Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
L'appuntamento di oggi è totalmente "All about CLAMP" con recensioni selezionate per alcuni anime tratti a loro volta da alcuni dei molti manga realizzati dal famoso gruppo di mangaka al femminile.
Quanto ai titoli scelti: Chobits, Tsubasa Chronicle e Kobato.
E a seguire il secondo appuntamento con il sondaggione settimanale.
Per saperne di più continuate a leggere.
IL SONDAGGIONE
La seconda questione su cui vi interroghiamo riguarda un aspetto "logistico" della rubrica ovvero il numero di recensioni che vi compaiono volta per volta.
Risulta esso adeguato (cioè, nella maggioranza dei casi fissato a tre recensioni)? Oppure se ne vorrebbero di più? O magari di meno... Oppure in funzione della lunghezza delle recensioni stesse...
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
L'appuntamento di oggi è totalmente "All about CLAMP" con recensioni selezionate per alcuni anime tratti a loro volta da alcuni dei molti manga realizzati dal famoso gruppo di mangaka al femminile.
Quanto ai titoli scelti: Chobits, Tsubasa Chronicle e Kobato.
E a seguire il secondo appuntamento con il sondaggione settimanale.
Per saperne di più continuate a leggere.
Chobits
8.0/10
FranP
-
Devo confessare (a mio demerito) che la mia prima impressione è stata molto, molto negativa. Una specie di incrocio tra Yūsaku Godai e Ataru Moroboshi trova nella spazzatura il feticcio otaku definitivo: una real doll seminuda con occhi enormi, orecchie vagamente animali - un must -, nessuna volontà e un’ingenuità da iper-minorenne; se la porta in camera e la attiva toccandola “lì”. Ossignùr. E allora che succede? La bella androide inizia a esprimersi a versetti zuccherosi e si mette a imitare i gesti del nuovo padrone. Che palle, mi sono detto, una storia già vista e per giunta condita di una dose insopportabile di melassa “kawaii”, alla quale sono allergico. Lo sfigato di turno si ritrova per le mani la solita disponibilissima aliena/dea/cosa sexy, evviva! Yawn.
Per fortuna ho resistito ancora una puntata o due, perché la storia decolla e si costruisce per piccoli tocchi molto delicati, in mezzopiano, sviluppandosi a poco a poco in modo tale che diventa impossibile non affezionarsi ai personaggi. Sempre in equilibrio sul filo ma senza mai cadere nello sdolcinato, Chii diventa una figura deliziosa e fresca, grazie anche alla splendida voce originale.
Qualcuno potrebbe obbiettare che Tokyo non è un paesotto dove tutti si conoscono e basta girare due isolati per avere sottomano tutti i bandoli della matassa, oppure che di amministratrici di condominio vedove perennemente impegnate a spazzare l’ingresso ne bastava già una, ma il tutto è talmente focalizzato sulla coppia di protagonisti che il resto è una mera quinta.
Il comparto grafico è quello che è, molto spartano e funzionale (a parte la caratterizzazione sempre azzeccata di Chii), tanto che a volte sembra di avere a che fare con un anime degli anni ottanta, ma alcune delle musiche sono molto belle, soprattutto nei passaggi “onirici” ispirati al libro misterioso.
La morale della favola ha qualcosa di perturbante, soprattutto per chi si aspettava un finale alla "Pinocchio/Sirenetta", ma tant’è: giapponesi sono e giapponesi resteranno - vedi anche l’accenno di sottotrama tecno-edipica verso la fine. Chobits è una parabola graziosa, tenera e accattivante, senza inutili sbavature “ecchi”. Sono proprio contento di averlo visto. Adesso bisognerà solo trovare un modo per levarsi dalla testa la vocina irresistibile di Chii che esclama “Hideki”…
Per fortuna ho resistito ancora una puntata o due, perché la storia decolla e si costruisce per piccoli tocchi molto delicati, in mezzopiano, sviluppandosi a poco a poco in modo tale che diventa impossibile non affezionarsi ai personaggi. Sempre in equilibrio sul filo ma senza mai cadere nello sdolcinato, Chii diventa una figura deliziosa e fresca, grazie anche alla splendida voce originale.
