Il panorama dei manga robotici degli ultimi anni non ha visto enormi successi, né di pubblico, né di critica, sebbene qualche opera meritevole di attenzioni abbia indubbiamente visto la luce. Tra queste possiamo annoverare Break Blade (o Broken Blade), manga di Yunosuke Yoshimoto serializzato dal 2007 su Flex Comix Blood (Hyakko, Nyan koi), rivista shounen dell'editore Flex Comix. Il titolo (lama spezzata) deriva dal design del Derthing, il robot pilotato dal protagonista, che presenta sull'elmo quella che pare proprio una spada spezzata. La consacrazione arriva nel 2009, con l'annuncio di una trasposizione animata a cura di Xebec e Production I.G; per la precisione si tratta di un'esalogia cinematografica.
Il continente Cruzon è un mondo in cui l'umanità non estrae il petrolio dal suolo, ma usa come fonte d'energia un potere insito nelle proprie mani: la magia. Con essa ogni persona è in grado di manipolare dei speciali quarzi estratti dal sottosuolo che, attraverso uno speciale processo di raffinazione, vengono utilizzati per creare dei legamenti in grado di far funzionare veicoli, muovere ingranaggi e sparare proiettili. Tuttavia, una volta ogni milione di persone nasce qualcuno privo di questo potere, incapace di utilizzare i legamenti di quarzo e quindi di far funzionare qualsiasi macchina di Cruzon. Questi individui prendono il nome di unsorcercer.
«Mi dispiace signor Arrow, è un oggetto che persino un bambino di due anni potrebbe sollevare.
Il fatto che non ci riesca uno di cinque significa solo una cosa... che questo bambino è un unsorcerer.»
Vent'anni dopo, Ligat Arrow lascia temporaneamente la sua fattoria di provincia per recarsi nella capitale di Krishna, su invito di Hodur, suo vecchio compagno di accademia nonché sovrano di Krisha. Arrivato alla capitale – non senza problemi, in quanto non potendo manipolare il quarzo è incapace di utilizzare mezzi di locomozione – scopre che il paese è entrato in guerra con la vicina federazione di Atenes. A capo delle forze di Atenes vi è il cancelliere Lokiss, fratello maggiore di Zess, altro vecchio compagno d'accademia e amico intimo di Ligat e Hodur; inoltre, pare che Zess sia a capo di una squadra d'assalto in avvicinamento alla capitale con l'obiettivo di far capitolare Krisha e il suo sovrano. Re Hodur non è tanto preoccupato per le sorti del suo regno, disinteressato come è sempre stato al governo della nazione, ma non può ignorare le condizioni di resa proposte da Atenes. Oltre a richieste politiche ed economiche, si chiede la decapitazione dell'intera famiglia reale, compresa la moglie di Hodur, Sigyn, altra grandissima amica di Ligat dei tempi dell'accademia.
Con la spada di Damocle di un'invasione a breve non parrebbe certo il momento ideale per invitare uno dei propri più cari amici proprio al centro della guerra, tuttavia Hodur e Sigyn hanno da poco rinvenuto in una caverna un golem congelato. I golem, i più avanzati impianti bellici del continente Cruzon, sono dei robot giganti in grado di muoversi e combattere grazie alla magia dei più abili soldati del regno, tuttavia questo è diverso: progettato dagli antichi, nessuno è stato in grado muoverlo; nessuno... al di fuori di Ligat.
A prima vista, Break Blade parrebbe il classico mecha con tanto di protagonista predestinato a guidare la macchina più potente di tutte, e in parte forse lo è anche, non distaccandosi eccessivamente dagli stilemi classici del genere; l'opera è tuttavia in grado di trovare un proprio equilibrio e una propria personale coerenza che gli permettono di non venir considerata una semplice brutta copia di opere passate. In primis perchè, differentemente da quel che si potrebbe pensare dalla classificazione shounen dell'opera, Break Blade si focalizza principalmente su personaggi adulti (il protagonista Ligat ha 25 anni), cosa che permette una maggiore attenzione alla psicologia dei personaggi e una maggiore maturità delle tematiche trattate (il matrimonio o i rapporti genitori-figli ad esempio).
