Tante volte ci è stato chiesto di fare una rubrica dove inserire il bianco e il nero, Capuleti e Montecchi, Livorno e Pisa, giorno e notte... Insomma, due punti di vista diametralmente opposti su cui poter discutere e magari anche schierarsi.
Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati", ci siamo detti in Redazione "Why not"?
AnimeRing!
Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi... Spoiler!
Andiamo a scoprire il titolo su cui faremo discutere voi utenti!
Oggi è giunto il momento di emettere un verdetto!
La domanda è una sola: voi da che parte state?
A FAVORE
CONTRO
Potete far sentire la vostra voce, oltre che nei commenti, anche con un mini sondaggio che durerà tre giorni!
Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati", ci siamo detti in Redazione "Why not"?
AnimeRing!
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Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi... Spoiler!
Andiamo a scoprire il titolo su cui faremo discutere voi utenti!
Yasuhiro Imagawa è un regista abbastanza controverso nel panorama dell'animazione giapponese, tanto che una volta è stato persino cancellato dalla sua opera. Il fandom si è diviso, tra chi lo adora per le sue trame complicatissime e piene di colpi di scena e citazioni, e chi considera le sue opere nient'altro che mero autocompiacimento fine a se stesso.
Complice anche la pubblicazione per Yamato Video, in Italia una delle opere più conosciute del regista è Mazinger Edition Z The Impact, remake dell'omonimo classico di Go Nagai uscito ormai dieci anni fa.
Complice anche la pubblicazione per Yamato Video, in Italia una delle opere più conosciute del regista è Mazinger Edition Z The Impact, remake dell'omonimo classico di Go Nagai uscito ormai dieci anni fa.
Oggi è giunto il momento di emettere un verdetto!
La domanda è una sola: voi da che parte state?
A FAVORE
Il 2009 sarà ricordato come un anno straordinario per gli appassionati di anime e manga: non solo Suzue Miuchi ha detto di essere pronta per la parte finale di Glass no Kamen, non solo a Odaiba viene costruita una gigantesca statua di Gundam per commemorare i 30 anni del franchise, ma sopratutto quell'anno sarà ricordato come quello in cui Yasuhiro Imagawa riuscirà nuovamente a dirigere e sceneggiare fino in fondo un anime con, finalmente, un budget accettabile.
Dovessimo riguardare la sua "animegrafia", ci ricorderemmo come buona parte delle sue opere siano state costellate da licenziamenti in tronco in corso di serie (Getter Robot: The Last Day), budget mediocri (G Gundam) o inesistenti (Violinist of Hameln), non impedendo comunque loro di farsi ricordare per le sceneggiature complessissime e intricate che hanno costituito l'aura mitologica dell'artista. Dopo l'annuncio di un nuovo retelling del brand Mazinger, questa volta però ispirato al mediocre Z Mazinger (remake mitologico di Mazinger Z a opera di un Go Nagai senza più nulla da dire), un sacco di rumor di sono susseguiti sullo staff dell'opera, ora smentendo, ora confermando, la presenza di Imagawa alla regia. Quando, dopo l'ennesimo annuncio semi-ufficiale che dava al suo posto Jun Kawagoe, la cosa venne ancora una volta rinnegata, in molti iniziarono a vedere malissimo questa produzione nata senza né capo né coda, che fin dalle premesse produttive dimostrava di non avere idee certe su nulla. Eppure Imagawa alla fine è arrivato, e come nelle più rosee previsioni crea, con un budget accettabile, un prodotto eccezionale: Mazinger Edition Z è, senza preamboli, l'anime del 2009.
La prima puntata è già leggenda: prendendo tutti alla sprovvista, si parte con un recap che riassume l'intera storia poco prima dello scontro finale. E così, mentre dagli spettatori occasionali partono maledizioni e i fan del regista, memori di The Last Day, se la ridono pensando all'idea come una manovra per non farsi licenziare dallo studio ("Se mi licenzi continui te la serie, ma non saprai mai come collegare tutte le scene che ho mostrato"), i fan di Nagai piangono lacrime di commozione vedendo in una stessa serie animata personaggi provenienti dagli universi dei Mazinger, Mao Dante, Violence Jack, Gloizer X alle prese con divinità della mitologia greca, morte di personaggi, distruzioni di massa, atmosfere apocalittiche.
