Apri gli occhi, ed è quel giorno. Quel giorno che aspettavi, e che allo stesso tempo speravi non giungesse mai. Ti muovi in quel giorno come tanti, ostentando naturalezza. Non è un giorno come tanti, lo sai d'anticipo. E la spontaneità non c'è più: ti trovi a fissare la tua vita e quella di chi ti sta intorno come uno studioso, o un giocatore di pallone pronto a difendere la propria porta al primo scarto. E intanto osservi intorno a te la realtà che si realizza, così come sapevi sarebbe avvenuta, sperando di scorgere un segno che darà il pretesto per pensare "no, non andrà così, posso ancora decidere io".
Ma non hai mai scelto tu davvero fin dall'inizio, fin da prima che conoscessi Kakeru tutto era scritto, e la lettera era tra le tue mani. Nelle mani di Naho, sedici anni. Da quando la lettera è stata catapultata all'ingresso della sua abitazione, dal momento in cui questa dolce liceale ha ricevuto il messaggio dalla Naho del futuro, la sua vita è stata tracciata di avvertimenti, suggerimenti e racconti sui suoi giorni futuri. Che Naho si opponesse alle raccomandazioni o ignorasse del tutto il contenuto, che fosse disposta ad accettare il suo destino o a contrastarlo, il tutto avveniva in funzione di una vita già vissuta e ad ella rivelata con anticipo, giorno per giorno, nei suoi punti più salienti.
Ed è così anche per te, spettatore, che segui le vicende di Naho, Kakeru e dei loro amici, leggendo la lettera. Sai già cosa sarebbe dovuto accadere, e per tutti e 20 minuti ogni volta non hai da chiederti che: cambierà qualcosa? Quanto può essere determinante un singolo capitolo della propria vita, al punto tale che la storia possa essere riscritta interamente. E, domanda più compromettente, quanto potrà essere inesorabile il proprio fato dinanzi a tale sconvolgimenti. Mentre sposi le teorie futuristiche più disparate, la corsa si infittisce. Buchiamogli le ruote della bici, corri a destra, chiedi a sua nonna, noi andiamo a sinistra, Kakeru, dove sei, ci siamo noi qui, Kakeru, ti prego Kakeru, non farlo... corri al buio, urli a squarciagola mentre ansimi e ti manca il fiato anche solo per respirare ma sei già pronto a urlare di nuovo il suo nome, e solo i passanti in auto ti ascoltano ed è a loro che chiedi informazioni.
Quanto può essere possibile salvare una vita? Se tu avessi potuto sapere tutto dall'inizio e avessi potuto giocare la tua partita nella speranza che un futuro ideale possa farsi realtà, e scampare piuttosto ai rimorsi e ai sé di una vita che dieci anni più tardi resta segnata dalla mancanza. Da una particolare assenza, dalla sua speciale presenza. Kakeru, dove sei, ti prego.
Nonostante l'asprigno motore di questa storia, i chiari colori pastello dell'amicizia tingono uno degli anime sentimentali più popolari del 2016. Orange è il racconto tratto dal manga di Ichigo Takano, trasposto in 13 episodi. Lungo il percorso delle vicende di questo gruppetto di sei amici, lo spettatore si incuriosisce nello scoprire la lettera con la protagonista Naho. Successivamente, anticipato da un calo nella cura dell'aspetto grafico, la storia suscita tutt'altre considerazioni. Nonostante la gravità del malessere psicologico che tocca Kakeru - il protagonista delle lettere di Naho, il nuovo compagno di banco, il ragazzo da salvare - non pare che gli amici siano meno inclini ad abbandonare la fiducia dei buoni sentimenti, forti e genuini, che non si piegano nemmeno dinanzi alle proprie esigenze egoistiche e personali.