Break Blade segue la via tracciata da Mobile Suit Gundam e figli, inserendosi chiaramente nel filone “real robot”, genere in cui i mecha non sono entità invincibili di straordinario potere alla Mazinger Z, bensì semplici macchine, spesso prodotte in serie, che possono venire danneggiate, distrutte e anche sconfitte, e i loro piloti feriti o persino uccisi - e anche in Break Blade le morti non mancheranno certo. Il contesto real è ben strutturato anche nella definizione delle varie nazioni del continente Cruzon, della loro caratterizzazione geopolitica, economica e sociale alla base delle varie decisioni intraprese prima e durante la storia. La guerra in atto tra Atenes e Krishna ha profonde radici economiche e politiche che, come ben presto capirà Ligat, non possono certo venire arginate da un singolo individuo. Per questo motivo la guerra non è una banale contrapposizione di buoni e cattivi, ma vede combattersi persone vere, reali, vive, ognuna delle quali ci viene mostrata anche nella vita privata, con le proprie motivazioni, i propri sentimenti e i propri desideri. Ognuna delle due fazioni in lotta ha i suoi “buoni” e i suoi “cattivi”, e Yoshinaga è bravo in tal senso nel caratterizzarli a tutto tondo, riuscendo a far affezionare il lettore a personaggi di entrambi gli schieramenti. Tra tutti questi, il personaggio chiave è Ligat, che si troverà costretto a combattere col suo grande amico Zess per cercare di salvare la vita degli altri suoi due grandi amici Hodur e Sigyn, incastrato in una guerra più grande di lui, che inizialmente lo spingerà alla fuga, ma che successivamente gli farà prendere coscienza delle sue responsabilità rendendolo un vero soldato e pilota di Golem. Al suo fianco numerosi comprimari, dal Generale Bald, che assumerà un ruolo quasi paterno verso Ligat, al temuto e spietato Generale nemico Borkyss, passando per dodicenni tettone e soldati annoiati.
Se l'influenza del capolavoro di Tomino e soci è palese, nel buon mix di fantascienza, fantasy e western è possibile riscontrare una chiara ispirazione ad un'altra delle pietre miliari del genere, The Five Star Stories di Mamoru Nagano, di cui Break Blade è chiaramente figlio.
Se la cura profusa nel tratteggiare i personaggi e il contesto sociopolitico sono sicuramente i maggiori pregi della storia, il suo più pesante difetto va ricercato nei combattimenti tra mecha. Yoshinaga si mostra non eccessivamente brillante nel disegno dei Golem, in special modo nelle battaglie, che richiederebbero un dinamismo e al contempo una chiarezza che non è in grado di dare, rendendo tali scontri spesso confusi, approssimativi, col lettore occasionalmente incapace di comprendere perfettamente la sequenzialità della battaglie. Per spezzare una lancia a favore di Yoshinaga, tuttavia, c'è da considerare come questo sia un difetto tipico del fumetto robotico in generale, con ben pochi disegnatori in grado di tratteggiare chiaramente gli scontri tra questi possenti ed enormi robot.
Giunto finora al settimo volume qui in Italia (in Giappone è uscito pochi giorni fa il nono), Break Blade pare ancora in stato embrionale, col mistero del legame tra Ligat e gli antichi ancora completamente da svelare e la nazione di Orlando, che pare destinata a svolgere un ruolo di primo piano nelle vicende future, finora quasi del tutto ignorata – e di cui conosciamo solo il sovrano, una papessa ancora bambina.
L'edizione italiana a cura di GP Publishing presenta alti e bassi e una certa discontinuità qualitativa a causa degli avvicendamenti avvenuti nella gestione della linea editoriale. Presentato nella consueta edizione da fumetteria in formato 13x18 sovracopertinato a 5,90€, la qualità dei primi volumi è inizialmente abbastanza scarsa: se da un lato la carta color paglierino è in grado di unire un'ottima sfogliabilità a una trasparenza delle tavole nulla, dall'altro la stampa non eccelle né nelle campiture nere, non sempre uniformi, né nella resa dei retini. Il punto più basso raggiunto è sicuramente il quarto volume, in cui è presente un terribile effetto moirè, che non colpisce più solo tavole sporadiche come nei primi numeri, bensì buona parte dell'albo, rendendo la lettura a tratti difficoltosa e assai poco piacevole. Fortunatamente il cambio di gestione ha dato i suoi frutti, e negli ultimi numeri possiamo riscontrare un netto miglioramento sotto tutti i punti di vista. La carta diviene più liscia senza però perdere in flessibilità o aumentare in trasparenza, e la stampa è finalmente in grado di rendere più che bene gli sfondi retinati, le campiture nere e le linee più sottili; davvero un peccato che tale cura non vi sia stata profusa fin dal principio. Da segnalare, infine, l'assenza della pagine a colori a inizio volume. In definitiva, un'edizione quasi sufficiente nei primi volumi e più che buona negli ultimi, con un quarto volume terribile che avrebbe bisogno di una ristampa riveduta e corretta, vista anche l'avvenuta sostituzione di Springald, afflitto da un problema d'impaginazione decisamente più lieve.