Qualcuno potrebbe obbiettare che Tokyo non è un paesotto dove tutti si conoscono e basta girare due isolati per avere sottomano tutti i bandoli della matassa, oppure che di amministratrici di condominio vedove perennemente impegnate a spazzare l’ingresso ne bastava già una, ma il tutto è talmente focalizzato sulla coppia di protagonisti che il resto è una mera quinta.
Il comparto grafico è quello che è, molto spartano e funzionale (a parte la caratterizzazione sempre azzeccata di Chii), tanto che a volte sembra di avere a che fare con un anime degli anni ottanta, ma alcune delle musiche sono molto belle, soprattutto nei passaggi “onirici” ispirati al libro misterioso.
La morale della favola ha qualcosa di perturbante, soprattutto per chi si aspettava un finale alla "Pinocchio/Sirenetta", ma tant’è: giapponesi sono e giapponesi resteranno - vedi anche l’accenno di sottotrama tecno-edipica verso la fine. Chobits è una parabola graziosa, tenera e accattivante, senza inutili sbavature “ecchi”. Sono proprio contento di averlo visto. Adesso bisognerà solo trovare un modo per levarsi dalla testa la vocina irresistibile di Chii che esclama “Hideki”…
Tsubasa Chronicle
5.0/10
Devo ammettere con costernazione di trovarmi davanti alla peggiore trasposizione animata di un manga che abbia mai visto.
Peccato mortale, visto che si tratta di una delle migliori opere realizzate dalle CLAMP e sicuramente una delle storie più interessanti presenti sul mercato nipponico.
Dal punto di vista della trama si può criticare poco. Forse in certe scene manca l'intensità avvertibile nella versione cartacea, ma nulla di grave. La situazione peggiora quando, per "allungare il brodo", la produzione decide di inserire episodi non previsti nel manga: inutili e mal concepiti - mi riferisco alle puntate 16 e 26 -, spezzano senza motivo il ritmo narrativo. Ma anche in questo caso nulla di grave, visto che la trama riprende con il capitolo meglio riuscito, quello di Outo (ep. 17-25).
Veniamo alla vera magagna: la realizzazione tecnica è scandalosa. Solo due aspetti si salvano, un'animazione tutto sommato fluida e un certo gusto per la fotografia - alcuni effetti di luce sono degni di nota.
Tuttavia una serie di gravi difetti impedisce allo spettatore di potere apprezzare per bene la serie. Li vado a elencare:
- regia priva di fantasia e caratterizzata da una staticità irritante. Le inquadrature sono quasi "scolastiche", più adatte a una sit-com che a un anime d'avventura. Perfino le scene di combattimento procedono spesso per "fermi-immagine";
- colorazione approssimativa e piatta, che fa perdere alla serie i grandi effetti di contrasto presenti nel manga;
- lineart privo di spessore, talvolta insignificante, che impoverisce il character design, uno dei punti di forza dell'opera originale grazie all'eleganza del tratto;
- fondali a dir poco carenti, e non infierisco perché non è nel mio carattere. Più che sfondi sono bozze di colore, probabilmente tra i peggiori che abbia mai avuto la sfortuna di vedere in un anime;
- computer grafica insufficiente, che peraltro fa a pugni con gli elementi di animazione tradizionale. Da questo punto di vista i primi 6-7 episodi sono inguardabili. Gli effetti speciali sembrano appiccicati allo schermo con il nastro adesivo, e oltre ad apparire sempre "fuori luogo" e decontestualizzati, si fanno purtroppo notare per la loro realizzazione "spartana". Il fuoco, per esempio, è una macchia indefinita e pulsante di colore arancione, e non sembra mai avvertire la presenza di correnti d'aria.
La colonna sonora, invece, è accettabile. Ad alcuni brani non eccezionali se ne affiancano altri davvero ben fatti, come gli incalzanti "Break the Sword of Justice" e "A Song of Storm and Fire". Dolcissima e dallo splendido testo la sigla finale "Loop", cantata dalla sempre brava Maaya Sakamoto, che nell'anime è anche la voce di Tomoyo.