In tale promozione dei buoni sentimenti, c'è ben poco spazio ai chiaroscuri della mente di una persona fondamentalmente depressa. I nostri ingenui paladini, vitali e uniti nel combattere i mali di vivere, negano in questo modo il senso di empatia che poteva suscitare la matura scoperta di un sentimento che tanto comunemente può affacciarsi in varie e più o meno gravi forme nella vita di un uomo che prova a sopravvivere. Perché esser depressi non è non essere felici, non è non avere qualcuno che ti ami accanto, ma fondamentalmente non riconoscere nella felicità la propria fonte di benessere. Se potessimo risolvere la depressione di Kakeru facendogli aprire gli occhi, come tentano i nostri eroi di Orange, si chiamerebbe "cecità", e non in altro modo. E' inafferrabile la natura di questo essere dentro Kakeru, come anche è inafferrabile la tematica all'ideatrice della storia. O, probabilmente, banalmente ha preferito lasciarsi andare maggiormente sulle disquisizioni circa i mondi paralleli, i buchi neri, e il mistero del Triangolo delle Bermuda - che anche vengono toccati in maniera così poco originale che tanto meglio ci mettevano un'altra puntata circa l'importanza del risultato dell'ultima gara di staffetta tra i rimpianti della protagonista.
Nelle battute finali, l'anime riprende un po' della sua magia. Complice l'attesa della risposta ai quesiti molteplici di uno spettatore sempre più curioso di questioni materiali: che ruolo avrà Suwa? Che scelta sentimentale farà Naho? Che ne sarà del futuro così come avevamo sbirciato che sarà da principio?
Viene d'obbligo legarsi a Suwa, di poche e giuste parole, concreto e meno macchietta di molti altri. Il classico second lead che con molta apprensione viene praticamente favorito tra i più che lo vedono come un martire, e che non vedono l'ora di poter godere dello spin-off a lui dedicato e recentemente annunciato. Eppure, il fascino di Suwa, l'approvazione - seppure, con alcuni però - di Orange non nasce da un futuro che poteva essere e non è stato o che è stato e si è perduto.
Ma non hai mai scelto tu davvero fin dall'inizio, fin da prima che conoscessi Kakeru tutto era scritto, e la lettera era tra le tue mani. Nelle mani di Naho, sedici anni. Da quando la lettera è stata catapultata all'ingresso della sua abitazione, dal momento in cui questa dolce liceale ha ricevuto il messaggio dalla Naho del futuro, la sua vita è stata tracciata di avvertimenti, suggerimenti e racconti sui suoi giorni futuri. Che Naho si opponesse alle raccomandazioni o ignorasse del tutto il contenuto, che fosse disposta ad accettare il suo destino o a contrastarlo, il tutto avveniva in funzione di una vita già vissuta e ad ella rivelata con anticipo, giorno per giorno, nei suoi punti più salienti.
Ed è così anche per te, spettatore, che segui le vicende di Naho, Kakeru e dei loro amici, leggendo la lettera. Sai già cosa sarebbe dovuto accadere, e per tutti e 20 minuti ogni volta non hai da chiederti che: cambierà qualcosa? Quanto può essere determinante un singolo capitolo della propria vita, al punto tale che la storia possa essere riscritta interamente. E, domanda più compromettente, quanto potrà essere inesorabile il proprio fato dinanzi a tale sconvolgimenti. Mentre sposi le teorie futuristiche più disparate, la corsa si infittisce. Buchiamogli le ruote della bici, corri a destra, chiedi a sua nonna, noi andiamo a sinistra, Kakeru, dove sei, ci siamo noi qui, Kakeru, ti prego Kakeru, non farlo... corri al buio, urli a squarciagola mentre ansimi e ti manca il fiato anche solo per respirare ma sei già pronto a urlare di nuovo il suo nome, e solo i passanti in auto ti ascoltano ed è a loro che chiedi informazioni.
Quanto può essere possibile salvare una vita? Se tu avessi potuto sapere tutto dall'inizio e avessi potuto giocare la tua partita nella speranza che un futuro ideale possa farsi realtà, e scampare piuttosto ai rimorsi e ai sé di una vita che dieci anni più tardi resta segnata dalla mancanza. Da una particolare assenza, dalla sua speciale presenza. Kakeru, dove sei, ti prego.
