Il modo migliore per celebrare i meravigliosi sogni che la KyoAni ha creato per noi è parlarne, riviverli. Permettetemi di dire che a mio avviso nessuna opera della Kyoto Animation parla di sogni, della loro vitale importanza, della rabbia cieca verso una realtà che fa di tutto per non permetterti di realizzarli come La Malinconia di Haruhi Suzumiya. Per tutta l'estate renderemo omaggio allo studio Kyoto Animation con articoli e recensioni delle opere più significative.
 
Per non dimenticare
 
La Malinconia di Haruhi Suzumiya è una serie light novel di Nagaru Tanigawa, illustrata da Noizi Ito, pubblicata dal 2003 dalla Kadokawa e al momento ferma, prima light novel a raggiungere 1 Milione di copie. Esistono due stagioni della serie animata: una del 2006 ed una del 2009, di 14 episodi ciascuna, ma che vanno visti in un ordine ben preciso e non di uscita... ma nella nostra scheda troverete l'ordine di episodi corretto. Vi è un lungometraggio animato, La Scomparsa di Haruhi Suzumiya, del 2010, oltre che una serie manga non canonica ed uno spinoff su un universo alternativo, La Scomparsa di Yuki Nagato, il quale ha avuto una trasposizione animata. I manga e le novel (ma non tutte) sono pubblicati da JPOP mentre la prima stagione dell'anime è arrivata in Italia al contrario della seconda. A causa di voi-sapete-cosa. Ma ne parleremo.

Prima di tutto sottolineerei velocemente il lavoro incredibile di Aya Hirano, molto di più che semplice doppiatrice di Haruhi Suzumiya. Nessuno come lei è riuscito a rappresentare la vera essenza di questa serie, capace di un lavoro impeccabile (non dimentichiamo le meravigliose opening Bouken Desho Desho, Super Driver o la leggendaria God Only Knows) e parte dell'immenso successo della serie lo si deve chiaramente al suo essere in simbiosi con Haruhi (e anche al balletto dell'Hare Hare Yukai inventato da quel pazzoide di Yamakan); una donna andata incontro a numerosi problemi personali e di salute ma che non ha mai mollato (come potete leggere nella sua biografia nella scheda), perciò prima di tutto ci tenevo a replicare questo ringraziamento che son riuscito a farle di persona al Japan Expo.
 
Super Driver La Malinconia di Haruhi Suzumiya
 
Se non c'è, basta solo inventarlo!
 
 
"Mi chiamo Haruhi Suzumiya e vengo dalla scuola media Higashi. Non nutro il minimo interesse verso i comuni esseri umani: se in questa scuola ci sono alieni, viaggiatori del tempo, creature di altre dimensioni, esper, io li prego di farsi avanti e di venire da me. È tutto."
 
Fino a che età avete creduto a Babbo Natale? Ma soprattutto: perché? Sicuramente c'è stato quel periodo nella vostra vita nel quale vi siete sentiti spinti a voler credere a tutto: alieni, viaggiatori del tempo, esper, organizzazioni del male che vi leggevano il pensiero e cose simili. Si smette di essere giovani nel momento in cui non si vuole più sognare in grande, metti da parte le assurdità e tingi di grigio il mondo, ma se siete su questo sito probabilmente non fate parte di quel tipo di persone.

