremendamente appassionante.
Hirohiko Araki comincia a crescere come artista, un po’ in tutti i sensi.
Migliora lo stile grafico, che mantiene ed esalta quelle bizzarrie così caratteristiche che tanto ci avevano affascinato nella prima storia. Ritroviamo quindi personaggi dall’enorme possanza fisica ma anche dal turgido vigore e dalla sorprendente agilità, che assumono pose da contorsionisti, indossano abiti assurdi, appariscenti e un po’ pacchiani e svolgono combattimenti al limite dell’incredibile. I disegni risentono ancora un po’ dell’influenza dello stile del collega Tetsuo Hara, ma si fanno più dettagliati e personali col proseguire della vicenda, rendendo Battle Tendency un po’ una piccola gioia per gli occhi, a cui perdoniamo le saltuarie imprecisioni anatomiche o prospettiche che di tanto in tanto saltano fuori ma che non fanno che aumentare la “bizzarria” del tutto.
Palese differenza con la serie precedente è un’atmosfera meno splatter e meno cupa. Ci saranno anche qui pathos, scontri violenti, zombi e vampiri, drammi, tragedie e scene di grande impatto sia visivo sia emotivo, ma il tutto sarà stemperato da diverse gag e da molteplici sparate e sboronate un po’ trash che ricorderanno non poco lo stile di un altro collega mangaka di Jump dell’epoca, Akira “Otoko Juku” Miyashita.
Emblema di questo nuovo modus narrandi sborone, tamarro e un po’ trash che spesso e volentieri si darà ad un’esagerazione tanto grande da sembrare quasi ridicola è lo stesso protagonista Joseph, che a differenza del serioso nonno Johnathan è un personaggio iperattivo, scalmanato, con la battuta e i pugni sempre pronti e più incline a una certa vivacità tipica dell’adolescenza. Joseph (e l’autore insieme a lui) è un vulcano d’inventiva, sempre pronto a sfruttare la sua tecnica di combattimento nei modi più impensati, spesso ai limiti dell’assurdo o della violenza, e capace di trarsi d’impaccio in ogni situazione agendo all’ultimo secondo in modo da stupire chi partecipa alle sue avventure.
Si tratta di un personaggio in un certo senso più umano e meno costruito a tavolino rispetto al precedente protagonista, e che quindi riesce più facilmente a entrare nel cuore dei lettori. Tuttavia, anche gli altri personaggi godranno di un’ottima caratterizzazione e riusciranno a scolpirsi a tal punto nella mente del pubblico che sono da ricercare (anche) nel cast di Battle Tendency le origini di fortunatissime star di futuri videogiochi quali i vari Rose, Bison, Guile o Gill di Street Fighter.

La storia si mostra di più ampio respiro rispetto a quella di Phantom Blood e, fra un colpo di scena e l’altro, cambia vicende, scopi e ambientazioni un numero impressionante di volte considerato il moderato numero di volumi che compongono l’opera.
A far da cornice ai soliti allenamenti alla Dragon Ball e ai soliti scontri ai limiti del sovrumano, avremo stavolta un’avventura che porterà i nostri eroi a girare dagli Stati Uniti all’Italia, dall’Inghilterra alla Svizzera, dalla Grecia al Messico, sulle tracce di un mistero sovrannaturale che non poco ricorda la trilogia cinematografica di Indiana Jones che all’epoca furoreggiava nei cinema di tutto il mondo. Cosa peraltro resa ancor più evidente dal setting storico, che stavolta è quello del primo dopoguerra, con tanto di nazisti farseschi come avveniva appunto nei film del famoso archeologo.
Purtroppo, in confronto alla splendida atmosfera della Londra vittoriana della prima storia, le ambientazioni di questa seconda avventura risultano un po’ meno curate e più approssimative e stereotipate, con tanto di qualche errore geografico e una rappresentazione delle popolazioni coinvolte che sa molto di luogo comune (i poliziotti yankee razzisti, gli italiani malavitosi e guasconi…). Si tratta comunque di un difetto infinitesimale, che passa in secondo piano perché ci si fa trasportare dalla storia e perché a Jojo non si richiede, in fondo, il realismo, ma l’azione più sfrenata.
Azione che, come da programma, non manca e ci regala combattimenti tremendamente avvincenti e sanguinosi, scene talmente forti da essere a volte un po’ trash e scontri dove saranno la strategia, le variabili, l’intuizione e lo spirito d’adattamento a farla da padrone, più che le supertecniche.
Un piacevolissimo elemento presente già nella prima storia e qui ampliato sono poi le sempre apprezzabilissime citazioni musicali che si nascondono nei nomi dei personaggi. Fra Kenny Loggins e Jim Messina, i Wham, i Dire Straits, i Creedence Clearwater, gli AC/DC e Carlos Santana sono moltissimi i riferimenti a cantanti o gruppi musicali dell’epoca insiti in questa storia, e giocare a scovarli sarà un’ulteriore, piacevolissima, chiave di lettura dell’opera.