Quella che ufficialmente doveva essere una riscrittura di Z Mazinger si rivela così un remake, invece, dell'originale Mazinger Z cartaceo di Nagai, quello adattato in modo infantile negli anime Toei degli anni 70 e che Imagawa riscrive inserendovi un corposo cast proveniente da ogni genere di manga dell'autore. Ed è il trionfo di citazioni - situazioni, personaggi, inquadrature, addirittura intere vignette riprese dal fumetto o leggermente modificate - e reinterpretazioni, con tutti i personaggi che acquistano ulteriore tridimensionalità dalla caratterizzazione originaria. Ciliegina sulla torta: un chara design meravigliosamente retrò, ancorato ai tratti sporchi e caricaturali del Nagai prima maniera.
E dove termina l'influenza di un genio, inizia quella di un altro: la storia, completo parto di Imagawa è, come ci si aspettava, meravigliosamente appassionante. I colpi di scena in ogni episodio sono la norma, così come personaggi che fanno il doppio o il triplo gioco, rovesciamenti di posizione, flashback e un infinito numero di grandi misteri che vengono periodicamente snocciolati e rimpiazzati da altri. Edition Z è un tour de force di domande, risposte, favolosi personaggi grotteschi, gratificazioni ai fan di Nagai (bisogna ribadirlo: solo chi ha letto la maggior parte dei fumetti del mangaka potrà cogliere tutte le infinite citazioni, che abbracciano davvero ogni campo) e twist, volutamente esagerati e in più punti quasi parossistici, ma che in linea con l'atmosfera grottesca e cupa risultano eccezionali.
Paradossalmente, unica cosa che infastidirà i fan più oltranzisti delle "classiche" serie Super Robot dei bei tempi andati è proprio l'assenza di veri scontri di rilievo: non solo questi si rivelano veloci e sintetici a livelli tragici (forse anche colpa del budget, accettabile ma non di più), ma la stessa concezione "cazzara" delle serie robotiche "old style" viene a mancare. Le mazzate tra robot sono decisamente l'elemento secondario dello spettacolo, che gioca le frecce del suo arco nella complessa e intricata storia e nei fantastici personaggi. Curioso e spiazzante, anche perché le due opening, cantate dagli "storici" JAM Project (caldo nome nell'ambito delle sigle di serie Super Robot), sono invece ancorate alla tradizione: potenti, gasanti, accompagnate da un gran numero di immagini che risaltano un lato distruttivo/action della serie che, alla fine dei conti, non c'è.
Delusioni a parte, in questo senso, sarebbe comunque indecoroso imputare all'opera di essere deludente perché non lo è affatto. Il nuovo gioiello di Imagawa deve solo essere inquadrato come giustamente gli compete, ossia come una storia robotica dalle sfaccettature inquietanti e mitologiche, disumanamente complessa e con un accettabile contorno di azione robotica. Inquadrata come si deve si rivela una grande serie animata, sceneggiata benissimo e rappresenta sicuramente uno dei migliori prodotti animati, se non IL migliore, dedicati ai personaggi e alle creature di Go Nagai.
Dovessimo riguardare la sua "animegrafia", ci ricorderemmo come buona parte delle sue opere siano state costellate da licenziamenti in tronco in corso di serie (Getter Robot: The Last Day), budget mediocri (G Gundam) o inesistenti (Violinist of Hameln), non impedendo comunque loro di farsi ricordare per le sceneggiature complessissime e intricate che hanno costituito l'aura mitologica dell'artista. Dopo l'annuncio di un nuovo retelling del brand Mazinger, questa volta però ispirato al mediocre Z Mazinger (remake mitologico di Mazinger Z a opera di un Go Nagai senza più nulla da dire), un sacco di rumor di sono susseguiti sullo staff dell'opera, ora smentendo, ora confermando, la presenza di Imagawa alla regia. Quando, dopo l'ennesimo annuncio semi-ufficiale che dava al suo posto Jun Kawagoe, la cosa venne ancora una volta rinnegata, in molti iniziarono a vedere malissimo questa produzione nata senza né capo né coda, che fin dalle premesse produttive dimostrava di non avere idee certe su nulla. Eppure Imagawa alla fine è arrivato, e come nelle più rosee previsioni crea, con un budget accettabile, un prodotto eccezionale: Mazinger Edition Z è, senza preamboli, l'anime del 2009.