Nonostante l'asprigno motore di questa storia, i chiari colori pastello dell'amicizia tingono uno degli anime sentimentali più popolari del 2016. Orange è il racconto tratto dal manga di Ichigo Takano, trasposto in 13 episodi. Lungo il percorso delle vicende di questo gruppetto di sei amici, lo spettatore si incuriosisce nello scoprire la lettera con la protagonista Naho. Successivamente, anticipato da un calo nella cura dell'aspetto grafico, la storia suscita tutt'altre considerazioni. Nonostante la gravità del malessere psicologico che tocca Kakeru - il protagonista delle lettere di Naho, il nuovo compagno di banco, il ragazzo da salvare - non pare che gli amici siano meno inclini ad abbandonare la fiducia dei buoni sentimenti, forti e genuini, che non si piegano nemmeno dinanzi alle proprie esigenze egoistiche e personali.
In tale promozione dei buoni sentimenti, c'è ben poco spazio ai chiaroscuri della mente di una persona fondamentalmente depressa. I nostri ingenui paladini, vitali e uniti nel combattere i mali di vivere, negano in questo modo il senso di empatia che poteva suscitare la matura scoperta di un sentimento che tanto comunemente può affacciarsi in varie e più o meno gravi forme nella vita di un uomo che prova a sopravvivere. Perché esser depressi non è non essere felici, non è non avere qualcuno che ti ami accanto, ma fondamentalmente non riconoscere nella felicità la propria fonte di benessere. Se potessimo risolvere la depressione di Kakeru facendogli aprire gli occhi, come tentano i nostri eroi di Orange, si chiamerebbe "cecità", e non in altro modo. E' inafferrabile la natura di questo essere dentro Kakeru, come anche è inafferrabile la tematica all'ideatrice della storia. O, probabilmente, banalmente ha preferito lasciarsi andare maggiormente sulle disquisizioni circa i mondi paralleli, i buchi neri, e il mistero del Triangolo delle Bermuda - che anche vengono toccati in maniera così poco originale che tanto meglio ci mettevano un'altra puntata circa l'importanza del risultato dell'ultima gara di staffetta tra i rimpianti della protagonista.
Nelle battute finali, l'anime riprende un po' della sua magia. Complice l'attesa della risposta ai quesiti molteplici di uno spettatore sempre più curioso di questioni materiali: che ruolo avrà Suwa? Che scelta sentimentale farà Naho? Che ne sarà del futuro così come avevamo sbirciato che sarà da principio?
Viene d'obbligo legarsi a Suwa, di poche e giuste parole, concreto e meno macchietta di molti altri. Il classico second lead che con molta apprensione viene praticamente favorito tra i più che lo vedono come un martire, e che non vedono l'ora di poter godere dello spin-off a lui dedicato e recentemente annunciato. Eppure, il fascino di Suwa, l'approvazione - seppure, con alcuni però - di Orange non nasce da un futuro che poteva essere e non è stato o che è stato e si è perduto.
Al di là dei ragionamenti di basso profilo, avidi, calcolatori, il messaggio di questo anime non sta nel comprendere gli ultimi secondi della scena finale o non è scritto in nessuna delle lettere inviate dal futuro. Il messaggio è dietro le lettere, è attorno ai ragazzi, li avvolge e li completa, li avvicina e li unisce. Tutto questo è stato fatto per amicizia, qualsiasi sia stata la fine.
Pro
- La purezza che nonostante la diffidenza vorresti trovare
- Suwa e suo figlio tra le braccia
- L'amicizia
Contro
- Il triangolo delle bermuda, la fatina dei denti e la cicogna
- Dover subire l'incisività dell'esito alla staffetta nella vita
- La grafica che si perde dopo averci abituato benino
- Le occasioni mancate di una trama dal potente incipit narrativo
Sicuramente approvo il pro "Suwa e suo figlio tra le braccia" ma non mi ritrovo assolutamente nel pro "amicizia". Secondo me Orange ha fallito proprio su questo fronte, perché l'amicizia doveva salvare Kakeru (che succeda o meno, non lo spoilero) ma tutto quello che hanno fatto gli amici è stato indirizzare Naho e Kakeru l'uno verso l'altra, come se la salvezza dipendesse al 99% da quell'unica discriminante. Se non si fosse puntato tanto sulla storia tra quei due (e diciamocelo, come coppia e come singoli sono di una piattezza unica) e se ci si fosse concentrati più su un salvataggio davvero "corale", avrei apprezzato di più. Quel che ho visto io è stata la storia di due innamorati di cui uno depresso e una che cade dal pero. Davvero, amicizia ne ho vista poca e quella che ho visto non mi è piaciuta, perché i proclami continuamente urlati dell'amicizia, del noi siamo con te, del noi non ti abbandoniamo, hanno raggiunto un livello eccessivo per la sottoscritta, tanto da diventare stucchevoli e artificiosi.
