Di recente l'animatrice Joan Chung ha raccontato la sua esperienza lavorativa (da dicembre 2019 a giugno 2021) presso lo studio Science SARU, denunciando le condizioni di lavoro a cui erano sottoposti tutti gli animatori e lasciandosi andare a qualche dichiarazione non da poco.
"Ho delle storie terrificanti, che fortunatamente sono anche di meno rispetto a quelle degli altri studi di animazione. Uno studio non dovrebbe permettere che delle ragazze ventenni si chiudano in bagno a piangere e a lavorare ogni notte, né tantomeno dovrebbe essere permesso avere una programmazione così stretta da non permettere alla production manager di stare bene mentalmente".
Le dichiarazione dell'animatrice non sono passate inosservate allo studio di animazione e nei giorni scorsi la stessa Joan Chung ha voluto aggiornare i suoi follower sulla vicenda in corso scrivendo un nuovo post sul suo profilo Twitter.
"Venerdì ho ricevuto un'email da parte di Science SARU in cui mi si chiedeva di dare spiegazioni rigurado l'articolo di Anime News Network. Mi hanno spiegato che non vorrebbero arrivare a intraprendere azioni legali ma che è comunque un'opzione sul tavolo, specificandomi quantomeno che vorrebbero risolvere la questione pacificamente. Da questo momento in poi mi comporterò come loro. Se vorranno la pace, lo farò anch'io. Se porteranno la faccenda per vie legali, li denuncerò per gli straordinari e la grave negligenza sulla salute e la sicurezza dei lavoratori".
Nella sua intervista, l'animatrice ha inoltre commentato non solo Science SARU, ma tutta l'industria degli anime in generale e il graduale aumento della sua dipendenza verso i servizi di streaming, in particolare Netflix: "Dato che la crescita di Netflix è stata del 546% in 5 anni, credo sia ragionevole che gli studi di anime avviino trattative strategiche per aumentare i loro budget di produzione. Detto questo, prevedo problemi".
Chung ha sottolineato infine che finché ci saranno animatori disposti a continuare a lavorare a ritmi insostenibile e con stipendi precari, le cose non cambieranno, aggiungendo inoltre che la divisione Netflix Japan è sicuramente già a conoscenza della situazione, ma di fronte ad una società del genere, al momento c'è poco da fare.
Fonte Consultata:
Kudasai
"Ho delle storie terrificanti, che fortunatamente sono anche di meno rispetto a quelle degli altri studi di animazione. Uno studio non dovrebbe permettere che delle ragazze ventenni si chiudano in bagno a piangere e a lavorare ogni notte, né tantomeno dovrebbe essere permesso avere una programmazione così stretta da non permettere alla production manager di stare bene mentalmente".
Le dichiarazione dell'animatrice non sono passate inosservate allo studio di animazione e nei giorni scorsi la stessa Joan Chung ha voluto aggiornare i suoi follower sulla vicenda in corso scrivendo un nuovo post sul suo profilo Twitter.
"Venerdì ho ricevuto un'email da parte di Science SARU in cui mi si chiedeva di dare spiegazioni rigurado l'articolo di Anime News Network. Mi hanno spiegato che non vorrebbero arrivare a intraprendere azioni legali ma che è comunque un'opzione sul tavolo, specificandomi quantomeno che vorrebbero risolvere la questione pacificamente. Da questo momento in poi mi comporterò come loro. Se vorranno la pace, lo farò anch'io. Se porteranno la faccenda per vie legali, li denuncerò per gli straordinari e la grave negligenza sulla salute e la sicurezza dei lavoratori".
table. It was clarified however that they would like to resolve the matter peacefully.
— Joan ☯︎ Jeong 🇰🇷 ì •ì¡°ì•ˆ @ freelance: Nomada Studio (@jeongjoahn) July 25, 2021
From here on, I will mirror them. If they seek peace, I will as well. If they pursue legal action, I will be suing for overtime and gross negligence of worker health and safety.
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Nella sua intervista, l'animatrice ha inoltre commentato non solo Science SARU, ma tutta l'industria degli anime in generale e il graduale aumento della sua dipendenza verso i servizi di streaming, in particolare Netflix: "Dato che la crescita di Netflix è stata del 546% in 5 anni, credo sia ragionevole che gli studi di anime avviino trattative strategiche per aumentare i loro budget di produzione. Detto questo, prevedo problemi".
Chung ha sottolineato infine che finché ci saranno animatori disposti a continuare a lavorare a ritmi insostenibile e con stipendi precari, le cose non cambieranno, aggiungendo inoltre che la divisione Netflix Japan è sicuramente già a conoscenza della situazione, ma di fronte ad una società del genere, al momento c'è poco da fare.
