Masashi Ando è sicuramente uno dei maggiori professionisti dell'industria dell'animazione giapponese degli ultimi 25 anni. Formatosi nello Studio Ghibli dopo la prima ondata di assunzioni a inizio anni '90, a soli 25 anni viene scelto personalmente da Hayao Miyazaki come direttore delle animazioni de La principessa mononoke, per poi essere confermato anche per La città incantata. Successivamente, a causa di contrasti con Miyazaki, Ando diventa free-lance e collabora con i più grandi registi in circolazione, da Satoshi Kon a Mamoru Oshii, da Isao Takahata e Hiroyuki Okiura; ma il suo più grande risultato è forse in Your Name., dove riunisce un dream team di animatori che trasforma Makoto Shinkai nel regista di maggior successo della sua generazione, grazie ad una cura nelle animazioni e nel character acting che non si era mai vista prima nei film di Shinkai. Non è esagerato dire che il successo del film sia merito di Ando almeno quanto lo sia di Shinkai.
Dopo aver lavorato a molti dei maggiori successi degli ultimi anni e imparato dai più grandi creativi dell'industria, Ando decide di mettersi in gioco e provare una strada nuova, debuttando come regista per The Deer King - Il re dei cervi.
A supportare Ando in questo suo debutto vediamo nomi di tutto rispetto, alcuni scelti dai suoi vecchi collaboratori. Dal suo co-regista Masayuki Miyaji con cui aveva lavorato ai tempi de La città incantata al suo grande compagno e amico Hiroyuki Okiura (Jin-Roh, Una lettera per Momo), assistente alla direzione delle animazioni insieme a veterani come Kazuchika Kise o Toshiyuki Inoue (accreditato anche come animatore principale). Un ex-Ghibli formatosi sotto Miyazaki non poteva assolutamente trascurare la cura nell'ambientazione, nei fondali e nella colorazione, affidati alla direzione artistica di Hiroshi Ono, alla fotografia di Koji Tanaka (entrambi suoi compagni nella realizzazione di Una lettera di Momo) e al Color Design di Satoshi Hashimoto (conosciuto ai tempi di Satoshi Kon). A occuparsi delle sceneggiatura c'è una delle figure più apprezzate degli ultimi anni, Taku Kishimoto (Usagi Drop, Silver Spoon, Erased, Joker Game, Fruits Basket, Haikyu!!, Ranking of Kings), che si trova ad adattare un romanzo di un'autrice già nota agli appassionati di animazione giapponese: Nahoko Uehashi, in passato già trasposta da Production I.G negli ottimi Seirei no Moribito e Kemono no souja Erin.
Distribuito in Italia da Anime Factory, prima al cinema e ora anche in home video, c'era quindi molta curiosità su questo film: coadiuvato da uno staff di tutto rispetto, Masashi Ando sarebbe riuscito a replicare i grandi risultati ottenuti come animatore e direttore delle animazioni, oppure il suo tocco magico sarebbe scomparso nel suo primo tentativo da regista?
L'ambientazione è molto interessante e ben delineata, tuttavia il film si concentra principalmente sulle vicende di Van, Yuna e Hossal, lasciando il resto a far loro da sfondo.
Il legame tra Van e Yuna è narrato con tranquillità e serenità, senza mai eccessi: due sconosciuti rimasti soli al mondo che si incontrano, si fanno forza e vicenda e si salvano l'un altro. Dove Van fornisce all'orfana Yuna gli strumenti per sopravvivere e la porta in un villaggio sicuro e accogliente dove potersi sentire a casa, Yuna dona a Van un nuovo motivo per continuare a vivere, dopo che la morte della famiglia e la sconfitta in guerra gli avevano fatto perdere tutto. Si avverte sia l'abilità di Ando nel raccontare in modo credibile le emozioni e i sentimenti dei bambini sia quell'approccio realistico e non sensazionalistico proprio del suo amico e collega Yoshiyuki Okiura, con anche qualche vibes alla meisaku in stile Takahata. Quest'impostazione allontana questo film da opere come La principessa mononoke di Miyazaki, di cui resta tuttavia chiara l'ispirazione di Ando nella gestione dell'ambientazione naturale.