Concordo totalmente sul punto "Se potessimo risolvere la depressione di Kakeru facendogli aprire gli occhi, come tentano i nostri eroi di Orange, si chiamerebbe "cecità", e non in altro modo."; le persone non si salvano dandogli la pappa ma dandogli i mezzi per rialzarsi, cosa che qui non succede.
A parte questo poi, Naho, Kakeru, i loro approcci e i loro allontanamenti/avvicinamenti sono cose viste e straviste, per cui li ho trovati per nulla interessanti.
Insomma, come espresso da Ere nel contro "Le occasioni mancate di una trama dal potente incipit narrativo", Orange poteva dare molto di più, perché bastava un attimo per discostarsi dal marasma dei protagonisti maschili con il dramma (ci sono riusciti altri prima di lei, poteva riuscirci pure la Takano, ma ormai ho capito che è un'autrice che non riesce a osare) e delle savatrici, e invece ha preso la strada più semplice: "io sono depresso, faccio schifo-ma tranquillo ti salviamo noi, anzi, fondamentalmente lei".
Per me sta sotto la sufficienza, il manga lo valuto meglio per una questione grafica (ma anche perché in generale preferisco i manga agli anime) e sarà una colpa mia, ma non riesco a trovare in questa storia la magnificenza decantata da molti.
Sinceramente parlando poi, se non fosse esistito Suwa penso che la valutazione sarebbe stata ancora peggiore!
Voglio anche aggiungere, leggerissimi spoiler perché tanto si vede nel primo episodio: il figlio di Suwa. Ora, per quasi tutto l'anime gli effetti che i cambiamenti operati dai ragazzi, pur in una realtà parallela, potrebbe avere sulla vita delle altre persone non vengono quasi considerati. Io capisco il bisogno di salvare Kakeru, il senso di colpa etc. ed è giusto fare tutto il possibile, ma tu condanni tuo figlio a non esistere (pur se in un mondo parallelo) in conseguenza delle tue scelte. Ora, nessuno pretende che x stia con y perché devono procreare un bambino, se i sentimenti si diversificano pace, ognuno è libero di fare quel che vuole con la sua vita. Ma il non toccare neanche questo tema, se non in un brevissimo accenno di una scena/vignetta, mi ha dato molto fastidio. Voglio dire, non è un accessorio di trama dall'aspetto carino, non è il tuo "happy ending" in un mondo dove le cose sono andate diversamente,è un figlio. Una persona. Mi sarebbe piaciuto veder almeno approfondito questo aspetto, invece nada, zero, silenzio. Immagino fosse troppo "pesante" per il target di riferimento, ma a questo punto perché metterlo proprio?
Come ha detto l'autrice della recensione, Orange sarebbe stato molto meglio senza tutto questo focus sulla storia d'amore come unica fonte di salvezza per una persona afflitta da depressione (e che ne era propensa a soffrirne ben prima degli eventi del primo episodio). O meglio, l'amore poteva entrarci perfettamente ma se trattato da un punto di vista e in modi differenti. Capisco che la storia sia volutamente raccontata dal punto di vista di Naho e degli amici, che è quindi "cieco" rispetto all'interiorità di Kakeru che è e rimane un mistero per la gran parte (a meno che lui non scelga di esprimerla in qualche modo), però molto spesso le loro considerazioni egoistiche alternate a scelte da quasi martirio, da un estremo all'altro, calpestano il "respiro" che questa storia potrebbe invece avere.