A proposito di doppiaggio, si segnala la scelta molto azzeccata delle voci, di Shaoran e soprattutto di Sakura.
In conclusione: Tsubasa Chronicle è una buona opera rovinata da una realizzazione tecnica d'infimo livello. Non si offendano gli animatori, ma se alla serie ci avessero lavorato i Teletubbies il risultato sarebbe stato migliore.
Peccato mortale, visto che si tratta di una delle migliori opere realizzate dalle CLAMP e sicuramente una delle storie più interessanti presenti sul mercato nipponico.
Dal punto di vista della trama si può criticare poco. Forse in certe scene manca l'intensità avvertibile nella versione cartacea, ma nulla di grave. La situazione peggiora quando, per "allungare il brodo", la produzione decide di inserire episodi non previsti nel manga: inutili e mal concepiti - mi riferisco alle puntate 16 e 26 -, spezzano senza motivo il ritmo narrativo. Ma anche in questo caso nulla di grave, visto che la trama riprende con il capitolo meglio riuscito, quello di Outo (ep. 17-25).
Veniamo alla vera magagna: la realizzazione tecnica è scandalosa. Solo due aspetti si salvano, un'animazione tutto sommato fluida e un certo gusto per la fotografia - alcuni effetti di luce sono degni di nota.
Tuttavia una serie di gravi difetti impedisce allo spettatore di potere apprezzare per bene la serie. Li vado a elencare:
- regia priva di fantasia e caratterizzata da una staticità irritante. Le inquadrature sono quasi "scolastiche", più adatte a una sit-com che a un anime d'avventura. Perfino le scene di combattimento procedono spesso per "fermi-immagine";
- colorazione approssimativa e piatta, che fa perdere alla serie i grandi effetti di contrasto presenti nel manga;
- lineart privo di spessore, talvolta insignificante, che impoverisce il character design, uno dei punti di forza dell'opera originale grazie all'eleganza del tratto;
- fondali a dir poco carenti, e non infierisco perché non è nel mio carattere. Più che sfondi sono bozze di colore, probabilmente tra i peggiori che abbia mai avuto la sfortuna di vedere in un anime;
- computer grafica insufficiente, che peraltro fa a pugni con gli elementi di animazione tradizionale. Da questo punto di vista i primi 6-7 episodi sono inguardabili. Gli effetti speciali sembrano appiccicati allo schermo con il nastro adesivo, e oltre ad apparire sempre "fuori luogo" e decontestualizzati, si fanno purtroppo notare per la loro realizzazione "spartana". Il fuoco, per esempio, è una macchia indefinita e pulsante di colore arancione, e non sembra mai avvertire la presenza di correnti d'aria.
La colonna sonora, invece, è accettabile. Ad alcuni brani non eccezionali se ne affiancano altri davvero ben fatti, come gli incalzanti "Break the Sword of Justice" e "A Song of Storm and Fire". Dolcissima e dallo splendido testo la sigla finale "Loop", cantata dalla sempre brava Maaya Sakamoto, che nell'anime è anche la voce di Tomoyo.
A proposito di doppiaggio, si segnala la scelta molto azzeccata delle voci, di Shaoran e soprattutto di Sakura.
In conclusione: Tsubasa Chronicle è una buona opera rovinata da una realizzazione tecnica d'infimo livello. Non si offendano gli animatori, ma se alla serie ci avessero lavorato i Teletubbies il risultato sarebbe stato migliore.
Kobato.
6.0/10
Durante tutta la visione di quest'anime mi sono sempre sentito in sospeso, in attesa di qualche colpo di scena che desse la giusta svolta al tono della storia, ma arrivati alla conclusione posso finalmente dare un giudizio finale, che purtroppo non è proprio positivo.
