shinmazinger«Shin Mazinger shougeki! Z-hen, un primo episodio che sembra più un mega trailer»

La nuova serie ispirata a Mazinger Z di Go Nagai, opera originale del 1972, ha dato modo di far parlare di sé in molti ambienti, soprattutto sul web, generando divergenti opinioni sulla qualità della nuova produzione.
Siamo di fronte a una serie di 26 episodi, uno standard tipico per le serie tv attuali, all’interno delle quali si tende a presentare personaggi, mecha e ambientazione facendo esplodere la trama tra il 10° e il 18° episodio, per finire poi con un boom di eventi e gli ultimi scoop sui personaggi.

L’incipit di Shin Mazinger shougeki! Z-hen non è dei più originali: si parte da un primo episodio che sembra più un mega trailer finalizzato a catturare l’attenzione dello spettatore sfoggiando chissà quali novità di sorta, ma purtroppo non sarà così.
In tema con le vecchie versioni dei robot nagaiani il nostro Koji, protagonista della serie, si troverà a bordo del robot, per caso, e per caso lo piloterà in men che non si dica. Per giustificare questa ingenuità gli autori si sono inventati che il Pilder, il famoso veicolo che si alloggia nella testa di Mazinger, si pilota come una moto. E si ripara anche come una moto...

Diversa nella forma e nella sostanza rispetto al vecchio Mazinger Z, la trama pesca numerosi elementi da varie altre opere di Nagai, a cominciare dal manga Z Mazinger, riscrittura più recente della saga originale, dove la Z di di Mazinger sta per Zeus. Da quest’opera del 1998/2000 arrivano le idee che sviluppano i miti dell’antica Grecia legandoli a spiegazioni fantascientifiche che vedono Zeus e Afrodite come due alieni che combattono per difendere la Terra dalla forze malefiche di Ade (che ovviamente vuole sterminare l’umanità). Tra le guest star d’eccezione troviamo anche Mao Dante e Devilman, o alcuni personaggi de La famiglia Abashiri, ma quanto hanno influito queste “citazioni” in maniera positiva sul risultato finale? Poco. O nulla.
Il vedere un’ombra di Mao Dante o una sagoma di Devilman – quello verde – non cambia le sorti né, tanto meno, gli avvenimenti di una trama che risulta ostinatamente farraginosa e ripetitiva.
Il primo combattimento, per esempio, finisce con il quinto episodio: cinque puntate per poter lanciare il “Breast Fire” (raggio termico), anche se nel frattempo sono spiegati alcuni retroscena che trovano la loro collocazione in modo più esaustivo negli episodi successivi.
Dagli episodi 9 e 10 qualcosa comincia a smuoversi ma dovremo attendere l’episodio 16 per avere una svolta significativa della trama, che però resterà incompiuta e palesemente aperta a una seconda serie dell’anime, senza offrire nulla di concreto allo spettatore e rendendo il Dr. Hell solo un mezzo per l’introduzione dei Sette Generali e l’Imperatore delle Tenebre; di fatto questa serie resta un prequel di qualcosa che ancora deve venire.

La caratterizzazione dei personaggi è scarsa per la presenza di troppe figure difficili da gestire in un numero tanto esiguo di episodi. L’unico a beneficiare in senso positivo del remake è il barone Ashura, ma in gran parte la sceneggiatura risulta prevedibile e noiosa, forzata a tratti, e i continui buchi narrativi e salti di regia (firmata Yasuhiro Imagawa, nello stesso ruolo anche in Giant Robo OAV e Tetsujin 28-go the Movie) invece di catturare lo spettatore lo annoiano; disegni e animazioni sono altalenanti, tanto che la scarsa qualità di alcuni ha anche fatto ipotizzare qualche fan in vena di attenuanti che si possa trattare di un “omaggio” alla serie classica, anche se nulla lo conferma e, anzi, l’effetto appare molto fuori luogo.

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Visto nel complesso, il prodotto risulta meno deludente di come si presenta nei primi 8 o 9 episodi, ma non arriva alla sufficienza, lasciando in sospeso lo spettatore con il frammentario e inutile stile del racconto.
Molti fan delle opere di Nagai potrebbero apprezzarlo (in molti già lo fanno), di certo non è adatto a un pubblico dalle larghe vedute, a coloro a cui piacciono le novità, a chi pretende una trama con senso compiuto e trovate di regia e sceneggiatura non banali. In definitiva l’unica motivazione dietro questa riesumazione sta nella produzione di nuovi modelli/figures e altro merchandise collegato.

