Nati come luogo dove navigare in rete o leggere manga, gli Internet cafè grazie ai loro bassi costi sono diventati per alcuni alloggi fissi. In questi locali infatti oltre ad un letto e a un tetto sulla testa spesso è compreso nel prezzo una doccia, bibite e a volte anche un pasto. Chi è senza casa o senza lavoro e non può permettersi un appartamento, vive lì.
Ma ora questi residenti rischiano di trovarsi in mezzo ad una strada: a causa della pandemia di coronavirus molti di questi locali stanno chiudendo perché non possono garantire le giuste distanze essendo molto piccoli. In numeri considerando che un cliente su quattro di questi net cafè è un residente fisso, nella sola Tokyo si parla di circa 4.000 persone "sfrattate" che andrebbero a sommarsi ai senzatetto.
Per aiutare tutte queste persone sono stati istituiti rifugi gratuiti, ma non in numero sufficiente. I piani iniziali prevedevano l'affitto di 400 appartamenti privati e unità abitative del governo ma per far fronte all'emergenza sono state anche prese camere di hotel pagate ovviamente dalla città per tutta la durata della quarantena.
Ma per poterne usufruire bisogna dimostrare di aver vissuto a Tokyo per più di sei mesi. Per coloro che vivono in strada o che non hanno un posto di lavoro fisso o in regola, ciò rappresenta una sfida, poiché senza un indirizzo reale, è difficile dimostrare di aver vissuto nella capitale per il periodo di tempo richiesto. Si teme che molte persone possano decidere di trasferirsi in provincia, con il rischio di trasferire il contagio altrove.
I proprietari degli internet cafè si sono trovati così costretti a dover compiere una drammatica scelta: chiudere seguendo le direttive delle autorità riguardo all'epidemia o restare aperti per coloro che vivono stabilmente da loro, almeno fino a quando non avranno trovato un alloggio alternativo? Il proprietario di uno di questi cafè a Tokyo ha deciso di non accettare nuovi clienti nelle ultime tre settimane e di tenere aperto fino a che tutti i suoi clienti non saranno sistemati. Ha svolto ricerche sui programmi di supporto per i senzatetto e ha distribuito tali informazioni agli ospiti. "Non posso buttarli fuori mentre fa ancora freddo", ha dichiarato. "Finché staranno ancora qui, mi prenderò cura di loro."
Un cliente ha detto che che tornerà nella sua città natale fuori Tokyo una volta che il locale avrà chiuso: andrà a vivere dai suoi genitori ma non è tranquillo perché sono anziani e ha paura di contagiarli. D'altronde si ritiene fortunato per avere un posto dove tornare: alcuni di quelli che vivono con lui nella stessa struttura non hanno nessuno su cui fare affidamento.
Tutto questo succede mentre il primo ministro Shinzo Abe ha esteso lo stato di emergenza a livello nazionale. Sembra che il governo abbia compreso che gli sforzi per contenere il virus non possono limitarsi solo ad alcune prefetture, ma devono riguardare tutto il paese, anche in vista dell'imminente Golden Week, periodo di ferie in cui la maggior parte degli abitanti si muove a scopo turistico.
Inoltre il ministro delle finanze Taro Aso ha dichiarato in una conferenza stampa che dal prossimo mese saranno messi a disposizione 100.000 yen (circa 800 euro) a tutti coloro che ne faranno domanda per attenuare le ricadute economiche dovute all'epidemia di coronavirus. Sono compresi nella manovra sia cittadini giapponesi che residenti stranieri.
Finora in Giappone sono stati rilevati più di 10.000 casi con centinaia di nuovi infetti ogni giorno.
Fonti consultate:
SoraNews
TheJapanTImes1
TheJapanTimes2
KyodoNews
Ma ora questi residenti rischiano di trovarsi in mezzo ad una strada: a causa della pandemia di coronavirus molti di questi locali stanno chiudendo perché non possono garantire le giuste distanze essendo molto piccoli. In numeri considerando che un cliente su quattro di questi net cafè è un residente fisso, nella sola Tokyo si parla di circa 4.000 persone "sfrattate" che andrebbero a sommarsi ai senzatetto.