Il continente Cruzon è un mondo in cui l'umanità non estrae il petrolio dal suolo, ma usa come fonte d'energia un potere insito nelle proprie mani: la magia. Con essa ogni persona è in grado di manipolare dei speciali quarzi estratti dal sottosuolo che, attraverso uno speciale processo di raffinazione, vengono utilizzati per creare dei legamenti in grado di far funzionare veicoli, muovere ingranaggi e sparare proiettili. Tuttavia, una volta ogni milione di persone nasce qualcuno privo di questo potere, incapace di utilizzare i legamenti di quarzo e quindi di far funzionare qualsiasi macchina di Cruzon. Questi individui prendono il nome di unsorcercer.
Il fatto che non ci riesca uno di cinque significa solo una cosa... che questo bambino è un unsorcerer.»
Vent'anni dopo, Ligat Arrow lascia temporaneamente la sua fattoria di provincia per recarsi nella capitale di Krishna, su invito di Hodur, suo vecchio compagno di accademia nonché sovrano di Krisha. Arrivato alla capitale – non senza problemi, in quanto non potendo manipolare il quarzo è incapace di utilizzare mezzi di locomozione – scopre che il paese è entrato in guerra con la vicina federazione di Atenes. A capo delle forze di Atenes vi è il cancelliere Lokiss, fratello maggiore di Zess, altro vecchio compagno d'accademia e amico intimo di Ligat e Hodur; inoltre, pare che Zess sia a capo di una squadra d'assalto in avvicinamento alla capitale con l'obiettivo di far capitolare Krisha e il suo sovrano. Re Hodur non è tanto preoccupato per le sorti del suo regno, disinteressato come è sempre stato al governo della nazione, ma non può ignorare le condizioni di resa proposte da Atenes. Oltre a richieste politiche ed economiche, si chiede la decapitazione dell'intera famiglia reale, compresa la moglie di Hodur, Sigyn, altra grandissima amica di Ligat dei tempi dell'accademia.
Con la spada di Damocle di un'invasione a breve non parrebbe certo il momento ideale per invitare uno dei propri più cari amici proprio al centro della guerra, tuttavia Hodur e Sigyn hanno da poco rinvenuto in una caverna un golem congelato. I golem, i più avanzati impianti bellici del continente Cruzon, sono dei robot giganti in grado di muoversi e combattere grazie alla magia dei più abili soldati del regno, tuttavia questo è diverso: progettato dagli antichi, nessuno è stato in grado muoverlo; nessuno... al di fuori di Ligat.
A prima vista, Break Blade parrebbe il classico mecha con tanto di protagonista predestinato a guidare la macchina più potente di tutte, e in parte forse lo è anche, non distaccandosi eccessivamente dagli stilemi classici del genere; l'opera è tuttavia in grado di trovare un proprio equilibrio e una propria personale coerenza che gli permettono di non venir considerata una semplice brutta copia di opere passate. In primis perchè, differentemente da quel che si potrebbe pensare dalla classificazione shounen dell'opera, Break Blade si focalizza principalmente su personaggi adulti (il protagonista Ligat ha 25 anni), cosa che permette una maggiore attenzione alla psicologia dei personaggi e una maggiore maturità delle tematiche trattate (il matrimonio o i rapporti genitori-figli ad esempio).
Break Blade segue la via tracciata da Mobile Suit Gundam e figli, inserendosi chiaramente nel filone “real robot”, genere in cui i mecha non sono entità invincibili di straordinario potere alla Mazinger Z, bensì semplici macchine, spesso prodotte in serie, che possono venire danneggiate, distrutte e anche sconfitte, e i loro piloti feriti o persino uccisi - e anche in Break Blade le morti non mancheranno certo. Il contesto real è ben strutturato anche nella definizione delle varie nazioni del continente Cruzon, della loro caratterizzazione geopolitica, economica e sociale alla base delle varie decisioni intraprese prima e durante la storia. La guerra in atto tra Atenes e Krishna ha profonde radici economiche e politiche che, come ben presto capirà Ligat, non possono certo venire arginate da un singolo individuo. Per questo motivo la guerra non è una banale contrapposizione di buoni e cattivi, ma vede combattersi persone vere, reali, vive, ognuna delle quali ci viene mostrata anche nella vita privata, con le proprie motivazioni, i propri sentimenti e i propri desideri. Ognuna delle due fazioni in lotta ha i suoi “buoni” e i suoi “cattivi”, e Yoshinaga è bravo in tal senso nel caratterizzarli a tutto tondo, riuscendo a far affezionare il lettore a personaggi di entrambi gli schieramenti. Tra tutti questi, il personaggio chiave è Ligat, che si troverà costretto a combattere col suo grande amico Zess per cercare di salvare la vita degli altri suoi due grandi amici Hodur e Sigyn, incastrato in una guerra più grande di lui, che inizialmente lo spingerà alla fuga, ma che successivamente gli farà prendere coscienza delle sue responsabilità rendendolo un vero soldato e pilota di Golem. Al suo fianco numerosi comprimari, dal Generale Bald, che assumerà un ruolo quasi paterno verso Ligat, al temuto e spietato Generale nemico Borkyss, passando per dodicenni tettone e soldati annoiati.
