Vi è mai capitato di sentirvi soli nel bel mezzo di tutto? Sentirsi mancare la terra sotto i piedi pur avendo una famiglia ancora assieme, degli amici per uscire la sera e un hobby a cui dedicarsi. Pur iniziando la giornata alle 8 in punto per andare a scuola, pur avendo un ragazzo che stravede per te, pur essendo circondata dalle persone. Sembra di vivere la propria vita come fosse quella di un estraneo, che attentamente scruta il mondo intorno, senza sentirsi realmente parte di esso.
Esistono persone che osservano. Si confondono tra la folla al bar, tra i passeggeri di un treno, tra i passanti ad un incrocio, ma non fanno davvero parte della folla. O almeno non si sentono tali. Persone che non capiscono, o hanno rinunciato a farlo. Non vengono mai realmente toccate, e quindi non toccano. Pragmatiche, sfuggenti. Sembrano essere personalità standard partorite da persone annoiate, non hanno nulla da raccontare e risultano fin troppo limpide nella loro inconsistenza. Non si sente mai con decisione la loro voce, non si fanno riconoscere per qualche evidente difetto nel carattere, non si espongono e non danno problemi. Semplicemente nuotano nelle stesse acque di tutti quanti, come persone apparentemente banali e forse inutili, riuscendo a non formare cerchi sulla superficie dell’acqua. Passano sotto il naso della gente, senza che ci si accorga di loro. Apparentemente amalgamati a tutto ciò che li circonda, in vero, queste persone sono scrigni di vite nascoste, pensieri taciuti, desideri inimmaginabili per le persone che non li hanno mai notati attentamente quanto hanno fatto loro. Loro che, come tutti, provano a dare un senso alla vita di ogni giorno, raccogliendo i pezzi delle vite altrui, ai quali si aggrappano tenacemente. Ma se questi pezzi non gli appartenessero realmente? Se questi pezzi, o queste persone, tra di loro non si incastrassero perfettamente?
Mizuho Suga è una ragazza che vive lasciando che la propria esistenza venga cullata placidamente dagli eventi. Dietro la sua figura timida e riservata, il suo aspetto curato ed essenziale, sembra non esserci altro. Eppure nella sua testa c’è un ronzio, e nuovi pensieri si affacciano quando la vita di un’anonima compagna di classe, Haruka Origuchi, passa e se ne va.
Inizialmente incurante verso la scomparsa della propria coetanea, accade però che Mizuho viene scambiata per la sua amica del cuore proprio dalla madre della defunta. La ragazza non sa spiegarsi quali possano essere le ragioni dietro questo inquietante malinteso, e non è nella sua indole scavare a fondo nelle storie altrui; ma qualcosa l’ha improvvisamente toccata. In un periodo della propria vita in cui il suo essere fredda e distaccata sembra diventare un problema anche per sé stessa, oltre che per le persone che le stanno accanto, Mizuho vuole capire. Vuole capire come sia possibile che una persona che ha ignorato e sottovalutato per tutto quel tempo, possa aver avuto una vita che lei non avrebbe mai creduto di poterle attribuire. C’è il bisogno di uscire dal proprio io, per recarsi in quello di qualcun altro… solo così, solo facendo il primo passo si può riuscire a venirsi incontro. Capire è la chiave per essere capiti. Avvicinarsi per essere avvicinati, e rimanerne finalmente coinvolti.
La protagonista inizia così il suo viaggio lungo la strada percorsa da Origuchi. Cercando indizi, facendosi aiutare da vecchi amici, scoprendo nuove cose anche ad ogni depistaggio. Rivivendo il passato di ognuno dei personaggi, la storia si presenterà come un intreccio di vite che si sfiorano, passano, lasciano segni… ci si perde nella costruzione psicologica, oltre che negli eventi influenti alle indagini, fino a dimenticare il filo conduttore della storia. La lettura risulta imprevedibile, intensa e complessa. La profondità di ogni personaggio, anche di quello brevemente accennato, viene tinta di luci e ombre che non possono lasciare indifferente il lettore.