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Autore: koji_77



«Se pensate che la storia sia questa, avete sbagliato serie»...

Il malvagio Dott. Hell vuole conquistare il mondo grazie ai suoi invincibili robot meccanici ma contro di lui ecco che si scaglia l'invincibile Mazinger Z. Se pensate che la storia sia questa, avete sbagliato serie: la trama del nuovo Shin Mazinger shougeki! Z-hen parte sì dall'attacco del Dott. Hell ma si sposta sulla famiglia Kabuto e sui misteri relativi alla scoperta dell'isola di Micene, della superlega Z, e perfino sul barone Ashura, che diventa il protagonista per alcuni episodi.
Il finale... apre la speranza a una seconda serie con protagonista il Grande Mazinger.

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Dai 92 episodi dell'originale Mazinga Z ci siamo infatti ridotti a soli 26. Che sia chiaro, questa non è una serie interrotta a metà, ma progettata in questo modo fin dall'inizio. Ne consegue che non si può perdere neanche un episodio al fine di seguirne tutte le sottotrame. Già dal primo, un mega preview, ci si rende conto che la nuova storia includerà elementi anche dal Grande Mazinger, Mao Dante e altre creazioni di Go Nagai. A questo proposito occorre notare che nei decenni sono uscite diverse versioni del manga originale e sebbene quello di Gosaku Ota sia il più famoso, sono gli altri, scritti da Nagai, a essere ripresi nella trama di Shin Mazinger shougeki! Z-hen.
Proprio da questi diversi manga, proposti anche in Italia da d/visual, alcuni personaggi non presenti nell’anime originale sono estrapolati e inseriti nella nuova versione per rispondere ad alcuni dubbi lasciati in sospeso per decenni o risolti troppo superficialmente: che fine aveva fatto la madre di Koji? Perché la superlega Z si poteva trovare e produrre solo in Giappone, le spie industriali non esistevano? Perché il barone Ashura era diviso a metà? Perché i Micenei erano scomparsi mentre le loro creazioni robotiche erano ancora attive? Nessuno dei nemici di Micene se ne era impossessato durante l'era greca? Se tutti i robot di Micene erano giganti Gamia q, l'androide seduttore bionda e molto sexy da dove arrivava?

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Nell'originale si risolve tutto dicendo che Hell è un genio. In Shin Mazinger si è un po’ più realistici. Nella nuova serie ci si rende conto che la guerra contro i “mostri meccanici” è una saga di famiglia che coinvolge tutti i membri: padri, nonni, fratelli, fidanzati traditi ecc. La vicenda si svolge svelando le sottotrame a poco a poco e dando, nell'episodio 16, la certezza che, da quel momento, la storia raccontata nei vari manga – dei quali sono mostrati anche degli spezzoni – cambierà. Negli episodi 17 e 18 ce ne renderemo conto chiaramente: torneremo indietro nel tempo, prima durante la dominazione micenea, poi alla scoperta di Hell/Kabuto. Molti personaggi restano comunque fedeli a se stessi. Abbiamo un cameo di Go Nagai, un Shiro leggermente depravato, una insignificante Sayaka, un Boss usato sia per gag che per scene drammatiche...
Per quanto riguarda i mostri meccanici, sono presenti tutti i più amati, almeno secondo le statistiche di vendita dei modellini, a cominciare dall'indimenticabile Garada K7 – sempre presente in ogni opera – con la testa scheletrica e la falce. Nella nuova serie animata anche i morti tornano e spiegano, recuperando una certa idea da Jeeg Robot d'Acciaio...

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Le animazioni prodotte da Bee Media/ CODE sono ben realizzate e fluide, senza drammatici cambi di qualità nella serie, il disegno invece è soggetto a variazioni stilistiche nel tentativo di sottolineare meglio scene tragiche e umoristiche. In definitiva, la visione della serie è consigliata, per motivi nostalgico/esplicativi, a chi ha seguito la vecchia, ma anche ai nuovi appassionati per avvicinarsi a un classico che altrimenti non avrebbero mai considerato, data l'età della serie originale.

Autore: belvedere