Se l'influenza del capolavoro di Tomino e soci è palese, nel buon mix di fantascienza, fantasy e western è possibile riscontrare una chiara ispirazione ad un'altra delle pietre miliari del genere, The Five Star Stories di Mamoru Nagano, di cui Break Blade è chiaramente figlio.
Se la cura profusa nel tratteggiare i personaggi e il contesto sociopolitico sono sicuramente i maggiori pregi della storia, il suo più pesante difetto va ricercato nei combattimenti tra mecha. Yoshinaga si mostra non eccessivamente brillante nel disegno dei Golem, in special modo nelle battaglie, che richiederebbero un dinamismo e al contempo una chiarezza che non è in grado di dare, rendendo tali scontri spesso confusi, approssimativi, col lettore occasionalmente incapace di comprendere perfettamente la sequenzialità della battaglie. Per spezzare una lancia a favore di Yoshinaga, tuttavia, c'è da considerare come questo sia un difetto tipico del fumetto robotico in generale, con ben pochi disegnatori in grado di tratteggiare chiaramente gli scontri tra questi possenti ed enormi robot.
Giunto finora al settimo volume qui in Italia (in Giappone è uscito pochi giorni fa il nono), Break Blade pare ancora in stato embrionale, col mistero del legame tra Ligat e gli antichi ancora completamente da svelare e la nazione di Orlando, che pare destinata a svolgere un ruolo di primo piano nelle vicende future, finora quasi del tutto ignorata – e di cui conosciamo solo il sovrano, una papessa ancora bambina.
L'edizione italiana a cura di GP Publishing presenta alti e bassi e una certa discontinuità qualitativa a causa degli avvicendamenti avvenuti nella gestione della linea editoriale. Presentato nella consueta edizione da fumetteria in formato 13x18 sovracopertinato a 5,90€, la qualità dei primi volumi è inizialmente abbastanza scarsa: se da un lato la carta color paglierino è in grado di unire un'ottima sfogliabilità a una trasparenza delle tavole nulla, dall'altro la stampa non eccelle né nelle campiture nere, non sempre uniformi, né nella resa dei retini. Il punto più basso raggiunto è sicuramente il quarto volume, in cui è presente un terribile effetto moirè, che non colpisce più solo tavole sporadiche come nei primi numeri, bensì buona parte dell'albo, rendendo la lettura a tratti difficoltosa e assai poco piacevole. Fortunatamente il cambio di gestione ha dato i suoi frutti, e negli ultimi numeri possiamo riscontrare un netto miglioramento sotto tutti i punti di vista. La carta diviene più liscia senza però perdere in flessibilità o aumentare in trasparenza, e la stampa è finalmente in grado di rendere più che bene gli sfondi retinati, le campiture nere e le linee più sottili; davvero un peccato che tale cura non vi sia stata profusa fin dal principio. Da segnalare, infine, l'assenza della pagine a colori a inizio volume. In definitiva, un'edizione quasi sufficiente nei primi volumi e più che buona negli ultimi, con un quarto volume terribile che avrebbe bisogno di una ristampa riveduta e corretta, vista anche l'avvenuta sostituzione di Springald, afflitto da un problema d'impaginazione decisamente più lieve.
È ancora presto per dirlo, ma in base a come Yoshinaga saprà gestire i futuri risvolti della trama, e se continuerà a focalizzare l'attenzione sui personaggi, la loro psicologia e le loro motivazioni, più che sui mecha e i meri combattimenti, Break Blade potrebbe avere le carte in regola per ritagliarsi un suo piccolo spaziettino all'interno della storia del filone mecha e, seppur non presentando finora elementi particolarmente innovativi o rivoluzionari, divenire anche un esempio da seguire per le opere future; nella speranza che riesca a migliorare nella definizione delle battaglie tra robot, per ora unico difetto sostanzialmente del manga.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Break Blade 1 | € 5.90 | GP Manga |
Break Blade 2 | € 5.90 | GP Manga |
Break Blade 3 | € 5.90 | GP Manga |
Break Blade 4 | € 5.90 | GP Manga |
Break Blade 5 | € 5.90 | GP Manga |
Break Blade 6 | € 5.90 | GP Manga |
Break Blade 7 | € 5.90 | GP Manga |
Break Blade 8 | € 5.90 | GP Manga |
Break Blade 9 | € 5.90 | GP Manga |
non è il mio genere
Per questi ed altri motivi, seguite Break Blade!