Piece è un manga di una tale consistenza da distinguersi dal classico shoujo, a cui solitamente attribuiamo una leggerezza nell’esplicazione delle funzioni cognitive di un individuo, nonché nelle dinamiche sentimentali. L’originalità di questo titolo creato dalla già nota Hinako Ashihara, sta nell’aver saputo riprodurre i pensieri e le realtà di diversi individui, nella maniera più veritiera possibile. L’autrice riesce a dare voce a dei sentimenti che si coagulano in ognuno di noi. Il pubblico è reso partecipe dalle vicende che vanno intrecciandosi. E anche quando non ci si può far riferimento al proprio trascorso, i fatti vengono riportati con una tale cognizione di causa da sensibilizzarci.
Spesso commettiamo l’errore di credere che i nostri pensieri siano solo nostri. Partoriti dalla nostra unicità e quindi difficilmente condivisibili. Poi ti affacci al mondo, uscendo dal proprio piccolo nucleo, e ti accorgi che la tua realtà si rispecchia anche nei più insospettabili compagni di vita. Paure, palpitazioni, smarrimento, difese. Questo è tanto altro potrebbe esser compreso anche agli occhi di chi non prova le medesime esperienze… se solo ci si sforzasse di accettare che ognuno ha un mondo dentro di sé, che vale la pena di conoscere invece di sminuire, per incastrarlo in una nostra idea di quello che potrebbe essere la sua realtà. Forse ci si sente troppo unici, a volte alienati, scrutatori di realtà alternative, troppo diversi. Eppure, dietro a tutte queste emozioni incentrate su noi stessi e sui nostri sentimenti, e sulle nostre difficoltà, si cela sempre il bisogno di essere raggiunti. E quando si accetta questo sentimento, si cerca avidamente di raggiungere l’altra persona.
Esistono persone che osservano. Si confondono tra la folla al bar, tra i passeggeri di un treno, tra i passanti ad un incrocio, ma non fanno davvero parte della folla. O almeno non si sentono tali. Persone che non capiscono, o hanno rinunciato a farlo. Non vengono mai realmente toccate, e quindi non toccano. Pragmatiche, sfuggenti. Sembrano essere personalità standard partorite da persone annoiate, non hanno nulla da raccontare e risultano fin troppo limpide nella loro inconsistenza. Non si sente mai con decisione la loro voce, non si fanno riconoscere per qualche evidente difetto nel carattere, non si espongono e non danno problemi. Semplicemente nuotano nelle stesse acque di tutti quanti, come persone apparentemente banali e forse inutili, riuscendo a non formare cerchi sulla superficie dell’acqua. Passano sotto il naso della gente, senza che ci si accorga di loro. Apparentemente amalgamati a tutto ciò che li circonda, in vero, queste persone sono scrigni di vite nascoste, pensieri taciuti, desideri inimmaginabili per le persone che non li hanno mai notati attentamente quanto hanno fatto loro. Loro che, come tutti, provano a dare un senso alla vita di ogni giorno, raccogliendo i pezzi delle vite altrui, ai quali si aggrappano tenacemente. Ma se questi pezzi non gli appartenessero realmente? Se questi pezzi, o queste persone, tra di loro non si incastrassero perfettamente?
Mizuho Suga è una ragazza che vive lasciando che la propria esistenza venga cullata placidamente dagli eventi. Dietro la sua figura timida e riservata, il suo aspetto curato ed essenziale, sembra non esserci altro. Eppure nella sua testa c’è un ronzio, e nuovi pensieri si affacciano quando la vita di un’anonima compagna di classe, Haruka Origuchi, passa e se ne va.
