Toccare un'opera come The Legend of the Galactic Heroes non è facile. Da noi è conosciuta (a causa dell'elevato numero di puntate mai doppiate e neanche del tutto subbate dai fan) solo da una ristretta cerchia di fan e appassionati di space opera ma in Giappone ha una nutrita schiera di sostenitori anche molto esigenti ed è considerata un caposaldo dell'animazione giapponese anni 80/90.
Ecco perchè se da una parte destava molta curiosità, una buona parte di quei fan erano piuttosto preoccupati all'annuncio di The Legend of the Galactic Heroes Die Neue These Kaikou (La nuova tesi: Stelle che si incrociano),una nuova serie TV che nasce con l'idea del remake ma in soli 12 puntate seguite da Die Neue These Seiran (La nuova tesi: Guerre stellari) tre film (unione di quattro episodi ognuno) che usciranno al cinema in Giappone nel 2019.
Rispetto alle 110 puntate anni 90 piene zeppe di strategie, politica, personaggi, battaglie e chi più ne ha più ne metta, questa serie sembrava un vero e proprio azzardo (per non dire di peggio). Il tutto con un cast piuttosto particolare, noto per lo più per lavorare a un titolo come Kuroko's Basket, a cominciare dal regista Shunsuke Tada. Titolo quanto mai distante dal target di riferimento della serie nata dai romanzi di Yoshiki Tanaka. E se uniamo queste informazioni ai primi trailer che mostravano un design sicuramente modernizzato dei personaggi unito a un'uso piuttosto massiccio della CGI, allora non possiamo andare troppo lontano con la fantasia nell'immaginarci i commenti degli appassionati della prima ora di questo brand.
Metto le mani avanti da subito, sono un amante delle space opera ma non ho mai visto l'opera animata anni 90 originaria. Quindi se volete qualcuno che faccia dei paragoni con la serie "vintage" non trovate pane per i vostri denti (anche se spero che qualche buon spunto parta dai commenti), pur tuttavia non volevo far passare sotto silenzio una serie che mi è parsa meritevole ma che è stata anche clamorosamene snobbata qui da noi. Pur credendoci Dynit e VVVVID che hanno portato da noi in simulcast questo titolo, il numero di visualizzazioni è stato impietoso e a mio avviso, ripeto, troppo punitivo per la qualità dell'opera in sè.
Detto questo ho trovato in rete una minuziosa comparazione della prima puntata tra titolo dell'88 e quello attuale con cui, anche senza sapere l'inglese, potete vedere subito le differenze in termini di character design e animazioni.
Cosa mi ha fatto adorare questa serie? Il fatto che non sembri neanche un anime, almeno non un anime nella sua classica forma di intrattenimento puro, bensì un piccolo saggio animato di politica e sociologia. Quasi un prodotto ad uso e consumo didattico ma con la giusta dose di azione e coinvolgimento atti a non annoiare lo spettatore.
Legend of the Galactic Heroes segue un duplice filo narrativo con protagonisti di entrambi i lati di una guerra intergalattica plurisecolare, in cui entrambe le parti non possono davvero ergersi ad alfieri del "bene". L'impero galattico è un'autocrazia assoluta e illiberale in cui la nobiltà (ma quasi solo quella di alto rango) è una classe dominante oppressiva, mentre l'Alleanza dei pianeti liberi è una democrazia corrotta e in fallimento, controllata interamente da politici motivati dall'avidità e dall'interesse personale. Il lato dell'Impero della storia è una storia lenta di intrighi politici, mentre la storia dell'alleanza si concentra su commenti politici e pungenti, entrambi tirati fuori in modo eccellente. Il tutto mentre restano spettatori interessati i grandi poteri economici, neanche troppo occulti, che si fanno beffe di ideali e cariche, anzi li utilizzano per i loro fini manovrando sottili fili invisibili nell'ombra della storia.
Da 150 anni si consuma una feroce guerra tra due principali potenze, una guerra che brucia energie, risorse e uomini senza che ormai se ne capisca davvero il bisogno effettivo. Nel conflitto tra queste due nazioni si intrecciano le vite dei due protagonisti della nostra storia, due vite che, chi volontariamente e chi suo malgrado, diventeranno fondamentali per lo sviluppo della guerra: Reinhard von Lohengramm, un giovane e carismatico generale facente parte della nobiltà imperiale, e Yang Wen-li, commodoro dell'Alleanza noto a tutti per il suo genio strategico e militare.