Fra l'altro svaria un pò su un concetto secondo me anche pericoloso, e cioé di come solo le persone che non si sentono amate dagli altri soffrano di depressione e abbiano tendenze suicide. Come se l'amore potesse salvare tutto in una sorta di magico happy ending. E invece no, perché di depressione soffrono persone con famiglie solide, tanti amici, fidanzati e coniugi amorevoli. L'amore aiuta, ma da solo non salva perché l'unica salvezza può venire da te stesso. E questo per dire che secondo me il climax finale poteva essere gestito in altro modo, in un piano di interiorità piuttosto che di quello di un intervento esterno, per quanto la scena in sé sia bella e tutto.
Inoltre non si risolve tutto con un colpo di spugna; la depressione è un problema che, come ammette anche Orange ad un certo punto, uno si porta dietro per tutta la vita e in cui può ricadere contro la sua volontà. Stare vicino ad una persona depressa non è cosa facile, ed è un "lavoro" che dura tutta la vita.
(E lo dice una a cui è piaciuto eh, ma che si aspettava di più)
Però devo dire che mi è piaciuto il modo in cui invece hanno trattato il "modo di vivere" quotidiano di una persona depressa; qualcuno che è in grado di ridere e scherzare con gli amici, che ha momenti anche di felicità, pure se qualcosa lo rode dentro. La depressione non è un costante "stato di tristezza", è molto, molto più insidiosa e in questo secondo me Orange ha fatto un buon lavoro nel rappresentarla. È altro che lascia un pò l'amaro in bocca.
Devo dire che anch'io sono rimasta malissimo sotto questo punto di vista ( e non solo).
La cosa ancora più triste della vicenda è che Suwa sa, ha una serie di foto e racconti piuttosto dettagliati della sua vita 'futura', la madre non solo non sa cosa succede dopo, ma non sa nemmeno dell'esistenza del suo stesso figlio. LA MADRE! Come se volessero dirci che Suwa e il figlio sono solo un rimpiazzo per la morte di un ragazzo di 16 anni deceduto 10 anni prima e che se fosse vivo non sarebbe mai accaduto.
Più triste è la frase "anche se fosse vivo avrei scelto te" con quell'espressione sul viso. Suvvia capisco che il pubblico scelto da orange sia adolescenziale, ma qui ricadiamo nel ridicolo.
Ti quoto brutalmente. Avrei preferito molto di più un finale
Naho non ha mai saputo veramente a cosa ha rinunciato per Kakeru; forse è anche meglio così, come dice Suwa, e io non rimprovero neanche la decisione di seguire quella strada (ripeto, uno non è che è obbligato a stare insieme a nessuno solo perché "in futuro avremo un figlio", nel mondo del "passato" era solo uno dei tanti futuri possibili non una certezza e non puoi giocarti la vita su una cosa così labile).
E secondo me l'intenzione c'era pure; altrimenti perché introdurre l'elemento del figlio? Solo perché carino? Gli accenni a una visione più seria delle cose ci sono per tutta la storia, eppure non si ha mai il coraggio di andare fino in fondo. Perché? Non credo fosse un limite dovuto ai pochi capitoli del manga (altrimenti non si sarebbe perso in sciocchezze come le Bermuda, né è stato "falciato" per le poche vendite, andava benissimo e ha pure avuto un'anime!), quanto ad una decisione deliberata di renderlo il meno cupo possibile per stare negli standard di un "manga per ragazzi" che parla di liceali.
Fra l'altro, posso anche concedere ai ragazzi del passato, essendo appunto ragazzi e non avendo esperienza del futuro (Suwa sa, ma un conto è sapere e un altro rendersi veramente conto di quello a cui stai rinunciando). Ma che le loro versioni adulte, mentre si trastullavano quel pupo, non si siano mai fermati un attimo a riflettere sulle conseguenze delle loro scelte?!
Peccato, veramente veramente peccato, sarebbe bastato così poco.
Grazie per questa recensione che ha suscitato il mio interesse per questa serie!
Per quel che riguarda questo aspetto, le ottime premesse iniziali si son perse strada facendo.
Ho trovato banalizzante il voler basare troppo il tentativo di salvare Kakeru sull'aspetto amoroso, cose se l'ammmore fosse la panacea per tutti i mali. Ma qui non mi dilungo perchè non riuscirei a spiegarlo meglio di quanto fatto da Eretria nella bella recensione.