Intanto parliamo un po' del plot: in un giorno di primavera, scende dal cielo in perfetto stile Mary Poppins Kobato, assieme al pupazzo Ioryogi. A quanto pare la missione della ragazza è curare i cuori feriti della gente riempiendo una misteriosa bottiglia con i loro cuori spezzati, che prendono forma di Konpeito - un tipo di caramella giapponese. Se riuscirà a riempire la bottiglia nel tempo stabilito, potrà realizzare il suo desiderio, altrimenti...
L'animazione non è particolarmente brillante, i primi piani sono fatti abbastanza bene, ma basta già allontanarsi alla media distanza che i disegni diventano decisamente approssimativi. Le musiche sono adeguate ma niente di più, inoltre una nota va detta sulla canzone che la protagonista canta abitualmente (usando un timbro secondo me eccessivamente infantile): è sicuramente carina ma non avrebbe guastato mettere un repertorio di canzoni invece di riusare sempre la stessa ogni volta, perdendo così l'effetto meraviglia a ogni "replica". Anche le sigle raggiungono appena la mediocrità: la sigla iniziale, per quanto musicalmente accettabile, è supportata da un'animazione con un sacco di tempi morti che potevano benissimo essere risparmiati, ad esempio la sequenza in cui Kobato corre in mezzo agli alberi. Delle due sigle finali la prima è una banale animazione in 3d, mentre la seconda è uno slideshow di illustrazioni tratte dal manga originale, che grazie a questo diventa la sigla più bella per merito della grandissima bravura delle CLAMP nel realizzare illustrazioni, non certo della produzione dell'anime.
Passiamo al vero punto dolente, ovvero la storia: già dai primi episodi si percepisce che manca qualcosa, ma dato che i personaggi e la storia di fondo mi sembravano interessanti gli ho dato una possibilità; tuttavia con il passare del tempo le vicende si sono trascinate senza particolari colpi di scena, e dire che di piccoli e stuzzicanti indizi ne vengono dati. Perché Kobato non può togliersi l'onnipresente cappello? E perché Ioryogi è costretto a seguirla?
Solo in parte questi quesiti trovano risposta alla conclusione della serie, che lascia le domande forse più interessanti irrisolte. E questo è il maggiore problema dell'anime: in realtà è la trasposizione animata di un fumetto ancora incompleto (se non sbaglio siamo ad appena quattro o cinque volumetti in Giappone). Soffre quindi di tante questioni irrisolte, rimanendo quindi più un'opportunità per vedere i personaggi di Kobato animati che non altro.
In definitiva, non riesco a dare più della sufficienza a questa produzione: è incompleta e lascia l'amaro in bocca ai fan delle CLAMP, ma d'altro canto non riesco a scendere oltre visto che è un'opportunità di vedere trasposta in animazione almeno una parte delle storie narrate nel manga. Insomma, prendete questa serie per com'è e se vi piace procuratevi l'eccellente edizione italiana del fumetto, sperando che le autrici accelerino la pubblicazione del manga.
Intanto parliamo un po' del plot: in un giorno di primavera, scende dal cielo in perfetto stile Mary Poppins Kobato, assieme al pupazzo Ioryogi. A quanto pare la missione della ragazza è curare i cuori feriti della gente riempiendo una misteriosa bottiglia con i loro cuori spezzati, che prendono forma di Konpeito - un tipo di caramella giapponese. Se riuscirà a riempire la bottiglia nel tempo stabilito, potrà realizzare il suo desiderio, altrimenti...
L'animazione non è particolarmente brillante, i primi piani sono fatti abbastanza bene, ma basta già allontanarsi alla media distanza che i disegni diventano decisamente approssimativi. Le musiche sono adeguate ma niente di più, inoltre una nota va detta sulla canzone che la protagonista canta abitualmente (usando un timbro secondo me eccessivamente infantile): è sicuramente carina ma non avrebbe guastato mettere un repertorio di canzoni invece di riusare sempre la stessa ogni volta, perdendo così l'effetto meraviglia a ogni "replica". Anche le sigle raggiungono appena la mediocrità: la sigla iniziale, per quanto musicalmente accettabile, è supportata da un'animazione con un sacco di tempi morti che potevano benissimo essere risparmiati, ad esempio la sequenza in cui Kobato corre in mezzo agli alberi. Delle due sigle finali la prima è una banale animazione in 3d, mentre la seconda è uno slideshow di illustrazioni tratte dal manga originale, che grazie a questo diventa la sigla più bella per merito della grandissima bravura delle CLAMP nel realizzare illustrazioni, non certo della produzione dell'anime.