Inizialmente incurante verso la scomparsa della propria coetanea, accade però che Mizuho viene scambiata per la sua amica del cuore proprio dalla madre della defunta. La ragazza non sa spiegarsi quali possano essere le ragioni dietro questo inquietante malinteso, e non è nella sua indole scavare a fondo nelle storie altrui; ma qualcosa l’ha improvvisamente toccata. In un periodo della propria vita in cui il suo essere fredda e distaccata sembra diventare un problema anche per sé stessa, oltre che per le persone che le stanno accanto, Mizuho vuole capire. Vuole capire come sia possibile che una persona che ha ignorato e sottovalutato per tutto quel tempo, possa aver avuto una vita che lei non avrebbe mai creduto di poterle attribuire. C’è il bisogno di uscire dal proprio io, per recarsi in quello di qualcun altro… solo così, solo facendo il primo passo si può riuscire a venirsi incontro. Capire è la chiave per essere capiti. Avvicinarsi per essere avvicinati, e rimanerne finalmente coinvolti.
La protagonista inizia così il suo viaggio lungo la strada percorsa da Origuchi. Cercando indizi, facendosi aiutare da vecchi amici, scoprendo nuove cose anche ad ogni depistaggio. Rivivendo il passato di ognuno dei personaggi, la storia si presenterà come un intreccio di vite che si sfiorano, passano, lasciano segni… ci si perde nella costruzione psicologica, oltre che negli eventi influenti alle indagini, fino a dimenticare il filo conduttore della storia. La lettura risulta imprevedibile, intensa e complessa. La profondità di ogni personaggio, anche di quello brevemente accennato, viene tinta di luci e ombre che non possono lasciare indifferente il lettore.
Piece è un manga di una tale consistenza da distinguersi dal classico shoujo, a cui solitamente attribuiamo una leggerezza nell’esplicazione delle funzioni cognitive di un individuo, nonché nelle dinamiche sentimentali. L’originalità di questo titolo creato dalla già nota Hinako Ashihara, sta nell’aver saputo riprodurre i pensieri e le realtà di diversi individui, nella maniera più veritiera possibile. L’autrice riesce a dare voce a dei sentimenti che si coagulano in ognuno di noi. Il pubblico è reso partecipe dalle vicende che vanno intrecciandosi. E anche quando non ci si può far riferimento al proprio trascorso, i fatti vengono riportati con una tale cognizione di causa da sensibilizzarci.
Spesso commettiamo l’errore di credere che i nostri pensieri siano solo nostri. Partoriti dalla nostra unicità e quindi difficilmente condivisibili. Poi ti affacci al mondo, uscendo dal proprio piccolo nucleo, e ti accorgi che la tua realtà si rispecchia anche nei più insospettabili compagni di vita. Paure, palpitazioni, smarrimento, difese. Questo è tanto altro potrebbe esser compreso anche agli occhi di chi non prova le medesime esperienze… se solo ci si sforzasse di accettare che ognuno ha un mondo dentro di sé, che vale la pena di conoscere invece di sminuire, per incastrarlo in una nostra idea di quello che potrebbe essere la sua realtà. Forse ci si sente troppo unici, a volte alienati, scrutatori di realtà alternative, troppo diversi. Eppure, dietro a tutte queste emozioni incentrate su noi stessi e sui nostri sentimenti, e sulle nostre difficoltà, si cela sempre il bisogno di essere raggiunti. E quando si accetta questo sentimento, si cerca avidamente di raggiungere l’altra persona.