Iniziai questo anime conoscendolo solo di fama, pensando fosse un harem (il genere decisamente più di moda del periodo) e non sapendo cosa dovessi aspettarmi. Il "quindi non vuoi morire?" di Ryoko Asakura non è soltanto un colpo di scena capace di rivoluzionare la serie ma è anche il passo definitivo del "manifesto" di quest'opera, la quale gioca senza alcuna regola precisa sulle linee dello slice of life, stravolgendo e confermando i suoi canoni senza peccare d'incoerenza stilistica, mostrandosi all'avanguardia non solo per i suoi tempi ma forse anche per i nostri. Prendiamo Kyon: narratore, (pseudo) protagonista, che allo stesso tempo rappresenta però anche noi; grazie a perfette scelte registiche spesso non abbiamo modo di sapere se quel che sentiamo lo dice o lo pensa (elemento riscontrabile fin dalle novel), non sappiamo se le risposte o reazioni che riceve siano consequenziali o coincidenze. Lui è un uomo senza nome, lui rappresenta il lettore, lo spettatore, il povero umano che guarda cose più grandi di lui ed è conscio che non possono esistere ma vorrebbe che lo fossero. Opere che ti offrono una tale immersione e che tengono così altamente in considerazione lo spettatore, rendendolo parte del gioco, non si trovano. Un anime la cui influenza si può scorgere in centinaia di opere successive ma che è impossibile da replicare.

Ottima, seppur rara, l'azione, divertentissimi i siparietti comici, da batticuore le scene ad alta tensione (Snow White) e con tutte queste belle ragazze non ci si può lamentare. Quel che però a mio avviso ha reso immortale La Malinconia di Haruhi è il messaggio veicolato, cercando di sconfinare senza troppo imbarazzo nella filosofia (Conosci il principio antropico?) ma soprattutto abbracciando la vera essenza delle turbe adolescenziali.
 
Haruhi e Kyon

Cosa vuol dire davvero "Malinconia"? Tanigawa ha ammesso che non avrebbe chiamato così l'opera, ma gli avrebbe trovato un titolo più semplice, se fosse stato conscio della sua lunga serializzazione, ma nulla può togliere il valore intrinseco che possiede questo termine; in giapponese si scrive yūutsu 憂鬱 e non è una parola utilizzata alla leggera, difatti viene usata anche per definire la depressione. In un paese come il Giappone, dove solo da pochissimi anni si "crede" nella depressione (e le malattie mentali sono tutt'ora uno stigma sociale immenso), un termine come questo in un contesto simile è relegato ad un forte malessere giovanile: proprio quella "malinconia" che rappresenta una furente rassegnazione, un senso di sconfitta che a volte ti assale lasciandoti senza apparenti speranze.

Haruhi è una bellissima ragazza, con una impareggiabile vivacità ed una intelligenza oltre la media, che non sa darsi pace per questa vita così monotona, per una realtà non conforme agli altissimi standard che lei si è sentita di attribuirle. Non le basta quel che vive, il suo non è un capriccio ma la consapevolezza di essere nata per qualcosa che vada oltre i canoni predefiniti del raziocinio. Sicuramente può risultare insopportabile e non tutti i suoi atteggiamenti sono da avallare, ma ricordiamo che è poco più di una bambina sfregiata nell'anima, un dolore esistenziale che metterebbe in ginocchio persone ben più grandi di lei.

L'adolescenza viene ritratta come l'età della spensieratezza e/o della ribellione, quasi come se fossero due sinonimi, due termini interscambiabili, mentre non è altro che l'età della confusione, l'età dove non sai niente anche se credi di sapere tutto, l'età dove la vita è un dilemma senza risposta. Haruhi dà testate a quel muro di insicurezze e credo che tutti abbiano moltissimo da imparare dal suo modo di essere e dal suo approccio alla vita. Che i suoi atteggiamenti siano esagerati o no non dovrebbe contare ma dovrebbe essere d'ispirazione per chiunque si trovi di fronte ad un problema insuperabile. Se non esiste una soluzione, del resto, basta solo inventarla.
 
Brigata SOS

Haruhi non si arrende alla monotonia di una quotidianità che scorre velocemente di fronte ai suoi occhi: nella sua inarrestabile ricerca dell'assurdo fonda la Brigata SOS, un club scolastico che ha come obiettivo quello di trovare fenomeni sovrannaturali e che è formato quasi esclusivamente proprio da quelle entità che vorrebbe pullulassero nella sua vita; ma lei, schiava comunque della razionalità di un essere umano, non riesce a rendersene conto.