Storie diverse li hanno portati a confrontarsi uno di fronte all'altro sullo scacchiere della storia. Reinhard, nato nobile di basso rango e per questo snobbato, è un personaggio che ha solo del credito verso l'impero, determinato a esigere la sua vendetta e conquistare il potere dall'interno con ogni mezzo necessario.
Yang è uno studioso che si unisce ai militari per ottenere una borsa di studio di storia che non potrebbe altrimenti permettersi, ed è stato arruolato nell'esercito quando la sua abilità tattica è venuta alla luce. Sebbene entrambi siano estremamente abili, offrono comunque un contrasto diretto per temperamento e motivazione. La loro abilità in combattimento non è però sinonimo solo di successi e promozioni. Essi scoperchiano quanto di marcio c'è a livello militare ma anche politico attirandosi le antipatie di coloro che, legati a pensieri e strategie vecchie e ormai ammuffite, scorgono in loro il genio e ne nutrono una profonda invidia. Pur tuttavia questi due protagonisti non si fanno intimorire e ci regalano tattiche e battaglie realistiche strappate direttamente dalle pagine della storia. Entrambi gli uomini sono così sfaccettati e complessi che ne rimani rapito e non sai davvero per chi tifare alla fine.
La brevità della serie purtroppo non ci permette di poter approfondire di più gli altri protagonisti, scorgiamo, specie nei bracci destri, del potenziale ma qui il tempo è tiranno e tra una battaglia e una filippica politica non c'è davvero modo di potersi affezionare ad altri. Pur non avvicinandosi neanche lontanamente ad essere una storia epica e corale questi personagi comunque ci sono. Essi fanno la loro parte nella storia permettendoci di vedere le due forze in campo come eseciti fatti di persone che vivono, sperano e purtroppo muoiono in gran numero.
Veniamo ora ad uno dei punti più criticati (insieme al character design) di questa nuova incarnazione di LOGH: le "battaglie". Già dai primi trailer era ovvio l'impiego massiccio della computer grafica, gettando nello sconforto i fan di vecchia data legati all'animazione classica anni 80. A me sinceramente la cosa non ha dato fastidio, il tutto mi ha ricordato quanto già visto in un altro remake storico, Yamato 2199, e le battaglie a livello di animazioni mi sono parse ben fatte così come le navicelle. Penso che la bellezza di una scena come quella che vi mostro qui sotto (la partenza delle navi imperiali dal pianeta capitale) sia più eloquente di tante mie parole scritte. Si può non amare i CGI ma bisogna anche dire che a volte non è affatto male se adoperata bene.
L'Impero è basato su un modello dell'impero germanico-prussiano con la maggior parte dei nomi dei personaggi di origine germanica e con i nomi della nave proveniente dalla mitologia nordica. D'altra parte, la Free Planets Alliance è più diversificata. I nomi dei personaggi sono multietnici (cinesi, inglesi, ecc.) e i nomi delle navi sono ispirati alla mitologia e alla storia greca, probabilmente testimonianza dell'antica democrazia greca.
Tornando all'animazione delle battaglie, la paura era di non capire un granchè dell'effettivo andamento di esse, ma la serrata regia unita a qualche astuzia (la presenza di ologrammi del campo di battaglia) hanno reso il tutto davvero molto semplice e godibile. Se proprio tocca trovare il pelo nell'uovo questo non sta nei disegni e nelle animazioni (che comunque vanno a scelta personale) bensì nella forzatura di alcuni svolgimenti, anche se c'è la scusante dei tempi serrati a volte si storce il naso per certe semplificazioni. Non possiamo poi non citare la raffica di nomi di militari e navi da battaglia che ci passano alla velocità della luce e che sicuramente alla stessa velocità svaniscono dalle nostre memorie.