Passiamo al vero punto dolente, ovvero la storia: già dai primi episodi si percepisce che manca qualcosa, ma dato che i personaggi e la storia di fondo mi sembravano interessanti gli ho dato una possibilità; tuttavia con il passare del tempo le vicende si sono trascinate senza particolari colpi di scena, e dire che di piccoli e stuzzicanti indizi ne vengono dati. Perché Kobato non può togliersi l'onnipresente cappello? E perché Ioryogi è costretto a seguirla?
Solo in parte questi quesiti trovano risposta alla conclusione della serie, che lascia le domande forse più interessanti irrisolte. E questo è il maggiore problema dell'anime: in realtà è la trasposizione animata di un fumetto ancora incompleto (se non sbaglio siamo ad appena quattro o cinque volumetti in Giappone). Soffre quindi di tante questioni irrisolte, rimanendo quindi più un'opportunità per vedere i personaggi di Kobato animati che non altro.
In definitiva, non riesco a dare più della sufficienza a questa produzione: è incompleta e lascia l'amaro in bocca ai fan delle CLAMP, ma d'altro canto non riesco a scendere oltre visto che è un'opportunità di vedere trasposta in animazione almeno una parte delle storie narrate nel manga. Insomma, prendete questa serie per com'è e se vi piace procuratevi l'eccellente edizione italiana del fumetto, sperando che le autrici accelerino la pubblicazione del manga.
La seconda questione su cui vi interroghiamo riguarda un aspetto "logistico" della rubrica ovvero il numero di recensioni che vi compaiono volta per volta.
Risulta esso adeguato (cioè, nella maggioranza dei casi fissato a tre recensioni)? Oppure se ne vorrebbero di più? O magari di meno... Oppure in funzione della lunghezza delle recensioni stesse...
Riguardo al doppiaggio, io sono da sempre un fissato di questa disciplina, e dunque quando recensisco un anime ci tengo a parlarne, perchè è uno degli elementi più importanti, per me. Ci sono intere serie che ho adorato quasi unicamente per via del doppiaggio (parlare di Kinnikuman, Otoko Juku, giusto per citarne due, e non spendere due parole per elogiare i relativi doppiaggi è un delitto, dato che gran parte del fascino delle serie si fonda su quello), così come ci sono serie in cui un doppiaggio mal fatto, non di mio gusto o irritante può comprometterne la buona riuscita (ad esempio, Toradora, che già di per sè non brilla, ma se affidato a doppiatori professionisti, magari di Milano, avrebbe guadagnato qualche punto), e in sede di recensione personalmente non posso ignorare tutto questo.
Anche qua, però, se altri non ne sono rimasti colpiti, non si può far loro una colpa, hanno il sacrosanto diritto di non parlarne o di impostare la recensione come più gli aggrada, magari ignorando aspetti come il disegno o la musica qualora non li abbiano particolarmente colpiti.
@ Surymae
A me invece il "calciomercato dei doppiatori" piace, trovo giusto, parlando di un dato doppiatore, dato che non tutti sono fissati come me, spendere due parole per introdurlo dicendo quali altri ruoli ha fatto, soprattutto se si tratta di un doppiatore molto famoso e prolifico. Tuttavia, faccio questo più negli approfondimenti/speciali/recensioni più particolari piuttosto che nelle recensioni normali dove mi concentro più sull'anime (e dunque sul ruolo singolo del doppiatore X in quell'anime).