La prima puntata è già leggenda: prendendo tutti alla sprovvista, si parte con un recap che riassume l'intera storia poco prima dello scontro finale. E così, mentre dagli spettatori occasionali partono maledizioni e i fan del regista, memori di The Last Day, se la ridono pensando all'idea come una manovra per non farsi licenziare dallo studio ("Se mi licenzi continui te la serie, ma non saprai mai come collegare tutte le scene che ho mostrato"), i fan di Nagai piangono lacrime di commozione vedendo in una stessa serie animata personaggi provenienti dagli universi dei Mazinger, Mao Dante, Violence Jack, Gloizer X alle prese con divinità della mitologia greca, morte di personaggi, distruzioni di massa, atmosfere apocalittiche.
Quella che ufficialmente doveva essere una riscrittura di Z Mazinger si rivela così un remake, invece, dell'originale Mazinger Z cartaceo di Nagai, quello adattato in modo infantile negli anime Toei degli anni 70 e che Imagawa riscrive inserendovi un corposo cast proveniente da ogni genere di manga dell'autore. Ed è il trionfo di citazioni - situazioni, personaggi, inquadrature, addirittura intere vignette riprese dal fumetto o leggermente modificate - e reinterpretazioni, con tutti i personaggi che acquistano ulteriore tridimensionalità dalla caratterizzazione originaria. Ciliegina sulla torta: un chara design meravigliosamente retrò, ancorato ai tratti sporchi e caricaturali del Nagai prima maniera.
E dove termina l'influenza di un genio, inizia quella di un altro: la storia, completo parto di Imagawa è, come ci si aspettava, meravigliosamente appassionante. I colpi di scena in ogni episodio sono la norma, così come personaggi che fanno il doppio o il triplo gioco, rovesciamenti di posizione, flashback e un infinito numero di grandi misteri che vengono periodicamente snocciolati e rimpiazzati da altri. Edition Z è un tour de force di domande, risposte, favolosi personaggi grotteschi, gratificazioni ai fan di Nagai (bisogna ribadirlo: solo chi ha letto la maggior parte dei fumetti del mangaka potrà cogliere tutte le infinite citazioni, che abbracciano davvero ogni campo) e twist, volutamente esagerati e in più punti quasi parossistici, ma che in linea con l'atmosfera grottesca e cupa risultano eccezionali.
Paradossalmente, unica cosa che infastidirà i fan più oltranzisti delle "classiche" serie Super Robot dei bei tempi andati è proprio l'assenza di veri scontri di rilievo: non solo questi si rivelano veloci e sintetici a livelli tragici (forse anche colpa del budget, accettabile ma non di più), ma la stessa concezione "cazzara" delle serie robotiche "old style" viene a mancare. Le mazzate tra robot sono decisamente l'elemento secondario dello spettacolo, che gioca le frecce del suo arco nella complessa e intricata storia e nei fantastici personaggi. Curioso e spiazzante, anche perché le due opening, cantate dagli "storici" JAM Project (caldo nome nell'ambito delle sigle di serie Super Robot), sono invece ancorate alla tradizione: potenti, gasanti, accompagnate da un gran numero di immagini che risaltano un lato distruttivo/action della serie che, alla fine dei conti, non c'è.
Delusioni a parte, in questo senso, sarebbe comunque indecoroso imputare all'opera di essere deludente perché non lo è affatto. Il nuovo gioiello di Imagawa deve solo essere inquadrato come giustamente gli compete, ossia come una storia robotica dalle sfaccettature inquietanti e mitologiche, disumanamente complessa e con un accettabile contorno di azione robotica. Inquadrata come si deve si rivela una grande serie animata, sceneggiata benissimo e rappresenta sicuramente uno dei migliori prodotti animati, se non IL migliore, dedicati ai personaggi e alle creature di Go Nagai.