Capitolo voci. Il titolo anni 80/90 aveva un cast di voci all star che includeva molte delle migliori star del decennio. Solo per citarne alcuni: Ryo Horikawa, Masashi Hironaka, Shigeru Chiba, Kazuhiko Inoue, Kaneto Shiozawa, Akio Ohtsuka, Akira Kamiya, Rikiya Koyama, Masako Katsuki e molti altri!
Il paragone farebbe tremare le gambe a chiunque di fronte a queste leggende eppure non me la sento di denigrare il lavoro dei doppiatori su questa nuova incarnazione del brand. Mamoru Miyano (Okabe in Steins;Gate, Rin in Free!) nel ruolo di Reinhard von Lohengramm ha regalato eleganza e nobiltà al personaggio ma d'altronde non mi aspettavo niente di meno da un professionista come lui. Sorpresa è stato Kenichi Suzumura (Sogo Okita in Gintama) nella parte di Yang Wen-li, entrato in pieno nella parte finto sorniona di questo personaggio tanto complesso e affascinante.
Il must della serie però, e lo dico da fanboy riconosciuto, è la opening di Hiroyuki Sawano, per niente roboante eppure in grado fin da subito di calarti come lui sa fare nel climax della storia. Ho apprezzato comunque anche la dolcissima ending, Wish di Elisa, con la sua carrellata statica e sognante di tutti i personaggi in campo a partire dai due protagonisti, ovviamente ognuno al capo opposto. So che nella serie "vintage" la ost era piena zeppa di musica classica che qui non c'è, le due parti in campo hanno un diverso sottofondo (l'impero piu' classicheggiante ad esempio) ma sicuramente niente di paragonabile a quanto mi è stato riportato.
Cosa quindi criticare di questa serie? Sicuramente la fine repentina proprio nel momento culminante del finale. Capisco tutto, il voler rimandare l'attenzione ai film ma questo calo di sipario nel pieno del fluire delle emozioni è una castrazione molto punitiva verso lo spettatore che forse a questo punto sarà tentato di buttarsi verso la serie anni 80/90 riscoprendo un gioiellino da noi forse troppo bistrattato.
Ecco perchè se da una parte destava molta curiosità, una buona parte di quei fan erano piuttosto preoccupati all'annuncio di The Legend of the Galactic Heroes Die Neue These Kaikou (La nuova tesi: Stelle che si incrociano),una nuova serie TV che nasce con l'idea del remake ma in soli 12 puntate seguite da Die Neue These Seiran (La nuova tesi: Guerre stellari) tre film (unione di quattro episodi ognuno) che usciranno al cinema in Giappone nel 2019.
Rispetto alle 110 puntate anni 90 piene zeppe di strategie, politica, personaggi, battaglie e chi più ne ha più ne metta, questa serie sembrava un vero e proprio azzardo (per non dire di peggio). Il tutto con un cast piuttosto particolare, noto per lo più per lavorare a un titolo come Kuroko's Basket, a cominciare dal regista Shunsuke Tada. Titolo quanto mai distante dal target di riferimento della serie nata dai romanzi di Yoshiki Tanaka. E se uniamo queste informazioni ai primi trailer che mostravano un design sicuramente modernizzato dei personaggi unito a un'uso piuttosto massiccio della CGI, allora non possiamo andare troppo lontano con la fantasia nell'immaginarci i commenti degli appassionati della prima ora di questo brand.
Metto le mani avanti da subito, sono un amante delle space opera ma non ho mai visto l'opera animata anni 90 originaria. Quindi se volete qualcuno che faccia dei paragoni con la serie "vintage" non trovate pane per i vostri denti (anche se spero che qualche buon spunto parta dai commenti), pur tuttavia non volevo far passare sotto silenzio una serie che mi è parsa meritevole ma che è stata anche clamorosamene snobbata qui da noi. Pur credendoci Dynit e VVVVID che hanno portato da noi in simulcast questo titolo, il numero di visualizzazioni è stato impietoso e a mio avviso, ripeto, troppo punitivo per la qualità dell'opera in sè.
Detto questo ho trovato in rete una minuziosa comparazione della prima puntata tra titolo dell'88 e quello attuale con cui, anche senza sapere l'inglese, potete vedere subito le differenze in termini di character design e animazioni.