Appunto perché non tutti sono fissati secondo me è una cosa inutile. Mi spiego meglio: per me non è una cosa importante sapere che ruolo ha fatto prima il doppiatore, perché secondo me c'entra poco e niente con la sua performance nell'anime di cui sto parlando in quel momento. Ogni ruolo è a sè stante e paragonarli è rischioso e anche controproducente, perché si rischia di partire prevenuti o con troppe aspettative. Poi ovviamente parlo per me, e rispetto chi - come te - non la pensa così.
Anch'io sono contro gente che non sa il giapponese e guarda serie subbate per seguire solo i sottotitoli (rigorosamente in italiano) e poi si lamenta di un eventuale doppiaggio italiano perchè quello giapponese (che hanno sentito ma senza capire quel che diceva) è meglio, però penso che chiunque di noi possa avere il diritto e la possibilità di giudicare un doppiaggio in italiano a prescindere dal fatto se abbia sentito o meno quello giapponese d'origine. Se l'hai sentito e lo capisci, allora puoi fare confronti, ma se non l'hai sentito a mio avviso nulla vieta di giudicare quello italiano, inteso come performances dei vari doppiatori (si capisce quando un doppiatore è stanco e ci mette poco impegno, oppure si può elogiare chi si impegna rendendo il personaggio divertente o reale, o stroncare una doppiatrice perchè dà ad un personaggio una voce troppo squillante o irritante, chessò) o come accostamento della voce al personaggio (ad esempio se il personaggio è un bambino a cui han messo una voce da uomo adulto, o un omaccione con la voce scialba piuttosto che possente, cose così).
Vale anche qua come il recensore ritiene più opportuno. Se io leggo, ad esempio, una recensione di Kiss me Licia fatta da una persona che ha visto solo la versione italiana e dice che Marrabbio e Giuliano sono doppiati in maniera fighissima, perchè devo dargli addosso (a parte che avrebbe anche ragione ) solo perchè per me non rispecchiano le versioni giapponesi o similari? Al recensore è piaciuto quel che ha sentito nella sua lingua e lo ha scritto, può farlo. Non è obbligato, ma può farlo.
Poi siccome nessuno di noi legge nella mente degli altri non sappiamo se il recensore sa il giapponese o quante e quali versioni dell'opera ha visto, ma dobbiamo basarci solo su quello che scrive e accettarlo...
Concordo infine sull'ultimo punto. Non c'è uno schema fisso per fare le recensioni, vademecum a parte, quindi penso che sia giusto dare a chiunque la libertà di trattare gli elementi che più preferisce...
P.S. io di doppiaggio non capisco un acca, e al massimo mi limito a commenti del tipo "mi piace molto la voce di XXX", che pero' onestamente non credo siano molto utili ai lettori della mia recensione, motivo per cui del solito evito qualunque accenno.
D'accordissimo. Magari mi sarei aspettato nel complesso meno brani up-beat e piu' orchestrali data la trama, ma la ost di Tsubasa Chronicle è un ascolto consigliato sia per gli amanti delle CLAMP che non.
@Catulla
Da quando una recensione si scrive a scopo promozionale? Valutare se una Ost o doppiaggio è complementare all' anime resta comunque un parere oggettivo.
@micheles
La descrizione del doppiaggio (giapponese) si riferisce alle voci piu' o meno credibili su di un personaggio o quando ci sono delle partecipazioni straordinarie. per esempio in Kami Nomi zo Shiru Sekai c'è il doppiatore Ryūsei Nakao (Freezer) che fa la parte del prof. d' inglese. Una bella sorpresa! Come detto per le edizioni dei manga, tutti gli adattamenti che vengono fatti al di fuori del progetto principale sono un' aggiunta che un recensore puo' fare. non è indispensabile.
Siamo tutti recensori amatori, non recensori professionisti, giusto? Leggere che non dovremmo parlare del doppiaggio se non con cognizione di causa mi sembra insensato, parliamo esprimendo una nostra opinione, se le voci (giapponesi e italiane... anzi, in una recensione che sto preparando, mancando l'italiano nei DVD che ho, parlo del doppiaggio inglese, francese e tedesco) mi sembrano calzare bene ai personaggi e la recitazione mi convince, allora lo segnalo, altrimenti no. Riguardo al "calciomercato dei doppiatori", al massimo direi che trovo "folle" che in ogni anime l'amministratrice ha sempre la stessa doppiatrice dai tempi di Maison Ikkoku, e Chobits conferma la tendenza, ma non direi di più, se poi al recensore va di dirlo, che lo dica, io al massimo salto il paragrafo.