CONTRO
Shin Mazinger è una serie atipica perché oscilla in continuazione tra scene spazzatura da 1 e scene epiche da 10, rendendo difficilissimo darne una valutazione. La prima puntata è quanto di più abominevole si possa immaginare; l'ultima puntata invece è geniale, almeno per chi come me ha visto il film "Mazinga Z contro il Generale Nero" ed è un fan sfegatato del Grande Mazinga. Durante la visione sono stato molto in dubbio se assegnare la sufficienza a meno; dopo ogni puntata mi dicevo questo è troppo, dopo questo la bocciatura non gliela toglie nessuno, soltanto per cambiare idea nella puntata successiva, in seguito alla reintroduzione di qualche altro personaggio storico della saga di Mazinga. Perché è chiaro che questa serie si rivolge ai nostalgici di Go Nagai ed ogni puntata è infarcita di innumerevoli citazioni dell'opera del Maestro, a volte anche gratuite e a sproposito. Tuttavia per un vecchio girellaro come me è impagabile vedere tornare in attività dopo tanti anni i vecchi mostri e avversari del classico Mazinger, sono questi i momenti da 10, insieme ad alcuni combattimenti. Purtroppo questi pochi momenti sono sommersi in un mare di immondizia ed in una sceneggiatura portata avanti malissimo.
È vero che ci sono delle idee, dei colpi di scena, delle pensate originali; la rivisitazione del mondo di Go Nagai ha un suo senso e un suo interesse; il problema è che si è scelto di rendere la narrazione cronologica non lineare, proponendo molte scene in ordine rovesciato, non si capisce bene perché. Sistematicamente capita di vedere Mazinger impegnato nel mezzo di una battaglia il cui inizio viene mostrato una o due puntate dopo, con effetto di spaesamento dello spettatore. Se non si fosse usato questo artificio la trama sarebbe stata molto più comprensibile (non è troppo complessa tutto sommato) e la serie ne avrebbe guadagnato. Non che sarebbe arrivata ad un voto alto, perché si è troppo esagerato con il voler sorprendere a tutti i costi. Sono stati aggiunti anche dei risvolti tramistici che non si amalgamano bene con il resto dell'opera; tanto per dirne una, che c'entrano un castello nella Foresta Nera tedesca ed una specie di Dottor Frankenstein con il resto della serie?
Il character design è molto vicino a quello originale di Go Nagai, che comunque non ha nulla a che fare con questa serie che è opera di Yasuhiro Imagawa, famoso per altri remake d'epoca come Giant Robot e Tetsujin 28. Parlando di chara, ho notato delle inserzioni fastidiose: quando ho visto per la prima volta Tsubasa Nishikiyori e l'ispettore di polizia ho pensato ma cosa ci stanno a fare Fujiko e Zenigata in una serie di Mazinga?. Ovviamente non ha senso aspettarsi chissà quale introspezione psicologica in una serie di questo tipo e quindi non critico i personaggi, che comunque non mi hanno convinto (i veri protagonisti sono Tsubasa Nishikiyori e il Barone Ashura, Koji Kabuto è un comprimario e Sayaka Yumi una comparsa). Quello che critico sono i combattimenti, di gran lunga troppo pochi e troppo brevi. Un vero peccato perché le poche scene di combattimento presenti sono ben fatte e davvero meritevoli.
Sarebbe bastato pochissimo per realizzare una serie decente di Mazinger, ma questa occasione è stata del tutto sprecata da Imagawa, che ha voluto strafare, mettendo troppa carne al fuoco e troppi personaggi (a chi sono piaciuti i cinque di Kurogane mi chiedo?). Alla fine la cosa migliore della serie è la colonna sonora, che all'inizio non sopportavo ma poi mi è entrata in testa, e devo ammettere che è adatta all'atmosfera. Nonostante i vari momenti nostalgici e il finale evocativo ho deciso che non posso assegnare la sufficienza. La consiglio solo ai fanatici di Mazinga; per tutti gli altri è meglio astenersi. Io stesso, se non fosse per il fattore nostalgia assegnerei un 2.