Tali sono le sensazioni che trapelano da quest’opera ancora in corso in Giappone, giunta all'ottavo volume (con il nono in uscita per fine dicembre), e che in Italia attualmente conta sette volumi editi da Planet Manga. Senza dubbio questo è un titolo da collezionare con fierezza, per quanto l’edizione sia di quelle standard e il disegno della mangaka risulti abbastanza semplice. Eppure, il tratto rispecchia pressappoco la personalità della protagonista di questa storia. Incisiva per quanto primaria, espressiva ma non tanto affascinante dal distogliere l’attenzione verso ciò che più conta: il messaggio. Le parole e i pensieri che fluiscono dalle persone che tutti i giorni incontriamo e che non conosciamo per davvero. I tratti di sé, le cui tracce – i pezzi – vengono lasciati a poco a poco lungo il percorso. Come una scia. Nella speranza che qualcuno li raccolga, li ricomponga dandogli un senso.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Piece 1 | € 4.30 | Panini Comics |
Piece 2 | € 4.30 | Panini Comics |
Piece 3 | € 4.30 | Panini Comics |
Piece 4 | € 4.30 | Panini Comics |
Piece 5 | € 4.30 | Panini Comics |
Piece 6 | € 4.30 | Panini Comics |
Piece 7 | € 4.50 | Panini Comics |
Piece 8 | € 4.50 | Panini Comics |
Piece 9 | € 4.50 | Panini Comics |
Piece 10 | € 4.50 | Panini Comics |
Molte autrici shojo di oggi potrebbero/dovrebbero imparare parecchie cose dalla Ashihara.
Inizialmente l'avevo snobbato, non avevo mai letto niente della Ashihara, ma una volta recuperato il primo volume, il recupero degli altri 4 usciti fino a quel momento è stato immediato e ricordo di averli letti tutti di fila in una sera, tanto la lettura era appassionante! I personaggi mi piacciono nonostante Mizuho non sia il mio genere di protagonista preferita, per non parlare di Narumi, il classico ragazzo che amo e odio (mi ha ricordato Yano di Bokura ga ita all'inizio), pure i comprimari sono ben caratterizzati, anche quelli che fanno apparizioni più o meno fugaci.
Devo dire che però, gli ultimi due numeri li ho trovato meno coinvolgenti rispetto ai primi e con qualche piccola forzatura nelle vicende narrate dai flashback, il che però non pregiudica il mio attuale giudizio, come ha già detto Twinkle, se non se ne esce con un pessimo finale sarà un manga di ottima qualità!
La Ashihara è un gran brava a far trapelare emozioni sia dai piccoli gesti di vita quotidiana, sia dai volti o da un occhio leggermente "basso" (i cui significati possono essere talmente sfaccettati..).
@Eretria
L'originalità di questo titolo creato dalla già nota Hinako Ashihara, sta nell'aver saputo riprodurre i pensieri e le realtà di diversi individui, nella maniera più veritiera possibile
Dimentichi Sunadokei (senza nulla togliere a Piece a cui non manca nulla), nella sua blanda semplicità del disegno di un personaggio visto da lontano mentre lavora e chissà che pensieri ha in mente dopo quel che gli è appena successo.
E anche molte storie autoconclusive presentate nelle raccolte pubblicate sono riuscite a restarmi "dentro".
La Ashihara è proprio unica!
@TWINKLE
spero tu non stia confrontando Piece con Sunadokei / La Clessidra...
Sia perché trovo fantastiche entrambe le opere, sia come tematiche abbastanza differenti (ma col comune denominatore del fattore "tempo") sia come impostazione.
Comunque spero tu non stia sminuendo La Clessidra che è degna di confrontarsi tranquillamente con Piece, viste le sue molteplici chiavi di lettura (o forse sono io che ho vissuto sulla mia pelle la tematica di fondo di An in quel periodo).
PS: Non lasciatevi perdere questa piccola perla... lasciate perdere qualche shojo/shonen "fatto con lo stampino" in favore di Piece e non ve ne pentirete (oltre, spero, a sentirvi più arricchiti come persone)
PPS: Nota dolente! Vedo che manca anche una recensione/vetrina su... (avete capito) Male, male, male Animeclick.it!!
Grazie!
Anyway, visto che la storia mi ha ispirata tantissimo, e vedendo le tavole in calce noto che anche i disegni non sono malaccio, la anteporrò ad alcune serie che volevo iniziare prima...