Capisco che non possiamo scrivere un paragrafo parlando solo sulla colorazione o sulle animazioni (beh, io una frase ce la scrivo sempre, ma vedo che sono davvero l'unico a farlo), ma su una cosa che comunque è fondamentale in un anime direi che due parole ci vanno spese, logicamente specificando quale doppiaggio tenete in considerazione...
Andiamo, a scuola ci andavate o scaldavate il banco? Basta una minima infarinatura di "analisi del testo" per scrivere qualcosa di accettabile, specificando se ciò che si legge (soprattutto se è un testo poetico) è una traduzione o meno, per questo insisto nel dire che gli elementi più visibili (e ascoltabili) vanno trattati nel limite delle proprie possibilità...
@micheles
Puoi diffidare di questo corso europeo che ho fatto, ma è indubbio che alcune persone sono più attratte da un senso rispetto che da un altro, quel che dico è che se per te magari una cosa è poco importante, per un'altra persona magari è il contrario... e io nel dubbio, cerco di dare almeno un'indicazione su ciò che noto, che sia una flessione dialettale di un seiyuu, un tipo di effetto speciale o la qualità delle animazioni degli elementi dello sfondo, magari a me non me ne frega nulla di sapere che mentre vedo una scena concitata hanno curato anche dei dettagli per me insignificanti, magari per altri invece conta...
Come ha detto onizuka90 il numero 3 è perfetto, di più @__@ l'utente si stanca - si annoia!
Buone tutte e tre le recensioni, purtroppo sono tutte e tre opere che mi intrigano ma non ho avuto modo di visionare, per cui mi fermo qua.
Infine, parlando di Tsubasa, di cui ho apprezzato a mille il Manga, per quanto all'inizio il chara non mi attirasse - fortuna vuole che l'hanno migliorato - , dico che ne ho visto i primi episodi nonché gli OAV riguardanti il capitolo di Tokyo Revelations... Sicuramente le animazioni - troppo statiche, è vero! - non sono spettacolari, così come la grafica - e qui concordo sul fatto che le linee di demarcazione dei personaggi siano fin troppo sottili... - , che comunque almeno con gli OAV è stato migliorato assai, tuttavia non affibbierei mai a quest'opera meno di 8, ma assolutamente! è_é In fondo in fondo la trama è pur sempre buona, essendo ripresa da un Manga che è a dir poco favoloso, sebbene un tantino complicato, lo ammetto, per non parlare della colonna sonora - meravigliosa Believe! - ! E quoto: Yui Makino ha una vocina davvero, mmh, deliziosa! >_<
P.S.: ho votato per Dipende dalla lunghezza delle singole recensioni!
su kobato...mm...un 6 e mezzo/ 7 avrei dato, anzichè solo un 6..mi è piaciuta la storia, semplice e pucciosa (specialmente quando kobato è in versione chibi XD)
su TRC purtroppo son d'accordo..l'anime è praticamente a un punto in sospeso, rispetto al manga, e gli OAV successivi non aiutano a comprendere come è finito, se è in corso o meno la storia...
per ora ho visto come finisce xxxholic, leggendone il manga, e non ho capito bene quale sia stata la scelta di wata nel contesto crossoveriano xxxholic-TRC.... e anche qui aggiungerei che per ora, anche se le due stagioni di xxxholic in anime mi sono piaciute da pazzi, non hanno ancora raggiunto la fine, come per TRC...sono ancora in un punto fermo, e chi non ha letto il manga si sente confuso...o anche chi ne ha letto uno solo dei due...
non so, qui le CLAMP credo abbiano incasinato un po le cose tra holic e TRC...non si capisce bene (o forse son io) come si svolga la storia tra i due mondi, o come finirà...
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.