Ad affiancare questo legame genitoriale a tratti dal sapore quasi meisaku vi sono le vicende di Hossal, medico inviato dall'imperatore per scoprire la cura ad una pericolosa malattia che decenni prima aveva fermato l'avanzata imperiale e a cui sembra che i nativi siano immuni. Hossal è un personaggio davvero interessante, che col suo approccio scientifico appare quasi fuori posto e fin troppo moderno mentre cerca di farsi strada tra le ottuse superstizioni dei monaci; la sua storyline arricchisce l'opera e fornisce un bel contraltare al misticismo che permea le vicende di Van e Yuna.
Ad affiancare questo trio di personaggi principali c'è un sottobosco di personaggi secondari interessanti e variegati che, seppur nel poco tempo a disposizione, ricevono il giusto spazio e il sufficiente approfondimento, sono raccontati in maniera funzionale alla storia e riescono a spingere i protagonisti lungo il loro personale percorso di maturazione e crescita. Si avverte la sensazione di avere a che fare con un mondo incredibilmente interessante che sarebbe stato bello esplorare, e quasi spiace di non aver avuto più tempo a disposizione per approfondire l'ambientazione, i villaggi e le culture delle due nazioni così come anche i personaggi secondari. Magnifico è stato il lavoro del reparto artistico guidato da Ono nel rappresentare gli ambienti naturali, protagonisti quasi quanto i personaggi, coi suoi meravigliosi e delicati fondali. La colonna sonora di Harumi Fuki svolge un buon lavoro d'accompagnamento, alternando musiche folkloristiche in grado di immergere lo spettatore nelle ambientazioni mostrate ad improvvisi stacchi più dinamici nelle scene d'azione in grado persino di prendere alla sprovvista l'ascoltatore.
Dopo aver lavorato a molti dei maggiori successi degli ultimi anni e imparato dai più grandi creativi dell'industria, Ando decide di mettersi in gioco e provare una strada nuova, debuttando come regista per The Deer King - Il re dei cervi.
A supportare Ando in questo suo debutto vediamo nomi di tutto rispetto, alcuni scelti dai suoi vecchi collaboratori. Dal suo co-regista Masayuki Miyaji con cui aveva lavorato ai tempi de La città incantata al suo grande compagno e amico Hiroyuki Okiura (Jin-Roh, Una lettera per Momo), assistente alla direzione delle animazioni insieme a veterani come Kazuchika Kise o Toshiyuki Inoue (accreditato anche come animatore principale). Un ex-Ghibli formatosi sotto Miyazaki non poteva assolutamente trascurare la cura nell'ambientazione, nei fondali e nella colorazione, affidati alla direzione artistica di Hiroshi Ono, alla fotografia di Koji Tanaka (entrambi suoi compagni nella realizzazione di Una lettera di Momo) e al Color Design di Satoshi Hashimoto (conosciuto ai tempi di Satoshi Kon). A occuparsi delle sceneggiatura c'è una delle figure più apprezzate degli ultimi anni, Taku Kishimoto (Usagi Drop, Silver Spoon, Erased, Joker Game, Fruits Basket, Haikyu!!, Ranking of Kings), che si trova ad adattare un romanzo di un'autrice già nota agli appassionati di animazione giapponese: Nahoko Uehashi, in passato già trasposta da Production I.G negli ottimi Seirei no Moribito e Kemono no souja Erin.
Distribuito in Italia da Anime Factory, prima al cinema e ora anche in home video, c'era quindi molta curiosità su questo film: coadiuvato da uno staff di tutto rispetto, Masashi Ando sarebbe riuscito a replicare i grandi risultati ottenuti come animatore e direttore delle animazioni, oppure il suo tocco magico sarebbe scomparso nel suo primo tentativo da regista?