Fonte Consultata:
Kudasai
Caro mio, può benissimo farsi aiutare da altri animatori che si sono sfogati su internet in questi anni così potranno fare massa e fare sciopero, però non lo fanno perché per loro fare sciopero è da cattivoni sporchi occidentali individualisti e puzzolenti.
Perché agire per loro è da occidentali brutti e cattivi!
Emblematico.
Dopo un'intervista l'hanno minacciata di denuncia, immagina il fiume di sangue che ci sarebbe se facessero uno sciopero
Ma immagina cosa, parli con gente che fa il rivoluzionario con il culo degli altri. Solo ieri sono usciti fuori alcuni contratti di Activision in cui il dipendente in caso di scioperi si impegnava a RISARCIRE l'azienda per il mancato lavoro e danno di immagine.
E Netflix via, torna in America.
Ma che centra, Netflix da i soldi, mica dice come spenderli. Ma quindi poi si vuole che un'azienda straniera detti legge sul mercato del lavoro di un altro Stato? Netflix non ha i suoi dipendenti che tratta sul modello occidental , appalta a studi locali.
Comunque ricordo un intervista di un animatore americano che si è trasferito a lavorare in giappone. Nell'intervista ha affermato che le condizioni di lavoro di un animatore americano sono 1000 volte migliori di quelle di un animatore giapponese, in tutto e per tutto. Tuttavia traeva più soddisfazione personale a lavorare in Giappone.
E non ho faticato a trovarlo!
https://www.mangaforever.net/194961/lavorare-nellanimazione-giapponese-cosi-duro-che-dovrebbe-essere-illegale
A parte questo ma... gli anime non sarebbero fattibili da casa? Le tecnologie le hanno.
In Giappone sono rimasti indietro, in questo campo sicuro.
Il digitale in molti studi è ancora un qualcosa di eretico anche se esiste da una vita.
Poi penso che ci sia molto la mentalità dell’imperatore che deve andare a lavoro tutti i giorni.
non conosco la legislatura giapponese ma non so se possono far sciopero liberamente come da noi poi non penso ci sia un sindacato degli animatori in giappone di solito i sindacati sono interni delle grosse aziende
Gli anime non si fanno solo con la tecnologia ma anche col confronto continuo tra i vari direttori della regia, storyborder, coloristi, animatori etc. Tecnicamente con la tecnologia attuabile si potrebbe delegare buona parte del lavoro a casa ma è un processo molto dispendioso. Conta poi che i mezzi li fornisce l'azienda che sicuramente si sente più sicura ad avere l'attrezzatura sotto chiave ( ed anche le assicurazioni sono più propense a fornire copertura ad aziende piuttosto che privati ) piuttosto che lasciarla ai dipendenti. In genere il "lavoro da casa " in questo campo viene dato ( in occidente ) alle donne che sono in maternità.
E riguardo l'ultimo commento: gli anime sono sempre stati fatti in casa (anche perché lo studio fornisce solo i fogli; matite, gomme e righelli di solito sono a carico degli animatori), con il produttore che passa la notte a ritirare i cut casa per casa. Il digitale sta solo semplificando le cose.
Non è vero, molti ormai lavorano anche fuori dal Giappone. Un esempio? Lui, Vercreek, 18 anni, filippino e già animatore in diverse serie importanti. Ha anche un canale twitch dove fa vedere quando lavora
https://www.animenewsnetwork.com/encyclopedia/people.php?id=192375
"Molti " non vuol dire che sia la norma.
Veramente hai dimostrato di non sapere nulla di come funziona l'appalto. Io Netflix ti cago i soldi e ti do le tempistiche di quando mi serve il prodotto poi sta alla riunione di produzione settare il lavoro e decidere come distribuire i soldi. Se non sono studi PROPRI un finanziatore non mette becco sul modello lavorativo, soprattutto se avviene all'estero, al massimo sta a rompere il cazzo perchè vuole determinati risultati.
Ma anche no XD. Soprattutto quando mancava la tecnologia digitale ogni disegnatore doveva stare a stretto contatto con i colleghi per riuscire ad amalgamare il tratto ed i vari frame. Chi lavorava da casa era chi si occupava dei background perchè poteva ( e tutt'ora può) permettersi di essere completamente indipendente dal lavoro degli altri. Ah, anche chi si occupa del character design ed i concectual artist lavorano da casa.
Negli studi ci stanno tipo 1/200 degli animatori, gli altri sono freelencer che lavorano a casa o dipendenti di altri studi. E questa oramai dovrebbe essere un'ovvietà (soprattutto quando gli studi si vantano di avere le scrivanie). Quindi no di nuovo.
Non rispondo più, era da un po' che non avevo discussioni xD
Siamo sempre lì. Se quei 10 scioperano, lo/gli studi ne trovano in fretta altri 10 a sostituirli. Sono tutte persone freelance quelle eh, non è che le aziende hanno problemi a "licenziarli".