Cosa mi ha fatto adorare questa serie? Il fatto che non sembri neanche un anime, almeno non un anime nella sua classica forma di intrattenimento puro, bensì un piccolo saggio animato di politica e sociologia. Quasi un prodotto ad uso e consumo didattico ma con la giusta dose di azione e coinvolgimento atti a non annoiare lo spettatore.
Legend of the Galactic Heroes segue un duplice filo narrativo con protagonisti di entrambi i lati di una guerra intergalattica plurisecolare, in cui entrambe le parti non possono davvero ergersi ad alfieri del "bene". L'impero galattico è un'autocrazia assoluta e illiberale in cui la nobiltà (ma quasi solo quella di alto rango) è una classe dominante oppressiva, mentre l'Alleanza dei pianeti liberi è una democrazia corrotta e in fallimento, controllata interamente da politici motivati dall'avidità e dall'interesse personale. Il lato dell'Impero della storia è una storia lenta di intrighi politici, mentre la storia dell'alleanza si concentra su commenti politici e pungenti, entrambi tirati fuori in modo eccellente. Il tutto mentre restano spettatori interessati i grandi poteri economici, neanche troppo occulti, che si fanno beffe di ideali e cariche, anzi li utilizzano per i loro fini manovrando sottili fili invisibili nell'ombra della storia.
Da 150 anni si consuma una feroce guerra tra due principali potenze, una guerra che brucia energie, risorse e uomini senza che ormai se ne capisca davvero il bisogno effettivo. Nel conflitto tra queste due nazioni si intrecciano le vite dei due protagonisti della nostra storia, due vite che, chi volontariamente e chi suo malgrado, diventeranno fondamentali per lo sviluppo della guerra: Reinhard von Lohengramm, un giovane e carismatico generale facente parte della nobiltà imperiale, e Yang Wen-li, commodoro dell'Alleanza noto a tutti per il suo genio strategico e militare.
Storie diverse li hanno portati a confrontarsi uno di fronte all'altro sullo scacchiere della storia. Reinhard, nato nobile di basso rango e per questo snobbato, è un personaggio che ha solo del credito verso l'impero, determinato a esigere la sua vendetta e conquistare il potere dall'interno con ogni mezzo necessario.
Yang è uno studioso che si unisce ai militari per ottenere una borsa di studio di storia che non potrebbe altrimenti permettersi, ed è stato arruolato nell'esercito quando la sua abilità tattica è venuta alla luce. Sebbene entrambi siano estremamente abili, offrono comunque un contrasto diretto per temperamento e motivazione. La loro abilità in combattimento non è però sinonimo solo di successi e promozioni. Essi scoperchiano quanto di marcio c'è a livello militare ma anche politico attirandosi le antipatie di coloro che, legati a pensieri e strategie vecchie e ormai ammuffite, scorgono in loro il genio e ne nutrono una profonda invidia. Pur tuttavia questi due protagonisti non si fanno intimorire e ci regalano tattiche e battaglie realistiche strappate direttamente dalle pagine della storia. Entrambi gli uomini sono così sfaccettati e complessi che ne rimani rapito e non sai davvero per chi tifare alla fine.
La brevità della serie purtroppo non ci permette di poter approfondire di più gli altri protagonisti, scorgiamo, specie nei bracci destri, del potenziale ma qui il tempo è tiranno e tra una battaglia e una filippica politica non c'è davvero modo di potersi affezionare ad altri. Pur non avvicinandosi neanche lontanamente ad essere una storia epica e corale questi personagi comunque ci sono. Essi fanno la loro parte nella storia permettendoci di vedere le due forze in campo come eseciti fatti di persone che vivono, sperano e purtroppo muoiono in gran numero.
Veniamo ora ad uno dei punti più criticati (insieme al character design) di questa nuova incarnazione di LOGH: le "battaglie". Già dai primi trailer era ovvio l'impiego massiccio della computer grafica, gettando nello sconforto i fan di vecchia data legati all'animazione classica anni 80. A me sinceramente la cosa non ha dato fastidio, il tutto mi ha ricordato quanto già visto in un altro remake storico, Yamato 2199, e le battaglie a livello di animazioni mi sono parse ben fatte così come le navicelle. Penso che la bellezza di una scena come quella che vi mostro qui sotto (la partenza delle navi imperiali dal pianeta capitale) sia più eloquente di tante mie parole scritte. Si può non amare i CGI ma bisogna anche dire che a volte non è affatto male se adoperata bene.