Yuki Nagato l'aliena, Mikuru Asahina la viaggiatrice nel tempo, Itsuki Koizumi l'esper e il nostro Kyon, il mistero più grande essendo lui all'apparenza un umano come tutti gli altri. Personaggi che ritraggono tratti volutamente caricaturali, come l'opera in toto, andando oltre in modo superlativo la convenzione narrativa del genere, anche se per vedere il meglio di Yuki dovremmo citare l'eccellente lungometraggio. I misteri delle loro esistenze sono un mistero prima di tutto per loro stessi, un po' come adolescenti (sì, anche Yuki) che cercano di capire il proprio ruolo in questo mondo e un po' come membri di organizzazioni sociali gerarchiche più grandi di loro, per le quali sono costretti ad indossare una maschera. Ma la domanda principale rimarrà sempre una:

Haruhi Suzumiya è una Dea?
 
Haruhi God

Sì. No. Forse. È davvero importante? Sì. No. Forse. E così via. Noi folli amanti dell'opera vi diremo di sì, a prescindere, il mondo è nato "3 anni fa" ed è stato creato da Haruhi, siamo Haruhiisti e ne andiamo fieri. La verità la scopriremo magari un giorno, ma di certo monologhi come quello di Itsuki sul principio antropico impreziosiscono l'opera a tal punto da volerti far credere a prescindere che sia la sua fazione ad aver ragione (inviterei a non fare spoiler sull'opera parlando qui esclusivamente della trasposizione animata).

La Brigata sventa terribili minacce per il pianeta, create dal potere inconsapevole di Haruhi, la quale inavvertitamente può cancellare/ricreare la nostra realtà qualora non fosse conforme ai suoi standard d'interesse. Voi non avreste mai voluto farlo? Voi non avreste mai voluto avere poteri speciali, capacità incredibili e vivere qualcosa di unico? E anche se la risposta fosse no potreste mai biasimare chi voglia andare oltre questa patina? Vero, i capricci di Haruhi sono spesso esagerati, ma lei cerca di vivere tutto quanto come se fosse il gioco più serio possibile, riuscendo comunque ad avere il meglio da una vita normale: girare un film per il festival culturale, andare in spiaggia con amici, giocare a baseball, fare una gita fuorimano e preparare feste natalizie. Nulla di più normale, nulla di più speciale.

La realtà rimane magari opprimente ai suoi occhi ma il suo animo rende ogni singolo giorno speciale, rende la sua vita speciale, perché lei vorrebbe alieni, esper e portali verso altri mondi ma nel profondo del suo cuore sa che per essere davvero felici basta anche solo incontrare le persone giuste. Infine direi che Haruhi Suzumiya (sia l'opera che la persona) può essere considerata sotto tanti punti di vista una precorritrice dei tempi e delle mode nell'animazione: lei corrisponde esattamente alla generazione "isekai" che stiamo vivendo ora, ragazzi che non vogliono soltanto avere l'amore (come nell'epoca dominata dagli "harem") ma che, stufi della quotidianità, sognano di vivere in altri universi. Un'opera che è sempre riuscita a leggere al meglio quella particolare malinconia dei ragazzi di oggi, e badate che non parlo tanto dei protagonisti delle suddette opere quanto del lettore di riferimento, non per forza un "neet" come qualcuno potrebbe pensare ma semplicemente una persona che delusa dalla società e dai suoi schemi vorrebbe creare la propria Brigata SOS e vivere qualcosa di irrazionale.
 
Kyon-kun denwa ~

Fino a che età avete creduto a Babbo Natale? Ma soprattutto: perché? Sicuramente c'è stato quel periodo nella vostra vita nel quale vi siete sentiti spinti a voler credere a tutto: alieni, viaggiatori del tempo, esper, organizzazioni del male che vi leggevano il pensiero e cose simili. Si smette di essere giovani nel momento in cui non si vuole più sognare in grande, metti da parte le assurdità e tingi di grigio il mondo, ma se siete su questo sito probabilmente non fate parte di quel tipo di persone.

