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    Recensire questo manga non è opera semplice, per me. La cosa davvero particolare è rappresentata dal fatto che ogni elemento identificabile come punto di forza rappresenta, a mio parere, anche un neo e viceversa.
    Partiamo dal disegno: se c'è una cosa da dover necessariamente riconoscere a Kaori Yuki, questa è, senz'altro, la capacità di produrre dei disegni accuratissimi. Il livello di definizione è a dir poco impressionante, con una ricchezza d1 [ continua a leggere]
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    Non vi è spazio per le "sindromi da Clark Kent". Non vi è speranza. Non vi può esser lieto fine. E\' un pugno nello stomaco costante. Stiamo parlando di un manga a dir poco innovativo, che per livelli utopistici, seppur ancorati a un ipotetico "reale socio-politico" può essere avvicinato a quel "1984" di orwelliana memoria che tanto scandalo generò alla sua uscita e sulle ipotetiche orme del quale, oggi, si costruiscono trasmissioni televisive.1 [ continua a leggere]

    8.0/10
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    Beh, è "Devilman"... Questo incipit potrebbe riassumere tanto, credo, ma probabilmente non renderebbe il giusto omaggio a quello che considero uno dei capisaldi della letteratura manga. Tanto caposaldo è "Devilman" quanto lo è, impropriamente esprimendomi, Go Nagai in quanto mangaka. Costui ha per certi versi rivoluzionato la concezione del manga, se non altro per la natura "pioneristica" delle sue opere, in merito a certi temi e alle modalità c1 [ continua a leggere]