La storia ha luogo in un mondo feudale dove un grande impero negli anni ha soggiogato e annesso vari regni. Chi si è opposto strenuamente al suo dominio è Van, leader dei guerrieri schierati contro l’invasione. Finito in catene, è diventato uno schiavo assegnato alle miniere di sale. Una notte un branco di lupi entra nelle miniere seminando il panico. Tutti coloro che vengono morsi finiscono per essere infettati e morire, tranne Van che riesce a scappare e durante la fuga salva una bambina, Yuna, anche lei misteriosamente sopravvissuta al “mittsal”, la piaga portata dai lupi. Assistito dal medico e ricercatore Hossal inizia così ad indagare sulla malattia, che nel frattempo ha colpito anche la corte. Ma proprio il sangue dei sopravvissuti potrebbe costituire la base per la tanto sospirata cura, e per questo Van e Yuna saranno oggetto di una frenetica caccia all’uomo.
L'ambientazione è molto interessante e ben delineata, tuttavia il film si concentra principalmente sulle vicende di Van, Yuna e Hossal, lasciando il resto a far loro da sfondo.
Il legame tra Van e Yuna è narrato con tranquillità e serenità, senza mai eccessi: due sconosciuti rimasti soli al mondo che si incontrano, si fanno forza e vicenda e si salvano l'un altro. Dove Van fornisce all'orfana Yuna gli strumenti per sopravvivere e la porta in un villaggio sicuro e accogliente dove potersi sentire a casa, Yuna dona a Van un nuovo motivo per continuare a vivere, dopo che la morte della famiglia e la sconfitta in guerra gli avevano fatto perdere tutto. Si avverte sia l'abilità di Ando nel raccontare in modo credibile le emozioni e i sentimenti dei bambini sia quell'approccio realistico e non sensazionalistico proprio del suo amico e collega Yoshiyuki Okiura, con anche qualche vibes alla meisaku in stile Takahata. Quest'impostazione allontana questo film da opere come La principessa mononoke di Miyazaki, di cui resta tuttavia chiara l'ispirazione di Ando nella gestione dell'ambientazione naturale.
Ad affiancare questo legame genitoriale a tratti dal sapore quasi meisaku vi sono le vicende di Hossal, medico inviato dall'imperatore per scoprire la cura ad una pericolosa malattia che decenni prima aveva fermato l'avanzata imperiale e a cui sembra che i nativi siano immuni. Hossal è un personaggio davvero interessante, che col suo approccio scientifico appare quasi fuori posto e fin troppo moderno mentre cerca di farsi strada tra le ottuse superstizioni dei monaci; la sua storyline arricchisce l'opera e fornisce un bel contraltare al misticismo che permea le vicende di Van e Yuna.
Ad affiancare questo trio di personaggi principali c'è un sottobosco di personaggi secondari interessanti e variegati che, seppur nel poco tempo a disposizione, ricevono il giusto spazio e il sufficiente approfondimento, sono raccontati in maniera funzionale alla storia e riescono a spingere i protagonisti lungo il loro personale percorso di maturazione e crescita. Si avverte la sensazione di avere a che fare con un mondo incredibilmente interessante che sarebbe stato bello esplorare, e quasi spiace di non aver avuto più tempo a disposizione per approfondire l'ambientazione, i villaggi e le culture delle due nazioni così come anche i personaggi secondari. Magnifico è stato il lavoro del reparto artistico guidato da Ono nel rappresentare gli ambienti naturali, protagonisti quasi quanto i personaggi, coi suoi meravigliosi e delicati fondali. La colonna sonora di Harumi Fuki svolge un buon lavoro d'accompagnamento, alternando musiche folkloristiche in grado di immergere lo spettatore nelle ambientazioni mostrate ad improvvisi stacchi più dinamici nelle scene d'azione in grado persino di prendere alla sprovvista l'ascoltatore.