Per aiutare tutte queste persone sono stati istituiti rifugi gratuiti, ma non in numero sufficiente. I piani iniziali prevedevano l'affitto di 400 appartamenti privati e unità abitative del governo ma per far fronte all'emergenza sono state anche prese camere di hotel pagate ovviamente dalla città per tutta la durata della quarantena.
Ma per poterne usufruire bisogna dimostrare di aver vissuto a Tokyo per più di sei mesi. Per coloro che vivono in strada o che non hanno un posto di lavoro fisso o in regola, ciò rappresenta una sfida, poiché senza un indirizzo reale, è difficile dimostrare di aver vissuto nella capitale per il periodo di tempo richiesto. Si teme che molte persone possano decidere di trasferirsi in provincia, con il rischio di trasferire il contagio altrove.
I proprietari degli internet cafè si sono trovati così costretti a dover compiere una drammatica scelta: chiudere seguendo le direttive delle autorità riguardo all'epidemia o restare aperti per coloro che vivono stabilmente da loro, almeno fino a quando non avranno trovato un alloggio alternativo? Il proprietario di uno di questi cafè a Tokyo ha deciso di non accettare nuovi clienti nelle ultime tre settimane e di tenere aperto fino a che tutti i suoi clienti non saranno sistemati. Ha svolto ricerche sui programmi di supporto per i senzatetto e ha distribuito tali informazioni agli ospiti. "Non posso buttarli fuori mentre fa ancora freddo", ha dichiarato. "Finché staranno ancora qui, mi prenderò cura di loro."
Un cliente ha detto che che tornerà nella sua città natale fuori Tokyo una volta che il locale avrà chiuso: andrà a vivere dai suoi genitori ma non è tranquillo perché sono anziani e ha paura di contagiarli. D'altronde si ritiene fortunato per avere un posto dove tornare: alcuni di quelli che vivono con lui nella stessa struttura non hanno nessuno su cui fare affidamento.
Tutto questo succede mentre il primo ministro Shinzo Abe ha esteso lo stato di emergenza a livello nazionale. Sembra che il governo abbia compreso che gli sforzi per contenere il virus non possono limitarsi solo ad alcune prefetture, ma devono riguardare tutto il paese, anche in vista dell'imminente Golden Week, periodo di ferie in cui la maggior parte degli abitanti si muove a scopo turistico.
Inoltre il ministro delle finanze Taro Aso ha dichiarato in una conferenza stampa che dal prossimo mese saranno messi a disposizione 100.000 yen (circa 800 euro) a tutti coloro che ne faranno domanda per attenuare le ricadute economiche dovute all'epidemia di coronavirus. Sono compresi nella manovra sia cittadini giapponesi che residenti stranieri.
Finora in Giappone sono stati rilevati più di 10.000 casi con centinaia di nuovi infetti ogni giorno.
Fonti consultate:
SoraNews
TheJapanTImes1
TheJapanTimes2
KyodoNews
Finta di niente non credo, il Giappone è uno die primissimi paesi ad aver avuto a che fare con il Covid...
Questo problema esiste da anni, ma in generale potremmo dire che son più di 30 anni che c'è una mal distribuzione del salario, es sembra a molti non interessare...
In generale spero che si trovi una soluzione in tempi ragionevoli altrimenti la difficoltà di restare reclusi per un lasso di tempo così lungo potrà avere conseguenze negative non solo a livello economico ma soprattutto psicologico.
King Glice procedi da settimane a raccontare che in Giappone non sta succedendo nulla di che o se succede comunque lo stanno affrontando bene...
Le cose sono 2, o trolli o gli porti sfiga visto che dopo ogni tuo commento li la situazione peggiora ?