L'Impero è basato su un modello dell'impero germanico-prussiano con la maggior parte dei nomi dei personaggi di origine germanica e con i nomi della nave proveniente dalla mitologia nordica. D'altra parte, la Free Planets Alliance è più diversificata. I nomi dei personaggi sono multietnici (cinesi, inglesi, ecc.) e i nomi delle navi sono ispirati alla mitologia e alla storia greca, probabilmente testimonianza dell'antica democrazia greca.
Tornando all'animazione delle battaglie, la paura era di non capire un granchè dell'effettivo andamento di esse, ma la serrata regia unita a qualche astuzia (la presenza di ologrammi del campo di battaglia) hanno reso il tutto davvero molto semplice e godibile. Se proprio tocca trovare il pelo nell'uovo questo non sta nei disegni e nelle animazioni (che comunque vanno a scelta personale) bensì nella forzatura di alcuni svolgimenti, anche se c'è la scusante dei tempi serrati a volte si storce il naso per certe semplificazioni. Non possiamo poi non citare la raffica di nomi di militari e navi da battaglia che ci passano alla velocità della luce e che sicuramente alla stessa velocità svaniscono dalle nostre memorie.
Capitolo voci. Il titolo anni 80/90 aveva un cast di voci all star che includeva molte delle migliori star del decennio. Solo per citarne alcuni: Ryo Horikawa, Masashi Hironaka, Shigeru Chiba, Kazuhiko Inoue, Kaneto Shiozawa, Akio Ohtsuka, Akira Kamiya, Rikiya Koyama, Masako Katsuki e molti altri!
Il paragone farebbe tremare le gambe a chiunque di fronte a queste leggende eppure non me la sento di denigrare il lavoro dei doppiatori su questa nuova incarnazione del brand. Mamoru Miyano (Okabe in Steins;Gate, Rin in Free!) nel ruolo di Reinhard von Lohengramm ha regalato eleganza e nobiltà al personaggio ma d'altronde non mi aspettavo niente di meno da un professionista come lui. Sorpresa è stato Kenichi Suzumura (Sogo Okita in Gintama) nella parte di Yang Wen-li, entrato in pieno nella parte finto sorniona di questo personaggio tanto complesso e affascinante.
Il must della serie però, e lo dico da fanboy riconosciuto, è la opening di Hiroyuki Sawano, per niente roboante eppure in grado fin da subito di calarti come lui sa fare nel climax della storia. Ho apprezzato comunque anche la dolcissima ending, Wish di Elisa, con la sua carrellata statica e sognante di tutti i personaggi in campo a partire dai due protagonisti, ovviamente ognuno al capo opposto. So che nella serie "vintage" la ost era piena zeppa di musica classica che qui non c'è, le due parti in campo hanno un diverso sottofondo (l'impero piu' classicheggiante ad esempio) ma sicuramente niente di paragonabile a quanto mi è stato riportato.
Cosa quindi criticare di questa serie? Sicuramente la fine repentina proprio nel momento culminante del finale. Capisco tutto, il voler rimandare l'attenzione ai film ma questo calo di sipario nel pieno del fluire delle emozioni è una castrazione molto punitiva verso lo spettatore che forse a questo punto sarà tentato di buttarsi verso la serie anni 80/90 riscoprendo un gioiellino da noi forse troppo bistrattato.
Ripeto, non ho visto la serie vintage anni 80/90, ne ho sempre sentito parlare come una pietra miliare e quindi capisco le perplessità dei fan della prima ora. Giudicato come prodotto a sè questo remake mi sento però di promuoverlo in pieno! Nella brevità dei 12 episodi riesce comunque a calarti in pieno nella storia, una space opera a sfondo politico sociale davvero intrigante e da far vedere magari a chi pensa che gli anime sono solo prodotti per bambini.