Queste recensioni/vetrina sono sempre utilissime, sia a chi non conosce il prodotto sia a chi lo conosce e vuole sentire il parere di altri... Inoltre sono sempre tutte scritte benissimo Complimenti, continuate così
Hinako Ashihara non è solita realizzare manga lunghissimi, non mi pare sia mai andata oltre i 10 volumi, e comunque di solito si limita a volumi unici o giù di lì. Quindi non credo ci siano grandi possibilità che si dilunghi ancora per molto con Piece; anche per il tipo di storia che non mi pare si presti agli allungamenti di brodo.
Direi che puoi andare tranquilla quindi
Probabilmente il mio shojo preferito al momento, sarà anche perchè un po' mi rispecchio nella protagonista e molte delle critiche che le vengono poste all'inizio, me le sono sentite ripetere all'infinito.
Quello della Ashihara però è stato un salto di qualità non indifferente dal punto di vista narrativo e dell'introspezione dei personaggi, laddove La Clessidra in 8/10 volumi soffriva di alcuni cali e anche una sottile prevedibilità di fondo, Piece ne è al momento esente. È un genere diverso, come giustamente dici, ma proprio per questo la sua originalità lo rende a mio avviso migliore. Ma questa credo sia una cosa normalissima, o almeno dovrebbe esserlo, un'autrice che matura e prova strade differenti non puo' che essere un bene, in un ambiente, quello degli shojo, dove spesso si assiste a mangaka che non riescono a ripetersi qualitativamente, o che addirittura regrediscono.
Anche Ultimi Raggi di Luna (che mi pare sia stato disegnato quando Ai era giovane) è una lettura che dà i brividi in diversi punti, ma non ci azzeccano molto l'un l'altro...
Non riesco a categorizzarlo perché per me è una dimensione a parte, sebbene rileggendolo ora dopo anni sono sicuro mi farebbe sorridere rileggere le avventure di An amalgamarsi con i miei ricordi dei tempi della pubblicazione italiana...
Certo magari anche l'impostazione del narrare tutto per stagioni può essere per alcuni un limite, ma per me è stato un punto di forza nella maturazione dei personaggi e nell'affezionarsi a loro (i "cali" sono periodi fisiologici anche nelle persone "di carne", non necessariamente dei personaggi di Sunadokei che nei loro periodi di "calo" risultavano imho terribilmente umani).
Piece invece colpisce più per la realtà sbattuta in faccia (il primo capitolo con la metafora dell'autobus, l'infanzia di Narumi e la freddezza stessa di Mizuho nella quale mi ritrovavo nel periodo in cui uscirono i volumi italiani), abbastanza eclatante oltre per i legami fra personaggi.
Non le trovo opere poi così diverse (e al contempo lo sono) solo qua il dipanare non è verso il futuro, ma verso il passato di esistenze indifferenti che pian piano assumono sempre più significato in chi scopre e permettono di capire meglio una persona che ha vissuto quelle esperienze/drammi.
Apprezzo ed amo tanto entrambi insomma, ma non saprei valutarli fra loro.
Concordo che poche mangaka disegnano shojo o storie che riescono ad entrarti dentro. Il più delle volte sono storie leggerine e fatte con lo stampino (verginella meets playboy e poi i ruoli s'invertono)
Questa opera supera per "complessità" il precedente manga della Ashihara (che era comunque un manga molto bello) attendo con trepidazione di leggere il finale!!questa serializzazione troppo lenta è snervante...
Di questa autrice ho letto e apprezzato "La clessidra", però le altre sue opere mi sono sempre passate inosservate.
"Piece" sembra molto intrigante, magari gli darò un'occhiata se capita.
Il primo volume non mi orendeva molto e quindi ero decisa ad abbandornare la lettura, ma poi mi sono dovuta ricredere! Con il passare dei volumi la storia si fa sempre più bella, appena finisci di leggere il capitolo ti viene subito voglia di leggerne un'altro! Il tratto della Hinako Ashihara è dir poco fantastico poi. E' uno di quei pochi manga che mi prende bene come quelli della Yazawa. Veramente fantastico! Chissà come andrà finire *^*
Ah dimenticavo! Complimenti per la recensione è splendida!
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