Ma.....
Chi ha mai detto questo ?
Ma....
Cosa....
Si, ma non è che sia una cosa che è accaduta dall'oggi al domani.
Il primo caso c'è stato il 28 gennaio, più o meno a ridosso che da noi, eppur stando praticamente attaccati alla Cina ci sono voluti 4 mesi affinchè ci fosse un aumento tale da richiedere la quarantena.
Ci sarà pure un motivo per questo...
A prescindere da come ha condotto le cose il governo Abe.
Appunto, ti sembra normale che solo da una decina di giorni hanno cominciato a prendere la situazione seriamente?
C'è da dire che solo da poco c'è stata una cosi netta impennata di casi....
Chissà come mai solo da loro la curva epidemica si è alzata dopo tutto questo tempo...
Mica solo da loro..... Guarda Singapore, ma pure la Turchia non scherza.
Mmm no, semplicemente i numeri li avranno dati ora perché devono monitorare seriamente la situazione, situazione già vecchia per poter dare quei numeri.
Pensa di beccare due amanti nel letto durante un rapporto, il tradimento non nasce in quel momento, quello è l'apice della relazione che si sta consumando da settimane, il problema nasce da ben prima, semplicemente prima non si voleva vederlo.
Per quanto concordi che la situazione sia stata presa in sottogamba, ci credo poco al fatto che sia voluta tenerli nascosta la cosa, insomma migliaia di contagi e centinaia di morti difficilmente puoi tenerli nascosti per tre mesi, a meno che tu non sia ina dittatura stile Cina e Corea del Nord.
Non bisogna essere in una dittatura per veicolare l'informazione, si chiama agenda setting, dai un determinato spazio a vari tipi di notizia così da spostare o meno l'attenzione su determinate cose.
Comunque 10.000 contagi non si fanno in un giorno o due stai tranquillo, saranno anche di più. Poi il Giappone era uno tra i primi paesi ad aver il bisogno di mantenere la calma visto la miriade di eventi in ballo.
Bisogna avere un po' di giudizio in merito perché sicuramente il Giappone sarà un bel paese ma ha i suoi vizi come tutti.
(La curva dei contaggi per Singapore è un caso a parte, loro sono in fase 2 e hanno beccato il virus in fase di ritorno quando si dava ormai per perso)
Pensa ad un paziente 1 che per 10 giorni (periodo di incubazione) vada avanti e indietro su treni e metro nelle ore di punta, nel momento in cui han scoperto che ha il virus son passate circa 2 settimane in cui ha contaggiato una miriade di persone, che a loro volta han contaggiato....
Magari non li hanno tenuti nascosti. Se non consentono di fare il test per verificare la positività allora è normale che i contagiati siano pochi. Il fatto che i casi abbiano iniziato improvvisamente a salire subito dopo l'annullamento delle Olimpiadi non mi sembra un caso. Sicuramente alcune pratiche intrinseche nella cultura giapponese possono aver aiutato a ridurre il contagio (tipo l'uso delle mascherine, che anche se senza filtro sono meglio di niente), ma non possono averlo quasi cancellato.
A parte questo da quel che ho sentito da alcune persone che hanno amici in Giappone, prima dell'annuncio sulle Olimpiadi le uniche notizie sul coronavirus che passavano sui loro tg erano quelle riguardanti gli altri paesi, in particolare l'Italia. Del coronavirus in Giappone non se ne parlava mai, quindi, non credo sia solo un problema di test non eseguiti.
E ripeto, va bene tutto, ma volontà di tenere la cosa nascosta o no, un simile contagio si vede.
Prova ad immaginare se in Italia avessero cosi, secondo te il virus sarebbe passato inosservato ?
Ok, ma test o non test un contagio simile non puoi tenerlo nascosto per tre mesi, cioè in teoria in questi tre mesi si sarebbero dovuti riempire gli ospedali, difficilmente sarebbe passato inosservato....
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