O forse perché, essendo tutti freelance, sanno già che poi non solo non verranno più contattati da quello specifico studio, ma pure dagli altri che eviteranno come la peste manovalanza che può potenzialmente creare grane e rallentamenti alla produzione.
Noi siamo occidentali eppure non mi sembra ci siano tutti 'sti scioperi in agricoltura e con la piaga del caporalato, strano... :-/
Cara mia se per questo anche tu fai la rivoluzionaria con il culo degli altri solo che fai finta di non ricordarlo. Ho semplicemente detto che se vuole continuare a lavorare ma al tempo stesso vuole migliorare le sue condizioni pessime di vita ha solo due opzioni o andare via o fare uno sciopero.
Non so se ha solo queste due opzioni ma è giusto ricordare che gli scioperi come atto serio non sono le farse organizzate in italia da qualche lobby sindacale. Giustamente devono rinnovare la maniera di fare anime visto che il mercato è esploso in poco tempo, quindi la "manifestazione" dovrebbe farsi venire delle idee per migliorare la situazione e poi presentarle, così si sbloccherà qualcosa, non si può pretendere la scesa del risolutore di problemi.
Il Giappone è occidentalizzato da più di un secolo, non si può continuare a parlarne come se fosse un luogo esotico e misterioso, i problemi e le contraddizioni nel mondo del lavoro Giapponese semmai sono proprio da cercare nell'aver accellerato la rivoluzione industriale ignorando lo sviluppo dei diritti civili e sociali( insomma non è tanto diverso dall'Inghilterra del 1760)
Caro mio se questo anche coloro lavoravano nei campi da noi era peggio! Erano clandestini eppure hanno fatto sciopero lo stesso. Hanno perso sì! E allora? Questo significa che a volte(molto raro e soprattutto nei tempi di crescita economica) uno sciopero può salvarti la vita. Ripeto se questi freelance vogliono migliorare le loro condizioni devono lottare, altrimenti che se ne stiano zitti! Ma secondo te perché si lamentano su internet? Forse per sensibilizzare l'opinione pubblica a costringere l'azienda a pagarli meglio evitando così le minacce di danni all'immagine all'azienda!
No ci si avvicina ma è ancora lontano! Secondo te perché c'è comunque in quel paese il più alto tasso di suicidi al mondo e i giapponesi vengono chiamati la tribù tecnologica?
P.S. per tutti : Non fanno sciopero perché non ci sarà mai un sindacato che li difenda solo perché producono prodotti per "sfigati" e quindi de facto il loro lavoro non è ritenuto un "lavoro vero".
Anche in Norvegia c'è un alto tasso di suicidi e per quanto riguarda la tecnologia il Giappone può solo lustrare le scarpe all' India
Non fregare ho detto il più alto tasso di suicidi al mondo, non un alto tasso di suicidi.
Ti consiglio di leggere questi dati: https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_per_tasso_di_suicidio
Il Giappone è settimo, non primo.
Peccato che i dati si rifacciano al 2013, ma al di là di tutto rientrare tra le prime 10 nazioni non è guinness da apprezzare.
Ad ogni modo vedo che molti litigano sul fatto che non si mobilitano i sindacati per gli scioperi, ai più sfugge che non esista una struttura simile alla nostra in Giappone, ed anzi questo genere di raggruppamenti vengono non solo ostracizzati ma mal visti dalla società tutta.
Al livello lavorativo, e basta guardare le condizioni di vita dei salary man, è una società malata.
Lo so che è una società malata quella giapponese ed è per questo che quelli come lei si sfogano sulla rete.
Ovviamente..Il Giappone è la "Mecca" egli animatori. anche più che Pixar ( che comunque è "solo" una casa editrice.Ti credo che ottiene maggior soddisfazione personale.
Però mentre leggevo le note fra me e me è risuonata questo pensiero..."anche Stdio Saru", si comporta in questo maniera allucinante"....Perchè Studio Saru non è un gruppo qualunque ma è lo studio di Masaaki Yuasa, Una personalità brillante e capace..ed ora è guidata da Eunyoung Choi, una delle sue collaboratrici, ed anche una delle poche donne che è riuscita ad affermarsi nel mondo dell'animazione nipponica..
Non è gete che fà anime tanto per soddisfare lo sponsor di turno...
Ci si sarebbe aspettato una police, leggermente diversa.Leggermente.
Cmq questo articolo mi ha davvero stupita perchè ovviamente immaginavo che le condizioni di lavoro fossero pessime dal momento che ormai sembrano la norma nell'industria dell'animazione, ma non pensavo che fossero così pessime anche in questo studio. A questo punto mi chiedo se esista uno studio in cui le persone lavorano in condizioni umane.
Ma se lo devono creare loro un sindacato!
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