Nonosrtante ciò, non nego che l'anime mi abbia regalato dei bei momenti, alcuni davvero d'impatto (ad esempio lo scoprire cosa comportò quel primo invito a tornare a casa tutti assieme), e mi abbia intrattenuto con piacere, eccettuato un calo dopo la metà; ma poi s'è risollevato.
Un'occasione sprecata? In parte sì.
Riguardo il finale, innanzitutto è palese come la spina dorsale della storia fosse il destino di Kakeru, e non tanto chi avrebbe scelto Naho fra il depresso Kakeru e l'affidabile Suwa.
Ma ovviamente le speculazioni in tal senso ci stanno.
Io penso che il finale sia (volutamente?) ambiguo, ma diverso da come l'ho visto intendere ai più:
Sopiler sul finale
Intanto invito a considerare come non si vedano mai da qualche parte (tanto meno nel finale) Naho e Kakeru assieme, magari con un figlio. Quindi come si fa a dare per certo che siano finiti assieme?
Anzi, quelli nell'ultima scena che guardano il panorama, NON sono Naho e Suwa del "vecchio futuro" (quelli che han spedito le lettere nel passato), ma quelli del "nuovo futuro" (quello scaturito dalla nuova linea temporale).
Infatti a me pare abbastanza palese che si lasci intendere che, dopo aver salvato Kakeru, Naho alla fine abbia scelto "di nuovo" Suwa (ovviamente dopo un po' di tempo, non subito), pur dicendosi disposta a salvare Kakeru tutte le volte che sarebbe stato necessario farlo. Insomma Kakeru è stato solo un amore adolescenziale, ma lei in un secondo momento è tornata a fare la scelta "giusta".
Piccolo particolare poi: nell'untimissima scena, naho e Suwa per la prima volta son vestiti diversamente rispetto a come son comparsi sempre fino ad ora dal futuro; perchè appunto non sono quelli del futuro originale, ma quello nuovo.
Riguardo il comportamento di Naho e Suwa del futuro, nei confronti di loro stessi giovani:
Naho del futuro intanto ammise esplicitamente in uno degli ultimi episodi che avrebbe sicuramente sposato lo stesso Suwa, contenta del fatto che si fosse dichiarato.
Sempre Naho, è palesemente certa di questa scelta, per questo evita persino di rivelarlo alla Naho ragazzina (magari per non rovinarle la sorpresa o non gravarla con ulteriori fardelli e dubbi). Conoscendosi, semplicemente sapeva che Kakeru avrebbe solo rappresentato un amore adolescenziale; ma venendo poi a questioni concrete, Suwa sarebbe stata la sua scelta matura... quello stesso Suwa rifiutato in un primo momento anche nella linea temporale originale.
La presenza di quel figlio durante tutta la serie, in un certo senso a me sembra proprio un "simbolo" atto a rafforzare questa certezza.
Per quel che riguarda Suwa invece, la sua maturità e spirito di sacrificio, derivano sicuramente anche dal fato che il Suwa del futuro gli ha spiegato tutto, rassicurandolo sul finale della storia amorosa tra lui e Naho.
Certo anche il Suwa ragazzo i suoi momenti difficili e i suoi dubbi inevitabilmente li avrà. Ma sostanzialmente si fiderà del se stesso dal futuro, svolgendo buon buono il suo compito.
Cmq, ripeto, il finale è forse volutamente ambiguo proprio perchè il tema centrale non è quello, ma il salvataggio di Kakeru.
L'unica cosa positiva è quell'aspetto di coralità del gruppo, che poteva essere curato meglio dando una maggior personalità agli altri personaggi (della mora coi capelli lunghi ad esempio non si sa assolutamente nulla) ma che tutto sommato anche così fa il suo lavoro.
Non basta purtroppo a salvare una storia che domani mi sarò già dimenticato e che non è riuscita a lasciarmi granché, data la piattezza generale dei suoi personaggi.
Ottima come sempre la recensione di Eretria, però. Complimenti!