La storia vive sui dualismi tra le due forze in campo come tra i due protagonisti, ben resi nelle loro mille sfaccettature. Certo l'esiguo numero di episodi costringe a certe scelte sbrigative ed ad alcune forzature che possono pesare parecchio a chi conosce l'opera originale, cosi' come l'uso massiccio della CGI che comunque, a mio parere, è sfruttata piuttosto bene. A mio avviso quindi lo staff scelto dalla Production I.G ha fatto in pieno il suo lavoro ma resto curioso di sentire anche il parere di chi conosce bene il brand in tutte le sue incarnazioni.
La storia vive sui dualismi tra le due forze in campo come tra i due protagonisti, ben resi nelle loro mille sfaccettature. Certo l'esiguo numero di episodi costringe a certe scelte sbrigative ed ad alcune forzature che possono pesare parecchio a chi conosce l'opera originale, cosi' come l'uso massiccio della CGI che comunque, a mio parere, è sfruttata piuttosto bene. A mio avviso quindi lo staff scelto dalla Production I.G ha fatto in pieno il suo lavoro ma resto curioso di sentire anche il parere di chi conosce bene il brand in tutte le sue incarnazioni.
Pro
- Personaggi carismatici
- Battaglie spaziali ricche di strategia e azione
- Buon doppiaggio nonostante il confronto con un passato di star
- I momenti più "politici" della storia non sono noiosi
- Tanti richiami alla vera storia dell'umanità
- Opening di Sawano molto bella
Contro
- Si cala il sipario sul più bello
- Ci sono forzature e scelte sbrigative nella sceneggiatura
- Chi è affezionato alla serie storica mal digerirà la presenza massiccia di CG
- La ost è forse un po' più anonima se paragonata a quella della serie classica
Gli unici punti negativi secondo me sono 3:
- ha avuto poche visualizzazioni
- molto probabilmente non avrà mai un doppiaggio Ita
- si capisce ad un certo punto che c'e un accelerata nella gestione della trama
Non che altre saghe ben più rinomate del piccolo e grande schermo si distinguano per tale scelta, anzi, però nel 2018 ignorare l'impatto delle IA nei film e serie di fantascienza è abbastanza ridicolo.
Che senso ha mettere equipaggi umani all'interno di migliaia di astronavi e far decidere la loro sorte dai capricci di un comandante in preda all'isteria, quando potrebbero far pilotare quelle navi da IA e far preparare i piani di battaglia alle IA stesse?
Il generale non farebbe altro che scegliere tra vari scenari di %. Certo cambierebbe di molto l'approccio con questo genere di fantascienza troppo legato alla componente militare convenzionale, fatto salvo l'utilizzo di armi fantascientifiche.
vi ricordo tutti, questa e` un'opera di guerra non aspettatevi la good ending!!
Se non fosse stato un finale così brutale probabilmente non avrei potuto fare vere e proprie critiche a questa serie, anche perché adoro i discorsi politici che fanno nella serie, sono molto realistici, e le animazioni non mi sono sembrate per nulla male.
PS. E per quanto riguarda la Opening assolutamente d'accordo.
Guarda in verità se io dovessi indicare una cosa (e ora come ora, anche l'unica), che per me ha rappresentato un'aggiunta gradita e funzionale, direi che sia stata proprio l'innesto della CG nelle battaglie. Quanto al resto invece siamo (com'era pronosticabile, senza voler essere prevenuti) diverse spanne sotto, e chissà magari la cosa potrebbe stupire chi ha trovato già molto bello il titolo qui recensito - a tal proposito è anche meglio che ne abbia parlato un neofita del brand.
Ho molto apprezzato il fatto che stiano mantenendo un pacing contenuto (anche per rispetto nei confronti del romanzo), e dire neanche è bastato, perché molte sfumature narrative (insieme a veri e propri pezzi di plot) sono venute finora a mancare, facendo così risultare sbrigativi e forzati alcuni passaggi, mostrandoci nient'altro che la punta dell'iceberg della profondità di certi personaggi, arginando l'epicità e la solennità di certe situazioni, e altro ancora. Figuriamoci perciò se avessero velocizzato smoderatamente tutto, sminchiandolo di conseguenza. Mi aspettavo insomma molto di peggio.