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595 anni. 15.532 ripetizioni. Un incubo per molti, un otto infinito che parte proprio oggi 17 agosto ed il 31 torna indietro, per 595 anni che sono il risultato di 15.532 ripetizioni. Otto episodi quasi uguali, un loop temporale causato come al solito da Haruhi che mette alla dura prova non solo i protagonisti ma anche lo spettatore. Che si odi o si ami l'Endless Eight sarà sempre una delle saghe più chiacchierate dell'animazione giapponese, un vero e proprio fenomeno culturale che tutt'ora rimane ben impresso, come testimonia la citazione dell'anno scorso di Pop Team Epic (che potete vedere in questa news) o l'iniziativa di Nico Nico di trasmettere lo scorso agosto in loop l'E8 (cliccate qui per la news). Il vero motivo per il quale la seconda stagione non è mai arrivata in Italia, un urlo di follia che simboleggia la scelta scellerata di preferire una visione artistica e ideologica piuttosto che avere un facile ritorno economico, perché non vi può essere una motivazione logica che permetta di giustificare la sua esistenza, ricordiamo che lo staff dell'anime si definisce proprio Brigata SOS e quindi non dovremmo sorprenderci. Se volevate una vera esperienza haruhiistica cosa c'è di meglio? L'Endless Eight dà modo allo spettatore di provare quel che provano anche i suoi protagonisti, di far parte del processo narrativo: tu condividi il loro stesso fastidio, hai le loro stesse apprensioni, ti chiedi quando e come potrà finire questo dolore e alla fine non puoi far altro che abbassare la testa, sentire il frinire delle cicale e... Kyon-kun denwa ~, ancora una volta.

Geniale, odiato, terribile o per meglio dire unico. Come questa serie, come Haruhi, come Nagaru Tanigawa, come Aya Hirano, come la Kyoto Animation. Come Yasuhiro Takemoto.
 
Haruhi Suzumiya

Una delle serie più amate, la vera capostipite nel trend delle light novel, l'anime che ha dato il la al grande successo della KyoAni, che ha messo le basi per il loro stile così facilmente riconoscibile. Una terza stagione è notoriamente attesa ma virtualmente impossibile: la Kadokawa e la KyoAni da dopo La Scomparsa si sono trovati in fortissimo disaccordo per la concessione dei diritti e, a prescindere da tutto, Tanigawa non ne vuole sapere di fare quell'ultimo passo per la conclusione della serie; a causa dell'incessante ritardo l'ultimo volume pubblicato in Giappone non ha avuto il successo previsto, ma in patria la novel viene ristampata di continuo, ultimamente proprio da gennaio a maggio di quest'anno con delle nuove copertine fatte da Iwakura Shiori, celebre fotografa giapponese e con nuove illustrazioni promozionali di Noizi Ito. Perché la gente nonostante tutto ha bisogno dei folli (ma più razionali di quel che sembra) sogni di Haruhi.

Soprattutto oggi, a mio avviso, abbiamo bisogno di Haruhi, di quell'Haruhi, della nostra Haruhi. L'attentatore nelle sue accuse ebbe il coraggio di citarla asserendo che la sua opera "fosse il più grande capolavoro dai tempi di Haruhi", un folle che non sarebbe mai degno di nominarla e che non può aver compreso il suo valore. Chissà che allora i tempi non siano maturi perché la Kadokawa e la KyoAni vadano oltre. Quanto sarebbe speciale risorgere proprio grazie a quell'opera che diede inizio al periodo d'oro? Vi è la profonda necessità di un anime che parla del valore dei sogni e della rabbia causata dagli imprevisti della vita; cos'è del resto la KyoAni se non una fabbrica di sogni che non potrà mai, mai, fermarsi.

Super driver, corri e non fermarti, guarda sempre avanti...