Mi sento quindi, ancora una volta, di promuovere Hirohiko Araki e il suo bizzarro Jojo.
L’autore è riuscito a superarsi, regalandoci una storia avvincente che si legge tutta d’un fiato, piena d’azione, di colpi di scena e di personaggi difficilmente dimenticabili, affinando peraltro anche lo stile di disegno di pari passo con la narrazione.
È una storia che non potrebbe mai nascere oggi come oggi ma che non stentiamo a credere sia stata creata in un periodo, quello di fine anni ’80, in cui sulle pagine di Shonen Jump campeggiavano titoli pieni di combattimenti e un umorismo dall’estetica un po’ trash come Otoko Juku e nei cinema di tutto il mondo si perpetrava un vivo interesse per l’azione e le avventure a stampo archeologico grazie ai mai dimenticati film del buon Harrison Ford.
Un periodo di cui, detto fra noi, è facile oggi come oggi avere un po’ nostalgia. Beh, nel caso si voglia ritornare un po’ indietro a quegli anni, Le bizzarre avventure di Jojo è qui in fumetteria apposta per questo scopo, pronto a far emozionare i nostalgici degli anni ’80 e a conquistare nuovi fans.


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GrandeReBestiaKiba

Volumi letti: 11/7 --- Voto 10
[<b>Attenzione, contiene spoiler sul finale della serie precedente</b>]
Il protagonista di questa seconda serie è Joseph Joestar, il nipote di Jonathan morto nel finale della prima serie(Phantom Blood). Ricompaiono vari personaggi della prima serie, fra i quali Elena (moglie di Jonathan e nonna di Joseph) e Speed Wagon, ladruncolo e amico di Jonathan nella prima serie, miliardario e filantropo in questa seconda serie.
In Battle Tendency ci verranno rivelate le origini della maschera di pietra, il perché della sua creazione e il suo vero potere, infatti essa non aveva solo la capacità di rendere vampiri immortali gli umani, ma combinata con la pietra rossa dell'Asia (oggetto importantissimo in questa serie) ha il potere di trasformare chi la indossa in un essere perfetto capace di incamerare il DNA di tutti gli esseri viventi. Questa volta il nemico non sarà Dio Brando, ma i Cavalieri delle tenebre, tra i quali Kars, il creatore della maschera. Battle Tendency presenta molti più colpi di scena rispetto a Phantom Blood ed è possibile notare l' evoluzione dello stile del maestro Araki che diventa meno rigido, inoltre anche la componente umoristica aumenta leggermente grazie alle battute di Joseph (premetto che nessuna di esse mi ha strappato un sorriso, ma vabbe'...) e i combattimenti assumono connotazioni tattiche. Serie bellissima che consiglio a tutti... visto che a breve la Star Comics la riediterà! HORA HORA HORA!