Ho molte più riserve invece sulle scelte di design: non ho mai discriminato le operazioni di ammodernamento, ma non se ammodernare significa trasformare in qualcosa di anonimo un chara-design originale tra i più belli e particolareggiati di sempre. Che poi, sarebbero bastati LIEVI ritocchi senza perdere nemmeno l'effetto "fujoshi-bait", tipo non capisco la necessità di accorciare/allungare capigliature (e basette) completamente a caso.
P.S. non aspettatevi che i film mettano la parola fine, al massimo copriranno gli eventi dell'allora prima stagione di OAV, cioè i primi 26 episodi (di 110, esclusi prequel) .
Contento che lo continueranno, grazie per le info ero in pena!
E da fan sfegatato di sawano concordo sul dire che l'opening ti cattura immediatamente... Fantastica
In streaming legale ci vorrebbero qualche decina di miracoli, però c'è un fansub che se ne sta occupando (per ora sono all'episodio 30).
Mi è piaciuta perché apprezzo il genere, ma capisco benissimo perché dopo il primo episodio visionato da 13.839 spettatori, il secondo sia stato visto solo 8.205: totale assenza di motivi di "empatia".
Capisco benissimo cosa intendi, e ancora una volta la risposta è: trovi tutto ciò nella serie storica. O al massimo dovrai pazientare ancora un po' per trovare qualcosa di simile nel remake, perché comunque devi considerare questa prima stagione come l'inizio dell'inizio dell'inizio. Per intenderci, prendiamo ad es. un anime drama da 12 episodi: pretenderesti di empatizzare coi personaggi o ti aspetteresti picchi drammatici significativi dopo solo 2 puntate?
Logh è in verità molto più teatrale e costellato di feels (quindi molto più accessibile al grande pubblico) di quanto si possa pensare nonostante questa nuova incarnazione rischi davvero di dare l'impressione di essere un'opera eccessivamente didascalica e asettica come dici.
Per esempio se già confrontiamo i flashback sull'infanzia di Reinhardt, quello classico risulta molto più toccante e racchiude anche alcune scene magari anche brevi, ma che rimangono nella mente, che purtroppo nel remake sono brutalmente sacrificate: guarda l'episodio 4 del vecchio anime e capirai cosa intendo.
La op però ha qualcosa di MOLTO già sentito.
https://m.youtube.com/watch?v=3wxyN3z9PL4 (ritornello)
Faranno dei film..lo dico all' inizio
l’interessante e articolata analisi,
il link al video comparativo che mi ha permesso di “sbirciare” l’opera originale
e per aver segnalato nei mesi passati questa serie (credo in qualche commento alla rubrica “ci stanno piacendo o no?”): non aveva attirato la mia attenzione nella presentazione della stagione e quindi me la sarei persa!
Mi sembra strano che abbia avuto così poco successo: è vero che questi 12 episodi non sono che un piccolo assaggio, ma devo dire che già dal primo episodio mi ha conquistato totalmente, nonostante non sia una patita di epopee spaziali. Si vede poco ma si intuisce che dietro ci sia molto: lo spessore dei personaggi (non solo dei due antagonisti) è tangibile e i riferimenti politico-sociologici rendono veramente gustosa la visione.
Mi ha fatto sicuramente venire una gran voglia di vedere la serie storica, anche se mi sembra di capire che non sarà così semplice trovare tutti gli episodi…
L’unica cosa su cui non sono tanto d’accordo è l’eleganza degli imperiali… tutte quelle dorature sulle sedute io le avevo intese come un segno della decadenza dell’impero!
(e poi vedo che nella serie originale i sedili sono decisamente più sobri)
… in ogni caso io preferisco un modo più informale di sedersi:
Questi sono i commenti che ripagano del lavoro fatto
Sul discorso eleganza...è un gioco all' interno dello staff dove io sono sempre il fissato sul vestiario e l' eleganza
Ah, solo una cosa non condivido della rece:
Suzuken non sorprende, è sempre una garanzia!
In sostanza, nonostante non fosse il mio genere la serie mi è piaciuta davvero molto e non vedo l'ora di vederne il seguito. Mi spiace che non sia stata apprezzata dal pubblico italiano, se è piaciuta a me può piacere praticamente a tutti...
