Tante parole sono state spese in merito alle serie animate giapponesi in mano Netflix, ma questa volta è proprio il direttore a dire la sua. Taito Okiura, produttore e imprenditore con più di dieci anni di esperienza nel settore, racconta che "ritrovarsi a lavorare per Netflix è come essere un giocatore di baseball di seconda categoria che viene catapultato nella Major League". Prima di firmare il contratto con il colosso della distribuzione online lo scorso ottobre, Okiura rifiutò due precedenti offerte di lavoro da Netflix. "Ho detto loro che non ero convinto della serietà di Netflix riguardo agli anime, così ho riagganciato la telefonata", racconta.

Ma la società americana sapeva quanta passione serbasse Okiura per gli anime, e non si arrese. Nel frattempo il futuro direttore era impegnato in prodotti come Afro Samurai e un anno dopo, nel 2008, sarebbe diventato co-fondatore della David Production Inc. (Le Bizzarre Avventure di Jojo), che venne acquistata dalla FujiTV nel 2014. Nel frattempo il budget per i vari prodotti della compagnia americana ha raggiunto 8 miliardi di dollari nel 2018, reclutando anche grandi produttori della televisione americana dai canali ABS e FOX , come Shonda Rhimes (Grey's Anatomy) e Ryan Murphy (Glee).
 
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L'estate scorsa, quando Taito Okiura venne a sapere che Netflix era ancora in cerca di un direttore per la sezione anime, decise che era ora di accettare l'offerta. "Era giunto il mio momento", dice ora nel suo ufficio, "mi sono davvero messo in gioco. Era il momento adatto e non volevo che quel lavoro venisse ricoperto da nessun altro".
Bilingue e biculturale, Okiura aveva trovato pane per i suoi denti. Ha conseguito la laurea in legge all'Università di Tokyo e possiede un MBA (Master of Business Administration) ottenuto presso l'Università della California a Los Angeles. Ciononostante, nulla di questo avrebbe avuto molta rilevanza all'alba del suo affacciarsi al mondo della distribuzione streaming.

Gli scorsi mesi, proprio Netflix ha reso disponibili due tra i titoli più ambiziosi (e più chiacchierati) del 2018: parliamo della prima versione animata di Godzilla e dell'adattamento del capolavoro di Go Nagai, Devilman Crybaby. Quest'ultimo ha molto impressionato il pubblico con scene di fervente erotismo o violenza bruta e ha diviso il parere della critica. Alcuni ritengono che quest'ultima fatica di Yuasa sia un capolavoro indiscusso, altri la reputano un totale fallimento, ma vediamo qual è l'opinione di Okiura. "Devilman Crybaby non sarebbe potuto esistere senza le scene di violenza ed erotismo" riporta il direttore "e ciò è stato reso possibile solo grazie a Netflix. La libertà artistica concessa da questa piattaforma ha concesso a Masaaki Yuasa di riprodurre quel senso di nichilismo e angoscia di cui l'opera del maestro Nagai era pervasa. Devilman non è il supereroe dei bambini dipinto dalle trasmissioni del 1972

"Le storie di Nagai scavano con prepotenza nelle profondità oscure dell'animo umano", prosegue Okiura "e Netflix ha fatto sì che ciò si potesse concretizzare. Abbiamo concesso al genio di Yuasa di esprimersi liberamente e senza vincoli, e lo abbiamo fatto per una giusta causa: trasmettere sullo schermo, per la prima volta, quello che Go Nagai stava comunicando sulla carta." Okiura conclude quindi "Se le scene di sesso e violenza sono necessarie per la completezza dell'arte, allora dovrebbero essere permesse."
 


Il critico veterano Tadashi Sudo è d'accordo col direttore: "Devilman Crybaby è una delle più belle opere che abbia visto in questi ultimi anni" confessa. "Il connubio Yuasa-Netflix ha concesso al regista grande libertà d'espressione e ha generato un prodotto mai visto fin ora in TV. E questo non soltanto riguardo alle scene di sesso e violenza, ma anche relativamente alla flessibilità nella struttura e nella lunghezza degli episodi."

Ma il 2018 è appena cominciato e Netflix ha promesso di pubblicare 30 nuovi anime in anteprima entro la fine dell'anno. A conferma del crescente interesse per la compagnia nei confronti dell'animazione giapponese, lo scorso mese è stato firmato un accordo con tre importanti studi di animazione: si tratta di Production I.G (Ghost in the Shell), Wit studio (L'Attacco dei Giganti) e Bones (My Hero Academia). Queste collaborazioni stanno già dando i loro frutti: sono già disponibili su Netflix titoli come B: The Beginning, di Production I.G., e A.I.C.O. Incarnation, di Bones.
 
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Secondo Taito Okiura, il futuro dell'alleanza tra l'animazione giapponese e Netflix non potrà essere che roseo. Il portale di riferimento per lo streaming di anime però, ad oggi, rimane Crunchyroll, il cui co-fondatore Kun Gao è amico di Okiura.

L'asse di utenza degli anime si sta spostando, è un dato di fatto: dal mercato di nicchia ci si affaccia a quello della grande distribuzione e questo non può che rendere orgoglioso il direttore della sezione animazione del colosso americano.

Fonte consultata:
The Japan Times