Io non posso che quotare il tuo.
Praticamente dici le mie solite cose nel solito numero di righe...non c'è questa gran differenza
Dopo i complimenti di rito, devo dire che questo manga m'aveva attirato sin dai primi annunci ma poi non l'ho preso per motivi vari.
Non sono mai stato un grande fan del genere mecha, ma recentemente mi sono trovato inaspettatamente ad amare due opere di questo filone, ossia Giant Robot e Gundam. Dato che comunque questo titolo mi incuriosisce (e a quanto leggo ha diversi punti in comune con Gundam) ci potrei fare un pensiero. Se non erro Shaoranlover lo leggeva, magari me lo farò prestare!
C'è da dire cmq che, dopo aver letto The Five Star Stories, il genere mecha lo trovo tutto d'un tratto accattivante
Bei disegni comunque, chara design gradevolissimo ed espressivo, soprattutto Sigyn non mi spiace ù_ù
@Kotaro: <i>devo dire che questo manga m'aveva attirato sin dai primi annunci</i>
Stavo pensando "Strano, eppure non mi sembra proprio il tipo di manga che possa piacere a Kotaro
<i>ma poi non l'ho preso per motivi vari</i>
Ora sì che ti riconosco!
Se devo essere sincero neanche io sono un fan dei robottoni...ma prediligo queste serie perchè a conti fatti sono spesso quelle realizzate meglio, almeno in fatto di animazione.
Non è innovativo perchè non ha bisogno di esserlo.
Ha una trama solida ed un BG che rispecchia molto la situazione politica attuale quale la guerra per le risorse, un chara a mio parere interessantissimo e una buona introspezione psicologica dei personaggi.
Se la tua lamentela risiede nel fatto che è sempre la stessa storia del personaggio che casualmente attiva il Mecha e ci combatte allora posso dirti che è la trama delle principali serie di gundam dal 1979 a oggi e con alternanza di risultati ora Gundam è una leggenda!
Comunque la cosa interessante di questa serie non è il mecha ma il cammino che porta il protagonista a diventare un soldato attraverso la crudeltà del conflitto e la presa di coscenza che da solo non può modificare il corso della guerra...ecco cosa rende questa serie così Real Robot
Lo metto tra le 3 cose più belle di questo genere edite al momento, assieme a Gundam Origini e FSS.
Spero, ma non ci conto, in una riedizione più bella!
@Anomino: le uscite saltuarie sono costrette dal fatto che sono pari con il giappone.
Un manicomio grande come un intero pianeta.
Negli OAV la cosa è meno evidente (rimpiazzata con l'ingiapponesamento dei vari aspetti), però è ovvio che si parli di un mondo perennemente in guerra, se è popolato da pazzi....
Complimenti come al solito a Slanzard per la recensione, è molto interessante, scorrevole e approfondita.
Mettiamolo in wishlist fra i desiderati allora
<i> profusa nel tratteggiare i personaggi e il contesto sociopolitico sono sicuramente i maggiori pregi della storia, il suo più pesante difetto va ricercato nei combattimenti tra mecha.
Yoshinaga si mostra non eccessivamente brillante nel disegno dei Golem, in special modo nelle battaglie, che richiederebbero un dinamismo e al contempo una chiarezza che non è in grado di dare, rendendo tali scontri spesso confusi, approssimativi, col lettore occasionalmente incapace di comprendere perfettamente la sequenzialità della battaglie.
Per spezzare una lancia a favore di Yoshinaga, tuttavia, c'è da considerare come questo sia un difetto tipico del fumetto robotico in generale, con ben pochi disegnatori in grado di tratteggiare chiaramente gli scontri tra questi possenti ed enormi robot.</i>
E' purtroppo ben veritiera...Rara avis gli autori con queste capacità. Yas ci riesce ma anche lui ha dei problemi.
Tornando a questo manga, ho potuto leggerne solo un numero ma devo dire che lo ho trovato interessante a sufficienza, e la recensione mi fà pensare che ho perso qualcosa.
Dopo aver letto i primi 3 volumi ho deciso di venderli subito U,U
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