È vero che ci sono delle idee, dei colpi di scena, delle pensate originali; la rivisitazione del mondo di Go Nagai ha un suo senso e un suo interesse; il problema è che si è scelto di rendere la narrazione cronologica non lineare, proponendo molte scene in ordine rovesciato, non si capisce bene perché. Sistematicamente capita di vedere Mazinger impegnato nel mezzo di una battaglia il cui inizio viene mostrato una o due puntate dopo, con effetto di spaesamento dello spettatore. Se non si fosse usato questo artificio la trama sarebbe stata molto più comprensibile (non è troppo complessa tutto sommato) e la serie ne avrebbe guadagnato. Non che sarebbe arrivata ad un voto alto, perché si è troppo esagerato con il voler sorprendere a tutti i costi. Sono stati aggiunti anche dei risvolti tramistici che non si amalgamano bene con il resto dell'opera; tanto per dirne una, che c'entrano un castello nella Foresta Nera tedesca ed una specie di Dottor Frankenstein con il resto della serie?
Il character design è molto vicino a quello originale di Go Nagai, che comunque non ha nulla a che fare con questa serie che è opera di Yasuhiro Imagawa, famoso per altri remake d'epoca come Giant Robot e Tetsujin 28. Parlando di chara, ho notato delle inserzioni fastidiose: quando ho visto per la prima volta Tsubasa Nishikiyori e l'ispettore di polizia ho pensato ma cosa ci stanno a fare Fujiko e Zenigata in una serie di Mazinga?. Ovviamente non ha senso aspettarsi chissà quale introspezione psicologica in una serie di questo tipo e quindi non critico i personaggi, che comunque non mi hanno convinto (i veri protagonisti sono Tsubasa Nishikiyori e il Barone Ashura, Koji Kabuto è un comprimario e Sayaka Yumi una comparsa). Quello che critico sono i combattimenti, di gran lunga troppo pochi e troppo brevi. Un vero peccato perché le poche scene di combattimento presenti sono ben fatte e davvero meritevoli.
Sarebbe bastato pochissimo per realizzare una serie decente di Mazinger, ma questa occasione è stata del tutto sprecata da Imagawa, che ha voluto strafare, mettendo troppa carne al fuoco e troppi personaggi (a chi sono piaciuti i cinque di Kurogane mi chiedo?). Alla fine la cosa migliore della serie è la colonna sonora, che all'inizio non sopportavo ma poi mi è entrata in testa, e devo ammettere che è adatta all'atmosfera. Nonostante i vari momenti nostalgici e il finale evocativo ho deciso che non posso assegnare la sufficienza. La consiglio solo ai fanatici di Mazinga; per tutti gli altri è meglio astenersi. Io stesso, se non fosse per il fattore nostalgia assegnerei un 2.
Potete far sentire la vostra voce, oltre che nei commenti, anche con un mini sondaggio che durerà tre giorni!
L'ennesimo remake che lascia il tempo che trova.
E quell'interpretazione del Dottore Inferno non era male -
Detto ciò non sono drastico, la serie propone tantissime chicche e tante belle rivisitazioni dell'originale, magari in qualche punto si perde ma i pro mi sembrano più dei contro.
Una cosa è certa, come per Gundam, fra dieci anni saremo a riparlare di mazinga Z!
Non so come possa piacere una robaccia simile , insufficente da ogni punto di vista.
E' vero , qualche idea buona c'è , tipo il primo episodio che mostra tutto quello che accadrà nella serie : peccato che poi non sarà così, visto che in tale episodio si vede Gordon su un kedora gigante ucciso da Zeus, cosa che nella serie non si vedrà !
Già con Last Day Imagawa aveva dimostrato di non qyuagliare molto con l'universo nagaiano, e con stò Mazinga le cose sono andate peggio.
Era molto meglio una trasposizione animata del manga di Zero, quello si un vero concentrato di idee e omaggio vero a tutti i robotici nagaiani .
Anzi, all' universo dei super robot.
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