Masashi Ando confeziona un buon film di debutto in cui unisce l'esperienza ottenuta allo Studio Ghibli in film come La principessa mononoke all'approccio realistico del suo amico e collega Hiroyuki Okiura. Il risultato è un film inaspettatamente tranquillo, per certi versi privo del pathos e dell'epicità che ci si sarebbe potuti aspettare, ma che preferisce concentrarsi sulla crescita del rapporto genitoriale tra Van e Yuna e sulla ricerca di una cura da parte di Hossal. A condire il tutto una direzione artistica meravigliosa nel ricreare i paesaggi naturali in cui i protagonisti si muovono ed un sottobosco di personaggi secondari, culture ed un'ambientazione di cui si sarebbe voluto sapere di più.
Pro
- Il rapporto genitoriale tra Van e Yuna è raccontato con delicatezza e realismo
- Molto interessante l'approccio scientifico di Hossal nello studio della malattia, ostacolato dalla superstizione degli ottusi monaci imperiali
- La direzione artistica di Hiroshi Ono è in grado di immergere pienamente lo spettatore all'interno dell'ambientazione
Contro
- Con un maggior minutaggio a disposizione sarebbe stato possibile approfondire meglio l'ambientazione, i personaggi secondari, le culture e i villaggi
Con un minutaggio più consistente avrebbe potuto fare meglio...
Nel complesso, pur non essendo un capolavoro, resta comunque una buona visione con diversi spunti interessanti.
Sono curioso: che altri film anime hai visto al cinema?
Qualcuno sa se è in qualche piattaforma di streaming?
Sono andata nella scheda di Masashi Andō, devo ammettere che ha una carriera di tutto rispetto, guardando la foto gli avrei dato una ventina di anni in meno 😥
È uscito da pochi giorni in dvd e blu ray per Anime Factory se interessa.
L'autrice dell'opera originale è la stessa di Seirei no moribito.
Non molti, ti faccio l'elenco:
Belle
Dragon Ball Super Broly
Dragon Ball Super: Super Hero
Josee la tigre e i pesci
Promare
My Hero Academia World's Heroes Mission
La Fortuna di Nikuko
La Città Incantata
Porco Rosso
Nausicaa nella valle del vento
La Principessa Mononoke
Il Castello Errante di Howl
Jujutsu Kaisen 0 (questo per due volte).
Spero di non averne dimenticato nessuno.
Devo dire che ho avuto un po' di difficoltà con DB Super Broly per problemi della sala dove era in proiezione però
Cioè ci vuoi fare credere che questo film è peggio di Dragon Ball Super: Super Hero? 😂
Non voglio farlo credere a nessuno, ho espresso una soggettiva opinione riguardante il fatto che è stato uno dei pochi film che ho guardato al cinema. Non sto cercando di convincere nessuno
E p.s. smettila di mettere dislike ad oggi commento su
Sono stata subito attratta dalla trama e character design e la visione al cinema mi ha lasciata sorpresa (al di fuori dei problemi d'audio avuti in sala ^^").
La storia si scioglie bene fino alla fine, e il rapporto tra Van e Yuna è qualcosa di davvero dolcissimo.
Altro aspetto per me positivo è la canzone finale di Milet (One Reason), eseguita sempre in maniera eccezionale.
Era un film a cui non si è data così tanta visibilità come si sarebbe meritato secondo me.
No, non è un capolavoro, ma è stata una piacevole sorpresa.
Avrei preferito affittarlo per la visione, ma il DVD credo sia l'unica soluzione...
Già, dovrebbero renderlo disponibile per il noleggio, mica tutti vogliono per forza sempre acquistare un film, per quanto penso che lo comprerò in futuro. Ironia della sorte ci sono film che vorrei acquistare senza alcun ripensamento ma sono disponibili solo in streaming!!
Lo vidi al cinema, mi spiace abbia incassato così poco.
Se non è dei soliti noti film così non hanno speranza al cinema purtroppo.
Sinceramente non ho un lettore dvd/Blu-ray mi tocca rimettere in moto il vecchio portatile 😥
Ah beh, io uso la mia vecchia Xbox One quando devo vedere un bluray. Ormai la uso solo per quello, perché gioco su altre piattaforme senza lettore bluray.
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