Ora a questo punto c'è nuovamente il cambio temporale, al centro della scena c'è il cielo che i ragazzi guardano con speranza per un nuovo futuro, mentre i coniugi Suwa lo guardano con nostalgia. La voce narrante, della protagonista, non lascia, a parer mio, dubbi "ogni singola volta ci sarò io a salvarti". I ragazzi con il bambino in braccio guardano al domani sapendo di non avere un peso sulle spalle perchè le lettere avranno fatto il loro percorso.
C'è un gioco, riuscito male, di parallellismo tra i due futuri... magari volevano semplicemente inserire due happy ending...
Rassicurante per un verso la teoria su Suwa, ossia che abbia fatto il martire abbastanza tranquillamente perché il se stesso futuro lo aveva rassicurato che tanto la femmina se la pigliava lui, ma anche qui è troppo artificioso perché il Suwa del futuro non poteva assicurargli un bel niente dato che non poteva dare neanche lui per certo che cambiando il passato non cambiasse il futuro. Ok la teoria dei mondi paralleli, ma certezze non ne aveva il Suwa adulto, ci speravano ma non avevano certezze. Per cui un ragazzino innamorato che accetta tranquillamente una rassicurazione senza nessuna base... è un santo. E questo rende Suwa tanto adorabile quanto finto.
E comunque ricordiamoci che la Naho adulta che scrive la lettera si è messa con Suwa dopo il litigio di inizio anno con Kakeru, lui l'ha consolata e sbam, lei ha cambiato direzione. Bella roba (ok magari si sono innamorati davvero dopo ma come inizio è squallido per lei e triste per lui)...
Sarebbe bello concordare sul fatto che non si giocasse al toto coppia ma che si volesse parlare di altro, ma per tutto il tempo si è spinto sulla coppia per cui il salvataggio è diventato quasi contorno dell'accoppiamento e non il contrario.
Verissimo. Il resto dell'anime mi ha dato l'impressione di essere nato da qualcuno che, letto un romanzo degli anni '60-'70, abbia voluto trasporre quei concetti in un'opera animata senza, però, esserne capace.
è un problema piuttosto ricorrente nella mangaka, parte bene e si perde per strada. Spero possa aggiustare il tiro con l'esperienza perchè l'idea e le capacità pare ci siano tutte.
Come ti capisco. XD
Quanto a me, concordo con parecchi commenti letti. Mi aspettavo moltissimo da questa serie, e devo dire che era partita molto bene; poi, però, tutto è crollato miseramente; non è questione solo di lato tecnico, ma proprio di trama: Naho è semplicemente idiota; Kakeru fa un passo avanti e dieci indietro (altro che amicizia, qua serve uno psicologo, ma nessuno, né gli amici né la nonna, ci pensano. Va beh che è un anime scolastico, ma pure i docenti non possono non sapere che 'sto qui ha perso la mamma. È praticamente lasciato a se stesso); meno male che c'è Suwa, santo dell'anno.
Sì, il concetto dell'amicizia c'è, ma per una storia che deve toccare un motivo così importante, gli amici li vedo troppo inutili: questi, che pur nel loro piccolo cercano di fare molto, si preoccupano di modificare il futuro e di mettere insieme Naho e Kakru, ma non si concentrano su Kakeru come persona.
La storia del Triangolo delle Bermuda, comunque, è una trovata tristissima che non sta né in cielo né in terra e che mi ha fatto letteralmente cadere le braccia. Ma un altro escamotage no? Che poi, voglio capire, hanno lanciato le lettere dall'aereo e queste sono finite magicamente dietro le porte di casa dei protagonisti? Sto cercando di immaginarmi un possibile scenario, ma è davvero impossibile.
Pro: sicuramente il messaggio, cercare di ascoltarsi e non darsi mai per scontati, e l'amicizia...Suwa...e il tipo con gli occhiali, io lo ADORO!
contro: la staffetta odiosa!e una certa mania dei personaggi di parlare troppo...le loro continue profferte di amicizia eterna dopo un po' stancano e sembrano addirittura fasulle...
comunque io concordo con Oberon....il finale è più orientato a sapere cosa ne sarà di Kakeru che alla scelta d'amore...
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