logo AnimeClick.it
Reperto storico (?) recuperato da un forum, dedicato ai detrattori degli anime moe.

K-on, Azumanga e Lucky Star
un harem di ragazzine, tutte da amar.
Minute e tenere, “moe” e pucciose,
attenzione solo all’overdose!
Cantando e giocando tra tè e pasticcini,
ilari e allegre, come bambini,
mandano a tutti gli spettatori
amore e dolcezza; dei veri tesori.
Neanche l’odio dei più disperati,
come degli haters e dei depravati,
ha la forza di opporsi a queste qui:
il potere del “moe” e del “kawaii”.
-

L’adolescenza è quella parte della vita in cui il mondo ti è contro, ti marca stretto e ti toglie il respiro, mentre le persone che ti circondano non riescono a capirti; l’adolescente è quindi combattuto tra la necessità di omologarsi alla società, rappresentata dai propri coetanei, e il volersi distinguere ed emergere dalla massa, due vie non sempre disgiunte che conducono ugualmente alla realizzazione dell’individuo. Diciamo pure che questo è1 [ continua a leggere]

9.0/10
-

Una doverosa premessa, che ha più l'aspetto di un'introduzione: la presente recensione intende analizzare non solo la seconda parte della serie animata, ossia quella andata in onda nel 2012, ma l'adattamento nella sua integralità, in modo da fornire un'analisi più completa e coerente di un prodotto da considerarsi di per sé tale; i rimandi ad altre opere affini alla saga di Fate sono molti e non saranno esclusi dall'analisi, tuttavia preciso fin1 [ continua a leggere]

5.0/10
-

Quella di "Kuzu no Honkai" è una parabola che si esplica in due momenti, sempre presenti sulla scena, con pesatura diversa e variabile: l’immagine e la vacuità. La prima è la maschera necessaria a far passare la seconda per quello che non è: matura; l’immagine, d’altro canto, è il classico strumento che in un’opera pretenziosa come quella in questione riveste il ruolo, estremamente delicato, di traghettatore di sensazioni e amplificatore di cari1 [ continua a leggere]
-

Ne uccide più la lingua della spada. Basterebbe questa antica massima per descrivere in modo conciso, ma esauriente, più o meno tutto ciò che “Kokoro ga Sakebitagatterunda” decide di giocarsi, risparmiandosi - per certi versi pure giustamente - una disamina più meticolosa e completa del titolo in questione. Sarebbe giusto, perché quanto la coppia affermata Mari Okada e Tatsuyuki Nagai, sceneggiatura e regia rispettivamente, ha proposto negli ann1 [ continua a leggere]
Subaru e Rem vincono i Nekoawards, com'era stato pronosticato. Evviva la mediocrità!

7.5/10
-

Un primo sguardo: il successo

Il legame tra persone distanti è la tematica che ha accompagnato l’intera carriera di Makoto Shinkai. Ne “Il giardino delle parole” è una distanza emotiva che si staglia sullo sfondo iper-realistico di una Tokyo perfettamente riprodotta, mentre in “5 cm al secondo” è più una lontananza fisica che evolve nel tempo. Dopo quindici anni di carriera è diventato un po’ un elemento rappresentativo del regista, quello dell1 [ continua a leggere]
-

La sensibilità di un artista sta nel riuscire a prendere l’ordinario e tramutarlo in straordinario, trattare tematiche delicate e difficili senza cadere nella banalità e senza mancare di tatto. È come incedere su una corda sospesa, il gioco sta nel portare avanti quell’equilibrio elegante, per quanto precario, fatto di immagini, suoni e impressioni fin dove l’artista ha intenzione di spingersi. Se l’estro è forte, il risultato può essere un’espe1 [ continua a leggere]
-

Non sono molte le opere che siano state in grado di impressionarmi, e non parlo tanto della lettura in sé, ma di quel che a essa segue; passare ore intere a rimuginare, sdraiati sul letto, increduli e inquieti, incapaci anche solo di concepire quel che si è letto e quel che la lettura ha messo in moto nella propria mente. Questo stato d’animo inconsueto mi ha riportato indietro di un paio d’anni, alla lettura di Proiettili di Zucchero, un’opera1 [ continua a leggere]
-

“Fate/Grand Order” è l’ultimo dei videogiochi realizzati in casa Type-Moon. Ideato per dispositivo mobile, è da un anno e mezzo un’applicazione molto popolare sia in Giappone sia tra i fan del brand sparsi per il mondo, e forte dei più di sette milioni di download si può dire un esperimento decisamente di successo per Kinoko Nasu e soci. Tanto di successo che nella stagione autunnale 2016 è stata annunciata una trasposizione animata del capitolo1 [ continua a leggere]
-

Il ciangottio delle masse è forse il peggiore dei mali per una serie animata e, quando questa parte dal presupposto di voler dare alle masse esattamente ciò che esse richiedono, il rischio è forse anche maggiore. Si sa, la polemica è la regina delle pubblicità in casi come questi, e non stupisce che “Re:Zero”, di polemiche, ne abbia sollevate parecchie nei forum e nei blog a tema, tra chi lo eleva a nuovo capolavoro dell’animazione e chi a gioie1 [ continua a leggere]
-

Si è di fronte a un problema e, ahimè, è sempre lo stesso: saper riconoscere i propri limiti e giocare secondo le proprie possibilità, uno dei difetti più ricorrenti nelle serie d’animazione degli ultimi anni, tra le altre cose, in particolar modo se si prendono in analisi gli adattamenti delle light novel. Il punto essenziale sta proprio nell’adattamento, che mette sempre di fronte a un’ardua scelta: creare un prodotto fruibile in modo indipend1 [ continua a leggere]

Cioè te ne stai andando?
-

“In ogni buon racconto, lungo o breve che sia, c'è sempre un nocciolo, un punto essenziale. Il lettore può non cercarlo consapevolmente, ma se non c'è ne sentirà la mancanza. Nei racconti lunghi e complessi, il nocciolo può essere occultato sotto strati di accessori: intrecci complicati, sottotrame, descrizioni, dissertazioni. Ma nel racconto breve tutto viene eliminato tranne il nocciolo, che si presenta al lettore senza orpelli, e come un ago1 [ continua a leggere]
<3
-

Possono bastare un’idea discreta e un ottimo contorno per trasformare uno spunto interessante in un prodotto di qualità? La scommessa di Ichiro Okouchi e soci su Kabaneri of the Iron Fortress pare basarsi proprio su questo, la supremazia della tecnica sul contenuto, una tendenza che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede nel mondo dell’animazione made in Japan; fermandoci a considerare solo le opere dello sceneggiatore in questione, Ok1 [ continua a leggere]
-

Madoka Magika non è quello che sembra. O quello che sembra a molti.
Si sa, il chiacchiericcio ama ricamare sui fatti e l'ultimo ad ascoltare il discorso di norma arriva a recepire giusto un chicco di verità, se gli va bene. In caso contrario gli restano le ciance, altrimenti dette vaniloqui, e tanto, tanto hype, perché più una cosa passa di bocca in bocca, più viene enfatizzata. Guarda caso c'è stato un gran sbattimento attorno al titolo delle M1 [ continua a leggere]