Riguardo l'ammodernamento dei personaggi, personalmente sono ben contenta delle nuove capigliature, i ricciolini e il mosso di Kircheis e Reinhard al giorno d'oggi fanno un po' troppo ridere! XD
In realtà capisco benissimo questo
perché effettivamente alcuni personaggi son cambiati abbastanza, non si è trattato semplicemente di stirare il mosso, però vabbè, vedetelo come il prezzo da pagare per qualche spettatore in più! xD
Il remake ha dei disegni così diversi e, a mio parere, orripilanti, da non avermi invogliato ad andare oltre il primo episodio. Mi hanno scioccato in negativo.
Però se la visione di questa serie può invogliare almeno uno spettatore su mille a recuperare l'originale che è un classico imprescindibile per chiunque, allora avrà avuto un senso di esistere.
Molto interessante questa notazione..Anche io ho avuto indicazioni contrastanti...Sicuramente le scene di battaglia non hanno fatto rimpiangere la saga precedente - che è una serie di OAV, quindi molto ben fatta -ma i personaggi...le ombre della precedente incarnazione hanno molto inciso.
In Giappone è stata ampiamente supportata con mostre ed iniziative e penso ci sarà anche una seconda stagione. Da noi...purtroppo Logh è patrimonio di un gruppo nutrito di persone ma che guardano soprattutto al mondo classico di Logh...( un pò la medesima questione di Gundam).. è uno di quei progetti su cui VVVVID dovrebbe insistere ma che difficilmente gli porterà grandissimi riscontri.
Per il giappone mi fa piacere saperlo, oggi ho visto che anche i dvd/bd hanno debuttato bene. Per quanto ci riguarda, è davvero un peccato che sia rimasta nell'ombra ma non è la prima volta che succede, se non sbaglio anche a Made in Abyss (inizialmente) e Showa Genroku Rakugo Shinjuu all'apprezzamento qui non è corrisposto un gran numero di views. Speriamo che questa recensione più un po' di passaparola la aiutino almeno un po'!!
Per chi è legato alla serie vecchia tutta questa tipologia di remake risulterà sfigata....alla fine almeno questa parte per chi è invece neofita è più che soddisfacente. In Giappone i giovani non guardano serie vecchie, si bada quasi solo al nuovo quindi queste operazioni servono a far conoscere un brand che altrimenti morirebbe con la generazione anni 80/90.
C'è da dire che finchè si mantiene una certa qualità (come in Yamato 2199) non si può rimanere che soddisfatti...ripeto...sempre se si è neofiti
In generale direi che mi è piaciuto e mi spiace abbia avuto così poche visualizzazioni. La CGI mi sembra sfruttata bene, la opening e la ending sono molto belle e se dei tanti personaggi non tutti sono approfonditi, di certo i due protagonisti spiccano per le loro personalità. Però se il primo episodio mi ha colpito subito in positivo, in quelli successivi ci sono stati dei momenti in cui ho pensato "che noia". Parlano veramente tantissimo.
In definitiva concordo in gran parte con la recensione di Ironic. E grazie per aver ricordato che ci saranno i film, perché lo avevo completamente dimenticato ed ero rimasta malissimo per il finale appeso!!
ps: Se sorvoliamo sul fatto che quella non era guerra spaziale ambientata nel futuro ma guerra ottocentesca o novecentesca raccontata con canoni spaziali, era talmente realistico che mi stavo immaginando Alessandro Barbero commentare...
Le prime 30-40 sono anche in sub ita, il resto sì sono in eng ma ti dico io non sono ferrato in inglese e capisco il 95% a colpo d'occhio (non c'è nessun gran concetto da capire salvo quando non disquisiscono della concezione della Guerra)
momento momento, dub eng o sub eng? perchè la cosa per me cambia molto, se dub eng allora sono a cavallo.
Non esiste un doppiaggio in inglese, anche la versione rilasciata in home video da Sentai qualche mese fa è solo sottotitolata. Comunque in italiano ci sono i primi 65 (su 110) episodi, 12 episodi su 52 del prequel e 2 dei 3 film.
Oh che bello sono andati avanti a tradurre! Comunque confermo solo SUB eng, non credo che l'abbiano mai doppiato in nessuna lingua Comunque come detto io mi sono visto una ventina di episodi in inglese e non è nulla di così incomprensibile e astruso
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